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Autore: imakoala    26/04/2013    2 recensioni
Quando l'amore tanto disprezzato arriva e ti colpisce, come puoi rifiutarlo?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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La vibrazione del mio cellulare mi svegliò.
Chi potrà mai essere a quest’ora? Pensai, stropicciandomi gli occhi e prendendo il cellulare.
 
Da: Numero Sconosciuto

Buongiorno bellissima ;)
 

Sorrisi guardando lo schermo, che dolce che era stato a inviarmi il buongiorno.
Risposi velocemente.

A: Francesco
Buongiorno anche a te ;)


Da: Francesco
Ci vediamo dopo a scuola, devo chiederti una cosa ;)


A: Francesco
Certamente, a dopo :)



Dopodiché mi preparai per andare a scuola.
                                              
                                                                                       ***


Mi sorprese arrivandomi alle spalle.  
“Domani sera hai nulla da fare?”
Mi girai per guardarlo e mi misi a riflettere sulla sua domanda.
“Fammi controllare un attimo la mia agenda”
Si mise a ridere.
“Dai.”
“Hm, no, non ho nulla da fare, sei fortunato.” Gli sorrisi.
“Perfetto, perché ho due biglietti per la festa di un mio amico… Ti andrebbe di venirci?”
ODDIO. Nessun ragazzo mi aveva mai invitata ad uscire con lui. Cosa si doveva rispondere? Che sciocca.
“Certamente.” Arrossii di colpo.
“Bene, passo a prenderti alle nove. Mi raccomando puntuale.” Si mise a ridere, poi mi prese per il mento e mi diede un leggero bacino sulla guancia. In quel momento la campanella suonò, facendo finire la ricreazione.
“Beh, devo andare. Ci sentiamo, bellissima!”
E così dicendo uscì dalla porta, mentre lo salutavo con la mano.

                                                                                 ***

“IL RAGAZZO NUOVO TI HA CHIESTO COSA?!?” Mi urlò Angel nelle orecchie, dopo che le raccontai  la conversazione avuta la mattina a scuola con Francesco.
“Si, mi ha chiesto di uscire domani sera… Lo smalto lo vuoi rosso o blu?”
Quanto amavo i pomeriggi con Angel, quando ci facevamo la manicure a vicenda e ci mettevamo lo smalto, spettegolando e confidandoci.
“Rosso. Allora tu che hai risposto?” Mi guardò raggiante.
“Di sì, cosa avrei dovuto rispondere?”
“Aah, non ci credo! Che bella cosa, sono così felice per te Miriss.”
La sua voce era acuta, particolarità che aveva quando era felice, ed  ogni tanto faceva dei piccoli saltelli di gioia, facendo sbavare lo smalto rosso che le stavo mettendo alle mani.
“Stai ferma che così rovini tutto il duro lavoro di manicure che ti sto facendo!” la ammonii.  Poi continuai a parlare “E a te come va con Giulio?”
Lei sorrise, arrossì  e abbassò la testa.
“Allora?” la incitai, incuriosita.
“Mi ha baciata, stiamo insieme.” Si fece ancora più rossa.
“Ma… E’ fantastico Angel!”
Ci mettemmo a urlare e saltare per tutta la stanza, come due bambine. Facevamo sempre così quando succedeva qualcosa di bello.  Con lei stavo bene e ci capivamo subito, per questo era la mia migliore amica.
Si sentii bussare alla porta, poi mia madre fece capolino chiedendoci se volevamo delle fragole con il gelato.
“Si, grazie!” urlammo in coro, e mia madre ci lasciò i bicchieri sulla scrivania.
“Beh, cosa ti metterai domani?” mi chiese ad un certo punto lei.
“Boh, non ne ho idea.” Non mi ero mai preoccupata dei vestiti, di solito mi infilavo le prime cose che trovavo nell’armadio.
“Sei senza speranze, mia cara.” Scosse la testa, sconsolata. “Ma vediamo un po’ che hai in quest’armadio.”
Si alzò e puntò verso il mio guardaroba, iniziando a frugarci dentro e a tirare fuori vestiti che secondo lei erano ‘ok’ .
“Ti ha detto dove ti porterà?” la sua voce giunse attutita dalle ante dell’armadio.
“Ha detto ad una festa di un suo amico, ma non so dov’è.”
Lei si alzò, guardandomi un momento, poi sgranò gli occhi.
“Oddio, non è che è la festa di Dj Rick? È la più in del paese!” urlò, spalancando la bocca.
“Boh…” Non sapevo nulla, lui mi aveva detto semplicemente ‘la festa di un suo amico’ , nulla di più.
“Se così fosse devi vestirti per bene. Andiamo a casa mia, qui non c’è nulla di soddisfacente.”
A malavoglia mi alzai e ci avviammo verso casa sua.
 
Dopo ore di prova e riprova, scelse per me un top attillato nero, pantaloni stretti che mi risaltavano le forme e scarpe nere con i tacchi. Avevo categoricamente vietato le gonne, non le sopporto.
“Io dovrei ballare, credo. Quindi come faccio a muovermi con questi cosi?” dissi, indicando i trampoli che mi aveva infilato ai piedi.
Lei sbuffò stizzita, poi si porse nella sua scarpiera e mi allungò un paio di ballerine, davvero carine. Avevano un fiocco davanti ed erano tutte nere lucide.
“Queste ti vanno bene? Fortuna che abbiamo lo stesso numero, altrimenti saresti andata con le scarpe da ginnastica.” Tirò un sospiro e scosse la testa.
“Oh, grazie!” la abbracciai stretta. “Sei un’amica meravigliosa, Angie, ti voglio tanto bene!”
 
Mi accompagnò alla porta.
“Ciao, a domani!” la salutai con la mano, poi mi diressi verso casa.

                                                                                ***

La giornata seguente passò in fretta, catapultandomi direttamente alla sera.
Mi lavai i capelli, mi feci una doccia, mi misi i vestiti che mi aveva prestato Angel e mi truccai.
Sentii il fischio di mio padre appena mi vide.
“Ma come siamo belle stasera. Doveva di bello la mia bambina?”
Alzai gli occhi al cielo.
“Ad una festa.” Gli sorrisi.
“E con chi?” Mi guardò serio.
“Con… un amico”
“Ah, e chi sarebbe questo amico?” enfatizzò la parola ‘amico’.
“Si chiama Francesco. Viene nella mia scuola.”
“Quanti anni ha?”
“Sedici.” Stavo iniziando a spazientirmi di questo interrogatorio. Mio padre se ne accorse e, fortunatamente, la smise.
“Ah, ok. Mi raccomando, attenta. C’è tanta brutta gente in giro.”
Il campanello suonò.
“Si, non preoccuparti papi, io vado eh.” Gli diedi un bacino sulla guancia.
“Mi raccomando non prenderti drink o altro, sta’ attenta!”
“Si-i!” urlai dalla tromba delle scale, mentre mi precipitavo giù.
Quando aprii la porta lo trovai appoggiato ad uno scooter.
Aveva una camicia bianca un po’ sbottonata che lasciava intravedere i muscoli del torace, dei pantaloni grigi e Converse dello stesso colore. Era meraviglioso.
“E quello scooter?” chiesi, incuriosita.
“Diciamo che sono riuscito a farmelo mandare dalla mia vecchia città.” 
Sorrise e mi guardò dalla testa ai piedi per due o tre volte. Poi tirò un fischio.
“Wow.”
“Cosa c’è?”
“Nulla, solo che… sei bellissima.”
Arrossii di colpo. Lui si avvicinò e mi diede un bacino sulla guancia.






Yoo bebbi. Allora mi sembra che come capitolo è un po' lungo e inutile (?) boh, ditemi se vi piace. Credo che fino ad ora la storia sia stata abbastanza noiosa ma vi prometto che nel prossimo capitolo forse succederà qualcosa.
Vi prego recensite çwç 
Alla prossima.

imakoala. x
   
 
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