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Autore: Write attack    25/04/2013    1 recensioni
Esistono tre tipi di amore. Quello che ti fa stare bene, quello che ti fa stare male e quello che è l'unico che può ucciderti per poi salvarti.
Del primo fanno parte l'amore per una famiglia, l'amore per un migliore amico e l'amore in una storia tutta rose e fiori.
Il secondo invece si manifesta principalmente quando lui è il tipico stronzo che non ti si fila di striscio, o viceversa.
L'ultimo è quello più raro da trovare. Quello più bello, ma allo stesso tempo il più pericoloso. La prova indiscutibile che dopo la tempesta esce sempre il sole.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3




Il ricordo del mio primo bacio risaliva ai miei quattro anni.
Ero appena caduta dall’altalena mentre giocavo nel parco, e piangevo tantissimo.
Louis si era avvicinato, vedendo la scena da lontano e, nonostante ci conoscessimo da si e no un paio di ore, si era probabilmente preoccupato per me.
“Ally? Stai bene?” La sua voce da bambino mi aveva fatta sciogliere anche a quella età. Avevo immediatamente smesso di piangere e lui mi aveva sorriso, facendomi annuire.
“Vieni, ti porto dalla tua mamma.” Aveva detto.
“No, voglio restare qui.” Capricciosa già a quell’età, avevo fatto ridere il bambino davanti a me.
Lui mi aveva preso per mano, facendomi alzare da terra e abbracciandomi teneramente.
“Devi venire, hai la bua qui..” Aveva detto indicando il mio gomito, leggermente arrossato.
“Ma tu vieni con me?” Avevo chiesto e lui aveva annuito ripetutamente sorridendo.
“Andiamo!” Aveva detto, prima di trascinarmi vicino alla panchina sulla quale era seduta mia madre. A quei tempi non riuscivo a capire perché entrambe le donne ci guardassero in quel modo, così divertite, così intenerite da noi. Se ora ci ripenso, viene anche a me da sorridere.
L’ho sempre detto che Louis era stato tutto per me sin dall’inizio.
“Mamma, mamma, guarda!” Avevo urlato saltellandole attorno, prima di fermarmi e mostrarle il gomito. Lei mi aveva rassicurato, ma a me non bastava.
“Dai un bacetto così la bua passa?” Avevo chiesto, con la mia aria da finto angioletto. Quando mia madre si era messa a ridere, Louis si era subito avvicinato.
“Io, io!” Aveva esclamato, facendo ridere anche sua madre. Io le avevo guardate curiosa, volendo sapere cosa ci fosse di divertente, ma la presa di Louis sul mio polso, mi aveva distolto in fretta da quel pensiero.
“Perché tu? Deve farlo un grande, se no non funziona!” Avevo detto.
“Ma io sono grande! Mamma me lo dice sempre, vero mamma? Vero che sono grande?”
“Si, tesoro, certo che si.” Aveva sorriso lei. Il mio sguardo era volato subito a Louis, confusa. Insomma, io vedevo un bambino della mia età e la mia mente non arrivava proprio a quel concetto.
“Dai, vieni qui!” Aveva esclamato Lou, prima di abbassarsi all’altezza del mio gomito e lasciargli un leggero bacio sopra. Aspettai qualche secondo, poi sbuffai.
“Non è passato, vedi?” Avevo detto incrociando le braccia al petto, arrabbiata.
“Allora dobbiamo andare all’ospedale, vero mamma?” Aveva chiesto.
“No, non è passato perché tu non sei grande!” Avevo ribattuto.
“Si che lo sono!”
“No, invece.”
“Si! Guarda!” Aveva esclamato prima di avvicinarsi e darmi un velocissimo bacio a stampo.
“Solo i grandi fanno queste cose, visto?” Aveva detto subito dopo. Se fossi stata un po’ più attenta, avrei notato le nostre mamme guardarci a bocca aperta, prima di scoppiare a ridere per la centesima volta.
Dopo quell’episodio, potrei dire che il mio primo vero bacio l’ho dato a quattordici anni.
Mentirei se vi dicessi che la persona in questione non fosse sempre Louis.

E ci ho pensato più volte a questa “coincidenza” ma non sono mai riuscita a vedere Louis come un ipotetico fidanzato. Per me, era semplicemente il mio migliore amico, il mio fratello acquisito, niente di più, niente di meno.
E allora perché, ora che era li su quel palco, dopo avermi dato un abbraccio e un bacio sulla fronte e avermi sussurrato che quella canzone era per me, sentivo qualcosa allo stomaco che mi portava automaticamente a volere lui?
Perché, mentre intonava le prima note di ‘Hey there Dalilah’, il mio cuore batteva fortissimo all’interno del petto, senza volerne sapere di fermarsi?
Speravo fosse per l’emozione, perché il mio migliore amico era appena passato con tre si, perché ero felice che avesse finalmente realizzato il suo sogno, ma in fondo sapevo che c’era dell’altro.
Lo sapevo, solo che l’avrei capito decisamente troppo tardi.

“Non posso crederci!” Esclamò Johannah, facendomi riscuotere dai miei pensieri.
Voltai immediatamente la testa verso di lei, seguendo poi il suo sguardo, fino ad incontrare gli occhi lucidi e il sorriso di Louis. Lo vidi abbracciare sua madre, il suo sguardo fiero, orgoglioso e ancora un po’ incredulo, poi i suoi occhi incontrarono i miei. Mi sorrise, prima di stringermi a se e sollevarmi da terra.
“Ce l’ho fatta!” Disse con il viso nell’incavo del mio collo.
“Sono così fiera di te Lou..” Sussurrai tornando con i piedi per terra e lasciandogli un bacio sulla guancia.
Dopo lo chiamarono per una breve intervista, poi, decisamente soddisfatti, tornammo a casa.
“Mamma, ti dispiace se usciamo?” Chiese lui, prendendomi per mano.
“No, ma tornate prima delle sette che andiamo a prendere Fizzy all’aeroporto!” Urlò dalla cucina.
“Torna stasera?” Mi intromisi. Fizzy, così come le altre sorelle di Louis, era una delle persone più allegre che avessi mai conosciuto e la sua compagnia era la cosa più piacevole in assoluto.
“Si tesoro.” Sorrisi, prima di essere letteralmente trascinata fuori da Louis.
“Torniamo verso le sette meno dieci. Ciao!” Riuscì a dire lui, prima di chiudersi la porta alle spalle.
“Dove hai intenzione di andare Lou?” Chiesi divertita.
“A festeggiare, mi sembra ovvio!”
“E va bene, però paghi tu.” Dissi facendolo ridere. Dio, la sua risata..
“Naturalmente, madame.” Sorrise, cominciando a camminare.
“Odio il fatto di non avere un auto.” Ammisi.
“Un giorno te la comprerò, promesso.” Disse guardandomi.
“Si, ma intanto dobbiamo comunque arrivare a piedi in città.” Sbuffai, incrociando le braccia al petto.
“Su, che non sono nemmeno cinque minuti! Dai, camminare ti fa bene!” Constatò, passandomi un braccio sulle spalle. In quel momento, oltre ad arrossire, maledissi il mio cuore per aver cominciato a battere così forte.
“Se lo dici tu..” Mi limitai a rispondere. Ed in effetti, cinque minuti dopo eravamo già seduti in un bar, parlando di qualunque cosa ci venisse in mente, immersi in uno dei nostri momenti, quelli in cui il resto del mondo non importava, eravamo solo io e lui.
“Mi prometti una cosa Lou?” Chiesi dopo un po’.
“Cosa principessa?”
“Qualunque cosa succeda, rimarremmo sempre così. Io e te, insieme.”
“Mi sembra di avertelo già promesso..” Sorrise dolcemente.
“Lo so, ma stavolta voglio che tu mi prometta anche di non cambiare.”
“Lo sai che ti voglio bene piccola?” Chiese alzandosi e venendo verso di me. Annuii, prima di essere avvolta in un abbraccio.
“Ti voglio bene anch’io Louis.”
Avrei dovuto stare più attenta e non soffermarmi sui battiti del mio cuore, perché alla fine Louis aveva sviato la domanda.
Forse voleva sottintenderlo, ma non aveva promesso. E infatti…


Eccociii! :D
Per la milionesima volta vi chiediamo scusa per il ritardo,
we're soooo sorry ^^
Che ne pensate del capitolo?
Recensite?
A prestoo, bacii <3

  
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