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Autore: vas_happenin09    26/04/2013    1 recensioni
Questa storia parla di una ragazza di New York che per motivi famigliari dovrà trasferirsi a Londra. Come reagirà? ma soprattutto.. riuscirà ad affrontare tutte le cose che le capiteranno, dopo aver avuto un passato abbastanza difficile? Con una persona che si rivelerà molto più importante di quanto crede, proverà ad andare avanti nonostante tutto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The day I first met you
You told me you never fall in love
Demi Lovato- Give your heart a break.


 

 
Ero già stufa di tutto ed ero lì da meno di cinque minuti. Scappai di sopra nell’intento di restare un po’ da sola ma non ci riuscì dal momento che Lucas mi seguì.
-Amy non puoi comportarti così!- mi rimproverò.
-mi dà fastidio Lucas, dovrebbe saperlo no?- dissi riferendomi alla mamma.
-non puoi fargliene una colpa se vi siete lasciati..- mi disse calmo, cercando di far calmare anche me.
-se non mi avesse trascinato qui non sarebbe successo!-
-Amy devi guardare avanti!-

-si hai ragione..- mi buttai fra le sue braccia e lui mi accolse senza obbiettare. Ormai era sera, passammo tutta la giornata sull’aereo ed era ora di cena e avevo fame.
-ti va di andare a mangiare fuori sta sera?- proposi.
-potremmo perderci, sai?- disse facendomi ridere.
-correremo il rischio- dissi ridendo. Mi cambiai mettendomi uno short e una canotta con sopra un copri spalle, arrivammo davanti alla porta e mia madre ci fermò.
-dove state andando?- disse guardandoci confusa.
-andiamo a fare un giro e mangiamo fuori..- disse Lucas precedendomi.
-ma non conoscete nessun posto di qui!-
-Patricia tranquilla, li accompagno io!- disse intromettendosi il castano. Mia madre annuì e ci lasciò uscire, io ero un po’ contraria.. volevo stare da sola con mio fratello, ma non potevo certo dirgli “non voglio che tu venga!” mi sembrava scortese. Uscimmo in silenzio e iniziammo a camminare fra le strade di Londra, quella città in cui dovevo ricostruirmi una vita. Arrivammo davanti al Mc e decidemmo di entrare, mentre mio fratello andava ad ordinare per tutti e tre, io e Louis, nel pieno dell’imbarazzo, andammo a sederci in un tavolo libero, fu lui ad allacciare discorso.
-fai così perché odi mio padre o sei così di natura?- disse indifferente.
-non odio tuo padre- dissi ferma e convinta, quasi infastidita dalla sua domanda.
-allora perché fai così?-
-prima di venire qui avevo delle amiche, avevo un ragazzo, la mia vita era a New York.. e adesso sono qui. Tu come reagiresti?- dissi guardandolo dritto negli occhi, non fece in tempo a rispondermi che arrivò mio fratello, il quale si sedette in mezzo a noi due. Iniziammo a mangiare, mi sentivo a disagio, molto a disagio ma potevo farci ben poco, per fortuna Lucas iniziò a parlare per rompere il ghiaccio.
-quanti anni hai Louis?- gli chiese gentilmente mio fratello.
-quasi diciannove, voi?-
-io diciotto- io non volevo rispondere, ma Lucas mi tirò un calcio incitandomi a rispondere.
-quasi diciassette..- risposi  sbuffando.
-quando li fai?- aspettava una mia risposta.. ma non gliela diedi, non sopportavo quel tipo, sembrava un simpaticone ma non lo sopportavo in quel momento, al mio posto rispose Lucas.
-il 3 luglio- disse guardandomi male.
-fa sempre così con tutti?- sussurrò a mio fratello pensando che io non lo sentissi.
-solo con le persone che non sopporto- dissi facendogli un sorrisino finto, mi guardò accennando una risatina strozzata. Continuammo a mangiare e Lucas sembrava andasse molto d’accordo con Louis, io invece non lo potevo vedere, non so perché.. forse quell’aria da spavaldo che aveva o forse non riuscivo solo a reggere il suo sguardo.. non lo so neanche io. Una volta che finimmo di pranzare uscimmo a fare una passeggiata, quei due continuavano a ridere come pazzi mentre io non facevo altro che camminare con le mani nelle tasche degli shorts e guardare l’asfalto sotto i miei piedi, non ero per niente felice e anche il più cretino del mondo se ne sarebbe accorto.. ma a quanto pare a quei due non importava minimamente.
-voi due siete molto uniti?- chiese non si sa a chi.. presumo mio fratello.
-beh si.. ma anche noi litighiamo.. diciamo che una decina di volte al giorno ci urliamo contro ma sappiamo che ci saremo sempre l’uno per l’altra!- disse Lucas avvolgendo le mie spalle con un suo braccio e avvicinandomi a sé. Io gli sorrisi teneramente per poi staccarmi da lui e riprendere a guardare in basso.
-e vostro padre?- ma un po’ di fatti suoi no?
-è a New York..- disse Lucas.
-pensavo di andarlo a trovare..- dissi indifferente, facendo in modo che puntassero i loro occhi su di me.
-Amy siamo appena arrivati qui e già te ne vuoi andare?- disse fermandosi e guardandomi.
-io non centro niente con questo posto! Mi sento un pesce fuor d’acqua, mi sento un estranea anche quando sto con te!- dissi guardandolo negli occhi.
-dobbiamo solo ambientarci, non vorrai mica abbandonarmi qui vero?-
-e se venissi anche tu?
- proposi speranzosa.
-io non mi muoverò da qui e neanche tu!-sbuffai.
-comunque andrò a trovarlo lo stesso prima o poi!- accelerai il passo costringendo i due a seguirmi.
-perché vai così veloce?- mi disse il tipo, io non risposi.
-ti ha fatto una domanda!- disse Lucas fermandomi con un tono di rimproverazione.
-e io non gli voglio rispondere!-
-Emily!-
disse lanciandomi un occhiataccia, io alzai gli occhi al cielo.
-perché mi andava, ora sei più felice?- dissi a Louis con menefreghismo.
-sicuramente dormirò meglio sta notte- disse provocandomi, io lo guardai con odio e tolsi il braccio dalla presa di Lucas, incominciando a camminare. Per fortuna trovai la strada di casa e ci arrivai con quei due che continuavano a parlare, non li sopportavo più. Entrai in casa e volai in camera mia, nella quale mi chiusi a chiave e iniziai a pensare, pensare, pensare, fino a quando mi piombò nella mente Louis. Quel ragazzo aveva quel non so cosa che mi faceva irritare da matti, ma che mi affascinava così tanto. Cercai di non pensare più a lui e mi misi il mio pigiama, ovvero una canotta e un pantaloncino dannatamente corto, forse un po’ troppo. Mi addormentai quasi subito e la mattina venni svegliata molto bruscamente, qualcuno continuava a sbattere violentemente i pugni sulla porta.
-Emily cazzo, vuoi venire ad aprire?!- continuava ad urlare, mi alzai mezza stordita e scossi leggermente il capo per cercare di svegliarmi un poco, aprii la porta e me lo ritrovai davanti a petto nudo con solo dei pantaloncini lunghi fino al ginocchio.
-che cazzo vuoi?- dissi acida.
-è pronta la colazione!- disse come se non fosse successo niente.
-sparisci Louis!- dissi sbattendogli la porta in faccia, ma la riaprì subito.
-non vieni?-
-adesso scendo- dissi freddamente, lui mi prese per un braccio e mi appoggiò delicatamente contro il muro mettendosi davanti a me, proprio a due millimetri di distanza.
-perché mi odi così tanto?- sussurrò.
-sei ripugnante- sussurrai non molto convinta, senza distogliere lo sguardo dai suoi profondi occhi blu.
-no non è vero- sussurrò ridacchiando, sapendo che mentivo.
-oh si invece- dissi mettendo una mano sul suo petto e allontanandolo, lo sorpassai e uscii dalla porta mentre lui mi guardava mordendosi il labbro inferiore. Cercai di fare finta di niente ma.. ma cazzo quando eravamo così vicini non speravo altro che mi baciasse, ma che mi prende? A me non piace.. è disgustoso.. o almeno credo.
Scesi giù in cucina, seguita da Louis, dove c’era già mio fratello che mangiava, mi avvicinai e gli scampai un tenero bacio sulla guancia, Louis scosse leggermente il capo strozzando una risatina.
-la mia colazione?- dissi fredda al castano.
-è qui- disse Louis indicando un piatto proprio sotto il mio naso -e tu lo sai- disse un po’ irritato. Lo ammetto.. lo avevo fatto solo per irritarlo e c’ero riuscita a pieni voti. Ridacchiai seguita da Lucas e iniziai a mangiare, c’era un silenzio che mi metteva ansia.
-tutto questo silenzio mi mette ansia..- dissi guardandomi intorno.
-la prossima volta invito anche Cosmo e Vanda, i tuoi fanta-genitori!- disse facendo scoppiare a ridere Lucas, era ufficiale.. quel tipo mi stava sul cazzo. Lo guardai con odio profondo mentre lui cercava di trattenere le risate, ma invano dato che scoppiò a ridermi in faccia. Mi alzai dalla sedia molto infastidita e prendendo il mio cornetto salii in camera mia. mangiai il restante del mio cornetto e andai a farmi una doccia, mi vestii con un pantaloncino e una maglietta a maniche corte celeste con sopra dei disegnini. Presi la mia borsa con dentro tutto quello che mi serviva e scesi le scale di fretta, sperando che né Louis né Lucas mi avrebbe visto ma non fu così. Qualcuno mi prese dal braccio bloccandomi contro il muro, mi ritrovai ancora una volta Louis a due millimetri di distanza.
-che vuoi?- sputai acida.
-non te la sei presa vero- disse trattenendo le risate.
-lasciami in pace Louis!-
-perché dovrei farlo?- quasi sussurrò.
-perché non ti sopporto e non sopporto l’idea che da adesso in poi dovrò vivere con te!-
dissi schifata, lo sorpassai ma mi si piazzò davanti Lucas.
-ehi dove vai?- disse sorpreso.
-a farmi un giro!-
-vuoi che veniamo con te?-
-mi diverto di più da sola!-
disse facendogli un sorriso falsissimo e uscendo di casa. Iniziai a camminare per Londra senza sapere dove stessi andando, beh non mi importava poi più di tanto, avrei preferito perdermi che tornare a casa e trovarmi quel ragazzo così squallido che mi faceva ribrezzo solo a focalizzare la sua immagine nella mia testa. senza che me ne accorgessi arrivai al centro di Londra, quale diavolo era la strada per tornare a casa?? Ero fottuta. Beh in quel momento era l’ultimo dei miei pensieri ma il primo dei miei problemi. Incominciai a camminare in mezzo a tutte quella gente mentre guardavo le vetrine delle boutique alla mia destra, entrai in un paio di negozi e mi comprai un po’ di cose. Ben presto si fece ora di pranzo e morivo di fame così decisi di tornare a casa.. l’unica cosa che me lo impediva era.. che non ricordavo la strada. Iniziai a camminare nello stesso lato da dove venivo.. magari riuscivo a ricordare e arrivare a casa. In quel momento tutte le forza della natura erano contro di me e non era una stupida convinzione ma una crudele realtà dal momento che iniziò a piovere a diritto. Incominciai a correre sperando di trovare quella fottuta casa ma non fu così semplice, proprio in quel momento dovetti rispondere al telefono e per miracolo riuscii a prenderlo.
-pronto?-
-ciao Emily..-
-Tyler..-
mi venne un tuffo al cuore sentendo la sua voce.
-scusami.. volevo solo sentire la tua voce..- e chiuse senza che riuscissi a rispondere. Rimasi quasi scioccata da quella telefonata, il cuore iniziò ad accelerare il battito incontrollabilmente. Riposi il telefono nella borsa e senza che me ne accorgessi iniziai a piangere. Per fortuna potevo lo stesso camminare a testa alta dato che quella fottuta pioggia di quella fottuta città coprivano quelle fottute lacrime a causa di un fottuto trasferimento. Odiavo ogni singola cosa di quella città ma ero sicura che prima o poi sarei riuscita anche io a cogliere le bellezze di quella città così meravigliosa, avevo solo bisogno di un po’ di tempo. Ero bagnata fradicia, dalla testa ai piedi e decisi di ripararmi sotto un portico, lì mi suonò ancora il telefono e lo presi incerta, vedendo che era Lucas risposi con ancora la voce che tremava.
-pronto?-
-Amy ma stai piangendo??-
disse subito riconoscendo il mio tono di voce.
-chi io?-
-perché piangi?-
disse arrivando subito al sodo.
-niente.. non preoccuparti..-
-ne parliamo a casa.. quando torni? Sta diluviando!- disse con un accenno di nervosismo nella voce.
-ma va? Non me ne ero accorta sai?- dissi scocciata.
-ti veniamo a prendere, dove sei?-
-n-non lo so..-
-come non lo sai?-
-non conosco nessun posto qui, non so dove sono.. troverò il modo di tornare!-
senza lasciargli il modo di ribattere chiusi la chiamata e appoggiai la testa sulle ginocchia che un momento prima portai al petto. Rincominciai a piangere quasi disperata, ero sola, non sapevo dove andare e dove fossi.. e per di più avevo un disperato bisogno di tornare nella mia città natale! Poco dopo mi sentii una mano sulla spalla e alzai il capo di colpo, incontrando due occhi castani che emanavano dolcezza e tenerezza.
-ehi.. perché piangi?- la domanda giusta era.. perché un estraneo dovrebbe interessarsi a me e alle mie lacrime? Non risposi e lo abbracciai, nonostante non sapessi neanche il nome di quel tipo, avevo bisogno di un abbraccio e lui non si tirò indietro, cosa che pensavo facesse. Mi accarezzò dolcemente i capelli bagnati stringendomi un po’ più forte, nell’intento di calmarmi e dopo un paio di minuti ci riuscì. Si sedette di fianco a me ed entrambi iniziammo a guardare la pioggia che incessante cadeva sull’asfalto.
-perché piangevi?-
-la domanda giusta è.. perché un estraneo si è interessato a me e alle mie dannate lacrime?!-
mi sorrise dolcemente, quel ragazzo aveva un fascino che solo Dio poteva capire cosa scatenava in me.
-non mi piace vedere una bella ragazza piangere, soprattutto senza qualcuno che la consoli- gli sorrisi, poi continuò -come ti chiami?-
-Emily, piacere-
-io sono Liam, piacere mio- ci stringemmo la mano.
-beh.. Emily.. come mai piangevi?-
-non ti offendere Liam.. ma non ti conosco neanche!-
-a volte fa bene sfogarsi con gli estranei, sai?- aveva dannatamente ragione, distolsi lo sguardo dai suoi occhi marroni e lo portai verso l’asfalto poco più avanti di noi.
-si forse hai ragione..-
-problemi di cuore?- appoggiai la testa sulla sua spalla e feci un sospiro.
-non solo.. vedi mi sono trasferita qui ieri sera.. e adesso mi trovo a vivere con un fratellastro che non sopporto.. prima avevo delle amiche, un ragazzo.. adesso non ho niente!-
-mi dispiace.. da dove vieni?-
-New York.. e spero di tornarci presto!!-
-non dire così.. devi solo ambientarti.. vedrai che andrai molto d’accordo con il tuo fratellastro!-
-è quello che mi ha detto anche mio fratello..-

-vedi non sono l’unico a pensarlo!-
-non è facile..-
dissi non convinta.
-anche io ho dovuto lasciare casa mia per trasferirmi qui e odiavo ogni singolo posto di Londra.. poi ho incontrato le persone giuste e ho iniziato a ringraziare il cielo di avermi fatto venire qui!-
-forse hai ragione..-
-non forse.. ho ragione, fidati!-
mi schiacciò l’occhiolino e io gli sorrisi.
-mi ha fatto bene parlarne con te, grazie!-
-è stato un piacere!-
-ha smesso di piovere.. forse è meglio se torno a casa!-

-vuoi che ti accompagno?- mi chiese gentilmente.
-no grazie.. preferisco stare un po’ da sola!-
-okay, beh è stato un piacere conoscerti Emily!-

-anche per me, grazie di tutto Liam!- lo baciai su una guancia, presi le mie buste e incominciai a incamminarmi verso una direzione che non pensavo fosse giusta. Per mia fortuna arrivai di nuovo al centro di Londra e mi chiamò Lucas.


SPAZIO A MEEE
Spero solo che vi sia piaciuto, anche se personalmente non lo trovo un gran che.
recensite e fatemi sapere che ne pensate.
un bacio a tutti

al prossimo capitolo :)

 

  
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