Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: ciaomils    24/04/2013    9 recensioni
Mike, il mio migliore amico. Meredith, la mia migliore amica. Luke, il mio ex. Io? Una nerd qualsiasi.
La mia vita cambiò dopo il Suo arrivo. Ma non so dire se in meglio o in peggio.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

comunicazione importante nello spazio autrice

-vita nuova
Qualcuno bussa forte alla porta. Apro gli occhi. Io e Mike siamo sul divano, lui dorme ancora. Ho ricordi vaghi di questa notte. Indosso ancora il mio vestito, ma ora è sgualcito, ho i capelli in disordine e le scarpe sono vicino alla finestra. Ho passato tutto il tempo a piangere, quindi non mi meraviglio di aver le guance incrostate.
Mi alzo dolorante, sperando di non svegliare Mike. Ma lui apre gli occhi e mi guarda.
-Dove vai?- mi chiede, sbattendo le palpebre.
-Qualcuno ha bussato alla porta. Vado a vedere chi è.-
Lui annuisce.
Il pavimento è freddo sotto i miei piedi nudi. Arrivo all’ingresso e guardo dallo spioncino. Justin.
Mi sale un groppo in gola. Ho già gli occhi lucidi e mi devo trattenere dall’aprire la porta e urlargli contro.
Torno in salotto e scuoto leggermente Mike, che aveva richiuso gli occhi.
-Mike..Mike è Justin! Apri tu, digli che sono andata da mia nonna o cose del genere..-
-Justin è qui?-
Annuisco con le lacrime agli occhi –Non se ne andrà facilmente. Ha chiamato tutta la notte e non gli ho risposto. Ho la segreteria piena di messaggi…non voglio ascoltarlo.-
-Non so come farò a non picchiarlo..- borbotta alzandosi in piedi. Mi lancia un’occhiata, come per assicurarsi che io stia bene. Ma io non sto bene, e lui lo sa.
Scompare dalla mia visuale e sento la porta aprirsi. Mi sposto accanto all’arco che collega l’ingresso al salotto e resto in ascolto.
-Ehi Mike.- mormora Justin. La sua voce è una pugnalata. Non so come, ma sono sicura che mi sta cercando con lo sguardo. Porto le mani chiuse a pugno al cuore e soffoco un singhiozzo.
-Lei non è qui.- dice Mike brusco. Sento tutta la freddezza, la sua rabbia nella sua voce.
-Ehm…Dov’è allora?-
-Non sono affari tuoi, Bieber.- Mike fa per chiudere la porta, ma qualcosa lo blocca.
-Sta bene?- chiede Justin. Sembra seriamente preoccupato per me, e questo mi sembra sale sulla ferita.
-Starà meglio quando questo sarà finito e quando tu uscirai dalla sua vita.- sento la porta sbattere e nel giro di un secondo mi ritrovo fra le braccia di Mike, che mi culla e mi sussurra che andrà tutto bene, che presto finirà tutto.
Mi lascio andare e piango sulla sua spalla.
 
Più tardi Charlotte mi viene a prendere. Metto solo le mie converse, un paio di pantaloncini a vita alta e ci infilo una camicetta di lino dentro.
Porto il mio vecchio cellulare all’orecchio. È uno stupido nokia ma ora lo uso al posto dell’iPhone perché ha fatto una brutta fine. È tutta la notte che squilla. Ho cercato di ignorarlo, ma è difficile ignorare una delusione.
Ora ascolto i suoi messaggi in segreteria. Mi viene da piangere, ma non voglio farlo davanti a Charlotte. Non perché mi considererebbe una ragazzina, ma perché mi capirebbe.
-Ehi Liz, che fine hai fatto? Non ti trovo più. Ti prego, rispondimi.-
-Liz, dove sei? Mi stai facendo prendere un colpo, ti prego, richiamami.-
-Liz, ti prego, richiamami. Non riesco a dormire…Stavo andando dalla polizia! Liz, mi stai uccidendo così. Ti prego, fa che stia bene..-
Le i messaggi sono tanti, ma questo è quello che fa più male.
-Meredith mi ha detto che sei tornata a casa. Stavo impazzendo. Avresti dovuto avvertirmi. Mi stavi facendo morire, pensavo che ti fosse successo qualcosa… L’importante però è che stai bene. Buonanotte, amore mio, fai sogni d’oro.-
Amore mio. Amore mio. Amore mio.
È come un coltello nella carne che non smette di girare. Quelle due parole mi vorticano nel cervello.
Chissà se avrà mai chiamato anche Charlotte ‘amore mio’. Chissà quante volte l’avrà fatta sentire speciale, l’avrà fatta sentire felice.
-Ehi Liz, stai bene?- mi chiede Charlie.
Non mi ero accorta di essere caduta in trance. Il nokia è sul tappetino dell’auto.
Siamo arrivate a casa di Justin e c’è la sua macchina parcheggiata.
Mi giro verso Charlie, asciugando una lacrima –Sì, è solo che ho qualcosa nell’occhio…-
Lei annuisce e sa che so mentendo, ma non mi dice nulla. Sfila le chiavi dalla fessura e scende dall’auto. Io la seguo a ruota.
Mi ritrovo accanto a lei, davanti alla porta mentre Charlie suona al campanello. Attendiamo in silenzio.
Justin viene ad aprire. Sembra sollevato nel vedermi e quasi mi abbraccia, ma poi il suo sguardo si posa su Charlie ed esita. È scioccato.
Mi mordo il labbro e mi allontano lentamente. Devono chiarire. Prima Charlie, poi è il mio turno.
Sento mentre parlano, mentre litigano. Lei gli urla contro e lui cerca di farle abbassare il tono di voce, riuscendo solo a farla arrabbiare di più.
Io me ne sto in disparte, seduta sul marciapiede a guardare le macchine cha passano. Questa era la mia estate ma ora sembra solo un gelido inverno.
Mi rigiro il cellulare tra le mani cercando di chiudermi in una bolla. Justin non è qui. Charlie non è qui. Ci sono solo io.
Ma nonostante tutto il mio sforzo, non riesco a fermare le loro parole.
-Addio Justin, spero di non vederti mai più.- dice fredda Charlie. Sento che si avvicina al marciapiede e quando passa mi sfiora la spalla, dandomi conforto e coraggio.
-Ti aspetto in macchina. Sei sicura di farcela?- mi chiede, inginocchiandosi accanto a me.
-Sì. Questa storia deve finire oggi.-
Mi alzo in piedi e mi giro. Justin mi osserva, cerca di capirmi, di leggere dentro di me.
Mi avvicino tenendo lo sguardo basso.
-Ciao Liz.-
-Ciao Justin.-
-Charlie ti ha raccontato tutto?- mi chiede, cercando di catturare il mio sguardo.
Ma so che se alzo gli occhi potrei perdermi. Mi conosco, so cosa provavo, cosa provo.
-Sì, Justin, so tutto.-
-Bene.-
Resto in silenzio e piano piano alzo la testa. Lui ha lo sguardo basso.
-Non mi stai urlando contro.- nota, con una punta di ironia o forse stupore.
-No, Justin, non ti sto urlando contro perché so che poi mi sentirei in colpa. So che poi mi scuserei e questa storia non finirebbe più. Ti ho dato tante seconde opportunità, ma ora basta. Invece voglio parlare, dirti tutto quello che penso.
-Sai, io mi sono sempre chiesta perché tu avessi scelto me. Perché non avessi deciso di uscire con un’altra- mi metto a ridere, isterica –ironia della sorte. Mi sono sempre sentita speciale accanto a te, quando eravamo da soli mi sentivo bene. Perché mi facevi sentire così, credevo di essere l’unica per te. Ma non ero l’unica.
Ora ripenso a tutte le volte che mi tenevi nascosta, tutte le volte che dicevi che ero un amica o che incontrandomi nei corridoi mi ignoravi. Mi sentivo così piccola. Mi chiedevo cosa fosse sbagliato in me. Mi facevi dubitare mi me stessa e mi chiedevo perché tu ti vergognassi di me. Credevo di essere sbagliata, ma ora mi accorgo che eri tu quello sbagliato.-
Asciugo una lacrima e tiro su col naso, cercando di fermare le prossime. Lui mi osserva e so che vorrebbe abbracciarmi, cercare di farmi smettere di piangere. Ma si trattiene, e mentre una parte di me è felice che non mi stia toccando, l’altra prova un dolore immenso alla sua lontananza.
-Tutte le volte che mi dicevi che ero tua e ora mi accorgo che su quello non hai mai mentito, perché io ero davvero tua, ma tu non sei mai stato mio. E la tua gelosia…era una cosa così stupida…-
-Ieri sera…al ballo…ero con te perché volevo mostrare a tutti che mi appartenevi e che io ti appartenevo. Volevo uscire allo scoperto…-
-Troppo tardi, Justin.- prendo fiato. Mi sta guardando. -Credevo che fossi una persona migliore, che rendessi me migliore in qualche modo, ma quello non eri tu. Se qualcuno mi chiedesse chi è veramente Justin Bieber, direi che non l’ho mai realmente conosciuto.-
Mi asciugo le altre lacrime e alzo lo sguardo su di lui. Sta soffrendo, glielo si legge negli occhi.
-Addio, Justin.-
-Addio, Liz.-
Mi mordo il labbro. Lui sembra sul punto di aggiungere qualcosa, ma scuote la testa e resta zitto. 
Mi giro e mi allontano. Sento il suo sguardo addosso fino a quando non sono in macchina, fino a quando non è realmente finita.
 
Rientro in casa piangendo. Charlotte mi ha salutata. Ha detto che sono stata brava, che sono una ragazza forte e che un giorno mi passerà. Dovrei sentirmi meglio, ma ho una voragine nel petto che non riesco a riempire.
Mi manca. Ed è difficile da ammettere, ma è così.
-Tesoro, sei tu?- la mamma esce dalla cucina. Non so da cosa me ne accorgo, ma riesco a capire che sa tutto.
Scappo di sopra. Non voglio parlare con nessuno.
Mi chiudo la porta della camera alle spalle e mi butto sul letto. Inizio a piangere, col volto sepolto nel cuscino.
Sento la porta aprirsi e poi le carezze di mamma sulla schiena.
-Mike mi ha raccontato tutto- sussurra. Mi irrigidisco –Non avercela con lui, l’ho obbligato a parlare. Sembrava scosso.-
-Non sono in vena di discorsi ora mamma…-
-Ma è compito mio aiutarti, ora. Ti prego tesoro, ascoltami. Passerà tutto. Le ferite si rimarginano, ci vuole tempo, ma alla fine si rimarginano. So che ti sembra difficile da capire. Anche io ero come te a diciassette anni. Anche a me hanno spezzato il cuore, tante volte. Te lo dico da donna, ma soprattutto da madre. Tutto passa.
E poi verrà uno meglio di lui, una persona che ti farà felice, più felice di quanto tu sia mai stata. E non ricorderai nemmeno il suo nome. Tutto passa, tesoro, tutto andrà bene.-
-E se non dovesse mai passare?—mi ritrovo a chiedere. Mi giro sulla pancia e guardo la mia mamma. Sembra più vecchia ora, più saggia.
-Passerà. Dimenticherai.-
-Non so se ne sono capace..-
-Sarà difficile, è vero, ma ne vale la pena. Tesoro, andrà tutto bene.-
Mi alzo a sedere e l’abbraccio. Non ricordo da quanto tempo non l’abbraccio senza doppi fini o senza interpretarlo come un semplice saluto. Non so da quanto tempo non l’abbraccio solo perché le voglio bene. Ma mi sento meglio.
Mi prende il volto fra le mani e asciuga le lacrime –Stai sicura che andrà meglio. Non può che andare meglio in Francia.-
Credo di aver sentito male –Francia?-
-Esatto, tesoro.- tira fuori una busta da sotto alla maglia(non chiedetemi perché la tenesse lì) e l’apre. Dentro ci sono due biglietti aerei –Ce ne andiamo in Francia quest’estate. Costa Azzurra, Parigi, i francesi…-
-Mi prendi in giro?- osservo i biglietti. No, non sono falsi.
-No, tesoro. Rob ha una villetta al mare, in Costa Azzurra, e conosce un tipo che affitta appartamenti a Parigi. Ce ne stiamo un paio di mesi al mare e poi le ultime due settimane si va a Parigi..-
-Con Rob?-
La mamma ride –Certo che no, tesoro. Io e te. Una gita madre e figlia.-
-Ricordami di ringraziare Rob.-
Dopo un po’ passa tutto. Le ferite guariscono. Forse guariscono anche più velocemente sotto il sole della Francia.



Alloraa prima di tutto i ringraziamenti:
grazie a chi ha letto,
grazie a chi ha seguito/preferito/ricordato
ma soprattutto a chi ha recensito

ora passiamo alla bella notizia
non so se ricordate che nel capitolo precedente ho chiesto qualcuno capace a fare banner
bene,
la buona(o almeno per me) notizia è che la storia non è finita
ho in mente una seconda stagione, che dovrei iniziare a postare il 30 maggio(il giorno in cui esce Insurgent asxdfghjk)

secondo voi che succederà?
scrivetelo in una recensione

scrivetemi tante recensioni(piccole, ma più di 10 perole pls) perché questo è l'ultimo capitolo
e poi perché voglio sapere cosa ne pensate :)

bene, io vi saluto e vi ringrazio ancora
e vi ricordo che il profilo di Twitter è:
@milshug per le storie
@seguaquellauto personale

vi voglio bene dolcezze adfghjkl

 

  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: ciaomils