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Autore: Lady Shadow 87    14/11/2007    1 recensioni
Ed ecco la mia prima Fan-Fiction.
Alexa trova in fondo ad un cassetto una strana lettera, aprirà di fronte a lei un nuovo mondo, che mai nemmeno lontanamente avrebbe sperato di conoscere.
E' l'inizio di tutto.
Vi prego siate clementi. XD
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci ad un nuovo capitolo, addirittura al nono. ^^

In questo capitolo ci saranno anche delle parti narrate in terza persona, che ho evidenziato scrivendole in grassetto.

*****

9 – Scelte giuste e scoperte inaspettate

 

Passarono i giorni.

Le giornate andavano avanti col solito ritmo, lezioni , lezioni e il resto del tempo da sola.

Sola a leggere e a studiare.

Oppure sola con la mia gattina Sasha.

Era sempre più duro giorno dopo giorno andare avanti, mi sentivo sola, e la cosa peggiore era che la colpa era totalmente mia.

Dentro di me avrei voluto tornare ad essere amica di Harry, Hermione e di Ron. O anche solo parlarci, visto che amica forse non lo ero mai stata veramente.

Non sapevo che decidermi a fare e intanto le giornate passavano, sempre più lentamente sempre più solitarie.

E dire che nella mia vita ero sempre stata sola, perchè mai allora adesso mi pesava tanto ?

Ma conoscevo bene la risposta. Era perchè avevo provato sulla mia pelle com’è avere persone vicine che ti parlano, scherzano con te e ti aiutano. E tornare indietro è difficile, se non impossibile, non si cancellano tali sentimenti e sensazioni una volta provate.

Ogni tanto sentivo su di me lo sguardo di Hermione e anche degli altri.

Forse era molto stupido questo mio modo di comportarmi, troppo, e in più ci soffrivo, ci stavo male.

Ad aggiungersi c’era anche Malfoy ogni tanto che mi guardava ghignando soddisfatto.

Continuai a frequentare assiduamente la biblioteca per tentare di scoprire qualcos’altro, ma lui non lo incontrai più lì.

Scoprì molte cose in biblioteca, sul mondo magico, sulle persone e le famiglie che lo popolavano. C’erano streghe e maghi ricchissimi e pieni di poteri, la famiglia di Malfoy apparteneva pienamente a questa categoria da tantissime generazioni. Generazioni di maghi e streghe solamente e necessariamente di sangue puro.

 

Capisco ora da dove vengano le sue assurde idee, da generazioni e generazioni di antenati.

Cugini che si sposavano tra di loro pur di mantenere il sangue “puro”.

 

Pensai sfogliando alcuni libri.

Guardai l’orologio, era ormai l’ora di andare a cenare, mi alzai e dopo aver sistemato alcuni libri al loro posto mi avvai verso la sala grande.

Nella borsa di tela avevo sistemato un libro che parlava dei più antichi casati del mondo magico. Ma non avevo notato che al suo interno vi erano il nome e cognome di una persona che non avrei mai e poi mai immaginato di poter trovare lì.

 

 

 

- Nello stesso momento in un grande palazzo nella sperduta campagna inglese. -

 

Una donna stava seduta di spalle alla porta del salotto, guardava verso le grandi vetrate che spaziavano su un grande cortile lussureggiante. Un grande giardino all’inglese.

Si sentì un leggero bussare e poco dopo entrò una piccola elfa domestica coperta solo da un lungo drappo di stoffa legato sulla spalla e sul fianco.

<< Signora padrona? E’ arrivato il suo gufo con lettera. >>

La donna si girò lentamente mostrando la sua alta figura avvolta da una veste da camera verde chiara. Era una donna sulla cinquantina.

Alzò il  sopracciglio deciso, con aria curiosa.

<< E chi la scrive Evereth? >>

L’elfa riguardò più e più volte la lettera sforzandosi di leggere quel nome.

<< Si ... Sil ... Silent ... >>

La donna quasi strappò la lettera di mano all’elfa e subito andò a leggere quel nome che pronunciò ad alta voce.

<< Silente. Albus Silente. >>

L’elfa se ne andò mentre la sua padrona apriva la lettera e velocemente, dopo essersi seduta su un lungo divanetto di velluto rosso di fronte alle grandi vetrate, iniziava a leggere la lettera.

Finita di leggere la lunta missiva alzò i suoi occhi fissando il nulla fuori dalle finistre.

I suoi grandi occhi erano verdi. Verde acqua.

 

 

 

- Hogwarts -

 

Arrivai finalmente alla mia tavolata, sedendomi distrattamente a fianco di Neville che chiacchierava animatamente con un altro compagno del nostro anno. Nessuno apparentemente fece caso a me.

La cena era quasi alla fine quando sentii su di me alcuni sguardi, alzai lo sguardo e poco lontano da me vidi Harry con al suo fianco Hermione e Ron. Provenivano da loro quegli sguardi. Avevo due possibilità abbassare lo sguardo e far finta di nulla o ricambiare.

Ero stanca della prima possibilità, era ora di parlare e smetterla di fuggire, ormai conoscevo la verità. Più o meno.

<< Harry ... >>

Quasi urlai, ma non mi interessava che gli altri sentissero, anzi meglio. Dovevano sentire Alexa Bennet da che parte stava. E io stavo dalla parte di Harry, Hermione e Ron.

<< ... scusami per come mi sono comportata! >>

Continuai, e infine:

<< Io ti credo! E credimi non sei tu il pazzo! >>

Sorrisi dicendo quest’ultima frase.

Mi ero accorta ormai da tempo unendo tutte le informazioni che avevo recepito in quel periodo che non potevano aver altro che ragione.

Gli altri non volevano credergli perchè avevano paura, ma probabilmente dentro di loro conoscevano perfettamente la verità, ma non lo avrebbero mai ammesso.

Come mi aspettavo quasi tutta la tavolata si girò verso di me, avevano probabilmente capito cosa intendessi con quel “Ti credo” e i loro sguardi non erano molto carini ora.

Vidi Harry ridere assieme a Ron e ad Hermione.

<< Non sai in che ti sei cacciata! >>

Mi disse Harry guardando quelli della nostra tavolata.

<< Benvenuta nel gruppo! >>

Concluse Hermione, guardando divertita Lavanda e Calì parlottare guardandoci.

Finalmente mi sentivo di nuovo il cuore leggero e tranquillo. Avevo fatto finalmente la cosa giusta.

Ora dovevo solo riniziare tutto da quì. Da delle vere amicizie ne ero convinta.

Ma mi sentivo ancora addosso un sguardo, uno sguardo glaciale. Alzai velocemente lo sguardo e vidi Malfoy fissarmi intensamente, quasi infuriato. Doveva aver capito quello che avevo fatto. Ero tornata da Potter. Sicuramente mi avrebbe detto questo se fosse stato di fronte a me. Ma dalla sua tavolata delle serpi non poteva fare altro che guardarmi male.

La cena finì poco dopo, parlammo per tutto il tempo dopo aver fatto uno scambio di posto con una compagna per trovarmi di fronte a loro, parlammo di cose banali forse ma d’altronde non potevamo parlare di altro al momento.

Appena finita la cena non facemmo in tempo ad alzarci che il portone della sala grande si aprii di scatto, entrò Gazza, e quasi correndo si precipitò verso Silente e gli parlò concitatamente.

Doveva essere successo qualcosa.

Lanciai uno sguardo ad Harry e gli altri ma alzarono le spalle non sapendo nulla.

Tornai a guardare la scena incuriosita, guardai Silente per tentare di capirci qualcosa, lo vidi stupirsi e poco dopo alzarsi ma non fece in tempo a fare alcun passo che dal portone provenì il suono di passi veloci, tacco sopra il pavimento.

 

 

 

Tutti si giraono verso l’ospite non atteso vista la reazione di Silente, o per lo meno non così presto.

Nel portone si delineò un alta figura di donna con un grande cappello a tesa larga a coprirle il volto.

Il suo passo era sicuro, quasi arrabbiato e procedette fino a quasi metà della sala prima di fermarsi.

Tutti la fissarono incuriositi. Finalmente a metà sala si fermò e alzò il volto così che tutti potessero vederla bene in faccia.

La Umbridge da lontano in fondo alla tavolata degli insegnanti tossicchiò ma nessuno parve farci caso.

Sulla faccia di Silente si allungò un largo sorriso e raggirando il tavolo si incamminò verso la sconosciuta allargando le braccia in segno di benvenuto.

<< Benvenuta di nuovo ad Hogwarts, Margareth. >>

La donna dopo aver lasciato cadere il lungo mantello nero a terra strinse calorosamente la mano di Silente che, lui con enorme galanteria, baciò.

<< Quanto tempo Albus. >>

La donna sorrise il suo volto si illuminò.

La donna doveva essere al massimo sui cinquantacinque anni, ma mentre sorrideva ne dimostrava come minimo dieci in meno.

Il volto era tondeggiante, contornato da una cascata di riccioli rossi legati dietro da una morbida crocchia che ne lasciava molti liberi.

Le sopracciglia erano sottili e decise, gli occhi erano di un intenso verde acqua sottolineati da una sottile linea nera. Sotto all’occhio sinistro aveva un perfetto e tondeggiante neo. Sembrava quasi il viso di una dama nel regno sotto Luigi XV.

Le labbra erano piccole e carnose, colorate di un lieve rosso.

Era una donna molto alta e il suo corpo formoso era stretto da un aderente abito in stile princess. L’abito lungo fino ai piedi era di velluto verde e finiva con un corto strascico. La scollatura era profonda e quadrata e incorniciava un seno molto abbondante. I guanti e il cappello erano della stessa stoffa dell’abito e in cima al cappello c’erano due grandi piume verde chiaro.

Con la mano destra infine reggeva un pesante bastone di legno scuro con in alto un’enorme pietra rossa.

Tutta la sala la fissava a bocca aperta.

Poche persone in sala sapevano di chi si trattasse, e solo una conosceva il motivo del suo arrivo.

 

 

 

Rimasi a fissarla a bocca aperta, il suo abito era splendido, una perfetta riproduzione di un abito della seconda metà dell’800, e poi che bella donna. E come lo portava, aveva sicuramente il corsetto sotto l’abito per avere una figura così, a clessidra.

Non sapevo chi fosse ma certamente aveva addosso un capo fantastico. Si adoravo il modo di vestire dei maghi e delle streghe!

 

 

 

<< Sei sicuro di quello che mi hai scritto Albus? >>

<< Non sarebbe meglio Margareth andare a parlarne in un altra stanza? >>

<< No voglio saperlo quì e adesso. E’ vero ? E’ quì ? >>

<< Si Margareth è quì. In questa stanza. In uno dei tavoli. >>

<< Oh Merlino! Ti prego non dirmi Tassorosso. >>

<< No, per quanto non ci sarebbe niente di male, non è una Tassorosso. >>

<< Per fortuna, lui, lo sai bene, fu un Tassorosso e quali e quante delusioni mi diede. Ma non voglio ripensarci. >>

<< Se proprio lo vuoi sapere, Margareth, è poco lontano, seduta al tavolo alle tue spalle. >>

Margareth si giro lentamente scrutando i ragazzi che erano seduti alle sue spalle, che la fissavano ancora pieni di curiosità.

<< Questo è il tavolo dei Grifondoro. Qual’è ? >>

<< La riconoscerai, ha i tuoi stessi occhi. Ma non sarebbe meglio andare in un’altra stanza ? >>

<< No, tutti devono sapere chi è mia nipote. >>

 

 

 

La donna si girò verso il nostro tavolo, i suoi occhi scrutavano e cercavano qualcuno, o almeno così sembrava. Sembrava preoccupata e ansiosa allo stesso tempo.

Poi i nostri occhi si incontrarono, e isuoi si fissarono su di me. Mi guardava, guardava me.

Vidi i suoi occhi, così simili ai miei.

Tutti dovettero notare che fissava me, perchè iniziarono a guardarci entrambe, prima l’una e poi l’altra.

Fece velocemente qualche passo verso di me.

<< Sei tu Alexa Bennet ? >>

Rimasi basita, conosceva il mio nome! Ma io non avevo la più pallida idea di chi potesse essere lei, mi voltai velocemente verso Harry ed Hermione, anche loro mi fissavano a bocca aperta, non ne sapevano evidentemente più di me. Mi voltai nuovamente verso di lei alzandomi dalla panca risposi.

<< Si, sono io Alexa Bennet. >>

 Il suo sorriso si allargò e anche le sue braccia.

<< Nipote mia! >>

Non feci in tempo a registrare le sue parole che già mi stava abbracciando stretta a se. Il cappello e il bastone le caddero a terra ma non ci fece caso.

 Rimasi immobile. Il mio cervello intanto, seppur molto lentamente stava lavorando.

 

Nipote. Se io sono sua nipote come afferma, vorrebbe dire in teoria che lei è mia nonna.

.....

Ma io non ho nessuna nonna.

O almeno questo mi hanno raccontato i miei genitori.

 

<< Tu sei mia nonna? >>

Le chiesi a bassa voce.

Lei si staccò da me lasciando però le sue mani guantate sulle mie spalle.

Il suo volto era radioso.

<< Si esatto sono proprio tua nonna. >>

Silenzio.

<< Veramente? >>

<< Si, veramente. Sono la madre di Luis Bennet. Tuo padre. >>

Silenzio. Mille domande si stavano creando nella mia testa.

<< Margareth ... >>

Silente interruppe il nostro silenzio.

<< Forse non è il caso che continuate il vostro discorso quì, vi porto in un posto più appartato. >>

<< Si Albus, forse ora è il caso. >>

La donna, anzi, quella che era mia nonna mi strinse il braccio attirandomi a se con dolcezza, poi seguì Silente tenendomi a braccetto al suo fianco. Il suo sguardo era gioioso e carico di dolcezza. Io ero ancora troppo sconvolta per poterle dire qualcos’altro.

Mi girai appena intempo per poter scorgere due sguardi completamente diversi.

Harry mi guardava perplesso come Ron ed Hermione.

Malfoy, di cui cercai lo sguardo all’ultimo momento prima di sorpassare il portone, invece mi guardava con uno sguardo indefinibile, tra lo sconvolto e qualcos’altro, non riuscì a decifrarlo in quel momento.

Poi le porte si richiusero dietro di noi, e dopo poco arrivammo nell’ufficio di Silente. Era la seconda volta che ci entravo, pensai.

Poi anche quella porta si chiuse alle nostre spalle.

Spalancandomi la porta sulla verità della mia famiglia, tutta la verità.

  
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