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Autore: kymyit    27/04/2013    6 recensioni
-Kiiiiiiiiidd!!-
Il suo sorriso svanì d’improvviso, il sudore scivolò copiosamente lungo le sue tempie. Non osava voltarsi, ma dovette, perché la voce non demordeva e si faceva sempre più acuta e gioiosa.
ACUTA E GIOIOSA!
QUELLA VOCE!!
Kidd spalancò gli occhi nel vederlo arrivare, si può dire che sbiancò e si sentì mancare.
Perché passi che quel maledetto rospo interrompesse i suoi sogni di pace, oltre che quelli di gloria, ma che arrivasse correndo e spargendo cuoricini per strada urlando come una donnetta quello no!
Non si poteva vedere!
Si vergognava per lui, c***o, era terrificante!
-Kiiiiiidd!- Law fece una piroetta sulle punte e si lanciò su di lui, abbracciandosi a lui come un koala.
-Mi sei mancato!-
A quegli occhi da cerbiatto smarrito, il Capitano non resistette.
Urlò a squarciagola.
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Killer, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Camminava per il mercato di quel paesino da qualche minuto, Kidd, e non poteva non sentirsi felice. Cielo azzurro, il vociare allegro della gente, bambini festosi e, ciliegina sulla torta, gli uccellini cantavano. Lui non era certamente un tipo da romanticismo principesco, ma sapeva apprezzare le belle cose. E quel piacere che provava nel mettere un passo dietro l’altro per quella strada lastricata era dovuto a un desiderio che covava da tempo.
Pace interiore.
La anelava, per quanto amasse quella vita di pericoli e scorrerie, ogni tanto sentiva il bisogno di staccare e camminare sulla terra ferma, sentirsi parte del mondo senza nessuno a sussurrare alle sue spalle, a deriderlo, a temerlo, a cospirare contro di lui. In quel paesino nessuno sapeva chi fosse Eustass Kidd, nessuno temeva i pirati, nessuno soffriva.
Sorrise e sospirò, beandosi di quell’angolo di paradiso.
-Kiiiiiiiiidd!!-
Il suo sorriso svanì d’improvviso, il sudore scivolò copiosamente lungo le sue tempie. Non osava voltarsi, ma dovette, perché la voce non demordeva e si faceva sempre più acuta e gioiosa.
ACUTA E GIOIOSA!
QUELLA VOCE!!
Kidd spalancò gli occhi nel vederlo arrivare, si può dire che sbiancò e si sentì mancare.
Perché passi che quel maledetto rospo interrompesse i suoi sogni di pace, oltre che quelli di gloria, ma che arrivasse correndo e spargendo cuoricini per strada urlando come una donnetta quello no!
Non si poteva vedere!
Si vergognava per lui, cazzo, era terrificante!
-Kiiiiiidd!- Law fece una piroetta sulle punte e si lanciò su di lui, abbracciandosi a lui come un koala.
-Mi sei mancato!-
A quegli occhi da cerbiatto smarrito, il Capitano non resistette.
Urlò a squarciagola alzandosi bruscamente a sedere.
-E sta un po’ zitto, Eustassya!-
Qualcosa di morbido lo spinse bruscamente all’indietro, facendolo cozzare violentemente contro la testiera del letto.
Rimase per interminabili secondi immobile, con un probabile bernoccolo alla nuca e il naso sprofondato nel cuscino, improvvisamente consapevole di aver, grazie al cielo, sognato tutto e di star per soffocare.
-Ti sei calmato?- chiese Law.
Kidd fece cenno di sì e l’altro lo lasciò andare.
-Allora?- continuò il moro, irritato per il brusco risveglio. -Sognavi di guardarti allo specchio?-
Il rosso lo guardò a sua volta, constatando con sollievo che la sua faccia presentava la sua solita, perfida e ambigua espressione e si lasciò scivolare nuovamente sul materasso.
-Peggio… molto peggio.-
Law si mise di fianco.
-Qualcosa peggio della tua faccia? Ma no, non esiste.- ridacchiò.
-Mi correvi incontro facendo piroette da checca.-
Il chirurgo smise di ridere.
-Hai una fantasia di merda… -
Kidd si mise di fianco a sua volta, rivolto verso il moro.
-Sei tu che mi perseguiti anche nei sogni.-
-E quello lo definisci un sogno?-
-Lo era finché non arrivavi tu a rompere! Spargevi cuoricini e urlavi, poi…- il Chirurgo della Morte gli chiuse la bocca col palmo della mano.
-Vuoi far venire gli incubi anche a me?- domandò irritato.
-Non è colpa mia, non decido io cosa sognare. Se decidessi io, ti avrei maciullato la testa all’istante, altro che cuoricini!-
-Ma non l’hai fatto…- sorrise malizioso Law sfiorandogli la punta del naso col dito e scendendo sulle labbra -Questo significherà pure qualcosa.-
-Che sono misericordioso?- ribatté Kidd tentando di ignorare la provocazione.
-Nooo…- era davvero sarcastico -Dai, dillo…-
Law pareva divertirsi a provocarlo con quella voce sensuale e provocante.
Grazie al cielo era provocante, se fosse stata dolce probabilmente Kidd avrebbe pensato di essersi svegliato in un altro incubo. Per un attimo contemplò l’ipotesi di cedere alla tentazione del chirurgo, ma poi declinò l’offerta.
-Nooo.- rispose a tono -Adesso ho sonno, giochiamo domani doc, buonanotte.-
Il medico sbuffò.
-Ma come?- domandò  -Sei già esausto?-
Il Capitano neppure si sforzò di aprire gli occhi.
-Scusami se non sono un ninfomane come te, Law.-
-Prenditi la responsabilità per avermi svegliato, Stupistass.-
Una contrazione delle venuzze sulle tempie dell’altro diedero al medico la carica per continuare l’opera di seduzione e disturbo.
-Laurie, non provocare.-
Laurie fece esattamente il contrario e si stese su di lui col viso sulle braccia posate sul suo petto.
-Come vuoi, però dormo qui su.- sorrise -Mi concili il sonno.-
Avrebbe dovuto dirgli che era il calore e il senso di protezione che gli dava a conciliargli il sonno, ma non ci riusciva. Non riusciva ancora a mostrarsi troppo fragile.
Nei confronti di Stupistass poi…
-Non riesco a dormire io, però.- protestò Kidd, imbarazzato e irritato.
Law sbadigliò con fare teatrale.
-Perché ti fai pensieri sconci, Captain.-
-Io? Tu no?-
-Se continui a stare così tranquillo, devo pensare che stare sotto ti piace.-
Kidd intercettò un bacio col palmo della mano.
-Finiscila!-
Ovviamente, il medico non la prese bene.
-Ti sei svegliato suora?!-
-Cosa ti sfugge del concetto “io.voglio.dormire”?!-
-E quando IO voglio dormire?!-
-Non mi pare che tu opponga molta resistenza!-
-Non mi dai molta scelta!-
I due rimasero immobili a fissarsi in cagnesco, faccia a faccia.
-E comunque sei tu che insisti sempre.- fece Kidd, infine.
-Tu ti lasci convincere sempre.-
-Credi che non possa resistere a quella faccia da gatta morta?!-
-Vogliamo provare?- domandò il Chirurgo della Morte sogghignando mefistofelico, pregustando la vittoria e la resa del nemico. Kidd gli prese il viso fra le mani con forza e lo costrinse ad un bacio da capogiro. In pratica aveva deciso di ucciderlo!
Law si ritrovò immediatamente fra il materasso e il corpo dell’altro, soffocato in un bacio violento, prigioniero di una presa ferrea.
Però, cavolo se non gli piaceva quando l’imbecille faceva così!
Gli cinse la testa fra le mani a sua volta e ricambiò l’effusione con la stessa passione e violenza. Boccheggiarono fra un bacio e l’altro, le loro lingue si cercarono nel buio della stanza, i loro corpi si strusciarono frementi e sudati. Quando si separarono, Law era soddisfatto, Kidd lo fissava con gli occhi liquidi di piacere e lussuria, l’aveva convinto, the show must go on risuonava nella sua testa come uno scampanellio di vittoria. Si allungò nuovamente verso di lui, quando il corpo pesante del Capitano lasciò spazio al nulla.
-Ehi!- protestò il Chirurgo della Morte.
-Come vedi, so resisterti, Laurie. Adesso dormi, domani ti do il resto.-
Se Kidd non si fosse voltato di spalle forse avrebbe avvertito il pericolo. Le venuzze pulsavano minacciose sulle tempie di Law, il medico pensò rapidamente ai “mille e duecento modi per far supplicare un Cretinostass” per poi scegliere qualcosa di più impulsivo e doloroso fisicamente. Sferrò a Kidd un forte calcio al bacino scaraventandolo giù dal letto con un gemito strozzato di dolore e sorpresa.
-Che cazzo fai?!- ruggì quello.
-Buonanotte, Stronzass!- ruggì a sua volta circondandosi con la sua Room. Kidd avrebbe voluto restituire il favore sette volte e con sette volte la potenza devastante di quel calcio condito con l’Ambizione, ma decise che ritrovarsi sparpagliato a pezzi ai quattro angoli della stanza non era il massimo delle aspirazioni.
Perciò scelse, con molta sofferenza, di andarsene a dormire sul ponte.

La mattina dopo, Killer lo trovò in cucina, sofferente, intento a massaggiarsi la parte inferiore della schiena.
-‘Giorno, Kidd…- borbottò ficcando una cannuccia in una bottiglietta di latte.
-‘Giorno, Killer.-
Il Massacratore lo fissò per qualche secondo.
-Dovresti andarci un po’ piano con questi appuntamenti notturni, sai.-
-Tu zitto, che ti fai fottere da un pinguino.- borbottò Kidd, accorgendosi, sconcertato, d’invidiare Killer. Penguin sicuramente non dava calci con l’Ambizione all’amore della sua vita, non era permaloso e soprattutto era molto affabile. Law invece…
-Prima ho incrociato Law, sul ponte.- fece Killer ignorando il commento -Aveva una faccia da far paura alla morte. -
-E’ la sua normalissima faccia, te l’assicuro…-
-A me è sembrato strano. E’ la stessa faccia che fa Penguin quando non batte chiodo ad oltranza.-
Kidd osò alzare lo sguardo, assonnato per la pessima nottata. Fissò il suo vice come a supplicarlo di non ficcare ulteriormente il dito nella piaga.
-Ti assicuro che il chiodo l’abbiamo battuto, poi però ha sbattuto me fuori da letto.-
Killer rimase in silenzio e sorseggiò rumorosamente il suo latte.
Se c’era una cosa che aveva imparato negli anni in cui aveva conosciuto Kidd era che ridergli in faccia avrebbe comportato una morte lenta e dolorosa.
E poiché riteneva di essere troppo giovane per morire, arraffò due brioches e se la svignò strategicamente in cabina, per terminare con Penguin la sua colazione.
E soffocare le risate fra le lenzuola, al sicuro dalle sensibili orecchie del rosso e dallo spappolamento convulso delle sue povere cervella.


   
 
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