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Autore: Stella_Styles    26/04/2013    5 recensioni
Stella finalmente capì che un semplice sito della scuola e un numero ti può trasformare la vita.
Può contare solo su due persone nella sua vita e su uno sconosciuto.. Non sa che quello sconosciuto è uno dei ragazzi amici di suo fratello, Zayn, ai quali sta sempre alla larga..
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 30
 
Martha’s pov
 
Rimisi la maglietta osservando attentamente Harry rimettersi i pantaloni e stringersi la cintura.
Mi sedetti sopra un banco e lo osservai dondolando le gambe estasiata dalla vista del suo torso nudo alla ricerca della sua maglietta buttata dalla sottoscritta da qualche parte ignota della stanza.
H: Cosa mi fissi?
Si avvicinò di nuovo a me e mi sorrise a due centimetri dalla mia faccia. La voglia di risentire le sue labbra e il suo sapore dentro di me era di nuovo alta.
Era stupendo e il modo in cui sorrideva scatenava emozioni a me ancora sconosciute.
Il suo ciuffo era sulla mia fronte e per quando mi facesse solletico non mi dava fastidio e non avevo intenzione di dirgli di spostarlo.
Erano quei contatti così semplici che mi facevano rabbrividire in modo stupendo.
M: Ti da fastidio che qualcuno ti fissi?
H: Sì.
Si riappropriò delle mie labbra come aveva fatto per tutto il tempo.
Approfondì il bacio con semplici mosse e io mi sentii in paradiso, la seconda volta quel giorno.
Si staccò lentamente da me e riprese il respiro regolare, a quanto pare non era l’unica a cui quei baci facevano quell’effetto.
M: dobbiamo fare ancora quella relazione.. Ricordi?
Dissi cercando di deconcentrarmi dal suo petto perfetto, avevo posato le mani su questo e stavo passando il contorno dei suoi tatuaggi un po’ strani, un po’ tanto strani.
H: Mh.. Quando è la consegna?
M: La prof è malata, quindi credo tra tre giorni..
H: Venerdì?
Annuii e guardai Harry allontanarsi alla ricerca della maglietta.
H: Hai visto la mia fottuta maglietta?
Mugugnai un no e rimasi incantata da quella vista e sperai con tutto il cuore che quella maglietta rimanesse nascosta per tutto il tempo.
H: Trovata.
Esultò e io mugugnai nuovamente non riuscendo a esprimere meglio quello che intendevo.
H: Casa mia o casa tua?
M: Mh.. Mghm..
Non compresi neanche io cosa dissi e sinceramente non avevo capito neanche cosa avesse detto Harry.
Lui, vedendo la mia faccia molto disorientata, scoppiò nella sua risata stupenda mostrando quelle adorabili fossette.
Era magnifico e di una bellezza mai vista prima.
Si andò a specchiare nella finestra e iniziò a sistemarsi i suoi capelli ribelli.
Si continuava a guardare come quasi un maniaco e io fissavo la scena divertita. Le sue mani si muovevano esperte sui suoi capelli scuotendoli per poi buttare all’indietro il ciuffo che poco prima era sulla mia fronte.
Stava ripetendo quella mossa da più di due minuti e io mi stavo seriamente stufando.
M: Non ho mai visto un ragazzo che ha gli stessi tempi di una ragazza troia.
Harry si girò con un sogghigno stampato in faccia.
H: Problemi?
Si avvicinò e si posizionò tra le mie gambe e si distese su di me facendomi sdraiare sul banco, di nuovo.
Il suo respiro si unì al mio e io sentii un’inspiegabile voglia di ritogliere tutti quei vestiti che ci impedivano un maggiore contatto.
M: No, nessun problema.
H: Meglio così.
Le sue labbra erano di nuovo sulle mie e io mi sentii letteralmente in paradiso.
x: Perché è chiusa questa porta?
Qualcuno cominciò insistentemente a bussare alla porta e a provare ad aprirla.
x. Mary, hai chiuso te la porta?
Harry si alzò dal mio corpo e mi porse una mano per aiutarmi.
Andò dall’altra parte e lo osservai mentre si chinava a prendere una cosa dal pavimento.
Spostai il mio sguardo verso la finestra e osservai Londra, quel poco che si intravedeva, amavo Londra ma mi mancava dov’ero cresciuta.
I miei amici e tutta quello che comprendeva abitare in un paese sperduto e non in una città fin troppo affollata e grande.
H: Questo credo sia tuo.
Mi porse il reggiseno color carne e io lo presi diventando di un colore indefinito. Lui se ne accorse subito e mi baciò. Mi tolse la maglia e la posizionò a fianco a me e mi baciò ogni singolo centimetro quadrato possibile del mio collo e mi abbracciò per riallacciare il reggiseno.
Senza staccare le sue labbra dalle mie mi infilò le spalline per poi farmi indossare la maglietta come faresti con una bambina.
Si staccò dalla mia bocca e si leccò le labbra come per assaporare di nuovo il mio sapore. Lo imitai e sorrisi come un’idiota.
H: Adesso cos’hai?
M: Supplenza per fisica.
H: Anche io. Ci vediamo in classe.
x: So che siete lì dentro, aprite o chiamo il preside!
La signora fuori urlò e io sbuffai rumorosamente, Harry aprì la porta e io lo seguii fuori ignorando completamente gli insulti mandatici dalla prof e delle occhiate dei miei compagni che avevano assistito alla scena.
Sentirsi gli occhi puntati addosso era qualcosa di struggente, ripetei a me stessa di mantenere la calma e ignorare tutto il resto attorno a me ma non fu facile, per niente facile.
La pausa pranzo non era ancora finita e mancavano solo pochi minuti all’inizio di un’altra ora di lezione che avrei sicuramente passato a fissare Harry come un’ossessionata.
Andai da sola verso l’uscita per prendere un po’ d’aria prima della fine della pausa pranzo e notai stella seduta contro gli armadietti.
M: Ehi, che succede?
S: Martha, hai visto Liam?
Era completamente persa, aveva lo sguardo di una che aveva realmente bisogno, ma non di un’amica.
Di uno che l’amasse veramente.
Aveva bisogno interamente di Liam.
M: Sì, è nell’aula di disegno con la professoressa per dei compiti extra.
S: Oddio grazie! Grazie al cielo! Ti amo!
Si alzò di scatto e mi diede un enorme bacio sulla guancia e mi sorrise come non aveva mai fatto da quando l’avevo conosciuta.
Sparì nei corridoi senza lasciarmi rispondere e chiedergli perché cavolo ci aveva messo così tanto e aveva aspettato la fine del pranzo del fatidico giorno per rendersi conto che Liam, per quando potesse negarlo, era l’unico che poteva farla stare bene.
E poi, Liam, Liam era veramente innamorato perso di lei e quelli intorno, che credevano di conoscerlo alla perfezione non se ne erano neanche accorti.
Semplicemente perché non sapevano cos’era l’amore.
Lo sapevano in pochi, anzi, nessuno. Louis lo aveva appena scoperto, Zayn e Harry continuavano a portarsi a letto le ragazze e Niall.. Niall non lo conoscevo abbastanza per dire se conosceva o no l’amore. In Liam, invece, l’amore gli era ben presente.
Lui si voleva prendere cura di Stella come se fosse eternamente sua. Lo si leggeva negli occhi. Come si illuminavano appena sentiva il solo sussurrare del nome Stella.
Il ragazzo aveva riscontrato degli effetti, come nelle malattie. Io ne ero stata malata per anni, di un ragazzo solo. Per anni.
Lui era perfetto per me e non aveva difetti, così credevo.  In quel momento, invece, per quanto potessi amare Harry, li vedevo i difetti. Li vedevo chiari ma la parte più importante è che li amavo così, senza cambiare una virgola di essi.
Lui era perfetto nell’insieme, compresi i suoi difetti sparsi.
Ma avevo paura di innamorarmi, non di nuovo. Non dovevo capitare di nuovo in quel trambusto che è avere una relazione.
Andai davanti alla scuola e presi una sigaretta sedendomi in una delle tante panchine.
Louis: Da quando in qua fumi?
M: Un po’, per rilassarmi, come va Louis?
L: Dobbiamo parlare.
 
Stella’s pov
 
Hope: Tu che cazzo hai fatto?
Hope si sedette sopra il balconcino della finestra che dava sulla vista dietro. Cercai di concentrarmi solo sullo sfondo e evitai il suo sguardo che forse sarebbe diventato troppo pressante.
H: Stella.. Rispondimi. Subito.
S: È probabile che io, casualmente sono, cioè, mi sono, forse, probabilmente.
H: Stella, con meno avverbi, grazie.
S: Ehm.. Mi sono presentata all’appuntamento con Liam.
H: Stella, cazzo.
S: Ma lui..
H: Lui?
S: Lui era con un’altra, Hope.
H: Lo ammazzo, è deciso. Spero che tu l’abbia mandato a fanculo e non gli abbia più permesso di toccarti, vero?
Il suo sguardo era interamente speranzoso, avevo paura di quello che avrebbe detto se gli avessi riferito che Liam era tutto ciò che volevo e solo quello.
Il suo sapore era ancora sulle mie labbra e mi chiedevo con quale cazzo di coraggio sarei riuscita a parlare con mio fratello.
Il suo carattere troppo protettivo non mi avrebbe mai permesso di frequentare uno come Liam.
Anche se era il suo migliore amico, non credo che avesse molta fiducia in lui e mi stupivo di me stessa per essermi fidata così tanto di lui. Non so se avevo fatto la cosa giusta, ma ero pronta per quello sbaglio anche se mi avrebbe fatto così male che non sarei riuscita a ricostruirmi..
Avevo la mia mano nella sua ma non sapevo, non ero certa, che se l’avrebbe lasciata all’improvviso, sarei riuscita a camminare da sola. Avevo faticato a camminare nella mia vita per più di un anno e adesso che ci ero riuscita per un pezzo senza sbandare con il suo aiuto, non ero pronta a fare tutto da sola, non adesso.
H: Stella?
S: Che?
Non mi ero resa nemmeno conto di essere ancora lì, è questo che mi faceva Liam e il pensiero delle sue labbra sulle mie.
H: Rispondi!
S: Ah.. sì.. io..
Non ero pronta, assolutamente.
S: Gli sono andata a dire che non ci sarà mai un ‘noi’.
Abbassai la testa sperando che Hope non capisse che era la più grande cazzata mai detta.
Sì, esisteva un noi, ma per quanto volessi urlare al mondo che Liam era solo mio, avevo paura. Avevo paura che questo, prima o poi, sarebbe finito improvvisamente e nel peggiore dei modi.
Sentii Hope scendere da dove era salita e io stetti in silenzio con troppa paura di muovere anche un solo muscolo.
Ormai la mia vita era contornata da paura.
Paura di innamorarmi.
Paura degli altri.
Paura del giudizio della gente su di me.
Paura di fare brutta figura.
Paura di tutto.
Sentii le sue braccia esili stringermi contro di se.
H: Grazie al cielo non hai fatto cavolate. Avevo paura Stella, veramente paura di perderti.
S: Non mi avresti perso.
H: Avrei perso sicuramente la Stella razionale.
S: E se fosse successo?
H: Non è successo, questo è l’importante.
Mi strinse la mano e si incamminò verso la classe. Ormai l’ora prima l’avevamo persa.
S: Hope.. Abbassai la testa continuando a camminare, far uscire quella semplice domanda era difficile, non sapevo come l’avrebbe presa..
H: Dimmi Stella..
S: Che ci facevi, prima, con Niall?
H: Stavamo solo parlando..
S: Non serve essere a due centimetri per parlare..
H: Stella, ho diciott’anni, so cosa sto facendo.
S: No, no sai cosa stai facendo. Con Zayn?
H: Stella, non ho voglia di parlarne.
S: Ok, ok, come vuoi.
Hope senza dirmi niente girò verso l’altro corridoio e se ne andò lasciandomi da sola.
Lei era così, se la prendeva per tutto, cercavo solo di farle capire che stava sbagliando, non doveva trattare mio fratello così e tantomeno il mio migliore amico.
Lei non sapeva scegliere, ne ero certa.
Hope era innamorata persa di Zayn e lo sapeva bene ma ricevere quelle continue attenzioni da Niall la mandava ancora di più in confusione. Forse non riusciva a capire che lei era perfetta per Zayn solo perché non la faceva sentire speciale. O forse sì.
È quasi impossibile capire la gente da solo lo sguardo. Neanche se ti dicono tutto, neanche se si sfogano con te, ci sarà sempre una parte nascosta.
Camminavo da sola per il corridoio e ad un certo punto la mia testa iniziò a vagare per tutti quei ricordi così forti. Così duri.
S: No, non di nuovo.
Le mie gambe, che non erano mai state sicure e forti, mi sembravano delle cose molli e incapaci di reggere un peso, per quanto fossi così magra, così enorme.
Cercai disperatamente un muro e mi ci lasciai andare sperando che nessuno mi vedesse.
La campanella suonò e i terribili flashback della scena successa proprio dopo una campanella mi ritornarono in mente.
Le mani di Harry che prima erano sul mio fianco innocenti per poi diventare, dopo il suono di quella maledetta e fottuta campanella, avide e egocentriche.
Volevano solo il mio corpo e il suo piacere. Mi aveva letteralmente spogliata fuori e dentro, le risate, la vista che si faceva sempre più offuscata dalle lacrime e il dolore per il corpo di Harry su di me erano come coltelli che si infilavano dentro di me.
Quei coltelli, quelle risate e quei telefonini pronti a riprendere ogni mossa di Harry su di me erano ancora dentro di me e mi appartenevano. Non sarebbero mai andati via. Per quanto cercavo di cancellare il passato questo, era sempre lì, pronto a colpirmi di nuovo.
Ero vuota, vuota dentro e pochi erano riusciti a riempirmi dentro anzi, solo uno. Liam.
Mi strinsi le ginocchia al petto e sentii il respiro farsi sempre più corto, la vista ormai era andata a farsi benedire e io mi sentivo sempre più sola.
S: Liam..
Sussurrai appena sentii delle braccia avvolgermi le gambe e un fianco. La vista mi impediva di vedere se fosse Liam.
Ma non era lui. Ero sicura che non fosse lui, conoscevo bene le sue mani e quelle non erano di certo le sue, erano sicuramente delle mani forti di un ragazzo ma non le sue.
Le sue erano.. Grandi, forti, potenti e con una strana sensazione addosso.
Come se fossero le mani più calde e più confortabili di questo mondo.
Forse, per me.. Lo erano.
Quasi paragonabili a quelle di mio padre, quasi, perché le mani di un padre non si possono battere e sostituire. Neanche l’uomo della tua vita può riuscirci.
I miei occhi erano chiusi e i pensieri di mio padre erano sempre più forti, mi rannicchiai contro il petto del ragazzo sconosciuto e molto probabilmente ignaro di chi fossi.
Se no non mi avrebbe aiutato e di certo preso in braccio.
Presi la sua maglietta e la strinsi nel mio piccolo pugno cercando di calmarmi ma senza buon risultato.
Appena, nel mio stato di incertezza e depressione, mi resi conto che un ragazzo sconosciuto mi stava trasportando molto probabilmente in mezzo alla folla di volti conosciuti della mia scuola mi iniziai a dimenare cercando disperatamente di scendere anche se ero ben consapevole che non mi sarei retta in piedi.
La mia forza non era tanta e il ragazzo mi stringeva sempre di più per non permettermi di dimenarmi troppo.
x: Calmati piccola, ti aiuto io.
Quella voce, la voce dei miei incubi, la voce che mi torturava, la voce che sembrava tanto rassicurante e invece era tutto il contrario.
Aprii lentamente gli occhi e mi ritrovai l’uomo che immaginavo.
Alto, muscoloso, occhi intensamente verdi, capelli inconfondibili e la capacità di rovinarti la vita.
Abbassò lo sguardo sul mio e mi sorrise.
x: Finalmente, iniziavi a farmi male.
Non riuscivo a parlare, presi la minima quantità d’aria che serviva per dire il suo nome.
Quel nome tanto temuto da me e da tante altre ragazze, ma soprattutto da me.
S: Harry?
 
 
 
Forse per questo finale mi odiereste perché vorreste sapere il continuo..
Quindi mi scuso ma doveva andare così, un bel finale a effetto per il capitolo 30 ci stava no?
Ok, volevo ringraziare tutte le persone che recensiscono e quelle che lo fanno costantemente..
E..
Soprattutto..
Un enorme grazie a MRSHORANPAYNE. Grazie bellezza per esserci sempre per me!
Spero vi sia piaciuto..
Un bacio xx
_Stella

 
 

  
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