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Autore: LonelyWolf    27/04/2013    2 recensioni
La protagonista della storia si chiama Basma, ed è una ragazza di 16 anni che vive in Arabia Saudita.
Basma, stanca dell'opprimente insistenza del padre, che vuole a tutti i costi organizzare la vita dei suoi sette figli, decide di scappare di casa, senza alcuna meta, affidandosi alla saggezza di Allah, che saprà guidarla verso le giuste direzioni. Non sarà però un viaggio semplice il suo, infatti si imbatterà in un soldato Italiano, Giuseppe, che riesce a fuggire dopo 2 anni di prigionia in Iraq, a cui Basma salva la vita. Insieme decidono di dirigersi in Egitto, in modo che Giuseppe possa raggiungere l'Italia e tornare a casa, mentre per Basma l'Egitto rappresenta un nuovo ambiente, molto stimolante, nel quale vivere. Tra i due ragazzi nasce del tenero durante il viaggio. Questo nuovo amore però risulterà possibile tra due persone così diverse?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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NB- Nei capitoli utilizzerò alcune parole arabe che sono contraddistinte da un *, la cui traduzione troverete a fondo pagina.


“Cari genitori, stasera a tavola non troverete la cena e mi dispiace. Non troverete neanche me e mi dispiace maggiormente. Vi basti sapere che sono ormai troppo lontana da voi e dalla ormai intollerabile autorità di mio padre. Padre perdonami, ma solo Allah può comprendere il mio malessere in quella casa.

Non voglio vivere la vita che voi avete scelto per me, non voglio sposare Najib, non voglio mettere su famiglia a sedici anni, ma voglio invece cercare da me la mia strada.
Sappiate che mai rinnegherò il vostro nome, e non dimenticherò mai le persone che mi hanno dato la vita, che Allah possa perdonarmi per il dolore che vi sto infliggendo, di cui non vado fiera.
Non cercatemi, per favore, sappiate però che in cuor mio continuerò ad amarvi, anche se vi ho abbandonati.
Vostra figlia Basma”
 
Erano ormai le sette di sera e il sole stava abbandonando il cielo, oscurando la sua strada più di quanto facesse l’ignoto. I suoi genitori sarebbero rincasati da un momento all’altro, trovando le luci spente e quella triste lettera sul tavolo della cucina, che aveva scritto circa quattro ore prima.
Sapeva con certezza che avrebbero subito contattato i suoi fratelli e le sue sorelle, sapeva che l’avrebbero cercata in tutto il quartiere e anche al di fuori, ma non le importava, sapeva di essere al sicuro ormai.
Aveva venduto tutti i suoi gioielli più preziosi per pagare un beduino che l’avrebbe accompagnata fuori dalla città, senza una meta precisa…
Sapeva che i suoi soldi non bastavano a portarla lontano, ma in quel momento le sarebbe bastato allontanarsi da casa, da suo padre.
Fadil, suo padre, non era un uomo cattivo, ma era severo, testardo e l’unica cosa che gli importava era essere preso a modello dagli altri abitanti del quartiere. Voleva ad ogni costo che la sua famiglia godesse di ihtiraam* e il suo desiderio più sfrenato quello di diventare, in futuro, un saggio Shayk*a cui i più giovani si sarebbero rivolti per avere consigli su come tirar su la loro famiglia.
Fadil aveva sposato sua moglie Halima all’età di diciotto anni, lei ne aveva sedici. Il loro matrimonio era stato programmato anni prima, da entrambi i suoi nonni paterni, che erano da sempre ottimi amici.
Dopo circa quattro mesi dalla loro unione, Halima restò incinta del loro figlio primogenito.
Basma era la loro settima e ultima figlia, nata dopo quattro maschi e due femmine. Fadil si era subito preoccupato di cercare un consorte ad ogni suo figlio ed ogni sua figlia, con amici e vicini di buona casata, ricchi e nobili.
Il matrimonio di Basma era stato organizzato quando lei aveva soli cinque anni, avrebbe dovuto sposare un giovane di nome Najib più grande di lei di sei anni. Najib era il penultimo figlio di una benestante famiglia.
Dal momento in cui si era stipulato l’accordo prematrimoniale, Basma e Najib si erano trovati costretti a frequentarsi una volta la settimana per imparare a conoscersi, ma da quando Basma aveva compiuto quindici anni gli incontri si erano fatti sempre più frequenti, e nell’ultimo periodo si incontravano almeno quattro volte la settimana. Sebbene Najib fosse gradevole alla vista e apparentemente gentile e affabile, non convinceva affatto Basma, che lo aveva visto flirtare con le ragazze più facili del quartiere quando andava per suk* insieme alle sue sorelle che la rassicuravano affermando che il suo giovane promesso sposo non si sarebbe mai sognato di tradirla, per non mettere in cattiva luce la sua prestigiosa famiglia.
Ciò che le sue sorelle non sapevano è che una delle ultime volte in cui Najib aveva fatto visita in casa loro, aveva spinto Basma contro il muro e aveva strusciato violentemente il suo membro sulla sua coscia, sussurrandole all’orecchio frasi irripetibili.
Fu proprio quel giorno che il pensiero di scappare via le accarezzò la mente per la prima volta, ma non aveva soldi e non aveva un passaggio, fino al giorno in cui quell’anonimo beduino raggiunse la sua città per trovare riposo. Basma aveva sentito parlare di lui dalle donne della zona, e aveva subito deciso di incontrarlo per fargli la sua proposta. Il beduino accettò subito, ma, com’era prevedibile, voleva essere pagato. Basma si rese conto che la vita le stava offrendo un’opportunità preziosa e non ci pensò due volte, impegnò tutti i suoi averi più cari e si affrettò a preparare le valigie.
Era certa che qualche vicina pettegola l’avesse vista uscire di casa da sola, magari qualcuno l’aveva persino vista salire sulla carrozza del beduino, ma cosa importava ormai? Si era allontanata da casa sua, se qualcuno l’avesse cercata non avrebbe saputo che direzione avesse preso. Neanche lei lo sapeva in fondo.
Non sapeva dove sarebbe andata, non sapeva che vita l’aspettava, non sapeva nemmeno se sarebbe mai arrivata a destinazione, non sapeva se potersi fidare di quell’uomo di cui non conosceva neanche il nome, ma una cosa era sicura: avrebbe preferito la morte piuttosto che sposare quell’uomo che disprezzava.
Aveva giurato a sé stessa che semmai la sua famiglia l’avrebbe trovata e riportata a casa con la forza, avrebbe cercato di suicidarsi. Tutto pur di sottrarsi a quell’infame destino che l’aspettava.
Le sue sorelle la prendevano costantemente in giro, la chiamavano l’ “occidentale” ma loro non capivano. Basma non voleva rinnegare il suo paese, le sue tradizioni e il suo passato, sapeva chi era e da dove veniva, aveva imparato a distinguere il bene dal male, era cresciuta con i valori che la sua famiglia le aveva trasmesso e non li avrebbe persi.
Basma e il beduino vagarono tutta la notte. Cercava invano di prendere sonno e riposarsi, ma le era impossibile a causa del nervosismo, della paura che nutriva nei confronti di quello sconosciuto al suo fianco che le aveva rivolto la parola sì e no quattro volte in tutto. Pensava a sua madre, a suo padre, alla vergogna che aveva fatto ricadere sulla sua famiglia. Che cosa avrebbe detto Fadil alla famiglia di Najib? Conoscendolo avrebbe simulato la sua morte. Sì, Fadil avrebbe giurato che fosse morta, ma mai avrebbe rivelato al mondo di essere stato incapace di educare sua figlia, ci andava di mezzo il suo orgoglio.
Senza rendersene conto le lacrime le stavano rigando il viso e, solo dopo aver tirato su col naso, attirò l’attenzione del beduino che per la prima volta la guardava. In effetti non vedeva nulla, se non il burqa azzurro che l’avvolgeva e la nascondeva dagli occhi indiscreti.
“Stai piangendo?”
Le chiese improvvisamente. Basma fece cenno di sì con la testa.
“E perché?”
Basma cercò di rispondere, ma le parole che aveva sulla punta della lingua non uscirono mai, ma furono sostituite da un urlo sommesso, e sempre più lacrime le sgorgavano dagli occhi. Il beduino sorrise e tornò a guardare la strada di fronte ai suoi occhi.
“Non so perché stai piangendo, ma mi chiedo come tu possa farlo quando un cielo così bello si apre proprio sopra la tua testa.”
Basma alzò gli occhi e rimase stupefatta. Non aveva mai visto un cielo così bello, così scuro e ampio, punteggiato di bellissime e luminose stelle, che le sue lacrime facevano sembrare più grandi e splendenti.
Si rese conto che mai, neanche dal terrazzino di casa sua nelle sere estive di agosto, aveva avuto una simile vista del cielo notturno, e si chiese se quel viaggio non le stesse effettivamente aprendo nuove prospettive.
Si asciugò gli occhi e tirò nuovamente su col naso.
“Non so da cosa scappi, ma è ormai troppo tardi per tornare indietro, la tua punizione sarebbe atroce e crudele. E’ questo che vuoi? Perché posso riportarti indietro anche adesso, se mi pagherai, ovviamente.”
Il beduino sorrise, mostrando solo pochi denti, e Basma scosse il capo.
Neanche se fosse stata accolta come una emeera* sarebbe tornata indietro. Aveva preso la sua decisione, adesso doveva pagarne le conseguenze, positive o negative.
D’altro canto sapeva cosa c’era dietro di lei, sapeva cosa l’avrebbe aspettata e non le piaceva affatto.
Ma davanti cosa c’era? Dove sarebbe andata? Chi avrebbe incontrato? E se nel bel mezzo del suo percorso avrebbe incontrato il suo vero amore? E se fosse rimasta per sempre con quel beduino, magari entrando a far parte di una carovana? Chi poteva dirle cosa le stesse riservando il futuro?
C’era un solo modo per scoprirlo, doveva viverlo…
Chiuse gli occhi per un attimo immaginando la qualunque, anche le cose più impossibili, accarezzata dal fresco vento della notte e, senza accorgersene, si addormentò.
 
 
 *Ithiraam= Rispetto
*Shaik= Sceicco
*Suk= Mercato
*Emeera= Principessa
  
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