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Autore: AyrinL    26/04/2013    3 recensioni
AU Seblaine, long tratta dal film One Day.
Blaine e Sebastian sono migliori amici fin dai tempi del liceo. Cosa accadrà ai due nel corso degli anni? Quanto tempo ci vorrà prima di capire che sono fatti l'uno per l'altro? Cosa riserverà per loro il destino?
"- Blaine, gli amici ti chiedono come stai, anche se poi non gliene importa davvero a nessuno. I migliori amici invece parlano con te esattamente come un bravo psicologo che scava nell’animo di un suo paziente. Solo che lo fanno gratis."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15 luglio 2001

 
 
Essersi ritrovati.
Questa era ciò che più contava.
Non c’era bisogno di farsi delle domande o di cercare delle risposte. Ognuno di loro era indaffarato con le proprie vite, come sempre, ma stavolta con la presenza costante dell’altro. Cercando di ignorare quel bacio avvenuto l’anno prima sul tetto di quel posto che avrebbero ricordato per sempre. Entrambi volevano solo normalità, nient’altro.
Sebastian sembrava aver raggiunto finalmente quella stabilità tanto agognata, non aveva senso gettare tutto all’aria o fare un salto nel vuoto. Quando si trattava di Blaine, si sentiva esattamente come sospeso su di un filo sottilissimo, e provava un turbine di emozione, dalla paura al senso di vertigine.
Quella stessa vertigine che provò poco prima di baciare Blaine, quando affacciatosi sul cornicione del terrazzo vedeva sotto di lui un brulicare di luci e di colori, e lui era in cima, esposto alla vita, quella vita  che lo aveva reso estremamente fragile.
L’importante era esserci, offrire i propri sorrisi e il proprio aiuto esattamente come due amici.
Essere ritornati alla normalità era un grande traguardo per Sebastian, che aveva rimesso in sesto la sua vita pezzo dopo pezzo, ma non aveva ancora raggiunto la vetta. E sapeva che era giusto così: aveva imparato, con l’età e la maturità che ne consegue, che non ha senso avere tutto subito, eccedere.
Era il 2001 e Blaine e Sebastian avevano 31 anni.
Sebastian visse quegli anni così intensamente che il giorno del suo compleanno non riusciva a credere di dover spegnere 31 candeline. Le contò una ad una e spegnerle sembrava una fatica titanica. Soffiava e quasi gli mancava l’aria, le piccole fiamme restavano lì, si piegavano ma non accennavano a spegnersi.
Lo aiutò Thad, tra una risata e l’altra, a dare una forte soffiata d’aria, lasciando spazio solo al fumo e all’odore di cera che rischiava di versarsi tutta sulla panna, e Sebastian si sforzò di sorridere, pensando che quella era una scena da compleanno di un novantenne rinchiuso in una casa di riposo.
Tutto stava cambiando, a cominciare dal suo corpo. Certo, era ancora giovanissimo, ma era… diverso. Un uomo. Si guardava allo specchio e il fisico magro da adolescente era completamente sparito, e aveva lasciato spazio a dei pettorali più scolpiti, a una mascella più marcata, a delle braccia scolpite.
Ma il cambiamento più grande, lo notò soprattutto nella sua vita sentimentale. Il suo modo di provare emozioni, di dimostrare il suo affetto, gli impulsi che non erano più così forti. Non che non avesse più desiderio di fare l’amore, ma era… diverso. Strano, forse. Era una sensazione che neanche lui riusciva a spiegarsi.
Ogni tanto, sotto la doccia, rifletteva sulla sua vita: aveva una bella macchina, una bella casa, un lavoro normale, un bellissimo ragazzo e tanti amici. Tutti questi elementi si addizionavano nella sua testa, uno dopo l’altro, e pensava a come si fosse conformato, era ormai un adulto come tutti gli altri, un uomo che indossava giacca e cravatta come tutti gli altri.
Lui accettava quella stabilità che si era cucita addosso. In fondo l’aveva tanto desiderata, ma una volta, mentre il getto freddo della doccia lo bagnava, si ritrovò a piangere cantando “Strawberry Fields” dei Beatles. Diede la colpa alla malinconia degli anni passati che, si diceva, era normale.
Tutto ciò che stava succedendo, quei cambiamenti graduali, era normale. Continuavano a ripeterglielo tutti.
E lui non riusciva a concepire come fosse possibile, lui che la normalità l’odiava e non aveva mai avuto a che fare con essa.
Anche la sua relazione con Thad aveva preso una piega diversa. Ormai stavano insieme da così tanto che a volte passavano ore nella stessa stanza senza parlarsi. Ormai conoscevano tutto l’uno dell’altro, e una patina di freddezza di era posta tra di loro.
Thad non gli dava più la mano in pubblico. Diceva di sentirsi a disagio, che odiava le occhiatacce della gente.
- Thad, a te non è mai importato dei giudizi degli altri!
- Quando avevo vent’anni. Ora è diverso.
Sebastian cercava di non pensarci.
È normale. È normale. Normale.
Neanche Blaine sembrava capirlo. Perché a lui, invece, andava tutto benissimo.
Quel pomeriggio, Blaine telefonò Sebastian, dicendogli di preparare lo champagne perché dovevano festeggiare.
Sebastian quella sera non aveva molta voglia di prepararsi, così accolse il suo amico in pigiama, il suo pigiama grigio infeltrito a righe che faceva tanto detenuto di un campo di concentramento.
Era intento a fare zapping alla tv, quando sentì la porta aprirsi.
- Thad, dove stai andando?
Thad sobbalzò, per poi avvicinarsi a lui correndo frettoloso.
- Oh, non te l’ho detto? Oggi il capo ha organizzato una cena di lavoro… ci sono dirigenti e cose così, una noia…
- E invitano il cameraman per una cena di dirigenti?
Thad si bloccò, con la bocca aperta e le parole sospese a metà.
- Beh… ma lo sai che sono il cameraman più importante, magari vogliono darmi una promozione!
Sorrise, diede un bacio veloce sulla guancia a Sebastian e scappò via senza dare la possibilità al suo fidanzato di replicare.
Lasciò perdere, diede un sorso veloce alla birra e si accoccolò sul divano.
Pochi minuti dopo, suonò il campanello. Si alzò e, ancora con la birra mano, aprì la porta, ritrovandosi di fronte un Blaine perfettamente pettinato e ben vestito.
- Sei in pigiama?
Ci risiamo, pensò Sebastian.
- Si, dobbiamo restare in casa, no?
Blaine entrò senza troppe cerimonie.
- L’ho portato io lo champagne, ho pensato che magari te ne fossi già dimenticato.
- E infatti.
- Seb? Tutto bene.
Sebastian accennò un sorriso, annuì e si fece consegnare la giacca.
- Thad è in casa?
- No, aveva una cena di lavoro.
- Beh, non importa, gliela comunicherai tu la notizia. Dove sono i bicchieri?
- Lì, nella dispensa. Cosa succede?
Blaine prese due calici e versò lo champagne. Offrì un bicchiere a Sebastian, si sedette sul divano con aria soddisfatta e gli occhi che luccivano.
- Seb, oggi è l’inizio della mia nuova vita.
Sebastian lo affiancò, guardandolo curioso.
- Puoi essere più preciso?
- Prova a indovinare.
Sebastian sbruffò. A Blaine piaceva creare suspence.
- Oh avanti… hai conosciuto qualcuno, finalmente?
- Oh avanti, ancora con questa storia!
- È la prima cosa che mi è venuta in mente dato che sei da solo!
- Io non sono solo. Io sto da sola, è diverso.
- Certo, certo. Su avanti Blaine, dimmelo tu.
- Beh… ricordi quel quaderno con tutti i miei scritti che Kurt mi ha consigliato di inviare a qualche casa editrice?
- Oddio.
Blaine annuì vigorosamente e sorrise, un sorriso così luminoso Sebastian non lo aveva mai visto sul suo visto.
- Mi hanno dato un anticipo per scrivere un libro!
Sebastian abbandonò il bicchiere sul tavolo vicino al divino e si gettò tra le braccia di Blaine, il quale lo strinse con altrettanta forza a sé.
- Blaine io… sono così felice per te!
Sebastian non lo lasciava andare, sorrideva anche lui in preda alla felicità, come se Blaine gliela stesse trasmettendo per osmosi.
- Seb, non respiro!
Sebastian si staccò, tenendo ancora le sue mani salde sulle spalle del suo amico. Poi prese il bicchiere per brindare.
- Allora, a cosa brindiamo?
- Non lo so Seb, dimmelo tu, perché io… è una sensazione così strana! Per la prima volta farò qualcosa che davvero amo fare, ci credi? La vita va finalmente nel verso giusto.
- Allora brindiamo alla tua felicità, al tuo futuro luminoso e al più grande scrittore americano di tutti i tempi.
- Seb, ti prego , non esagerare.
Diedero una veloce sorsata, poi Blaine si gettò nuovamente tra le braccia del suo amico, come se tra quelle braccia avesse potuto contenere tutta quella traboccante felicità. Il cuore stava per scoppiare in petto, e condividerlo con il suo migliore amico rendeva l’atmosfera ancora più magica. Era fantastico vedere Sebastian così felice per lui: significava avere un ruolo primario nella vita di qualcuno, gioire per la felicità di una persona speciale più che per qualcuno.
Si, lui non era solo.
C’era Sebastian accanto a lui e tutto era magico.
E pensò che il momento era troppo perfetto, per spezzare l’incantesimo e dargli anche una brutta notizia: la casa editrice dal quale era stato contattato era francese. E per meglio gestire i contatti e il lavoro, tutti pensarono sarebbe stato meglio per lui lasciare Londra per trasferirsi in Francia.
Note:










Sarò brevissima. Scusate immensamente per il ritardo. Sono tutt'ora molto insicura sul capitolo, perché descrivere l'interiorità di un trentenne non è stato facile. Io ho solo 18 anni e sono lontana anni luce dalla maturità. Ho parlato personalmente con persone trentenni per cercare di captarne qualcosa, e questo è quello che ne è venuto fuori (tra cui il ragazzo che canta Strawberry Fields sotto la doccia!)
È stato molto affascinante, spero di aver dato loro "giustizia". Ovviamente se c'è qualche trentenne che non si ritrova in questo stato d'animo può criticarmi, buttarmi merda addosso... insomma, fate voi. 
Non ringrazio mai abbastanza chi mi legge e commenta i capitoli, quindi, voi che siete arrivati qui... Grazie mille!
Un bacio,
Carmen.
   
 
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