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Autore: _Terens    26/04/2013    4 recensioni
Dal prologo:
Sono Elisa, ho quattordici anni e domani sarà il mio primo giorno al liceo, precisamente il Ruiz a Roma, eh si, è un linguistico.
Non ho mai avuto delle amiche, perchè a quanto pare le ragazze preferiscono quelle che come loro non fanno altro che spettegolare alle spalle dell'altra.
Non ho ancora avuto un ragazzo, il motivo?? Non voglio averlo. E poi i ragazzi preferiscono le ragazze con chili di trucco in faccia, che si comportano da svitate e gli vanno dietro. Io sono diversa.
E ora passiamo alla mia famiglia...
Mia madre è morta per un incidente in macchina causato da mio padre, Giorgio, che odio profondamente con tutta me stessa.
Vivo con mia sorella maggiore, Stella,che è una ragazza vitale e sempre allegra, al contrario di me. Ho un altro fratello, Simone che però sta in riformatorio per dei piccoli crimini commessi.
Beh, ora potete capire il motivo per il quale nessuna ragazza mi vuole essere amica e nessun ragazzo mi guarda.
Beh, ma a me non importa, se troverò mai un'amica questa mi accetterà per quel che sono.
Per quanto riguarda l'amore, l'amore è soltanto uno spreco di tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Resisti

Uno squillo. Due squilli.
Apro gli occhi ancora assonnata, guardo meccanicamente la sveglia. Le 2,30. Ma chi cavolo può essere a quest'ora?
Mi tiro fuori dalle coperte, mentre ascolto Simone rispondere al telefono -Si, va bene. Sarò lì tra poco.-
Accendo la luce e gli chiedo un po' titubante -Che è successo?-
Lui evita il mio sguardo -Torna a dormire.-
La sua risposta, secca e coincisa, mi fa preoccupare ancora di più, così gli chiedo alterata -Cosa è successo Simone?-
Questa volta mi fissa negli occhi senza distogliere lo sguardo -Stella ha avuto un incidente in macchina.-
Una frase, può una frase farmi crollare a pezzi? Evidentemente si. Le mie gambe hanno ceduto e ora sto sul pavimento a fissare il vuoto.
Mio fratello viene verso di me e mi stringe forte a lui -Andrà tutto bene.-
Non dico niente. Non posso esserne sicura però. Stella ha avuto un incidente in auto. Mia madre ha avuto un incidente in auto.
Mamma è morta.
Stella non può morire. Non saprei sopportare un'altra perdita.
-Io vado all'ospedale.- sussurra Simone tra i miei capelli. Si alza in piedi e io lo seguo -Vengo con te.-
Lui non sembra convinto, così mi ritrovo a supplicarlo -Per favore.-
-Prendi la giacca.-
Annuisco, così senza neanche cambiarmi metto la giacca ed esco insieme a lui.
-Come andiamo all'ospedale?- 
-Con la macchina di Stella.-
Lo guardo scettica -Ma come? Non ha avuto l'incidente con la sua macchina?-
-No, stava insieme a Roberto.-
Così senza dirmi altro mi supera ed entra in macchina. Io rimango ferma sulla soglia del nostro portone, finchè Simone non mi fa cenno di salire.
Così entro in macchina e non posso fare a meno che pensare all'incidente.
Non possono essere solo delle semplici coincidenze. Così ricollego tutto nella mia mente.
Incidente.
Auto.
Stella.
Mamma.
Roberto, il ragazzo di Stella.
Papà...
Scuoto la testa, anche se ci sono tutte queste coincidenze non vuol dire che Stella farà la stessa fine di mamma. Eppure non posso fare a meno che ricollegarlo al suo incidente.
Forse Simone ha capito tutto perchè prova a mostrare un sorriso rassicurante. E' più grande di me, quindi sta cercando di essere forte. Per tutti e due.
Ma lo so che anche lui dentro sta crollando, proprio come me. Non lo da a vedere però, perchè sa che in questo momento lui è il mio punto di riferimento, e che se lui crollasse, crollerei anche io.
Durante tutto il viaggio non diciamo una parola. Lui troppo preso a seguire la strada, e io troppo presa a guardare fuori dal finestrino.
Il vetro è appannato. E' umido fuori. Oggi ha piovuto.
L'acqua è bagnata, la strada è scivolosa.
Incidente...
Cerco di non pensarci ma è inutile, continuo a tenere il mio sguardo fisso fuori dal finestrino, consapevole delle lacrime che rigano ormai il mio viso.
Non posso farcela. Non posso rialzarmi in piedi un'altra volta.
E mi mordo le labbra con forza e crudeltà. Sono proprio debole, in questo momento Stella sta combattendo per rimanere in vita, mentre io piango disperata.
Poi penso a lei, al suo volto sorridente, al suo ottimismo, così mi asciugo le lacrime.
Devo essere forte per lei.
Dopo altri dieci minuti di viaggio arriviamo all'ospedale San Giovanni. Simone riesce per fortuna a trovare un parcheggio fuori.
Così entriamo dentro l'ospedale.
All'ingresso una signora, che si occupa forse delle visite ci chiede cordialmente -Serve qualcosa?-
Simone prende la parola -Stella Ricciardi ha avuto un incidente in auto. Siamo i suoi fratelli.-
Lei annuisce comprensiva -Sta in terapia intensiva.-
Terapia intensiva. Il mio cuore perde un battito, per poi accelerare tutto d'un colpo.
Tutto intorno a me perde senso. Non c'è più nessuno, non c'è nessun ospedale.
Metto una mano sul petto, proprio all'altezza del cuore. Respiro con fatica e sento che sto per crollare.
Eppure non tasto il pavimento, ma mi ritrovo tra le braccia forti e accoglienti di Simone che mi sostengono. La mia ancora di salvezza.
Non lo lascio andare, sapendo che se lo farei cadrei a terra, incapace di rialzarmi.
Stiamo così per un po', finchè non mi sussurra all'orecchio -Andiamo a sederci.-
Annuisco con gli occhi lucidi. Continua a sostenermi e gli sono davvero grata per questo. Così ci sediamo.
Fisso la parete di fronte a me, mentre Simone non molla neanche per un solo istante la mia mano.
E' tutto bianco qui. Pareti, luci, i camici dei dottori, i volti dei pazienti...
Non mi piace il bianco.
Il bianco da un'idea di vuoto, neanche si può considerare un colore. Bianco. Cosa rappresenta il bianco?
Ci penso un po' ma non mi viene fuori niente. Esattamente. Niente.
-Non ti sembra tutto troppo bianco qui dentro?- chiedo con schiettezza a mio fratello.
Lui mi guarda stupefatto, forse sorpreso dalla domanda, o anche solo che abbia parlato -Neanche a te piace il bianco, eh?-
Così per un attimo riesce a strapparmi un sorriso.
Poi vedo i suoi occhi azzurri segnati dal dolore. Vorrei fare qualcosa, fargli sentire che ci sono così gli stringo ancora più forte la mano.
Lui alza lo sguardo e mima con le labbra un "grazie"
-E di che.- dico con voce flebile.
 
*****
 
Quando apro gli occhi non riconosco subito l'ambiente intorno a me. Poi ricordo. 
Io e Simone abbiamo passato tutta la notte all'ospedale, in attesa di qualche notizia. Ma niente.
Guardo a destra, aspettandomi di trovare mio fratello accanto a me, ma lui non c'è.
Mi alzo in piedi preoccupata e comincio a guardarmi intorno alla sua ricerca.
Poi una voce mi fa sobbalzare -Ho preso dei caffè.-
Mi porto le mani al cuore per lo spavento, e per il sollievo di vedere Simone accanto a me.
La mia reazione lo fa ridere, così rido anche io. Finalmente.
Ci risediamo mentre lui mi porge un caffè. Ne bevo un sorso e per poco non sputo tutto sul pavimento intatto dell'ospedale.
Mio fratello scoppia a ridere e mi stuzzica un po'. Io lo fulmino con lo sguardo.
Poi prendo il mio caffè e lo butto in un cestino.
Mi appoggio alla parete per poi chiedere a mio fratello -Qualche novità?-
Lui scuote la testa, piuttosto amareggiato -Niente.-
Niente. La parola risuona più volte nella mia testa. Poi Simone mi abbraccia e io mi lascio andare.
Siamo così vulnerabili, deboli. Siamo umani, basta poco per farci crollare ma l'importante è rialzarsi. Sempre.
-Andrà tutto bene.-
E forse alla fine andrà tutto bene davvero. Non possiamo dire nè fare niente. Solo sperare, sperare che Stella resista.
Resistere, penso sia questa la parola chiave di tutto.
A che serve resistere, direte voi. Resistere è l'unica cosa che rimane. Quando non si ha più niente, è l'unica cosa che si può fare.
Resistere, anche se il corpo cede l'anima resiste. E' questo l'importante.
E sono sicura che anche se il corpo di Stella è così esule, inerme in questo momento, lei ce la sta davvero mettendo tutta per resistere.
Lo so e basta. E' Stella, tiene troppo alla vita per lasciarla andare via così.
Un infermiera viene verso di noi -Adesso se volete potete trovare vostra sorella.-
La ringraziamo, non aspettiamo altro da stanotte, così entriamo dentro la stanza dove è ricoverata.
Ha gli occhi chiusi, ovviamente. Ha dei tagli e lividi in vari punti, una fascia a ricoprirle la fronte, e dei tubi che le portano l'ossigeno.
Simone va da lei e le accarezza la mano, mentre dice qualcosa talmente a bassa voce che non riesco a distinguere le parole.
Non sembra lei. E' l'unica cosa che riesco a pensare.
Quella sdraiata, per poco senza vita sul lettino di un ospedale non può essere lei...
Eppure devo guardare in faccia la realtà.
Mi avvicino anche io, e le prendo l'altra mano, imitando Simone. Nessuno dei due la molla, ne dice niente.
D'un tratto la schermata del monitoraggio del cuore attira la nostra attenzione. L'aggeggio produce un suono stridulo, le linee diventano sempre più discontinue fino ad appiattirsi.
Simone corre subito fuori dalla stanza chiamando aiuto disperatamente.
-Per favore! Qualcuno venga qui subito!-
 Per fortuna vengono immediatamente dei medici. Uno di loro urla abbastanza preoccupato -Un arresto cardiaco! Serve il defibrillatore, presto! O la perdiamo!-
Alcuni di loro cercano di mandare fuori me e Simone, ma non ci riescono.
-E' nostra sorella cavolo!- sbraita mio fratello.
Così ci ignorano e cercano di eseguire il loro lavoro. Mentre li guardo che tentano di rianimarla, il mio respiro si fa sempre più veloce.
Simone mi tiene la mano, ma in questo momento forse, è più vulnerabile di me.
La guardiamo immobili, senza poter fare niente. Così, mentre le lacrime scendono impetuose sul mio viso, non posso fare a meno di sperare che debba resistere.
Mi accascio a terra, e Simone non fa niente per impedirlo. Anzi, lo ritrovo accanto a me, in uno stato peggiore del mio.
Stiamo piangendo tutti e due. 
Le parole degli infermieri non mi entrano più nelle orecchia, non sento più niente. Non vedo niente.
E in attimo è tutto nero intorno a me.




Angolo dell'autrice:
Avete visto? Sto aggiornando con più frequenza!
Ok, per prima cosa volevo ringraziarvi per le meravigliose recensioni del capitolo scorso. Grazie davvero <3
Seconda cosa: non mi ammazzate. Davvero, se lo fate non saprete mai come andrà a finire la storia.
Sul serio, so che vi aspettavate un capitolo tutto su Elisa e Luca, e invece avete letto un capitolo tristissimo sull'incidente di Stella.
Comunque, secondo voi come andrà a finire? Stella?
Ora devo lasciarvi. 
Un bacione <3
  
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