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Autore: WishfulThinking    13/11/2007    0 recensioni
Forse non è destino, forse il fato non ci vuole insieme…ma forse neanche separati. Forse non è per noi, o non è per me, non so…per un po’ ho creduto, ho sperato con tutta me stessa che potesse esistere un noi…e non ero più soltanto io, non ero più sola. O così credevo.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ino stai bene

Avevo pensato che “Wishful thinking” potesse restare una one-shot; ma ha continuato a inseguirmi nei momenti più assurdi, e sapevo che l’idea non mi avrebbe lasciata fino a quando non l’avessi liberata in parole.

Così, eccolo qua il seguito, e chissà, forse solo un passo in più di un cammino che non pensavo di prendere ma che mi ritrovo a seguire.

 

 

 

Avevano scherzato, riso. Ino aveva parlato con lei, sorridendole tutto il tempo e trovando gli argomenti di conversazione più assurdi; anche se detti da lei sembravano d’un tratto credibili.

Ed era stata gentilissima, come lui le aveva chiesto, una vera signora a mostrare Konoha a questa ragazza che forse non avrebbe mai conosciuto se non fosse stato per lui, e a portarla in posti che lui non avrebbe mai pensato, ma che a lei piacquero immensamente, tanto da farle dire: “Dobbiamo assolutamente uscire ancora insieme, la prossima volta”.

Ino era stata perfetta; ma non l’aveva mai guardato negli occhi.

Shikamaru si era limitato ad annuire alla richiesta della ragazza, e insieme l’avevano accompagnata all’albergo dove alloggiava, dove si erano salutati così, senza un bacio, o un abbraccio.

 

E ora il ragazzo stava riaccompagnando a casa la sua lei di sempre, Ino. Era ironico come sino ad allora avesse usato ‘lei’ esclusivamente per Ino.

Quando succedeva qualcosa nella sua vita, qualcosa che non si sarebbe mai aspettato e che forse neanche avrebbe voluto, c’era sempre di mezzo lei: quando arrivò a casa bagnato dal primo giorno di asilo e sua madre gliene chiese il perché, la risposta fu: “Lei”.

Quando per la prima volta era tornato dall’accademia con un occhio nero, la risposta era stata: “Mi sono inciampato”, ma la causa era lei.

Quando i suoi compagni videro un vero, autentico sorriso stampato sulla sua faccia era perché, apparentemente loro malgrado, era finito in squadra con lei.

E ora si trovava a scortarla a casa, cosa che non faceva dai tempi dell’accademia.

Avevano preso cammini separati dopo la sua promozione a Chunin: inizialmente avevano cercato di rivedersi ogni tanto, ma da quando Asuma-sensei li aveva lasciati non era più lo stesso.

E lui, e lei, avevano lavorato arduamente, instancabilmente, ognuno al proprio compito, ognuno per dimostrare qualcosa all’altra, anche se non lo sapevano: ‘Sono meglio di Sasuke’, ‘Sono più di quello che mostrano gli occhi’, e non sapevano che entrambi, queste cose, le conoscevano già.

 

Il tragitto fu incredibilmente silenzioso fino a quando Shikamaru non si decise: “Ino stai bene?” si trovò a domandarle una volta raggiunta l’entrata di casa della ragazza.

Ovvio che non sto bene, Shika…non posso stare bene se c’è lei pensò la ragazza.

“Sì…sono solo un po’ stanca…passerà” rispose invece stringendo gli occhi e pregando che lui non si accorgesse delle sue lacrime

“Passa tutto” aggiunse sotto voce.

E fu in quel momento, fu in quel momento in cui avrebbe voluto essere il più possibile lontana da lui, che mentre gli voltava le spalle si sentì afferrare per un polso e in una strana piroetta si trovò premuta contro di lui, a respirare contro il suo petto.

Lui non le chiese più nulla, e non le disse più nulla, ma batteva forte, il cuore di Shikamaru; e Ino si trovò a ringraziare Dio che il ragazzo non potesse sentire il suo, battere come impazzito.

Morì in quell’abbraccio, soffocò nell’affetto sconcertante di lui;  lo sentì, lo respirò avidamente, cosciente che quel momento non sarebbe tornato più, non per lei.

E intanto sentiva le mani lui carezzarle la schiena, intrufolarsi nei suoi capelli e scompigliarli, e massaggiarle la nuca e farla impazzire in tutto questo.

“Grazie” mormorò placidamente il ragazzo contro i capelli di lei, e tutto finì in quel sussurro.

Lentamente si separarono, e mentre Shikamaru ancora le teneva le mani, Ino si morse il labbro inferiore per non piangere, e voltatasi di scatto, entrò in casa senza guardarsi indietro. Sapeva che non era cortese andarsene senza salutare o senza ricambiare la cortesia di un ringraziamento, lo sapeva benissimo, ma non le importava perché Ino in quel momento era cosciente, aveva la più profonda e assoluta certezza, che quei pochi secondi di paradiso sarebbero stati il suo inferno, in quel giorno e in quelli a venire.

 

 

 

 

Author’s note: Ringrazio di cuore chi ha commentato il primo capitolo: sapere che il proprio lavoro è apprezzato dà la voglia e la forza di continuare! ;)

Spero che questo pezzo possa essere all’altezza del primo!

  
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