Roses are red
Violets are blue
Ari, you’re my soulmate
and I love you
Volo
"Warblers!
Ascoltate!"
Il
gruppo di ragazzi esausti sparsi per la sala
d’attesa dell’aeroporto interruppe con riluttanza
il suo chiacchiericcio e si
voltò verso degli egualmente stremati Wes e David.
“Sono stati tre giorni di
performance e di soggiorno meravigliosi e congratulazioni vivissime a
tutti,
abbiamo reso la Dalton orgogliosa di noi. Il volo per Port Columbus
è di cinque
ore,” Wes fece una pausa per permettere al grugnito di
protesta collettivo di
essere udito, apparentemente tentato di unirsi a sua volta al coro, poi
proseguì. “Suppongo che tutti abbiate i vostri
biglietti e i passaporti, in
caso contrario resterete qui perché non ho intenzione di
accorrere in vostro
aiuto. Sì, Thad, i tuoi li abbiamo noi. Non
preoccuparti.” Wes rivolse
un’occhiata severa al Warbler imbarazzato che aveva la mano a
mezz’aria.
Kurt
sospirò, scuotendo delicatamente la spalla di
Blaine e invidiando al suo ragazzo la capacità di
addormentarsi ovunque. Era
così carino, raggomitolato contro la sua spalla, ma doveva
fargli attraversare
il controllo doganale prima che perdessero il volo.
“Blaine,” gli sussurrò
nell’orecchio, sorridendo quando il ragazzo socchiuse una
palpebra e alzò lo
sguardo su di lui strizzando gli occhi.
“Siamo
arrivati?”
Kurt
ridacchiò, scrollandolo dolcemente dalla sua
spalla. “No, dobbiamo attraversare il controllo di sicurezza.
Poi possiamo
salire sull’aereo e tu puoi tornare a dormire.”
"Mm.
M’kay." Blaine sbadigliò prima di
alzarsi e afferrare il suo borsone. Gli altri Warblers stavano
già
attraversando il gate della sicurezza con i loro bagagli a mano quando
Kurt e
Blaine li raggiunsero, il primo sorreggendo il secondo per il gomito per evitare
che inciampasse sui
suoi piedi.
Per
miracolo l’intero gruppo riuscì a superare il
controllo senza far scattare alcun allarme o farsi confiscare
alcunché.
Probabilmente era dovuto al fatto che Wes aveva dichiarato che avrebbe
di buon
grado cacciato fuori a calci dai Warblers chiunque avesse provocato
qualche
ritardo – voleva tornare a casa tanto quanto loro. Per quanto
esibirsi a Los
Angeles fosse stata un’esperienza fantastica, tutti erano
stanchi morti e la
Dalton li avrebbe riattesi a lezione lunedì – era
già tanto se erano riusciti
ad ottenere tre giorni di permesso per l’esibizione. Nessun
altro club
scolastico avrebbe mai ricevuto un’opportunità del
genere ma, dato che lo zio
di David era un prestigioso ex-alunno ed era anche straricco, la scuola
aveva concordato
sul fatto che lasciar esibire i Warblers al suo matrimonio sarebbe
stato un
onore per l’istituto e dunque accordato il permesso ai
ragazzi.
Kurt
trascinò Blaine verso il loro gate e lo fece
sedere. “Vado a prendere qualcosa da mangiare, vuoi
niente?”
"Mmh...
qualsiasi cosa scegli tu. Grazie, cucciolo.”
Gli occhi di Blaine erano già mezzi socchiusi, per cui il
ragazzo non colse l’espressione
causata da quell’ultima
parola sul viso di Kurt. Questi si voltò e si diresse
verso il bar cercando di trattenere un sorriso ebete. Era la prima
volta che
uno dei due si rivolgeva all’altro con un vezzeggiativo. Kurt
li aveva sempre
trovati cliché esageratamente sdolcinati e una perdita d
tempo e... oh, al
diavolo, li amava. Era ovvio.
Fermandosi
ad una paninoteca, Kurt ordinò il solito
per sé e per Blaine, sorridendo del fatto che sapeva
esattamente ciò che
l’altro prendeva abitualmente, e si diresse nuovamente verso
il gate, sorpreso
di trovare il suo ragazzo sveglio e nell’atto di sfogliare
una rivista. Blaine
sembrava ancora stanco morto e lui era consapevole di non essere in
condizioni
tanto migliori, ma non riuscì a non sorridere a lui, che era
splendido
nonostante tutto. Dopo esserglisi seduto accanto, Kurt gli
passò il panino e
addentò il suo. Mangiarono in relativo silenzio, cercando di
ignorare il resto
dei Warblers che stava generando un caos come conseguenza alla
stanchezza.
"...A
tutti i passeggeri di prima classe su
questo volo, prego dirigersi ora verso il gate
d’imbarco.”
Kurt
e Blaine afferrarono i loro bagagli e si alzarono
in piedi, fra i borbottii e le occhiatacce del resto dei Warblers. Il
viaggio
era stato organizzato a settembre e tutti i biglietti del gruppo erano
stati
pagati per gentile concessione dello zio di David. Come succedeva
spesso con un
coro, però, due nuovi membri si erano uniti al gruppo e
quando si era
avvicinato il momento di partire e sebbene non volessero lasciare
indietro
nessuno, David non se l’era sentita di chiedere a suo zio di
pagare altri due
biglietti, nonostante il fatto che per lui si trattassero di semplici
spiccioli. Quindi Blaine aveva immediatamente chiamato i suoi genitori
che
erano riusciti a comprare i biglietti per lui e per Kurt,
così che gli altri
Warblers potessero comunque partire. Quello di cui Blaine si era
scordato era
che, quando i suoi viaggiavano, lo facevano con stile. Quando si era
ritrovato
i biglietti di prima classe fra la posta, Kurt era andato in estasi
– “Spazio
per le gambe, servizio come si deve, una fila tutta per noi e niente
Wes e
David!”
Persino
nel loro stato catatonico, Kurt e Blaine
riuscirono comunque a sfoggiare dei ghigni soddisfatti mentre
salutavano con la
mano gli altri ragazzi e allungavano i loro passaporti
all’addetto all’imbarco.
Lungo il corridoio dell’aereo, la mano di Blaine
trovò automaticamente quella
di Kurt e il ragazzo sorrise, stringendola delicatamente. Da quando
Blaine era
finalmente giunto alle sue conclusioni e gli aveva chiesto di uscire, i
due
avevano lentamente iniziato ad esplorare il loro rapporto. Kurt aveva
scoperto
che tenersi per mano era uno dei suoi passatempi preferiti e Blaine era
più che
felice di assecondarlo. Era anche a
posto a suo agio col fatto che
Kurt non fosse
ancora davvero pronto a spingersi oltre un bacio sulla guancia, e Kurt
lo amava
per questo.
Non
che non volesse,
pensò Kurt fra sé e sé per la
milionesima volta mentre si facevano strada lungo
la fila di sedili verso i loro posti, voleva solo renderlo speciale.
Nessuno
dei due aveva ancora avuto un primo bacio come si deve e Kurt voleva
davvero
che fosse un momento che non avrebbero dimenticato. Si sedette accanto
al
finestrino, posizionando il suo bagaglio sotto il sedile di fronte.
Blaine lo
imitò sedendoglisi accanto, prima di appoggiarsi subito
contro la sua spalla e
alzare lo sguardo su di lui, esausto.
"Sei
così carino quando sei stanco.” Kurt fece
scorrere le dita fra i ricci di Blaine – era talmente
stremato che si era
scordato di mettersi il gel e lui di certo non gliel’avrebbe
fatto notare – e
sorrise.
Blaine
sbadigliò. “No, sei tu quello carino. Sei il
tipo di stanco ‘oh, sai, potrei schiacciare un pisolino
adesso, ma starò bene
anche senza’. Io sono il tipo ‘guardami, non riesco
a stare seduto per più di
cinque minuti senza addormentarmi addosso alla persona accanto a
me’” Kurt ridacchiò
per i lamenti causati dalla stanchezza del suo ragazzo. “E
non mi è mai
dispiaciuto così tanto per Nick che deve dividere la stanza
alla Dalton con
Thad. Pensavo che avesse ingigantito la cosa per tutti questi anni, ma
il suo
russare è tremendo.”
"Beh,
ne avevi, di altre opzioni. Il fatto che hai deciso di cambiare il
primo
compagno di stanza che ti era stato assegnato è un tuo
problema.”
“Kurt,
sai benissimo perché – ”
“Blaine,
è tutto a posto, sto scherzando.” Kurt fece
scorrere delicatamente la mano
lungo la guancia di Blaine, tracciando la linea della sua mandibola e
memorizzandone
ogni dettaglio. “Apprezzo che tu lo abbia fatto,
davvero.”
Kurt
e Blaine avevano iniziato ad uscire insieme due settimane prima della
partenza,
un paio di giorni prima che l’elenco dei compagni di stanza
venisse stabilito.
Per questo motivo
David
aveva pensato che fosse una buona
idea metterli in stanza insieme, così avrebbero potuto avere
dei ‘momenti
flirtosi, felici e sexy in santa pace e senza interruzioni da parte
nostra’.
Non appena Blaine aveva scoperto chi fosse il suo partner aveva
intimato a
David di modificare l‘abbinamento.
Kurt
ripensò a quando aveva scoperto che Blaine aveva
cambiato stanza. In un primo momento si era sentito devastato. Blaine non vuole rimanere con me? Poi
David l’aveva rintracciato e gli aveva rivelato le
motivazioni del suo ragazzo
– “Kurt, ha detto che non voleva che ci fosse alcun
tipo di pressione su di te,
o su entrambi, riguardo allo spingersi più in là
di quanto foste pronti. È uno
di quei gesti nobili fino a dare il
voltastomaco che devi aspettarti da Blaine.” Kurt sorrise
prima di tornare con
la mente al presente.
"Beh,
sapevo che la prima domanda che tuo padre
ti avrebbe fatto sarebbe stata chi fosse il tuo compagno di stanza, e
vorrei
rimanere il tuo ragazzo per un altro po’ prima che lui mi dia
la caccia con un
fucile.” Blaine mise su un lieve broncio con tanto di labbro
inferiore sporgente
e Kurt per poco non si sciolse per il coefficiente di
adorabilità di quel
gesto.
“No,
la prima cosa che mi chiederà sarà se ci siamo
divertiti. La prima cosa che Finn
chiederà sarà chi è stato il mio
compagno di stanza. Giuro che a volte sembra
un gay represso, fa tante di quelle domande.” Kurt
sogghignò, poi si
sporse verso il suo
ragazzo e lo baciò sulla fronte. “Ma apprezzo
quanto impegno ci stai mettendo
per fare le cose con calma. Davvero.”
Blaine
gli sorrise di rimando e i due chiacchierarono
finché il resto dei passeggeri non fu salito –
David rivolse loro
un’occhiataccia perfida lungo il tragitto verso la classe
economica – e l’aereo
iniziò a rullare lungo la pista. Blaine sollevò
la testa dalla spalla di Kurt
ed entrambi si voltarono verso il finestrino per osservare il sole
sorgere
accompagnato dal frastuono dei motori pronti a decollare dalla
passerella. Le
loro mani si intrecciarono mollemente non appena l’aereo
decollò da terra,
guadagnando quota e stabilizzandosi. Quando tutti gli edifici furono
spariti
dalla loro vista Kurt rivolse la sua attenzione alla TV inserita nel
sedile di
fronte a lui, mentre Blaine sfoderò la sua doppia presa per
auricolari. Durante
il loro primo volo insieme avevano scoperto che, nonostante potessero
facilmente guardare lo stesso film contemporaneamente, era
più divertente farlo
insieme – principalmente perché comportava
l’accoccolarsi l’uno contro l’altro
per vedere lo schermo. Kurt scelse Burlesque
e Blaine inserì gli auricolari nella presa, passandogli
l’altro paio e ritornando alla sua posizione iniziale contro
la sua spalla non
appena il film iniziò.
Burlesque
era
ormai
finito e Blaine era profondamente addormentato sulla spalla di Kurt.
Questi si
prese un momento per osservare il suo ragazzo meravigliosamente
perfetto prima
di afferrare delicatamente la sua borsa ed estrarre il suo iPod.
Spulciò la sua
playlist, decidendo che cosa ascoltare, prima che
l’assistente di volo
catturasse la sua attenzione per domandargli cosa i due avrebbero
gradito per
pranzo. Ritirò dell’insalata di pollo per entrambi
dal carrello, poi scosse
delicatamente Blaine per svegliarlo.
“Blaine,
tesoro, è ora di
svegliarsi.” Non appena ebbe pronunciato quella frase, Kurt
rimase paralizzato.
Tesoro? Per qualche ragione, però, era
sembrata una cosa giusta da dire
e fortunatamente Blaine non ci aveva fatto caso.
Il
ragazzo si mosse, accarezzando col naso l’incavo del
collo di Kurt e mormorando parole sconnesse. Kurt convenne che quella
era, se
possibile, la cosa più adorabile che avesse mai visto, ma
con riluttanza si
allontanò così che Blaine non avesse altra scelta
se non quella di raddrizzarsi
sul sedile.
"Okay,
sono sveglio. Ehi, cibo!”
Kurt
roteò gli occhi. “Sì, Blaine, cibo.
Cibo dell’aereo.
Il che significa nessun valore nutrizionale o sapore. In pratica
cartone. Goditi
il tuo cartone.”
Blaine
scoppiò a ridere. “Sei così
adorabilmente
sarcastico,” disse, non appena riuscì a riprendere
fiato. Kurt alzò un
sopracciglio, ma con un lieve sorriso ad incurvargli le labbra.
"Riconoscilo,
sono uno stronzetto sarcastico e
ormai sei nella mia trappola.”
"Con
molto piacere." Kurt, a
quell’affermazione, sentì un calore improvviso
invadergli le guance e cercò
alla svelta qualcos’altro da fare, sforzandosi di mangiare
quel che si ritrovava
nel piatto. Sentì Blaine ridacchiare e poi iniziare a
mangiare a sua volta.
Cinque
minuti dopo, Kurt si era arreso e aveva
allontanato il piatto da sotto il suo naso, e ora stava fissando
inorridito il
suo ragazzo. “Come fai a MANGIARE quella roba?”
“È
buona!” Blaine alzò le mani come per scusarsi,
sollevando
coltello e forchetta. “Posso mangiare la tua, se non la vuoi
tu?”
Rabbrividendo,
Kurt sospinse il suo piatto verso un impaziente
Blaine, che vi si avventò sopra in un battibaleno. Ora che
la stanchezza
iniziava a dissiparsi Blaine stava tornando in sé, ne era
una chiara
indicazione il fatto che mangiasse di
tutto. Compreso il cibo da aereo al sapore di cartone, a
quanto pareva.
Almeno
era carino.
"Thad,
non
ci scambieremo di posto.
Va’ via
e di’ al resto dei Warblers che non sono già
venuti a chiedercelo, se ne è
rimasto qualcuno, che siamo perfettamente a nostro agio qui e voi potete pure rimanere stipati
laggiù.”
Thad
mise su il broncio e strisciò via sconsolato,
mentre Blaine disegnò meticolosamente una X sul pezzetto di
carta di fronte a
sé. Kurt la osservò per un secondo, poi
disegnò un O. Blaine gemette frustrato.
“Sul serio, non so come riesci a incastrarmi ogni volta ma
non è giusto.”
Kurt
si limitò a sogghignare. “Sono un mito,
dolcezza.” Un secondo dopo si coprì la bocca con
la mano, apparentemente
scioccato. “Oh, merda, non avresti dovuto sentirlo. Voglio
dire – ”
“Kurt,
va tutto bene.” Blaine allungò una mano ed
abbassò delicatamente quella che Kurt teneva sulla bocca,
cercando poi di
trattenere un sorriso. “Penso che vada bene chiamarci in
qualunque modo
vogliamo. Dimostra che ci tieni a me e- beh, a me piace.”
Il
sorriso esitante di Kurt svanì immediatamente non
appena Blaine aggiunse, “Non trovi anche tu, tesoro?”
“Cavolo,
pensavo che non mi avessi sentito.”
Blaine
ridacchiò, continuando a tenerlo per mano. Kurt
accarezzò il dorso della sua tracciandovi pigramente una
serie di circonferenze
col pollice e alzò lo sguardo su di lui per fargli una
domanda, ma le parole
gli morirono in gola.
Perché
Blaine lo stava guardando come se fosse il
sole. I suoi occhi erano due fiamme ardenti e Kurt
rabbrividì fissando lo
sguardo nel suo.
“Ciao,”
sussurrò Blaine.
“Ciao
a te,” rispose Kurt sussurrando a sua volta,
sentendo i battiti del suo cuore accelerare alla velocità
di un razzo. Inspirò tremante, abbassando lo sguardo sulle
labbra
di Blaine che erano così invitanti...
Kurt
deglutì, facendo scorrere inconsciamente la lingua sulle
proprie.
Blaine emise una sorta di ringhio gutturale e Kurt sentì
ogni traccia di fermezza
andare in frantumi appena prima di sporgersi verso Blaine e premere
avidamente
le labbra contro le sue.
E
fu allora che si rese conto che il romanticismo non era una cosa che
andava cercata. Il momento perfetto lo era davvero quando due persone
lo
rendevano tale. Nessuno dei due aveva pensato che sarebbe accaduto a
quindici
chilometri d’altezza, su un aeroplano. Infatti, se prima
qualcuno avesse
chiesto a Kurt se avrebbe voluto che il suo primo bacio avvenisse su un
aereo,
avrebbe storto il naso. Ma ora aveva capito che non era importante. Non
era
Parigi, non era una cena a lume di candela, non era nemmeno il Bel
Grissino. Ma
erano Kurt e Blaine ed era perfetto.
“Stiamo per atterrare su Port
Columbus. Prego assicurarsi che il vostro sedile sia correttamente
posizionato,
il vostro tavolino estraibile sia ben riposto e che la vostra cintura
di
sicurezza sia allacciata e prepararsi
all’atterraggio.”
Kurt
rise quando Blaine mimò con le labbra l’annuncio
dell’altoparlante.“Hai
preso troppi aerei,” disse, giocherellando con una ciocca di
Blaine mentre
quest’ultimo si sporgeva verso di lui. Era diventata la loro
posizione abituale
durante le precedenti settimane e ancor di più nelle ultime
cinque ore. Purché
Kurt non facesse battute sulla loro differenza d’altezza,
erano entrambi
contenti così.
“Mm.
Hai dei capelli così morbidi,” mormorò
Blaine, giocherellando a sua
volta con i capelli alla base del collo di Kurt.
“Siamo
così carini, non trovi anche tu?” Blaine sorrise e
gli lasciò un
bacio sulla mandibola.
“Già.
Talmente tanto carini che il resto della prima classe pensa che siamo
pazzi. Ma segretamente ci invidiano.”
“Assolutamente.”
L’aereo iniziò a perdere quota in previsione
dell’atterraggio e Kurt sospirò, mentre Blaine si
raddrizzò con riluttanza sul
sedile, allontanando
la mano dai suoi
capelli. “Non posso credere che ora dobbiamo tornare a
scuola.”
“Lo
so, credo che ci meritiamo una vacanza. Abbiamo dovuto sopportare loro,” Blaine indicò
col pollice la
classe economica, “per tutto il weekend. Quindi restiamo su
questo aereo e
aspettiamo che riparta per qualche posto esotico, okay?”
Kurt
sorrise. “Certo. Sai, in un certo senso amo gli aerei,
adesso. Soprattutto
la prima classe.”
“Affare
fatto. Ma solo con te, cucciolo.”
Olà
Olà:
Salve
a tutti!
Queste
OS sono un toccasana per me e spero anche per
voi, ora che non abbiamo molte occasioni di vedere insieme quei due
cuccioli
çWç
Chi ha letto gli spoiler però sa che la speranza
è l’ultima a morire :D
Speriamo nella clemenza dei RIB. Ciò non toglie che Kurt e
Blaine in questo
capitolo sono adorabili, che B è un puppy narcolettico e
Kurt un campione di tris
facilmente corruttibile dai nomignoli <3
Un grazie a tutti coloro che non mi danno per morta quando non
aggiorno, a chi
segue/ricorda/preferisce e a chi recensisce, in particolare a P
e r l a e
September_39
che
hanno sorvolato sulla mia tempestività nel
rispondere, mi scuso di nuovo :’D
E,
last but not least, alla mia beta aka soulmate aka
moglie aka compagna di vita aka orso poeta aka scrittrice di capolavori
che mi
hanno causato la perdita del raziocinio.
Fra
l’altro ha da poco iniziato a pubblicare una
fanfiction di cui mi considero un po’ la madrina (?), un
crossover Klaine/Harry
Potter ambientato nel quarto libro/film, durante il Torneo
Tremaghi…e credetemi,
è seriamente meravigliosa. Quindi tutti qui
a capire quanto sono fortunata ad
avere una chicca-cacca del genere <3
Come
al solito, qui il mio Twitter
e il mio ask.
Un
bacio a tutti e Klainers…Don’t Stop
Believin’ <3
Giad