Sono felice, mie care, che il
riavvicinamento fra Charles e Erik dello scorso capitolo vi sia piaciuto.
:D Ho cercato di renderlo poco
stucchevole e in linea con i loro caratteri e sono contenta di essermi, almeno
un po’, avvicinata all’obbiettivo.
Vi ringrazio per i commenti e spero che
anche questo capitolo sia di vostro gradimento.
Tony Stark
sorrise amaramente.
Ora che ci pensava quella era la prima volta, in vent’anni e più, che guardava
sorgere il sole. Passato il periodo degli studi, dove era il piccolo genio da portare per il culo e
dove, l’unico sfogo era il telescopio, non si era più attardato a guardare
sorgere e morire il sole e le stelle. A pensare che gli piaceva così tanto.
Socchiuse gli occhi, nella luce sbiadita di quella pallida alba che illuminava
di una luce chiara i contorni dei grattacieli e
del Palazzo di Thanos che sembrava torreggiare
su di loro, e si chiese se quella fosse l’ultima volta che guardava sorgere il
sole e se anche Pepper
stesse guardando quel piccolo miracolo giornaliero.
-Non hai dormito.-
Tony piegò il capo verso la spalla destra, senza voltarsi -No.-
L’ombra che si intrecciava alla sua sul
pavimento chiaro della terrazza era conosciuta. Tony doveva ammettere di averla
attesa tutta la notte, sulle spine, come
si attende una sculacciata dopo una marachella . Si volse e l’occhiata che Bruce gli restituì era dura
e critica proprio come si aspettava - Cosa?-
Bruce si avvicinò a larghi passi, alzò la mano destra e Tony si ritrovò a
sfiorare con le sole punte dei piedi il pavimento. Era così arrabbiato con Tony
che aveva in corpo buona parte della forza di Hulk.
-Stai andando a morire.-
-Non capisco a cosa ti riferisci.-
-Non fare lo gnorri Stark! E’ con me che stai
parlando.-
Tony si morse il labbro inferiore - Reed non se n’ è
accorto. Non è così sveglio come dicono.- ridacchiò e questo gli valse una stretta più ferrea della mano che
ora lo teneva completamente sollevato da terra. Il passo successivo sarebbe
stato buttarlo di sotto?
- Non conosce la struttura del Reattore Arc come lo conosco io.- Bruce
digrignò i denti - E non ti conosce bene come ti conosco io.-
vide il viso di Tony colorarsi di un espressione di sincero divertimento a quell’affermazione - Hai l’istinto del martire.-
-Istinti suicidi per dirla alla Romanov.-
-Possibile che non riesci a stare serio per più di cinque minuti?- gli chiese.
-Pensa che con te mi sforzo ad essere serio.-
-Che succede qui?-
I due si volsero all’unisono verso Cap che li guardava perplesso dalla
portafinestra. Bruce alzò le
sopracciglia al piglio di Steve, guardò Tony e parve rendersi conto solo in
quel momento che lo stava tenendo sollevato con solo una mano.
Sgranò gli occhi e gli fece di nuovo appoggiare i piedi a terra.
-Allora?- incalzò Steve avvicinandosi a Tony e Bruce che si fissarono. Bruce in
cagnesco, e Tony con la sua solita faccia da schiaffi.
-Ma niente Cap.-
-Dottore?- Come al solito Steve non pareva capace di fidarsi di Tony.
-Niente Capitano.- Bruce scosse il capo e con la coda dell’occhio vide
l’espressione di Tony farsi leggermente più tenera mentre lo osservava - Stavamo
solo discutendo, nulla di preoccupante.-
Era
certo che si sarebbe pentito di quella scelta, ne era stra-convinto.
Il mondo non poteva sopravvivere alla caduta di un eroe come Iron Man.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
I momenti di veglia erano sempre meno frequenti per Diane e gli incubi sempre
più reali.
Aprì gli occhi su una piccola macchia di luce sul pavimento di pietra nera
della cella e sorrise, intimamente
convinta di trovarsi in un altro degli incubi
di cui Thanos infarciva la sua mente.
Il dolore era una sensazione soffusa, indistinta. Diane aveva l’impressione che ogni parte del
suo corpo si tendesse ferita, infiammata, lacerata in maniera indescrivibile.
Sentiva chiaramente le ferite sulla schiena irritate dal contatto con i lembi
della maglietta squarciata dalle frustate, il cuore faticare ad ogni battito a
riempirsi e svuotarsi e il fiato mancarle di tanto in tanto.
Si sentiva morire, ma non era la paura a
dominare i suoi pensieri.
Erano i ricordi. Erano i rimpianti.
Il desiderio di tornare indietro, a prima , non era dettato dal timore della
fine che sentiva fin troppo vicina, ma dal desiderio di poter toccare,
abbracciare e baciare ancora chi aveva amato.
Chiuse gli occhi, sfinita. Le bruciavano
, ma si costrinse a riaprirli quando si accorse di sentire un respiro
batterle vicino. In faccia praticamente, visto che sentiva muovere un ciuffo di
capelli sulla fronte.
Alzò gli occhi e sorrise: era iniziato un nuovo incubo.
-Diane.-
Loki era seduto sui calcagni fra le sue ginocchia
leggermente sollevate, Diane si beò di quella vista mentre passava la sua
figura da capo a piedi in attesa del colpo mortale che avrebbe consegnato la
sua mente a Thanos. Sorrise e Loki aggrottò la fronte.
-Diane.- ripetè
Diane piegò il capo verso una spalla. Questa volta Thanos
stava facendo le cose in grande.
Stava cercando di farla cedere con la dolcezza, con la convinzione che quello
fosse davvero Loki,
sollevò un angolo delle labbra, per dare al suo viso sfigurato dalle
botte un accenno di sfida e il dio scrollò il capo - Sono io. -
-Finiscila in fretta Thanos.-
sussurrò la ragazza .
Loki
premette le labbra una contro l’altra -
Verrò a prenderti, abbi fiducia in me.- le
sfiorò la guancia con un dito, delicatamente e Diane, solo in quel momento,
parve realizzare che quella non era l’ennesima intromissione di Thanos nella sua testa, ma era davvero Loki
che, in qualche modo, era riuscito a mettersi in contatto con lei.
Lo fissò ad occhi sgranati.
-Stavolta riuscirò a salvarti.-
Diane socchiuse le labbra, e nello stesso momento l’immagine del dio vibrò e
svanì nel nulla. Si guardò attorno nella cella vuota, fissando quella piccola
pozza di luce che aveva visto aprendo
gli occhi la prima volta e che venne riempita da uno stivale formato da placche
di metallo. Sollevò lo sguardo e nell’ombra sentì il ronzare di una mosca.
Quello
era l’incubo che stava attendendo.
-Non credo di aver mai detto a Steve che
mi piace.-
Ignara di quello che stava accadendo
nella mente di Diane stesa a
qualche passo da lei, Sharon sospirò
lasciandosi sfuggire quella piccola riflessione. Alzò gli occhi da quella
macchia di luce che spezzava il buio
della cella e sorrise debolmente allo
sguardo di Darcy fisso su di lei -E’ strano.-
-Glie lo dirai.- mormorò la ragazza appoggiando una guancia sul capo di Jane
contro la sua spalla.
Sharon alzò le spalle -…Passi tutta la
vita a vaccinarti contro tutto , poi arriva qualcuno…-
-…Che manda all’aria i tuoi buoni propositi di essere forte e ti fa tremare le
ginocchia con un sorriso o una parola.- [*]
Sharon spostò gli occhi nocciola verso Pepper che cullava fra le braccia il piccolo Howard
isterico per la fame -Già.- mormorò.
Darcy spostò lo sguardo fra le due, poi lo portò a
Diane che si mosse lievemente fra i capotti in cui l’avevano avvolta per
tenerla al caldo e alla fine a Jane che sembrava pisolare - Ho passato la notte con Bruce.-
Ci fu un momento di silenzio poi un –CHE COSA?- rimbombò per la cella.
Per
quanto possa trovarsi in una situazione disperata…
Una donna è uguale a pettegola nata.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
L’asta della freccia dondolò dopo aver centrato il bersaglio.
Il decimo centro nel giro di un minuto.
-Clint.-
-Phil.-
Coulson sospirò osservando la schiena di Barton incorniciato dalle pareti del box di tiro - Io non ne sapevo niente.-
Clint lo guardò da sopra una spalla, inespressivo.
-Non sapevo che…-
-…Che i miei genitori sono stati ammazzati come cani?-
Phil scosse il capo.
-Non sei l’occhio buono di Fury?-
-Evidentemente non si fida così tanto di me.-
Phil alzò gli occhi nel momento stesso in cui Barton
usciva dal cubicolo buttando l’arco di lato
e non si oppose a quella prima manata che lo sbatté contro il muro.
Chiuse gli occhi, indolenzito e quando li riaprì, Clint era ad un soffio dalla sua
faccia a tenerlo premuto contro il muro per
il colletto della camicia.
-Che diavolo ci fai qui Phil?-
-Volevo scusarmi.-
-Non mentire.-
-Non sto mentendo.-
Ha perso
fiducia nello SHIELD. Fury ha ragione,
lo stiamo perdendo. Pensò confusamente
Coulson sentendo la gola dolere per via della
pressione esercitata dalla mano di Barton.
-Clint.-
-Cosa vuoi?- ripetè questo tirando indietro la mano
libera e chiudendola a pugno. Sembrava pronto a mollare un pugno alla mascella
di Phil, ma qualcosa nella sua espressione suggeriva che non fosse tanto
convinto di volerlo fare sul serio.
Loki una volta gli aveva detto che aveva un cuore e
quel cuore lo stava fottendo ancora una volta.
-Voglio sapere che hai intenzione di fare.-
Clint alzò un sopracciglio - Finita questa storia intendi?-
Phil annuì .
-Lascerò lo SHIELD, trovatevi un altro ladro, bugiardo e assassino. Io ho
chiuso.-
FINE CAPITOLO
Bruce è convinto che Tony stia andando a morire, perché? Diane è in preda ad un
nuovo incubo dopo un lieve contatto con Loki e Clint ha deciso di lasciare lo SHIELD.
Al prossimo capito.
L’inizio della guerra.
La storia troverà la sua
conclusione a fine di ULTIMATUM ALLA
TERRA , anche se avrei idee per un
sequel capisco anche le aspettative del lettore che segue una storia per vederne la sua conclusione e non per vederla
continuare all’infinito.
Poi, ovviamente, se vi va che la storia continui, fatemelo sapere via
recensione u.u
DISCLAMERS:
[*] E’ la parafrasi di una frase trovata in
internet. Quindi NON mi appartiene.