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Autore: Johnee    27/04/2013    3 recensioni
“Perché hai solo bisogno di sapere che il senso di vuoto se ne andrà in un momento.”
Una ricerca minuziosa, nata da una semplice supposizione.
Shepard dovrà affrontare un conflitto interiore che la porterà a dubitare della sua stessa natura e, assieme ai suoi compagni, sarà protagonista un'indagine delicata ed estenuante per trovare un senso alla sua esistenza.
#Tra ME:2 e ME:3 #Shakarian #Progetto Lazarus
Genere: Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lenore'
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14. Break-down

 

 

Oh, madre madre, per me è la fine!
Vada il mondo in rovina!
In Dio non c'è pietà.
Per me mai più felicità”

(G.A. Bürger, “Lenore” 1773)

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Joker sembrava aver preso dieci anni nel giro di qualche minuto, sotto un paio di sguardi gelidi come la ghiaccia del Cocito.
Alla sua destra c'era la copia sputata di Lenore al maschile, alla sinistra c'era direttamente suo padre, ed entrambi fissavano il povero malcapitato con gli stessi occhi duri e freddi.
Il Tenente dell'Alleanza si passò una mano sulla fronte, dando un sospiro sommesso -Signor Moreau, vorrebbe per favore ripetere perché ha lei il comando? Da quello che mi risulta è Miranda Lawson l'ufficiale incaricato di prendere il posto di Shepard in questi casi...-
-Non ho idea di dove sia Miranda- replicò Jeff, aprendo le braccia, esausto da quell'interrogatorio che stava andando avanti da ore, ormai -Ve l'ho detto, Shepard sarà qui a momenti, potrete farle tutte le domande del caso...-
-Fammi capire, pilota- intervenne l'altro soldato -Sei almeno in grado di fare le veci del tuo Comandante in sua assenza? E dire che sei stato addestrato dai più decorati ufficiali dell'Alleanza!-
Era un individuo dalla voce nasale, il Maggiore Logan Klein; nonostante fosse molto alto, manteneva una forma snella e armoniosa, cinta da un'armatura completamente nera e lucida, come se non avesse mai visto il campo di battaglia.
Ma Klein il campo di battaglia l'aveva visto eccome, difatti ne portava una cicatrice evidente sul viso, simile al taglio sul naso e sul labbro superiore di Lenore, solo che quello era diagonale, e divideva esattamente in due parti uguali il suo viso. L'occasione era stata la stessa: Torfan.
Aveva riparato sé stesso e i suoi due compagni dietro al suo scudo tecnologico, ma quello si era sbriciolato in mille scintille, ustionando a morte il suo compagno e distruggendo il casco N7 di Lenore, lasciandoli scoperti davanti a una granata a frammentazione.
Joker sbuffò sonoramente -Ve lo ripeterò un'ultima volta, i miei ordini sono chiari: prendere il comando finché Shepard...-
La porta della sala briefing della Normandy SR-2 si aprì improvvisamente dietro a Jeff che si trovò le spalle abbrancate da due mani conosciute.
-Scusate per l'attesa- esordì Lenore, corrucciata. Dietro di lei c'erano i suoi compagni, sporchi di polvere e sangue, Catfish aveva una ferita da taglio all'altezza della tempia, Strike reggeva ancora tra le braccia un Valkyrie fattosi troppo pesante, il lanciamissili da spalla che ancora fumava. Garrus e Virgil mantenevano un'andatura composta, nonostante fossero entrambi stanchi e malridotti. 
Il Comandante osservò entrambi i suoi ospiti alzarsi, lo sguardo duro di chi non aveva niente da nascondere, né da rimproverarsi.
Il soldato che prima sedeva alla sinistra di Joker si avvicinò a lei, poi squadrò entrambi gli alieni prima di rivolgersi ai suoi due sottoposti -Catfish, Strike, rapporto-
-Maggiore Klein, lei è sulla mia nave, non se lo scordi- intervenne Shepard -i suoi soldati può interpellarli in seguito-
-Una nave senza bandiera è una nave pirata, Lenore. La Normandy SR-2 non è riconosciuta dall'Alleanza dei Sistemi-
-Siamo su Omega, Maggiore, Sistemi Terminus. Le ha controllate le mappe galattiche ultimamente?-
-Non sei mai stata così indisciplinata, che tutti questi alieni ti abbiano corrotta?-
-Sono stati i fottuti esseri umani come te a farmi rendere conto che forse non siamo migliori di loro, Klein... ora, se vuoi farmi il piacere di startene zitto, ho qualcosa da dire, persone da presentarvi e una stazione spaziale da lasciare prima che la situazione si faccia talmente di merda che se ci sommerge anche solo fino al naso siamo fortunati!-.
Nella stanza scese il silenzio, turbato di tanto in tanto dallo sfrigolare delle barriere cinetiche di Virgil e dal grado di apertura delle palpebre del Maggiore. Sembravano cigolare da quanto erano tese.
Lenore diede un sospiro sommesso, poi fece cenno a Virgil di prendere posto nella stanza, chiamandolo con il suo grado per avvisare implicitamente chi aveva intorno che non si trattava di un Turian a caso.
Dopo che tutti ebbero preso posto, Joker compreso, suo malgrado, Lenore diede un sorriso composto verso il padre, per poi chinare appena la testa in segno di saluto.
L'uomo manteneva una compostezza quasi glaciale, la schiena dritta e il volto apparentemente inespressivo. A Garrus venne subito in mente il suo Sergente istruttore, che sembrava davvero una statua del periodo storico turian analogo al nostro neoclassicismo.
-Non fraintendermi, Garr, sono contento che tu abbia deciso di coinvolgermi in una faccenda simile, dopo anni che non ci vediamo ma...- Virgil si era proteso verso di lui, lanciandogli un'occhiata sorniona -...non trovi che ci sia un po' di tensione? No, dico, guardali...- 
-Virgil, ti prego...-
-...sembra che abbiano una medusa infilata nel...-
-Virgil!-
Catfish, dalle spalle del Maggiore, trattenne a stento una risata mentre Shepard scuoteva la testa, rassegnata.
-La Gerarchia è caduta molto in basso, a quanto pare...- commentò il Maggiore, ricevendo un'occhiata di traverso da entrambi gli Shepard.
Virgil mosse appena le mandibole, intrecciando le braccia sul petto, poi rivolse un'occhiata a Lenore, in attesa.
Il Comandante annuì, raccogliendo la palla al balzo -Consegnerò la mia nave all'Alleanza, come stabilito, ma vorrei prima chiarire la situazione in presenza di tutti gli elementi coinvolti in essa- incrociò le mani sul tavolo, rivolgendo lo sguardo verso il padre -Poco meno di una settimana fa, l'Uomo Misterioso ha attaccato me e la mia squadra mentre la Normandy subiva le riparazioni di routine. Le truppe di cui dispone sono potenti e letali, siamo riusciti a sopravvivere solo grazie a una tattica superiore e alla nostra forza d'animo...- digitò qualcosa sul factotum, proiettando al centro del tavolo una scansione dettagliata delle singole truppe che aveva affrontato sul campo di battaglia -...le più letali portano una spada e sono capaci di occultarsi, proprio come Catfish.- ammise, lanciando un'occhiata veloce alla soldatessa -Tenendo i dettagli strategici in ultima, arriverò subito al punto: Cerberus sa che io sono a conoscenza del fatto che utilizzino tecnologia dei Razziatori per i loro scopi, travestendolo con il loro falso intento di mettere l'Umanità al primo posto...-
Il Maggiore diede una risata sommessa, protendendosi verso di lei -Razziatori? Lenore, non sei un po' troppo grande per credere a queste assurdità?-
-E poi è la Gerarchia ad essere caduta in basso...- commentò Virgil, schioccando le mandibole -I Razziatori sono una minaccia effettiva, o la Sovereign per voi non era altro che un'enorme visione olografica? Da quello che mi risulta, avete perso molte navi in quella battaglia...-
-La Sovereign era la nave di Saren, costruita per lui dai Geth, i Razziatori sono una fantasia, non abbiamo le prove per decretare la loro esistenza!-
-Le prove le abbiamo tutti, Gerarchia compresa- ammise Virgil -Sta a noi valutare cosa è meglio fare secondo logica, e lei, Maggiore, non è in grado di analizzare correttamente i fatti!-
-Anche perché non gli ho concesso di esprimere la sua opinione- intervenne tranquillamente Jake Shepard -Mi scuso per il mio collega, Tenente Viridis, una simile mancanza di rispetto non accadrà più. Piuttosto, sarei curioso di sapere qual'è il suo ruolo nell'intera vicenda-
Virgil schioccò di nuovo le mandibole, mentre si abbandonava sullo schienale della sedia -Mi trovavo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Cerberus ha colpito me e il mio commilitone- indicò con il capo Garrus -mentre stavamo discutendo di affari privati. In seguito, mi sono offerto di scortarlo fino al suo Comandante, per ricevere spiegazioni in merito a un attacco così plateale da parte di un'organizzazione per la quale Shepard lavorava.-
-E perché è salito a bordo della Normandy, di grazia?-
-Uno dei tanti motivi è che Cerberus intende colpire anche quello che è stato il migliore tra i miei sottoposti... e vorrei assicurarmi che esca indenne dalla vicenda.- ammise Virgil, attivando il factotum -La Gerarchia ha bisogno di elementi del suo calibro, che hanno affrontato la furia dei Razziatori sulla loro pelle- fece l'occhiolino a Garrus, di sfuggita.
Lenore si morse un labbro, ripensando al rimprovero che quel Turian le aveva fatto almeno un'ora prima. Perché non la stava sbugiardando pure ora? Che Garrus c'entrasse qualcosa con questo? 
Quella faccenda le puzzava.
Jake Shepard annuì, passandosi una mano sul mento -La ringrazio. Si tratta di una situazione delicata... soprattutto perché non abbiamo le prove che utilizzino questa fantomatica tecnologia dei Razziatori per i loro fini...-
-Presenterò le prove direttamente all'Ammiraglio Hackett, quando sarà giunto il momento-
-Vorrei ricordarti che io e il Maggiore Klein restiamo pur sempre l'unica cosa che ti divide dalla corte marziale, Comandante- replicò Jake Shepard, inarcando un sopracciglio -Non sottovalutare la nostra testimonianza-
-Questa situazione è paradossale, lasciatemelo dire...- esalò Lenore, incrociando le braccia sul tavolo -Non potremmo partire per la stazione di Arcturus e discuterne in presenza di Anderson, o di Hackett stesso? Sembra che mi stiate mettendo sotto processo prima dei tempi-
I quattro soldati dell'Alleanza parvero diventare delle statue di marmo, tese e corrucciate. Lenore scorse lo sguardo prima da suo padre, poi passò in rassegna le espressioni di Catfish e Strike, che evitavano accuratamente il contatto visivo.
Il Maggiore Klein diede un colpo di tosse -Mi è concesso parlare, Signore?-
-Permesso accordato-
Gli occhi profondi dell'ufficiale si posarono su quelli di Lenore -Due incrociatori di Cerberus presidiano il Portale d'accesso al sistema, se non troviamo una via per andarcene, saremo bloccati su Omega a tempo indeterminato. Raggiungere Arcturus è la priorità, ma dobbiamo prima eludere la loro offensiva.-
-Incrociatori?!- Virgil digitò qualcosa sul suo factotum, poi contrasse le mandibole in un'espressione accigliata -La SSV Caporetto ha destato fin troppa attenzione, perché due incrociatori sono passati completamente inosservati agli occhi dell'Intelligence, mi chiedo?-
-Si ricordi che Cerberus utilizza una tecnologia superiore- intervenne Shepard, protendendosi verso di lui -Hanno ricostruito da zero una fregata del calibro della Normandy. Questo in meno di due anni...-
-Due navi di quelle dimensioni non sono state rilevate prima dai radar- constatò Virgil, passandosi una mano sul viso -Cosa diavolo avranno in mente, mi chiedo. Di certo non sono qui per distruggere delle semplici prove di cui l'Alleanza potrebbe essere già in possesso da tempo. No, sono qui per motivi diversi...-
-Che vogliano mettere sotto scacco Omega approfittando del fatto che Shepard sia presente?- Garrus si drizzò in piedi -Prendere due piccioni con una fava-
L'altro Turian spalancò la bocca -Bisogna prendere provvedimenti. Vakarian, dobbiamo...-
-Vakarian non deve nulla, se non rendere operative le batterie missilistiche della Normandy- ringhiò Shepard, stringendo le palpebre -Joker, vale anche per te. Tutti ai vostri posti, non resterò a guardare mentre Omega viene presa d'assalto da una dannata flotta!-
Scese il silenzio, mentre Virgil e Lenore si scambiavano un'occhiata di fuoco. 
Il Turian si alzò lentamente, appoggiando entrambe le mani sulla superficie del tavolo, poi contrasse le mandibole in risposta a uno scatto delle placche del viso -Tenga bene in mente che quando lei sarà su Arcturus, Vakarian tornerà sotto il mio comando, Shepard...- disse, fissandola sempre negli occhi -Non ho idea di quanto ci vorrà per farla fuggire da Omega, ma la Gerarchia deve prepararsi ad un eventuale attacco dei Razziatori... Garrus è necessario alla sua gente, è una risorsa di vitale importanza.-
Shepard spalancò le palpebre, ricordandosi che non era Cerberus il problema di fondo di quella vicenda, né la sua salute. Dopo la distruzione del Portale Alfa, lei aveva regalato dei giorni preziosi all'Umanità e alla Galassia, e non andava sprecato nemmeno un istante.
-Ha ragione, Tenente,- rispose, accompagnata da un respiro profondo -tutti noi dobbiamo prepararci... ma Garrus deve comunque rendere operativi i sistemi missilistici della mia nave, come solo lui è in grado di fare. Si ricordi che Cerberus ha in mente di attaccare Omega-
-Non è detto, Shepard... resta un'opzione che necessita di una convalida.- Virgil si diede la spinta per riprendere una posizione eretta, poi si diresse verso l'uscita -In tal caso, avrei una controffensiva da organizzare...- fece, una volta raggiunta la porta. Si inchinò lievemente, poi rivolse uno sguardo sornione verso Shepard, tendendo la mano verso di lei -Mi ha fatto piacere conoscerla, Comandante...- disse, mentre le afferrava l'avambraccio, come d'usanza nell'esercito della Gerarchia. Lei replicò a quel modo la stretta, osservandolo duramente -Veda di non farsi ammazzare, Viridis, abbiamo una minaccia intergalattica da affrontare.-
-Vale anche per lei, Shepard...- Virgil mosse la mascella verso sinistra, sollevando appena la mandibola corrispondente, la simulazione di un sorriso -E veda di farmelo trovare integro, la prossima volta che ci vedremo...- detto questo, si sciolse dalla presa e uscì, dando un ultimo cenno con la testa verso Garrus.
Jake Shepard e il Maggiore Klein si scambiarono un'occhiata allarmata, per poi alzarsi in sincrono.
-Lenore, due parole, in privato...- fece il Tenente, protendendosi verso di lei -Ora.-
Il Comandante annuì, deciso, mentre le persone presenti in quella stanza si allontanavano. Jeff le rivolse uno sguardo preoccupato mentre zoppicava verso l'uscita, la mano che sfiorava la parete per cercare degli appigli che gli permettessero di velocizzare l'andatura.
Garrus, nel passarle di fianco, si attardò a fissarla. Lei non ci pensò due volte e gli afferrò un braccio, mordendosi il labbro -Signore- disse, rivolgendosi al padre -Vorrei che Garrus fosse presente. È a conoscenza di tutti i dettagli della missione che abbiamo affrontato su Omega4, in più...-
Il padre di Shepard già non l'ascoltava più mentre sigillava le porte della sala briefing, i due che erano rimasti all'interno. Garrus ricambiò la stretta, perplesso, mentre Lenore rimaneva per la prima volta senza parole.
Jake Shepard si sedette direttamente sul tavolo, intrecciando le mani, le gambe penzoloni -Léannan cara, mi vuoi spiegare cosa diavolo ti prende, di grazia?-
Due sguardi sbigottiti lo fissarono.
-Sto aspettando- proseguì lui, drizzando la schiena, lo sguardo glaciale in un viso che non lasciava trapelare alcuna emozione.
Lei trasse un respiro profondo -A cosa ti riferisci, m'athair?- chiese, allontanandosi da Garrus per prendere posto accanto al padre.
Il Tenente si passò una mano sulla testa, riavviandosi i capelli -Anderson mi ha parlato del tuo “problema”... dice che ti credi uno Juggernaut... il tuo comportamento di oggi mi ha dato la prova che sei realmente instabile.- sospirò sommessamente, scrollando le spalle -Léannan... due anni fa mi trovavo su Torfan, assieme ai tuoi commilitoni e ad un'Asari che sosteneva di essere la tua compagna... l'Alleanza ha mentito per mesi prima di dare la notizia ufficiale della tua morte. Vederti mentre facevi promozione nei cinema... oh, che diavolo! Ed eri effettivamente viva! Cosa diavolo sta succedendo?-
Lenore inarcò le sopracciglia, chiudendo gli occhi sotto i polpastrelli. Come poteva trovare le parole giuste per spiegargli tutto il casino che stava succedendo attorno a lei? 
Lasciò che il discorso fluisse, anche senza infilarci un senso... m'athair era l'unica persona che aveva sempre cercato di capirla, in famiglia... le perdonava ogni marachella in infanzia, portandola con sé mentre svolgeva azioni diplomatiche con le varie specie del Consiglio. Un diplomatico, Jake Shepard, abituato ad agire mediante le parole, tutto il contrario della figlia.
Garrus osservò le labbra di Lenore mentre articolavano un discorso complesso, ricordandosi un sorriso che forse non avrebbe più visto. Un bacio di qualche sera prima raggiunse le sue, di labbra, poi uno sguardo che non era più rigato degli impianti, ma azzurro, come il suo. Erano azzurri? Gli occhi di Lenore, dico.
Perché doveva pensare a lei a quel modo, ora che si trovava di fronte a suo padre? 
Voltò la testa verso di lui, trovandolo assorto in qualche pensiero, in qualche giudizio. Un volto esattamente quadrato, gli zigomi pronunciati e diffusi di un leggero strato di lentiggini. Gli occhi erano esattamente quelli di Lenore, il taglio all'inglese, leggermente rivolto verso il basso.
Si ritrovò a pensarli ridere insieme a una qualche battuta, una bottiglia di whyskey di Islay e un braccio sulla spalla. Una canzone dei vecchi tempi, dove i militari ancora marciavano in parate orgogliose e ridicole.

-Non si può tornare in vita, m'athair- decretò Lenore, infine -di Lei c'è soltanto il viso e qualche traccia del suo vecchio carattere, creati ad arte per simulare alla perfezione il Comandante... ma io non sono Lei, sono solo un ammasso di dati e circuiti. La sola cosa che posso fare è onorare la sua memoria combattendo le sue battaglie...-

Garrus smise di pensare, il padre di Lenore smise di respirare. Nessuno voleva prendere sul serio quella notizia, anche se i dati che prima Lenore aveva comunicato loro erano imprescindibili. Erano inattaccabili. Da persone razionali quali erano, avrebbero dovuto prendere coscienza della notizia, valutarne le conseguenze... ma no, loro amavano Lenore; in un modo diverso, ma l'amavano. Sapere che non era lei quella con cui stavano parlando, che Lei non era in quella stanza ma c'era solo la sua... la sua copia... Garrus si portò una mano a coprirsi la bocca, chiudendo gli occhi e trattenendo un respiro forse troppo profondo.
-Va bene- disse, in risposta a quel silenzio, buttando il braccio davanti a sé -Non è un problema- 
Lenore si voltò verso di lui, l'aria perplessa -Hai almeno capito cosa vi ho appena detto?-
-Sì, Len... e come dovrei comportarmi? Abbandonarti?-
Lei si passò una mano sulla testa, reprimendo l'istinto di assumere una smorfia disperata a quella risposta -Direi che sarebbe legittimo, da parte tua...-
-Legittimo per chiunque altro- protestò lui, con una nota di disappunto nella voce -Mi hai già contestato di arrendermi di fronte alla prima difficoltà, Lenore, ma io non mi sono mai arreso... ora più che mai hai bisogno di qualcuno al tuo fianco, e io sono pronto a mantenere la posizione durante questa battaglia. La nostra battaglia...-
Il visore calcolò un accelerazione del battito cardiaco, mentre lei si tastava un polso, indecisa su come replicare. Jake Shepard restava a braccia conserte, osservando Garrus con un'espressione corrucciata.
-Non so proprio come difendermi...- mormorò Lenore, chiudendo gli occhi.
-Per niente sono nella tua squadra, Shepard... chi altro potrebbe farlo?- esternò il Turian, voltando la testa verso l'oloproiezione della Normandy che stava nel centro del tavolo della sala briefing.
Jake Shepard sorrise tristemente in direzione di Garrus, mentre si sollevava in piedi -Sei quel Turian che ha inviato la lettera ad Hannah... ora il quadro mi è chiaro.-
Lenore batté un paio di volte le palpebre, mentre il padre le si avvicinava, cingendola in un abbraccio composto.
-Lettera?- chiese lei, lanciando a Garrus un'occhiata perplessa.
-Una lettera bellissima, Léannan- replicò il padre, afferrandole le spalle per poterla guardare negli occhi -Sei nel corpo di mia figlia... hai il suo stesso modo di parlare, la sua espressività... l'unica cosa che ti distingue da lei sono queste cicatrici- le carezzò il viso, sorridendo dolcemente -Mi concedi di poterti amare? Ci concedi di poterti amare, creatura così simile a mia figlia da incarnare la sua essenza?- un altro sorriso.
Lenore spalancò gli occhi, l'espressione schifata, cercando di divincolarsi e, allo stesso tempo, di permettere alla sua testa di accettare quello che le stava succedendo, elaborando i dati per formulare una risposta da elargire. Quale perversione assurda li spingeva ad agire in quel modo di fronte a lei, non più Lenore ma copia di Lenore?
E quale perversione l'aveva spinta prima a cercare il braccio di Garrus per poter fronteggiare un discorso come quello? Non erano forse esseri organici, quei due esseri? Non erano... diversi?
Era troppo.
Un gemito e una spinta, poi lei a cercare a tentoni il tasto centrale della porta, l'adrenalina che diventava paura vera e propria mentre le cicatrici sul volto minacciavano di allargarsi in numerose crepe, quasi come se fosse una maschera veneziana.
Si sentiva lei stessa di porcellana, mentre le braccia di Garrus si chiudevano su di lei, come in una morsa mentre Lenore sembrava in preda a una frenesia che non sentiva.
Era un limbo fatto di paura, una situazione alternativa in cui lei non c'era, andata chissà dove per lasciare spazio a quello che più temeva: perdere il controllo.
Un esaurimento nervoso, anzi, un vero e proprio break-down psicotico.
Non se ne rese conto, perché lei non era lì, ma Garrus aveva dovuto prenderla di forza e gettarla a terra, bloccandole le braccia sulla schiena e buttandosi di peso su di lei per bloccarla.
-IDA, CHIAMA A RAPPORTO MORDIN. È URGENTE- gridò il Turian, le mani tremanti che ancoravano la testa di Shepard a terra. Il padre era sconvolto, ancora a braccia aperte davanti alla scena del tutto inaspettata che si ritrovava ad assistere.
Mordin entrò poco dopo il richiamo, con una calma quasi innaturale; pochi secondi prima si trovava nel laboratorio, a riordinare la sua documentazione in vista dell'abbandono della nave, per ritornare finalmente su Surk'esh.
Con un gesto fulmineo, il Salarian recuperò una siringa dalla borsa medica e la piantò nel collo di Shepard, come se fosse un pugnale. Un movimento fluido, di chi è abituato ad agire nell'arco di pochi millesimi di secondo, proprio mentre il pensiero si manifesta per trasformarsi in azione.
Garrus stringeva i denti, il ginocchio piantato nella schiena di Shepard e le mani che vibravano sotto gli ultimi brandelli di forza che lei esitava a sprigionare, in risposta al calmante.
Si accasciò su di lei, quando fu calma, appoggiando la fronte sulla sua nuca e sussurrandole qualcosa di incomprensibile.
Mordin si rivolse al padre -Trattasi di comune break-down.- fece, -Esposizione massiccia allo stress. Ore di sonno limitate al dormiveglia. Stile di vita malsano. Probabile causa nella vostra presenza...- si irrigidì, mentre si carezzava il mento puntuto con il pollice -Consiglio riposo. Oltre a una dose massiccia del farmaco che voi chiamate Valium. Particolarmente efficace. Probabile inizio di una patologia psic...-
-Hellebore! Dottore la prego, non sto capendo niente... cosa diavolo le è successo?- berciò Jake Shepard, mentre Garrus mollava la presa su Lenore per poterla distendere in una posizione che fosse comoda per entrambi.
Iniziò una fitta discussione che lei intravide solo, mentre il padre prendeva il dottore per il bavero, indicandola, e Mordin, in tutta risposta continuava un intenso monologo a proposito delle psicopatologie derivanti da un crollo come quello che l'aveva appena assalita. Un crollo? Lei? Quando?
Lei si ricordava di essersi seduta sul pavimento della Sala Tattica, accanto a Garrus. O nemmeno quello era mai successo?
-Garrus...- biascicò, schiudendo le palpebre.
Il Turian le rifilò un'occhiata rassicurante, carezzandole il viso -Resterà tra queste quattro pareti- fece lui, sollevato che il calmante avesse fatto effetto così rapidamente; un altro po' e la situazione gli sarebbe sfuggita di mano. 
-Mi dispiace, Garrus...- riprese lei, adagiandosi contro di lui -Non posso proprio accettare che tu... che tu... penso che Shepard non lo vorrebbe...-
Lui le strinse la testa contro il petto, sedendosi meglio per poterla sorreggere e, al contempo, darle il tempo per potersi riappropriare della sua dignità di comandante.
Ignorò quel commento, soffermandosi a fissarla, a farle coraggio silenziosamente mentre le poggiava la testa sul cuore. 
-Sono innamorata di te, Garrus- 
Il Turian sbuffò una risata leggera, voltandosi per guardare altrove -Quella cosa che Mordin ti ha iniettato ha fatto presto a fare effetto...-
Lei sorrise appena, chiudendo gli occhi, poi respirò profondamente -Allora è una gran bella sensazione... di quelle che ti fanno sentire le farfalle nello stomaco...-
-Le farfalle?-
-Nello stomaco... cosa dicevi a mia madre, nella lettera?-
Garrus le riavviò i capelli, inclinando appena la testa -Le ho scritto che avrei preso il tuo posto, che avrei combattuto le tue battaglie, ma non è andata esattamente come speravo.-
-Mi dispiace...-
-Sei innamorata di un Turian, Comandante?-
-I miei processi dicono solo che sono innamorata di Garrus Vakarian...-
Il Turian spostò di nuovo lo sguardo, posandolo su Mordin, che brandiva una Scorpion alla rinfusa, mentre Jake Shepard alzava le mani in segno di resa e gli chiedeva di mettere giù l'arma.
-Se me lo dice un Silone così bello, allora non posso fare altro che crederci- e le sfiorò la fronte con il naso, permettendole di rilassarsi definitivamente in un delicato sonno ristoratore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

J's logbook:

Aprile 27, 2013

Dunque,
ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare: stravolgere la timeline.
Ho anticipato un evento storico, manipolandolo a mio piacimento per inserirci la vicenda e renderla più “movimentata”. È un esperimento, spero vivamente che mi sia riuscito e che nei capitoli successivi renda migliormente. È una cosa che odio fare, di solito... oddio quanto mi sento insicura D: 
Fondamentalmente, provo un odio smisurato per questo capitolo. Esagerata? No, per niente. Lo odio proprio.
E perché lo pubblichi allora, idiota?”
Perché mi serve come anticipazione del prossimo capitolo, che si intitolerà “Eabor”, ecco tutto.
Un abbraccio insicuro e un mare di caramelle a forma di Normandy.

 

J.

   
 
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