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Autore: Hermione4ever    13/11/2007    3 recensioni
Il ritorno dei ragazzi a Hogwarts comporterà la perdita di persone molto care, incomprensioni, segreti... bisogna stare attenti a quello che dice il cuore...
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Padma Patil, Pansy Parkinson, Ron Weasley | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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RAGAZZIIIII SCUSATEMIII!!! allora, prima di tutto devo delle spiegazioni del perchè non ho piu continuato sta fic... prima di tutto mi hanno tolto internet per tipo 6 mesi perchè fra che ho cambiato connessione e fra che ci mettono una vita e fra che ero indietrissimo con la scuola, lo studio e tutto il resto non sono riuscita a finirla! Vi chiedo scusa di cuore, vi giuro che ora mi impegnerò a finirla!!!!!!!!! chiedo scusa anche a KLARETTA che si è arrabbiata e m'ha dato della fallita perchè non ho potuto finire la storia -_- ma vabbe! e scusa anche a tutti gli altri che mi hanno recensito! ecco il 4 capitolo!

CAPITOLO 4

Passò un po’ di tempo prima che i quattro amici ripresero a parlarsi tranquillamente l’uno con l’altro. C’era così tanto mistero fra di loro… ma preferirono tacere.

Harry stava andando, assieme a Ron e a Hermione, a lezione. Avevano Trasfigurazione assieme ai Corvonero. Non appena Ron lo seppe, diventò allegro. “Ehi Harry… senti questa…” disse, attirando l’attenzione del ragazzo con uno strattone.

“Ron, se non fa ridere ti ammazzo” rispose secco l’amico.

“E’ bella fidati… Una patata attraversa la strada ma viene schiacciata e… purè!!” e rise come uno scemo. Harry alzò un sopracciglio e fissò storto l’amico.

“Ehi, stai perdendo colpi… Una mela e una pera giocano a carte, la mela dice alla pera –Pesca!-” Ron Weasley sembrava non divertirsi così da tempo. Harry rimase col cipiglio alla Hermione.

“Ma che hai oggi? Ron mi nascondi qualcosa?” Il rosso si raddrizzò immediatamente su sé stesso, diventando serio.

“No, va tutto bene non preoccuparti…”

“Non ci credo. Tu mi nascondi qualcosa… Ti conviene dirmelo o lo scoprirò da solo.” Rispose deciso Harry.

“Fa pure tutte le tue ricerche io non ho fatto assolutamente niente!” si scusò lui. Il capitano dei Grifondoro sospirò e, superandolo, si avviò verso l’aula della McGrannit, dove sicuramente si trovava Hermione già da un bel pezzo. E difatti, la trovò seduta in un banco in fondo all’aula, da due posti, e uno lo occupava lei. Essendo arrivato prima di Ron, si sedette affianco a lei, che sobbalzò.

“Harry…” Sorrise appena. Il ragazzo le fece l’occhiolino, e sorrise a sua volta. Nel giro di tre minuti, la classe si riempì, così poterono iniziare la lezione. Harry era chino sul libro ma non stava leggendo: il suo sguardo viaggiava su Hermione, spogliandola con gli occhi. Strappò un pezzettino di carta e scrisse sopra.

-Sei bellissima…-

Glielo passò e lei rispose, cercando di non distrarsi.

-Grazie… non è il momento…-

Harry la prese come una provocazione. Piuma alla mano…

-Non riesco a starti vicino e non abbracciarti… baciarti… toccarti… se alzo lo sguardo e incrocio il tuo sarei capace di prenderti e portarti via da qui per fare bel altro che studiare… ecco, con la penna in bocca mi attizzi un sacco… ti consiglio di non farlo più… potresti pentirtene…-

Col mignolo glielo passò e aspettò senza farsi notare una reazione da parte sua. Arrossì lievemente e si cavò subito la piuma dalla bocca. Rigirò la piccola pergamena e cominciò a scrivere. Ormai, la lezione per lei era già finita…

-Devi smettertela di provocarmi in questo modo… lo sai che dopo non resisto… non vedo l’ora di vederci per poterti fare vedere il paradiso… o forse… farti patire le pene dell’inferno… ti voglio…-

“Accidenti, che risoluta!” pensò Harry sorridendo maliziosamente all’amica. Dato che erano in ultima fila, nessuno avrebbe visto…

Harry fece scivolare il braccio sinistro a penzoloni. Con delicatezza, prese a sfiorare il braccio di lei, che fu scossa da un brivido. Si girò e lo guardò in cagnesco.

“Che hai intenzione di fare?” chiese a denti stretti.

“Non mi vuoi?” lei sbuffò e si girò in avanti.

“E’ inutile risponderti…” continuò sussurrando. Sembrava proprio non aver voglia di continuare quella conversazione, così lui escogitò un piano. Fece “accidentalmente” cadere la sua piuma affianco a Hermione.

“Me la raccoglieresti per piacere…” chiese lui. Lei sospirò per l’ennesima volta e si chinò. Harry la imitò e, una volta capita la sua intenzione, Hermione provò a risalire in fretta, ma lui la bloccò. Le prese il viso fra le mani e la baciò. Ma durò tutto pochissimo, in quanto erano a lezione e la McGrannit girava fra i banchi, controllando se gli studenti stessero prendendo appunti.

-Te la devi smettere di farmi questo Harry… Ci vediamo alla fine di quest’ora nella vecchia aula degli Incantesimi, al quarto piano… Abbiamo un’ora buca quindi non dovrebbero esserci problemi… ok?-

Passò il biglietto a Harry e lui le prese una mano, cominciando ad accarezzarla.

“Certo che va bene… Però… Mi dici quanto manca alla fine di quest’ora?” bisbigliò rivolgendosi all’amica. Lei le fece seno di guardare l’orologio. “Dieci minuti… Resisti…” disse lei e, toltasi dalla presa del ragazzo, continuò, anzi provò a continuare a prendere gli appunti cercando di non distrarsi. Ma Harry sembrava non arrendersi. La mano scivolo sotto il maglione, cominciando a farle le carezze sulla schiena in modo estremamente sensuale… Hermione si girò e fulminò Harry con uno sguardo omicida il quale, compiaciuto, riperse a farsi i fatti suoi fino al suono della campana. Hermione, riordinati i suoi libri, corse immediatamente fuori dalla stanza, senza neanche aspettare Ron. Harry fece un po’ più con calma, e raggiunse il quarto piano senza farsi notare. Aprì la porta e una mano subito la chiuse dietro di lui. Neanche il tempo di realizzare che Hermione lo stava baciando con foga e passione, attaccandolo contro il muro e accarezzandolo ovunque. Si staccò solo per riprendere fiato.

“Tu non puoi farmi quelle cose durante la lezione Harry… Poi non riesco più a controllarmi e…” tentò lei, ma il ragazzo le tappò la bocca baciandola ancora. La sua mano, piano, vagò sotto la gonna di lei…

“Harry… d-dobbiamo smetterla di fingere… p-potrebbero scoprirci…” provò lei ansimando per il piacere.

“Shh…Herm, mi piaci un sacco… e voglio continuare a stare con te… anche a costo di fare tutto di nascosto.. ma tengo troppo a Ron e a Ginny, non vorrei spezzare il cuore di entrambi…” e concluse lì il discorso continuando con la sua opera che sarebbe finita al solito modo…

***

Ormai Ron era troppo invaghito di Padma per accorgersi che tutto stava cambiando fra lui e Hermione: a malapena si salutavano, figurati se si baciavano… Ma anche Hermione sembrava non rendersi conto che la sua relazione si stava lentamente sciogliendo. Ma la cosa che la preoccupava era che Harry, al contrario di lei, vedeva Ginny come sempre, e anche lei sembrava stare bene assieme a lui fin quando un giorno bussò nella stanza di Hermione.

“Chi è?” chiese la giovane Caposcuola

“Sono Ginny Herm, ti devo parlare…” sussurrò lei, e la porta si aprì.

“Dimmi Gin… E’ importante, perché sennò sarei molto occupata in questo momento…” rispose Hermione. Ginny si sedette sul letto, visibilmente sconvolta. “Io… non volevo… veramente! Non so che cosa mi stia capitando… Non è mai successa una cosa del genere! Io non sono il tipo di ragazza che tratta così una persona… Proprio no! Quindi… Cosa posso fare?” chiese con le mani fra i capelli all’amica. Lei la guardò storta. “Scusa, ma di che parli?” chiese alla rossa.

“Hermione… Io… Sto tradendo Harry…”

Hermione pensò di non sentirsi più le gambe attaccate al busto. Per un momento la sua espressione fu vaga, ma poi mutò subito in uno strano ghigno, ma poi tramutò in rabbia.

“C-cosa hai fatto…? E con chi?”

“Se te lo dico… Giuri di non dirglielo? E soprattutto… Prometti di non arrabbiarti?”

“Cosa devi dirmi Ginny? Avanti vuota il sacco…” la incitò Hermione sedendosi accanto a lei. Ginny la guardò fissa negli occhi e sussurrò

“Con Malfoy…”

Per la seconda volta in pochissimo tempo Hermione credette di svenire. Ma come può una come lei tradire un ragazzo fantastico come Harry, che è sempre disponibile, gentile e tutto? Lei che può averlo sempre se la fa con Malfoy… Ma che razza di persona è?!

“Ehi Herm…”

“Ginny… questo da te proprio non me lo sarei aspettata…”

“Herm… non è colpa mia! E’ stata tutta colpa sua… E’ lui che mi chiude sempre nelle aule e mi manda gufi romantici eccetera…”

“Ah è lui eh? E te immagino che avrai provato di tutto per “opporti” vero? Ma a chi la vai a raccontare…”

“E’ vero... anche io ho fatto la mia parte… Ma non posso negare che mi attrae molto! Da quando sono rientrata a Hogwarts non fa altro che tormentarmi giorno e notte, e ogni minuto libero… lo passa con me da qualche parte… Io non so più che cosa fare…”

“Devi dirlo a Harry Gin… E’ l’unica soluzione. Altrimenti, lasci perdere Malfoy…”

“Mai! Non lo lascerò mai perdere… Mi… Mi piace troppo! Non posso riuscirci…io…”

“E allora lascia Harry… Ginny non puoi fare il doppio gioco… non sarebbe corretto nei confronti di Harry!”

“Lo so Hermione, ma io non voglio perderlo… Io non lo voglio come amico…”

“Devi fare una scelta Gin… Non puoi tenerteli tutti e due, saresti egoista.”

“Io non so cosa fare…”

“Senti Ginny, io non voglio mentire a Harry ora che so questa cosa, quindi vedi di dirgliela te, altrimenti gliela dirò io…”

“D’accordo… Gliela dirò… Prima o poi…” finì Ginny, che era sul punto di mettersi a piangere. Si alzò e, afferrata la maniglia della porta, Hermione formulò l’ultima domanda.

“Ma almeno… Harry lo ami?”

La ragazza non si girò. Continuò a tenere la mano stretta sulla maniglia. Poi disse, sospirando

“Non ne ho idea…” E uscì, sbattendosi la porta alle spalle.

***

Nel frattempo, Ron e Harry erano nella loro camera, che giocavano con una vecchia Pluffa trovata nello sgabuzzino delle cose vecchie. Erano soli nella stanza, e parlavano divertiti.

“Allora Ron, che mi dici di te e Hermione? Come vi va? Vi vedo un po’ distaccati!” esclamò lanciando la Pluffa all’amico, che l’afferrò con un braccio. Quando gliela ritirò, rispose

“Sì, in effetti è un periodo un po’ così… E io ti devo dire anche una cosa… Però giurami che non glielo dirai!”

“Puoi contare su di me amico…” sorrise Harry, e fece un tiro lungo. Ron saltò e l’afferrò. Fece per ritirarla, ma prima gli disse

“Mi vedo con Padma Patil Harry…” Tirò la Pluffa e beccò in piena faccia Harry che, sorpreso dalla rivelazione del rosso, cadde a terra come una pera cotta.

“Ehi, che c’è? Ti ho fatto male?” andò subito in suo soccorso lui, ma si rialzò subito e puntò una mano in avanti per fermarlo.

“Va laggiù” ordinò, e il bel Weasley camminò strisciando i piedi a terra verso il punto più lontano della camera. Harry caricò il braccio e, con una potenza inaudita lanciò la Pluffa così tanto forte che quando Ron la prese indietreggiò di qualche passo e si piegò in avanti.

“Come ti è passato solo per l’anticamera del cervello Ronald? Come puoi tradire Hermione?” esclamò disgustato guardandolo.

“Harry… Io…”

“No Ron. Sta zitto per piacere. Non si merita questo lei. E’ una ragazza fantastica, non puoi trattarla così”

“Va bene Harry ma io…”

“Niente ma Ronald Weasley. Ora tu vai da lei e glielo dirai.”

“Cosa?!? Tu sei pazzo…” disse finalmente lui rizzandosi in piedi e puntando più volte il dito nella tempia.

“No io non sono pazzo, tu sei completamente fuori di testa caro mio! Se non glielo dirai tu, provvederò io…”

“Non impicciarti negli affari nostri amico!” disse Ron avanzando verso Harry. Lui non si intimorì, e rimase fermo dov’era, alzando un sopracciglio.

“Ah non sono affari miei eh? Chi è che deve sorbirsi tutti i pianti dopo? Io... Chi è che dovrà consolarla? Io… Sii uomo per una volta, e affrontala una volta per tutte…” disse Harry sospirando. Ron si lasciò cadere sul letto.

“Io non volevo… Veramente… E’ stato il momento… La ronda… E lo sai come sono fatto io… Ho provato a resisterle ma è stato tutto inutile… Non ci sono riuscito… E ora mi sono invaghito troppo di lei!” Harry si sedette affianco all’amico e gli diede una pacca sulla spalla.

“Vedrai che si sistemerà tutto… Avanti, non succederà niente!” Si alzò e porse la mano al rosso che, dopo un attimo di esitazione la afferrò si alzò a sua volta.

“Devo accompagnarti?” chiese poi. Il rosso non rispose. Raggiunse la porta della stanza e, sospirando, aprì la porta e, girandosi un ultima volta, fece un segno di diniego e uscì. Quando Harry non sentì più i passi, si stese sul letto e un sorriso di soddisfazione si impadronì di lui. Poi, si alzò di scatto e cominciò a gridare dalla gioia, e a saltellare come un idiota per il dormitorio. Se qualcuno l’avesse visto in quello stato, l’avrebbe portato immediatamente in manicomio.

***

“Harry posso entrare?” fece la voce di Ginny da dietro la porta.

“E’ aperto, entra” rispose lui. La ragazza entrò lentamente nella stanza. Vuota. Solo Harry seduto sul letto, che la fissava. Lei rimase immobile davanti alla porta. Non poteva farlo. Non ci sarebbe riuscita. Però doveva…

“Che fai, perché rimani li? Vieni qua, su!” disse lui sorridendo. Lei obbedì e gli arrivò davanti, rimanendo in piedi.

“Harry devo dirti una cosa…”

“E’ momento di confessioni? Anche Ron, proprio mezzora fa…”

“Ehm… Ecco… io non ho idea di quello che avesse Ron da dirti, ma di certo non è quello che devo dirti io dato che è qualcosa che riguarda noi due… o per lo più che riguarda me…”

Harry la guardò fisso negli occhi aspettando che lei continuasse.

“Ecco… allora… Com’è difficile! Vabbè Harry giura che non mi picchi…”

“Non lo farò, però muoviti che sto cominciando ad alterarmi” fede lui con tono duro.

“Ok allora… Beh io penso che la cosa migliore da fare sia non frequentarci piu Harry… Perché a me piace un’altra persona…”

Harry rimase fra lo sbigottito e il felice.

“Ah… Bene… Ti piace un'altra persona? E chi è questa persona che mi ha sostituito, Ginny?”

Ecco. Gliel’aveva chiesto. E ora cosa gli diceva? Ti tradisco con Draco Malfoy dall’inizio dell’anno? Assolutamente no. Solo un pazzo l’avrebbe detto.

“Malfoy…”

Ok. L’aveva detto. Dai Harry non guardarmi così… Dì qualcosa… Oh, ti prego…

“Esci da questa stanza… e fa in modo di non incrociare mai piu il mio sguardo perché potresti pentirtene…”

Ma lei rimase immobile dov’era. Provò ad avvicinarsi a lui per abbracciarlo e dirgli qualcosa, non sapeva esattamente cosa, ma lui con uno strattonala spintonò via.

“Ti ho detto di andartene… Se ti piace Malfoy non sei neanche degna di stare qui dentro… soprattutto in una stanza come questa… vattene Ginny… o sarà peggio per te…”

La ragazza, spaventata, lentamente uscì dalla stanza, e l’ultima cosa che disse prima di sbattere la porta e correre via fu “Mi dispiace…”

***

“Come hai potuto Ronald Weasley?? Come hai potuto farmi questo!? E per fortuna che mi amavi… ma per piacere! Guarda, io non ho parole! Neanche magari che ci hai fatto un pensierino a quella sguattera, ma addirittura te la sei portata a letto! Mi fai schifo!” gridò Hermione nella sua stanza. Ron era abbastanza lontano da lei ma sentiva le sue urla come se fossero diritte nelle sue orecchie.

“Lo so Herm, lo so! Io ti ho solo chiesto di ritornare amici come prima cercando di sorvolare magari tutto ciò…”

“Ma come puoi chiedermi una cosa del genere? Devo sorvolare un anno insieme? Ma usa un po il cervello, è inutile…” fece lei, un po distrutta ma col cuore pieno di gioia. “Beh effettivamente hai ragione… Oh Herm, non so proprio come comportarmi! Cosa devo o non devo fare, cosa devo dire o non devo dire… Tutto un punto interrogativo!”

“Ecco, allora magari il tuo punto interrogativo Padma riuscirà a risolvertelo. Fuori di qui.” E aprì la porta puntando il dito fuori dalla stanza. Lui trascinando i piedi e con lo sguardo voltato verso il basso, uscì dalla stanza. Lei richiuse la porta dietro di sé e sospirò. Poi un gran sorriso si stampò sul suo viso.

“Sono proprio fortunata…” disse, e si buttò sul letto sognante. Aveva ancora il sapore di Harry. Allora, perché alzarsi da lì…

Mentre Ron tornava in camera sua, incontrò Ginny nel tragitto.

“Ehi che è successo?” le chiese vedendola con gli occhi gonfi.

“Niente Ron, mi sono lasciata con Harry…”

“Cosa!? Anche tu ed Harry vi siete lasciati? Anche io e Hermione… Proprio ora…” fece lui incredulo dalla puntualità degli avvenimenti. Anche la sorella rimase sbigottita.RAGAZZIIIII SCUSATEMIII!!! allora, prima di tutto devo delle spiegazioni del perchè non ho piu continuato sta fic... prima di tutto mi hanno tolto internet per tipo 6 mesi perchè fra che ho cambiato connessione e fra che ci mettono una vita e fra che ero indietrissimo con la scuola, lo studio e tutto il resto non sono riuscita a finirla! Vi chiedo scusa di cuore, vi giuro che ora mi impegnerò a finirla!!!!!!!!! chiedo scusa anche a KLARETTA che si è arrabbiata e m'ha dato della fallita perchè non ho potuto finire la storia -_- ma vabbe! e scusa anche a tutti gli altri che mi hanno recensito! ecco il 4 capitolo!

CAPITOLO 4

Passò un po’ di tempo prima che i quattro amici ripresero a parlarsi tranquillamente l’uno con l’altro. C’era così tanto mistero fra di loro… ma preferirono tacere.

Harry stava andando, assieme a Ron e a Hermione, a lezione. Avevano Trasfigurazione assieme ai Corvonero. Non appena Ron lo seppe, diventò allegro. “Ehi Harry… senti questa…” disse, attirando l’attenzione del ragazzo con uno strattone.

“Ron, se non fa ridere ti ammazzo” rispose secco l’amico.

“E’ bella fidati… Una patata attraversa la strada ma viene schiacciata e… purè!!” e rise come uno scemo. Harry alzò un sopracciglio e fissò storto l’amico.

“Ehi, stai perdendo colpi… Una mela e una pera giocano a carte, la mela dice alla pera –Pesca!-” Ron Weasley sembrava non divertirsi così da tempo. Harry rimase col cipiglio alla Hermione.

“Ma che hai oggi? Ron mi nascondi qualcosa?” Il rosso si raddrizzò immediatamente su sé stesso, diventando serio.

“No, va tutto bene non preoccuparti…”

“Non ci credo. Tu mi nascondi qualcosa… Ti conviene dirmelo o lo scoprirò da solo.” Rispose deciso Harry.

“Fa pure tutte le tue ricerche io non ho fatto assolutamente niente!” si scusò lui. Il capitano dei Grifondoro sospirò e, superandolo, si avviò verso l’aula della McGrannit, dove sicuramente si trovava Hermione già da un bel pezzo. E difatti, la trovò seduta in un banco in fondo all’aula, da due posti, e uno lo occupava lei. Essendo arrivato prima di Ron, si sedette affianco a lei, che sobbalzò.

“Harry…” Sorrise appena. Il ragazzo le fece l’occhiolino, e sorrise a sua volta. Nel giro di tre minuti, la classe si riempì, così poterono iniziare la lezione. Harry era chino sul libro ma non stava leggendo: il suo sguardo viaggiava su Hermione, spogliandola con gli occhi. Strappò un pezzettino di carta e scrisse sopra.

-Sei bellissima…-

Glielo passò e lei rispose, cercando di non distrarsi.

-Grazie… non è il momento…-

Harry la prese come una provocazione. Piuma alla mano…

-Non riesco a starti vicino e non abbracciarti… baciarti… toccarti… se alzo lo sguardo e incrocio il tuo sarei capace di prenderti e portarti via da qui per fare bel altro che studiare… ecco, con la penna in bocca mi attizzi un sacco… ti consiglio di non farlo più… potresti pentirtene…-

Col mignolo glielo passò e aspettò senza farsi notare una reazione da parte sua. Arrossì lievemente e si cavò subito la piuma dalla bocca. Rigirò la piccola pergamena e cominciò a scrivere. Ormai, la lezione per lei era già finita…

-Devi smettertela di provocarmi in questo modo… lo sai che dopo non resisto… non vedo l’ora di vederci per poterti fare vedere il paradiso… o forse… farti patire le pene dell’inferno… ti voglio…-

“Accidenti, che risoluta!” pensò Harry sorridendo maliziosamente all’amica. Dato che erano in ultima fila, nessuno avrebbe visto…

Harry fece scivolare il braccio sinistro a penzoloni. Con delicatezza, prese a sfiorare il braccio di lei, che fu scossa da un brivido. Si girò e lo guardò in cagnesco.

“Che hai intenzione di fare?” chiese a denti stretti.

“Non mi vuoi?” lei sbuffò e si girò in avanti.

“E’ inutile risponderti…” continuò sussurrando. Sembrava proprio non aver voglia di continuare quella conversazione, così lui escogitò un piano. Fece “accidentalmente” cadere la sua piuma affianco a Hermione.

“Me la raccoglieresti per piacere…” chiese lui. Lei sospirò per l’ennesima volta e si chinò. Harry la imitò e, una volta capita la sua intenzione, Hermione provò a risalire in fretta, ma lui la bloccò. Le prese il viso fra le mani e la baciò. Ma durò tutto pochissimo, in quanto erano a lezione e la McGrannit girava fra i banchi, controllando se gli studenti stessero prendendo appunti.

-Te la devi smettere di farmi questo Harry… Ci vediamo alla fine di quest’ora nella vecchia aula degli Incantesimi, al quarto piano… Abbiamo un’ora buca quindi non dovrebbero esserci problemi… ok?-

Passò il biglietto a Harry e lui le prese una mano, cominciando ad accarezzarla.

“Certo che va bene… Però… Mi dici quanto manca alla fine di quest’ora?” bisbigliò rivolgendosi all’amica. Lei le fece seno di guardare l’orologio. “Dieci minuti… Resisti…” disse lei e, toltasi dalla presa del ragazzo, continuò, anzi provò a continuare a prendere gli appunti cercando di non distrarsi. Ma Harry sembrava non arrendersi. La mano scivolo sotto il maglione, cominciando a farle le carezze sulla schiena in modo estremamente sensuale… Hermione si girò e fulminò Harry con uno sguardo omicida il quale, compiaciuto, riperse a farsi i fatti suoi fino al suono della campana. Hermione, riordinati i suoi libri, corse immediatamente fuori dalla stanza, senza neanche aspettare Ron. Harry fece un po’ più con calma, e raggiunse il quarto piano senza farsi notare. Aprì la porta e una mano subito la chiuse dietro di lui. Neanche il tempo di realizzare che Hermione lo stava baciando con foga e passione, attaccandolo contro il muro e accarezzandolo ovunque. Si staccò solo per riprendere fiato.

“Tu non puoi farmi quelle cose durante la lezione Harry… Poi non riesco più a controllarmi e…” tentò lei, ma il ragazzo le tappò la bocca baciandola ancora. La sua mano, piano, vagò sotto la gonna di lei…

“Harry… d-dobbiamo smetterla di fingere… p-potrebbero scoprirci…” provò lei ansimando per il piacere.

“Shh…Herm, mi piaci un sacco… e voglio continuare a stare con te… anche a costo di fare tutto di nascosto.. ma tengo troppo a Ron e a Ginny, non vorrei spezzare il cuore di entrambi…” e concluse lì il discorso continuando con la sua opera che sarebbe finita al solito modo…

***

Ormai Ron era troppo invaghito di Padma per accorgersi che tutto stava cambiando fra lui e Hermione: a malapena si salutavano, figurati se si baciavano… Ma anche Hermione sembrava non rendersi conto che la sua relazione si stava lentamente sciogliendo. Ma la cosa che la preoccupava era che Harry, al contrario di lei, vedeva Ginny come sempre, e anche lei sembrava stare bene assieme a lui fin quando un giorno bussò nella stanza di Hermione.

“Chi è?” chiese la giovane Caposcuola

“Sono Ginny Herm, ti devo parlare…” sussurrò lei, e la porta si aprì.

“Dimmi Gin… E’ importante, perché sennò sarei molto occupata in questo momento…” rispose Hermione. Ginny si sedette sul letto, visibilmente sconvolta. “Io… non volevo… veramente! Non so che cosa mi stia capitando… Non è mai successa una cosa del genere! Io non sono il tipo di ragazza che tratta così una persona… Proprio no! Quindi… Cosa posso fare?” chiese con le mani fra i capelli all’amica. Lei la guardò storta. “Scusa, ma di che parli?” chiese alla rossa.

“Hermione… Io… Sto tradendo Harry…”

Hermione pensò di non sentirsi più le gambe attaccate al busto. Per un momento la sua espressione fu vaga, ma poi mutò subito in uno strano ghigno, ma poi tramutò in rabbia.

“C-cosa hai fatto…? E con chi?”

“Se te lo dico… Giuri di non dirglielo? E soprattutto… Prometti di non arrabbiarti?”

“Cosa devi dirmi Ginny? Avanti vuota il sacco…” la incitò Hermione sedendosi accanto a lei. Ginny la guardò fissa negli occhi e sussurrò

“Con Malfoy…”

Per la seconda volta in pochissimo tempo Hermione credette di svenire. Ma come può una come lei tradire un ragazzo fantastico come Harry, che è sempre disponibile, gentile e tutto? Lei che può averlo sempre se la fa con Malfoy… Ma che razza di persona è?!

“Ehi Herm…”

“Ginny… questo da te proprio non me lo sarei aspettata…”

“Herm… non è colpa mia! E’ stata tutta colpa sua… E’ lui che mi chiude sempre nelle aule e mi manda gufi romantici eccetera…”

“Ah è lui eh? E te immagino che avrai provato di tutto per “opporti” vero? Ma a chi la vai a raccontare…”

“E’ vero... anche io ho fatto la mia parte… Ma non posso negare che mi attrae molto! Da quando sono rientrata a Hogwarts non fa altro che tormentarmi giorno e notte, e ogni minuto libero… lo passa con me da qualche parte… Io non so più che cosa fare…”

“Devi dirlo a Harry Gin… E’ l’unica soluzione. Altrimenti, lasci perdere Malfoy…”

“Mai! Non lo lascerò mai perdere… Mi… Mi piace troppo! Non posso riuscirci…io…”

“E allora lascia Harry… Ginny non puoi fare il doppio gioco… non sarebbe corretto nei confronti di Harry!”

“Lo so Hermione, ma io non voglio perderlo… Io non lo voglio come amico…”

“Devi fare una scelta Gin… Non puoi tenerteli tutti e due, saresti egoista.”

“Io non so cosa fare…”

“Senti Ginny, io non voglio mentire a Harry ora che so questa cosa, quindi vedi di dirgliela te, altrimenti gliela dirò io…”

“D’accordo… Gliela dirò… Prima o poi…” finì Ginny, che era sul punto di mettersi a piangere. Si alzò e, afferrata la maniglia della porta, Hermione formulò l’ultima domanda.

“Ma almeno… Harry lo ami?”

La ragazza non si girò. Continuò a tenere la mano stretta sulla maniglia. Poi disse, sospirando

“Non ne ho idea…” E uscì, sbattendosi la porta alle spalle.

***

Nel frattempo, Ron e Harry erano nella loro camera, che giocavano con una vecchia Pluffa trovata nello sgabuzzino delle cose vecchie. Erano soli nella stanza, e parlavano divertiti.

“Allora Ron, che mi dici di te e Hermione? Come vi va? Vi vedo un po’ distaccati!” esclamò lanciando la Pluffa all’amico, che l’afferrò con un braccio. Quando gliela ritirò, rispose

“Sì, in effetti è un periodo un po’ così… E io ti devo dire anche una cosa… Però giurami che non glielo dirai!”

“Puoi contare su di me amico…” sorrise Harry, e fece un tiro lungo. Ron saltò e l’afferrò. Fece per ritirarla, ma prima gli disse

“Mi vedo con Padma Patil Harry…” Tirò la Pluffa e beccò in piena faccia Harry che, sorpreso dalla rivelazione del rosso, cadde a terra come una pera cotta.

“Ehi, che c’è? Ti ho fatto male?” andò subito in suo soccorso lui, ma si rialzò subito e puntò una mano in avanti per fermarlo.

“Va laggiù” ordinò, e il bel Weasley camminò strisciando i piedi a terra verso il punto più lontano della camera. Harry caricò il braccio e, con una potenza inaudita lanciò la Pluffa così tanto forte che quando Ron la prese indietreggiò di qualche passo e si piegò in avanti.

“Come ti è passato solo per l’anticamera del cervello Ronald? Come puoi tradire Hermione?” esclamò disgustato guardandolo.

“Harry… Io…”

“No Ron. Sta zitto per piacere. Non si merita questo lei. E’ una ragazza fantastica, non puoi trattarla così”

“Va bene Harry ma io…”

“Niente ma Ronald Weasley. Ora tu vai da lei e glielo dirai.”

“Cosa?!? Tu sei pazzo…” disse finalmente lui rizzandosi in piedi e puntando più volte il dito nella tempia.

“No io non sono pazzo, tu sei completamente fuori di testa caro mio! Se non glielo dirai tu, provvederò io…”

“Non impicciarti negli affari nostri amico!” disse Ron avanzando verso Harry. Lui non si intimorì, e rimase fermo dov’era, alzando un sopracciglio.

“Ah non sono affari miei eh? Chi è che deve sorbirsi tutti i pianti dopo? Io... Chi è che dovrà consolarla? Io… Sii uomo per una volta, e affrontala una volta per tutte…” disse Harry sospirando. Ron si lasciò cadere sul letto.

“Io non volevo… Veramente… E’ stato il momento… La ronda… E lo sai come sono fatto io… Ho provato a resisterle ma è stato tutto inutile… Non ci sono riuscito… E ora mi sono invaghito troppo di lei!” Harry si sedette affianco all’amico e gli diede una pacca sulla spalla.

“Vedrai che si sistemerà tutto… Avanti, non succederà niente!” Si alzò e porse la mano al rosso che, dopo un attimo di esitazione la afferrò si alzò a sua volta.

“Devo accompagnarti?” chiese poi. Il rosso non rispose. Raggiunse la porta della stanza e, sospirando, aprì la porta e, girandosi un ultima volta, fece un segno di diniego e uscì. Quando Harry non sentì più i passi, si stese sul letto e un sorriso di soddisfazione si impadronì di lui. Poi, si alzò di scatto e cominciò a gridare dalla gioia, e a saltellare come un idiota per il dormitorio. Se qualcuno l’avesse visto in quello stato, l’avrebbe portato immediatamente in manicomio.

***

“Harry posso entrare?” fece la voce di Ginny da dietro la porta.

“E’ aperto, entra” rispose lui. La ragazza entrò lentamente nella stanza. Vuota. Solo Harry seduto sul letto, che la fissava. Lei rimase immobile davanti alla porta. Non poteva farlo. Non ci sarebbe riuscita. Però doveva…

“Che fai, perché rimani li? Vieni qua, su!” disse lui sorridendo. Lei obbedì e gli arrivò davanti, rimanendo in piedi.

“Harry devo dirti una cosa…”

“E’ momento di confessioni? Anche Ron, proprio mezzora fa…”

“Ehm… Ecco… io non ho idea di quello che avesse Ron da dirti, ma di certo non è quello che devo dirti io dato che è qualcosa che riguarda noi due… o per lo più che riguarda me…”

Harry la guardò fisso negli occhi aspettando che lei continuasse.

“Ecco… allora… Com’è difficile! Vabbè Harry giura che non mi picchi…”

“Non lo farò, però muoviti che sto cominciando ad alterarmi” fede lui con tono duro.

“Ok allora… Beh io penso che la cosa migliore da fare sia non frequentarci piu Harry… Perché a me piace un’altra persona…”

Harry rimase fra lo sbigottito e il felice.

“Ah… Bene… Ti piace un'altra persona? E chi è questa persona che mi ha sostituito, Ginny?”

Ecco. Gliel’aveva chiesto. E ora cosa gli diceva? Ti tradisco con Draco Malfoy dall’inizio dell’anno? Assolutamente no. Solo un pazzo l’avrebbe detto.

“Malfoy…”

Ok. L’aveva detto. Dai Harry non guardarmi così… Dì qualcosa… Oh, ti prego…

“Esci da questa stanza… e fa in modo di non incrociare mai piu il mio sguardo perché potresti pentirtene…”

Ma lei rimase immobile dov’era. Provò ad avvicinarsi a lui per abbracciarlo e dirgli qualcosa, non sapeva esattamente cosa, ma lui con uno strattonala spintonò via.

“Ti ho detto di andartene… Se ti piace Malfoy non sei neanche degna di stare qui dentro… soprattutto in una stanza come questa… vattene Ginny… o sarà peggio per te…”

La ragazza, spaventata, lentamente uscì dalla stanza, e l’ultima cosa che disse prima di sbattere la porta e correre via fu “Mi dispiace…”

***

“Come hai potuto Ronald Weasley?? Come hai potuto farmi questo!? E per fortuna che mi amavi… ma per piacere! Guarda, io non ho parole! Neanche magari che ci hai fatto un pensierino a quella sguattera, ma addirittura te la sei portata a letto! Mi fai schifo!” gridò Hermione nella sua stanza. Ron era abbastanza lontano da lei ma sentiva le sue urla come se fossero diritte nelle sue orecchie.

“Lo so Herm, lo so! Io ti ho solo chiesto di ritornare amici come prima cercando di sorvolare magari tutto ciò…”

“Ma come puoi chiedermi una cosa del genere? Devo sorvolare un anno insieme? Ma usa un po il cervello, è inutile…” fece lei, un po distrutta ma col cuore pieno di gioia.

“Beh effettivamente hai ragione… Oh Herm, non so proprio come comportarmi! Cosa devo o non devo fare, cosa devo dire o non devo dire… Tutto un punto interrogativo!”

“Ecco, allora magari il tuo punto interrogativo Padma riuscirà a risolvertelo. Fuori di qui.” E aprì la porta puntando il dito fuori dalla stanza. Lui trascinando i piedi e con lo sguardo voltato verso il basso, uscì dalla stanza. Lei richiuse la porta dietro di sé e sospirò. Poi un gran sorriso si stampò sul suo viso.

“Sono proprio fortunata…” disse, e si buttò sul letto sognante. Aveva ancora il sapore di Harry. Allora, perché alzarsi da lì…

Mentre Ron tornava in camera sua, incontrò Ginny nel tragitto.

“Ehi che è successo?” le chiese vedendola con gli occhi gonfi.

“Niente Ron, mi sono lasciata con Harry…”

“Cosa!? Anche tu ed Harry vi siete lasciati? Anche io e Hermione… Proprio ora…” fece lui incredulo dalla puntualità degli avvenimenti. Anche la sorella rimase sbigottita.

“Sarà il destino… Ora scusami ma torno in camera mia, che ho bisogno di riflettere un po… A dopo Ronald” e scomparì nelle scale del suo dormitorio. Ron proseguì il suo tragitto verso la camera.

GIURO CHE IL CAMPITOLO SUCCESSIVO CI SARà A BREVE!!!! fate conto che sono in 5 e devo studiare come una scema, ma troverò il tempo anche per questa fic!! alla prossimaaaaa “Sarà il destino… Ora scusami ma torno in camera mia, che ho bisogno di riflettere un po… A dopo Ronald” e scomparì nelle scale del suo dormitorio. Ron proseguì il suo tragitto verso la camera.

GIURO CHE IL CAMPITOLO SUCCESSIVO CI SARà A BREVE!!!! fate conto che sono in 5 e devo studiare come una scema, ma troverò il tempo anche per questa fic!! alla prossimaaaaa

  
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