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Autore: Tatuata Bella    26/04/2013    3 recensioni
Qualcuno deve averlo avvertito. Qualche stronzetto ha detto a Billie Joe che ci sono e lui è scappato, piccolo topo vigliacco.
“Maggie sei ubriaca.”
“Graz…Grazie dell’informazione.” E non so neanche con chi sto parlando. Mi giro e vedo Trè. Il batterista quello nuovo.
“Ah. Sei tu. E quello stronzo dov’è ora?”
“Billie Joe?”
“Seh. Lui. Biiiiillie Joe. Lo stronzo universale.” Dico.
“Che ti ha fatto?” chiede.
La sua ignoranza in materia è assurda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Adrienne)
Da quando gli sweet children sono diventati i Green day continuano a ricevere offerte per suonare praticamente ovunque in ogni angolo di Berkeley, e stare con billie Joe è come stare con una rockstar, una famosa. Le cose stanno andando a meraviglia sono felice di noi, sono al settimo cielo direi, e non mi capita spesso.
"La settimana prossima suoniamo di nuovo al Gilman." Dice Billie. Stiamo camminando mano nella mano andando verso la saletta dove ci aspetta Mike per provare.
"Wow. Sai, potreste cominciare a suonare anche fuori Berkeley..." Propongo.
"Tipo l'estate scorsa? Può darsi...sai, tre pensava anche di uscire addirittura dalla California, niente a che vedere con il nostro vecchio tour..dice che suo padre ha un furgone, dice che muore dalla voglia di farci da autista."
Rido: "dev'essere un bel tipo il padre di tre"
"Uno svitato più che altro" risponde Billie ridendo, fermando la mia camminata e baciandomi, così, sul marciapiede.
"Posso venire anche io se partite?" Chiedo, con le labbra a due centimetri dalle sue.
"DEVI venire anche tu...sennò come sopravvivo io senza di te?" Risponde.
"Andiamo, dai...Siamo un'ora e mezza in ritardo.." Dico.
"...uhmmmmmmm sì, e di chi è la colpa?" Dice Billie.
"Tua..."
"Mia....? Ma se non volevi scendere dal letto..."
"Sì, sì e chi è che ha insistito tanto per entrarci, nel letto?"
Billie Joe ride: "e vabbeh...che c'entra..."
"C'entra, c'entra..."
Vengo interrotta dalla voce di Mary, che urla come al solito.
"HEY! CE L'AVETE FATTA A ARRIVARE, CREDEVO VI FOSTE PERSI..."
"E te che ci fai qui, non eri in saletta?" Chiede Billie.
"Già. Sono uscita dalla saletta e ora sono in strada di fronte alla saletta. Sconvolgente, eh?" Dice Mary.
"Sei incazzata?" Chiede Billie.
"No...sono solo un po' elettrica, Mike è complicato da gestire oggi..." Risponde Mary.
"Perché?"
"Entra e vedrai..." Mary fa un cenno di saluto e fa per andarsene, ma Billie la chiama.
"E...Mary...?"
"Si?"
"Non c'è meggie in saletta, vero?" Chiede.
Mi è improvvisamente passato il buon umore. Sembra che Billie Joe si senta così tanto in colpa per come ha trattato meggie che vive nel terrore di incontrarla da qualche parte.
"No, non c'è..." Dice Mary. "Ma, già che siamo in argomento, Billie...non se la passa proprio così bene..."
"Beh mi pare ovvio...che ti aspettavo, che facesse i salti di gioia dopo che Billie l'ha lasciata?" Sbotto io. Sono la solita stronza, ma non sopporto quando si parla di meggie.
"No. Ma fai poco la figa perché se sta così è anche colpa tua." Mi risponde Mary, secca.
"No, la colpa è mia e basta, adie non c'entra niente...e lasciala fuori da questa storia."
Mary alza gli occhi al cielo: "certo che te proprio non capisci un cazzo...lei non può starne fuori lei è il motivo per cui 'questa storia' come la chiami tu, esiste! Lei È 'questa storia'."
Vorrei prenderla a botte, ma alla fine ha ragione.
"Che sta succedendo a maggie?" Chiede Billie.
"Praticamente beve dal mattino alla sera. È due settimane che non la vedo sobria, anche se in realtà non la vedo più così spesso...la persona che vede più spesso credo sia il tabaccaio. A parte Al ovviamente."
Sento che Billie stringe un po' più forte la mia mano.
"Che cazzo c'entra Al?"
Mary alza le spalle: "sono diventati amici inseparabili.."
"Ma per favore, si sono sempre odiati!" Sbotta Billie.
"Adesso però hanno qualcosa in comune, odiano te."
"Fantastico." Borbotta Billie Joe sarcastico.
"Bene, quindi Meg e Al hanno fondato un club esclusivo a favore della pena di morte per Billie Joe e annegano tutto questo devastante odio nella tequila. A noi che ci frega?" Chiedo. Si. Divento decisamente stronza quando ho paura di perdere qualcosa e guardando la faccia di Billie Joe adesso mi è venuta decisamente paura di perderlo. E la colpa è sempre di meggie...se solo potesse sparire nel nulla, come se non fosse mai esistita, allora forse potrei finalmente stare con Billie senza avere costantemente paura che possa tornare da lei da un momento all'altro.
"Dovrebbe fregarvene, dato che è colpa vostra." Risponde Mary.
"Mi dispiace." Borbotta Billie con lo sguardo basso. "Se le parlassi farei solo peggio..."
"Lo so...non so nemmeno perché ve l'ho detto...volevo solo fare qualcosa che non fosse starmene con le mani in mano a guardare quei due che si distruggono...non ha molto senso in verità...vado a comprare dell'acqua...ci vediamo tra poco in saletta." Dice e se ne va.
Tra me e Billie cala un silenzio profondo, mentre percorriamo gli ultimi metri fino alla saletta.
"Hey..." Dico, mentre Billie infila le chiavi nella toppa. "Non colpevolizzarti troppo per meggie...non è colpa tua se l'ha presa così male...adesso si sfoga un po', poi la smetterà e si metterà con un altro...non devi permettere che rovini la nostra felicità..." Non credo di essere mai stata così sincera con nessuno in tutta la mia vita.
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia: "io ti amo...ma non posso far finta di non essere responsabile di come sta meg adesso...e la cosa assurda è che sono davvero l'ultima persona che può aiutarla adesso." Dice.
"E allora è inutile che ti tormenti così..."
Annuisce, ma non è convinto. Fa un mezzo sorriso e apre la porta.
Rimaniamo entrambi increduli di fronte allo spettacolo che ci si presenta davanti: mike è seduto per terra con  il basso tra le gambe, gli occhi spalancati e lo sguardo fisso al soffitto.
"Mike?"
"Oh, Billie Joe!" Risponde con tono strascicato e mangiandosi le parole.
"Che hai?" Chiede Billie.
"Oh, niente, LSD." risponde, noncurante.
Billie annuisce: "ah."
"Senti questo. Senti questo." Dice.
"Questo cosa?"
"Senti questo..."
"Ho capito, Mike, cosa??"
Mike comincia a suonare il basso, muovendo le mani come se non le stesse comandando veramente lui.
Noto subito gli occhi di Billie Joe che si illuminano.
"Mike...questa cosa è geniale."
"Vedi? Questa linea cambierà la...storia."
Billie sorride. È il sorriso da "cazzo, si", quello che gli viene fuori ogni volta che trova l'accordo giusto, l'arrangiamento giusto, la canzone giusta per la sua band.
"Mike, spero che tu domani te la ricordi." Dice, e suona più come una minaccia.
"Non ti preoccupare. È geniale. E me la ricordo."
Billie mi rivolge un'occhiata complice: "che dici, se la ricorderà?" Mi chiede, divertito.
"Nah. Secondo me è meglio che te la memorizzi tu." Rispondo, dandogli un bacio.
"Si. Perché questa linea di basso non voglio davvero rischiare di dimenticarla."
 
(Meggie)
“Longview. La nuova creazione geniale del topo bastardo si chiama Longview.”
Mi sbatto la porta della saletta alle spalle e John sobbalza e alza gli occhi dalla rivista che stava leggendo.
“Eh?” mi chiede.
Mi siedo in mezzo alla stanza a gambe incrociate, spostando le bottiglie di birra vuote: “la nuova canzone dei Green Day si chiama Longview, Billie Joe dice che è il loro nuovo capolavoro e la presenteranno live sabato prossimo al solito Gilman.”
John prende una sorsata di gin dalla bottiglia: “Hanno deciso di giocare in casa stavolta. E come fai a saperlo?”
“Della canzone me l’ha detto Mary. Del live ho visto i volantini. Hanno tappezzato la città.”
John annuisce.
“…spero gli esploda il palco. Corto circuito all’impianto elettrico. No. Un attacco terroristico…”
“…i terroristi al Gilman?”
“…e perché no.”
Rido: “Dammi un po’ di gin, dai…” prendo un sorso.
“Comunque…” riprendo “Preferirei un corto circuito, almeno così noi sopravviviamo.”
John spalanca gli occhi e mi fissa: “Hai intenzione di andarci?” mi chiede incredulo.
“Voglio sentire la canzone.” Dico.
“Ah, per favore, non sei mai stata così tanto fan del nostr…del loro gruppo, lo hai sempre seguito solo per Billie…” dice.
“E’ vero. Ma tu sì. E tu vuoi sentire la canzone, vero?” chiedo.
“No. Non mi interessa niente.”
Lo fisso: “Eddai…”
“ok. D’accordo. Sto morendo di curiosità. Ma non andremo a quel live, Meg.”
“Fai come vuoi. Io ci vado.”
“Ma ci sarà Adrienne!”
“E allora…?”
“Uffaaaa. Sei insopportabile quando ti fissi su una cosa.” Sbotta John.
“Che ti frega, te non ci venire…” rispondo.
“Davvero muori dalla voglia di vedere quei due insieme?”
“Almeno quanto tu muori dalla voglia di vederli suonare con Trè al tuo posto. E fare nuove canzoni per di più.”
“Quindi quota zero direi.” Dice.
“Lo so, ma…” sospiro. “Non voglio che mi taglino fuori.”
John abbassa lo sguardo: “Già..nemmeno io.”
Sospiro, mi riprendo la bottiglia di Gin, prendo un sorso e la passo a John. Lui fa lo stesso e la ripassa a me.
Tempo mezz’ora e siamo già completamente sbronzi.
“Vedrai.” Dico, estremamente convinta di quello che sto dicendo, anche se forse da sobria la considererei una cazzata: “Un giorno saremo felici anche noi. Quella felicità vera, che ti fa sorridere appena sveglio la mattina e ti fa venire i brividi.”
John ride per qualche secondo. Anche lui è piuttosto sbronzo.
“Ma che cazzi dici, la felicità non esiste.” Dice.
“Tu hai capito tutto della vita vero?” chiedo, un po’ polemica e un po’ divertita.
“Ma no, non ho capito proprio niente..”
“E allora cosa pensi veramente?” mi sdraio a pancia in su sul vecchio tappeto della saletta e fisso il soffitto. Se chiudo gli occhi vedo la faccia di Billie, quindi devo sforzarmi di tenerli aperti.
“Cerco di non pensare a niente.” Risponde John.
“E’ per questo che…bevi un casino?” chiedo. Ho voglia di parlare, distoglie la mia attenzione da pensieri tristi.
“Naaaah. Per noia.” Scoppia a ridere.
Rido anche io e continuiamo per qualche minuto.
“No, in realtà sto aspettando  di incontrare la persona giusta, poi smetto di bere, lo giuro.” Dice, ancora ridendo come un idiota.
“Seh, cerca di non fare come me con Billie Joe…era lui quello giusto poi guarda un po’ com’è finita…” borbotto.
“Magari non era quello giusto” ribatte. “E poi no, la mia persona giusta non sarà come lui.”
Rido: “Voglio sperare…”
Attimo di pausa.
“E poi come si riconosce la persona giusta?” chiedo. Billie Joe era quello giusto, ne sono sicura e è per questo che sono così incazzata, perché lui non l’ha capito. O forse per lui non sono giusta, ma per me sì. Sto delirando.
“Non lo so… una che mi ascolta, che mi fa ridere e che non si annoia se passiamo pomeriggi a fare discorsi inutili.” Risponde John.
“Discorsi inutili tipo questi, i nostri discorsi?” chiedo.
“Sì, esatto.” Si blocca per qualche secondo: “Assurdo. Hai ragione.”
“E’ assurdo che ho ragione?”
“No…è assurdo che ho pensato a discorsi come questi…”
Ho smesso di seguirlo, sono troppo ubriaca. Mi riprendo la bottiglia vuota e esco per andarla a buttare.
“Vado a casa…intanto butto le bottiglie.” Dico.
John annuisce. Ok.
Mentre sono già sulla porta mi richiama: “Ah, e…Meg?”
“Sì?”
“Va bene per quel concerto, andiamoci.”
Gli sorrido, e gli sono grata perché lo so che lo fa per assecondare le mie follie masochiste.
“Ok.”
 
(Adrienne)
I sit around and watch the tube but nothing’s on…
Sto cantando così forte da strapparmi le corde vocali. La nuova canzone è bellissima, e voglio che tutti qui dentro vedano che io conosco il testo a memoria già la prima volta che i greenday suonano questa canzone.
In realtà canto così forte anche un po’ per esorcizzare la tensione, perché stasera è troppo importante che vada tutto bene, senza intoppi, perchè tra il pubblico c’è un discografico che è venuto apposta da Los Angeles per sentire la band di Billie Joe.
“youhuuuuu…Adie, stanno andando fortissimo!!” urla Mary a fianco a me, saltellando su e giù.
“Dov’è il discografico? Che faccia sta facendo?” chiedo.
“E’ là in fondo...sembra che sorrida…dai dai dai stavolta gli fanno un contratto, vedrai…” Mary è al settimo cielo, e anche io lo sono. Sono così tanto affezionata alla loro band che sto vivendo questa cosa un po’ come se fosse una soddisfazione anche mia e in realtà in parte lo è.
Hanno finito il live, hanno appena chiuso sull’ultimo pezzo e tra una decina di minuti Billie e gli altri usciranno dal retro.
“Sono stati grandi!” esclama Mary. “Vado nei camerini! Vieni?” mi chiede.
“No…tengo d’occhio il discografico, non si sa mai che se ne vada…” dico.
Mi guardo un po’ intorno cercando di localizzarlo, ma non è lui la prima persona che vedo, proprio no, e quello che vedo non mi piace neanche un po’. Ci sono Meggie e Al seduti al bancone del bar in fondo alla sala.
Vado verso di loro a grandi passi, non gli permetterò di fare casino stasera, è una serata troppo importante.
“Ehi.” Dico, con tono combattivo.
“Adie, lasciaci perdere, sul serio. Sparisci.” Risponde Meggie. Che educazione.
“No, sul serio, è possibile che ogni volta che suonano devi esserci anche tu? E’ una cazzo di persecuzione!” sbotto.
Il tono di voce di Meggie è l’opposto del mio, è un po’ sommesso, come se non gli interessasse davvero di cosa sta parlando: “Senti. Volevamo solo sentire il concerto, se tu mi lasci in pace io non ti rompo le palle, te lo giuro. Fai finta di non averci visto.”
Sono un po’ confusa: “Non sei qui per parlare con Billie Joe?”
“No”
Ah. Sono molto confusa.
“D’accordo allora tu ti fai i cazzi tuoi e io i miei e…”
Ma vengo interrotta dall’arrivo tempestivo di Billie Joe. Porca miseria. Non poteva arrivare tra dieci cazzo di secondi?
“Che ci fate qui?” chiede.
“Niente. Ce ne andiamo.” Risponde Meggie secca, mentre Al assiste a tutta la scena senza dire una parola.
“No, senti…è una vita che cerco di parlarti…”
“Lascia perdere, Billie, non ha niente da dirti.” Interviene Al. Ha ritrovato la parola.
“L’ho chiesto a lei, non ti mettere in mezzo, sta’ zitto e vaffanculo.” Risponde Billie. Accidenti.
Meggie lo fissa negli occhi, con uno sguardo a metà tra l’incazzato e il rassegnato.
“Avanti allora, che cosa devi dirmi.” Dice. Io sono come bloccata non riesco a pensare a niente se non a dei modi originali per uccidere Maggie in questo momento.
“Meg…riguardo a quello che è successo, io…”
“BILLIE!”
Oggi è il giorno delle interruzioni, nessuno riesce a finire un discorso dall’inizio alla fine.
Ci voltiamo tutti verso Mike che sta arrivando con un enorme sorriso insieme a Mary e Trè e…e il discografico.
Billie si blocca e trasforma in un nano secondo l’espressione preoccupata che aveva in un sorriso a trentadue denti e tende la mano a questo famoso discografico di Los Angeles.
“Complimenti per il concerto. Ve lo devo proprio dire, ragazzi, mi avete davvero convinto.” Dice.
Per un secondo mi dimentico di meggie e di tutti i casini e sono solo estremamente raggiante per i Green Day.
“Grandioso! Quindi i pezzi le sono piaciuti?”
“molto. Ma dammi del tu…”
Sisisisi. Le cose si stanno mettendo bene.
“A parte i convenevoli, ragazzi, ho sentito parlare di voi a Los Angeles, e credo che la Reprise, l’etichetta per cui lavoro, sia davvero interessata a produrre della musica come la vostra…ovviamente le canzoni sono tutte vostre, vero? Scritte da voi…Non vorrei avere problemi con i diritti d’autore…”
Billie è raggiante: “Certo. Certo. Sono tutte interamente scritte da me, musica e testi…”
“Ma…Io ho scritto sei delle vostre canzoni…” interviene Al.
Oddio. Ecco perché volevo che se ne andassero, perché lo sapevo che avrebbero in qualche modo rovinato ogni cosa.
“Come?” chiede il discografico.
“Niente. Non ci fre caso. E’ solo un mio amico è un po’ ubriaco. Non considerarlo..Stavamo parlando delle canzoni…”
“Sì, beh…se non ci sono problemi per i diritti d’autore, direi che possiamo fissare subito un colloquio con i miei superiori, sempre se per voi va bene…”
“Sta scherzando? Siamo felicissimi! Davvero, grazie di questa opportunutà.”
Che adorabile leccaculo il mio Billie.
“Ottimo…allora andiamo. Se sei l’unico autore mi serve solo la tua firma…”
“Certo!” Billie segue il discografico, con un sorriso gigantesco, Mike lo segue a ruota.
“Adie, amore, vieni?” chiede Billie.
“La tua fidanzata?” il discografico mi tende la mano. “Piacere di conoscerti. La musa ispiratrice delle canzoni, immagino.”
Sorrido: “beh…” faccio una risatina “Credo di sì…”
“Confermo, confermo…”
Ci allontaniamo.
“Trè?” lo chiamo, dato che è rimasto indietro, vicino a Al e Meggie che hanno due facce decisamente da funerale.
“Non vieni?”
“No…bevo qualcosa poi vado a casa…la mia firma non serve vero?”
“Non ancora, direi…” risponde cordiale il discografico, con un sorriso. Sorridono tutti qui. A parte Al e Meggie certo, ma non è un problema mio.
“Allora a domani…” mi dice Trè.
Seguo gli altri e andiamo verso il camerino per dare vita a quella che sono sicura sarà la svolta decisiva nelle vite di tutti noi.
 
 
(Meggie)
“John? Tutto bene?” chiedo, appena il culone di Adrienne si allontana da me insieme al topo e alla sua combriccola.
John non mi risponde, si fissa i piedi con sguardo perso nel vuoto.
“Se posso impicciarmi…Da quello che ho capito Billie Joe ha considerato come sue delle canzoni scritte da te?” sia io che John ci voltiamo di scatto verso Trè. Non mi ricordavo che c’era anche lui, non avevo proprio notato che era rimasto qui.
“Perché non sei andato con loro?” chiedo.
Fa come se non avessi detto niente e continua a rivolgersi a John: “Allora? Ho capito bene? Ti ha fottuto dei pezzi?”
Finalmente John sembra essersi risvegliato: “Ah, giusto. Tu sei quello che mi ha rubato il posto.”
Trè lo fissa come se stesse parlando marziano: “Senti, io non ne so niente di questa faccenda e nn c’entro niente…ma davvero alcune delle nostre canzoni sono tue.”
“Sì, è vero.”
Annuisco: “Lo sanno tutti che è così.” Aggiungo.
Trè alza le spalle: “Che stronzetto il nostro Billie Joe.”
Sbuffo: “Andiamo a casa…” prendo John per un braccio, ma si divincola dalla mia stretta.
“Non ho nessuna voglia di andare a casa. Andiamo da qualche parte a bere.” Propone John.
Abbiamo già bevuto parecchio oggi, ma chi se ne importa. Finire la serata ubriachi di sicuro è meglio che finirla a casa a fissare il soffitto con la consueta depressione.
“Ottima idea. Ci sto.” Vado verso l’uscita, insieme a John.
“Hey. Posso venire con voi?” chiede Trè.
“Eh?? No.” Risponde secco Al.
Gli tiro un coppino: “Ma dai ma che ti ha fatto?”
Lui se ne sta zitto.
Mi volto verso Trè: “Certo che puoi venire con noi..”
Trè fa un sorriso, poi ci segue fuori da quel dannato Gilman. Forse stavolta è davvero l’ultima volta in cui ci entro.
 
 
(Meggie)
“Uooooooooooooooooooooooohoooooooooo”
Gira ogni cosa ovunque, giro anche io sopra una sedia o forse è un tavolo, ci sono le luci basse e io giro su me stessa.
Qualcuno sta cercando di togliermi il bicchiere dalla mano.
“Ehi no!”
Vedo il faccettino di Trè che mi guarda da sotto in su un po’ preoccupato.
“Hai visto?” dice, rivolto a John. Credo.
“Dai, lasciala in pace.” Risponde John.
“E’ ubriaca.”
“E allora?”
“E’…troppo ubriaca…rischia di sentirsi male…”
“Fanculo. Non sono fatti tuoi.” Risponde John. E’ incazzato.
Sento che mi muovo, qualcuno mi ha tirato giù dalla sedia o dal tavolo non lo so. Prendo un altro sorso di jack daniels.
“Senti mi spieghi perché ce l’hai con me?” Trè non demorde.
Riesco a immaginare l’occhiataccia che John ha appena lanciato a Trè anche se non la vedo perché mi gira troppo tutto.
“Perché mi hai preso il posto, forse?” risponde. E’ un sacco sarcastico.
“Eddai, piantiamola con questo ‘odio per principio’.” Ribatte Trè. “Ho sentito le vostre registrazioni, ho visto dei video dei vostri vecchi live, e…cazzo, amico sei un batterista con le palle. Hai fatto davvero un lavoro fantastico con gli Sweet Children. Non c’entro niente col motivo per cui non suoni più con loro, sono solo arrivato dopo.”
John annuisce: “beh. Diciamo che data la situazione non mi sei esattamente simpatico a prima vista.”
“Immaginavo. Nemmeno tu ovviamente. Ma, hey. Perché dobbiamo odiarci per forza?”
John scuote la testa: “Io odio solo quel nano stronzetto.”
“Con la faccia da topo.” Aggiungo io.
“Topo?” chiede Trè.
“Assomiglia…a…un topo.” Non riesco più a articolare le parole. E’ difficile.
“Però ci uscivi insieme lo stesso…” risponde Trè ridendo.
“Sì, è un topo carino…molto, maaa però è sempre un topo.”
John ha una birra in mano. Mia. Gliela rubo e la finisco tutta in un sorso, cioè quasi tutta, perché poi Trè me la strappa di mano.
“Eddai lasciala in pace si vuole solo divertire…” bravo John. Braaavo John.
“Sta proprio fuori, Al…”
“Chiamami John”
“D’accordo…comunque sta fuori di brutto…ha pure mischiato birra e superalcolici…”
“Domani avrà un gran mal di testa.” Sentenzia John.
“Ah, questo è sicuro…”
“Sai? Non sei poi così antipatico…” dice John. Miracolo! Non ci credo! Miracolo!
“Propongo un patto di non belligeranza…” dice Trè.
“Andata.”
Intanto che loro fanno amicizia e si parlano senza insultarsi io ritorno sopra il tavolo. C’è la musica, le luci, casino…bisogna ballare. Mi muovo con le mani per aria seguo il tempo. Chiudo gli occhi perché tanto non vedo niente.
“Uoooooooooooooooooh”
Dopo un po’ di tempo, non riesco più a contarlo, sarà un’ora o solo dieci minuti, provo a aprire gli occhi per vedere le luci di nuovo.
Oddio.
Non so più dove sono,ogni cosa gira in maniera davvero troppo veloce devo richiudere gli occhi. Provo di nuovo, è ancora peggio, se apro gli occhi ho nausea, panico e non capisco più niente Sto male sto malissimo. Provo a chiamare John ma non mi esce la voce, il mio cervello non riesce a comandare alla mia bocca di muoversi.
Sto male, sto sempre peggio.
E poi non capisco più niente. È tutto nero, mi sembra di precipitare, sento la testa che mi va indietro.
Cado.
E poi buio.

ANGOLO DELL'AUTRICE: Allora: annuncio noioso ma importante: tutta la storia riguardo la proprietà delle canzoni è PURAMENTE INVENTATA NON CORRISPONDE A VERITA' NEL MODO PIU' ASSOLUTO, NON VOLEVA ESSERE UN'ACCUSA O UN'INSINUAZIONE DI NESSUN GENERE E' SOLO E SOLAMENTE FANTASIA. Billie Joe non ha mai rubato niente a nessuno, era soltanto un espediente narrativo.

Poi...bene, sono ufficialmente un'idiota, è una vita che non posto perchè lunedì credevo di avere postato e invece non mi aveva inviato il capitolo e io come una scema non ho nemmeno controllato xD beh in ogni caso eccomi qui :) ringrazio chi mi segue e mi commenta :D un bacione!
Ire
  
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