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Autore: CrazyFantasyWriter    27/04/2013    3 recensioni
Sono Kate, Kate Huster, ho diciotto anni, non sono particolarmente bella e non ho avuto una vita facile e ricca di sorprese, ma quello che mi è successo il giorno del mio sedicesimo comlpleanno ha dell'incredibile. Ti dico solo che ero alla stazione di Londra con i miei volumi della saga di Harry Potter. Vuoi sapere cosa mi è successo? Inzia a leggere, questa storia fa per te!
(Questa è la mia seconda ff e la scrivo in parallelo con "Il settimo anno" spero sarete clementi!)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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1Una giornata da dimenticare

Ciao, sono Kate Huster, ormai ho diciotto anni e ho sempre vissuto a Londra.

Non ho avuto una vita facile e neanche entusiasmante e ricca di sorprese, ma al giorno del mio sedicesimo compleanno è successa una cosa incredibile. Non sono mai riuscita a raccontarla a nessuno, ma finalmente, armata di forza e coraggio, ho iniziato a scrivere la mia storia. Una storia che spero vi piaccia e che vi faccia capire che bisogna sempre credere nei propri sogni, anche se sono “impossibili”, perchè se credete davvero in qualcosa niente e nessuno potrà impedirvi di fare ciò che volete.

* * *

E' iniziato tutto così...

Erano le sei e mezza del mattino del primo settembre. Io non avrei avuto nessuna ragione per essere sveglia a quell'ora in un giorno di vacanza, ma la prospettiva che alle dieci avrei trovato mia madre gironzolare per casa mi rendeva nervosa.

I miei avevano divorziato quando io non avevo ancora imparato a parlare e così, visto che mia madre dirigeva, e dirige tuttora, un giornale di moda e diceva di non aver tempo di guardare una bambina, sono andata a vivere con mio padre.

Con lui sono sempre andata d'accordo, il vero problema era mia madre, lei si che era davvero cattiva con me. Non veniva spesso a farci visita, ma in quel periodo si era fatta delle strane paranoie. Credeva avessi qualche problema perchè non avevo molta voglia di uscire e passavo le giornate a leggere, ma lei non aveva capito cos' avessi davvero e io non avevo alcuna intenzione di confessarglielo.

Il mio problema era Robert Loren, alto, bruno, con i capelli mossi e la pella ambrata. Ero follemente innamorata di lui, ma a quanto pareva il ragazzo non aveva alcuna intenzione di provare qualcosa in più di quello che poteva provare un amico, perciò delusa di non poter avere altro rimanevo a casa a leggere e rileggere i libri di Harry Potter. Mi è sempre stato detto di non perdermi nel mondo dei libri, perchè faceva male alla mia crescita e bla bla bla, ma io non li ascoltavo. Era più forte di me: i libri mi facevano entrare in vite che non erano mie, vivere nuove avventure e provare il brivido del pericolo, cosa che non avevo mai provato in tutta la mia monotona vita.

Decisa a vestirmi, mi alzai dal letto e iniziai a frugare nell'armadio, indossai la prima cosa che mi capitava e mi fermai davanti allo specchio per darmi una sistemata ai capelli.

Faccio schifo” pensai, “Perchè io devo avere i capelli di un colore indecifrabile fra il biondo e il marrone, che non prendono una piega nemmeno a pagarli? Perchè devo avere la pelle talmente chiara da farmi sembrare una malata cronica? Perchè devo avere degli occhi marroni che di bello non hanno nulla?” Come al solito a tutte quelle domande nessuno mi aveva mai risposto chiaramente, a sei anni avevo chiesto a mia madre perchè fossi così con una madre bella come e di classe com'era lei, ma la risposta che ottenni mi fece solo deprimere di più, allora andai da mio padre, il quale mi disse che ero bella per la mia semplicità, ma io non mi ero convinta lo stesso.

Mentre questi pensieri mi occupavano la mente qualcuno bussò alla porta della mia camera.

“Avanti” dissi, scostandomi dallo specchio.

“Buongiorno e buon compleanno! Mattiniera oggi?” chiese mio padre allegro come al solito.

“Si, ora scendo per fare colazione, tu vai già via?” chiesi temendo che mi lasciasse sola con quella strega di mia madre.

“Si, mi spiace...”

“Ma avevi detto...”

“Lo so, mi spiace davvero, ma non posso, mi hanno chiamato dall'ufficio. Vedrai che con mamma andrà tutto bene, cerca sono di non risponderle male”

“Io le rispondo male perchè lei mi provoca”

“Mmm... Vabbè, cerca di comportarti bene!” e così dicendo prese la sua ventiquattrore e uscì di casa.

Io scesi di sotto e iniziai a fare colazione quando suonò il campanello, mi alzai e andai ad aprire.

“Mamma” dissi senza entusiasmo trovandomi di fronte alla donna che odiavo con tutto il cuore.

“Ciao Kate, posso entrare?”

Io senza risponderle spalancai la porta e sciabattando tornai dalla mia enorme tazza di latte al cacao.

“Pronta la scuola?” chiese la strega fingendo interesse.

“Si” risposi puciando un biscotto nel latte.

“Papà mi ha detto che non esci molto il pomeriggio”

Io con la bocca piena mugugnai in riposta.

“Cosa ti succede?!” esplose allora mia madre dall'alto della sua sensibilità.

“Niente, ho solo voglia di arrivare a scuola preparata, quindi studio il più possibile”

“E studi leggendo quegli stupidi libri di Harry Potter?!” si infuriò mia madre.

“Non sono degli stupidi libri!”

“La devi smettere di perderti fra quelle pagine!” urlò lei alzandosi dal tavolo e iniziando a salire le scale dirigendosi verso la mia camera.

“Che vuoi fare?!” le gridai seguendola in camera mia.

Lei non mi rispose, ma iniziò a frugare fra le mie cose.

“Mamma cosa stai facendo?” dissi con la voce tremolante per la paura.

Lei non disse nulla e prese quello che evidentemente aveva cercato per tutto il tempo: il primo libro della saga.

“Che fai?” chiesi ancora mentre una lacrima mi rigava la guancia.

Mia madre mise una mano in tesca estraendo un accendino, solo in quel momento realizzai ciò che voleva fare.

“Tu sei pazza...” le dissi in un bisbiglio mentre lei iniziava a bruciare il mio volume. Le fiamme si rispecchiavano nei suoi occhi aumentanto la follia che colmava quelle pupille nere, quegli occhi che non scorderò mai.

“Così vedremo se passerai ancora tutto il giorno a leggere” disse, ma io la spinsi fuori dalla mia camera e lei face cadere a terra il libro.

“Vattene, vattene via! Non ti voglio più vedere!” le gridai mentre lei scendeva infretta le scale.

“Hai bisogno di un neurologo, devi proprio avere qualcosa che non va in quel cervello!” mi urlò ancora prima di sbattere la porta e andarsene.

Io cercai di spegnere il fuoco che, fortunatamente, non aveva intaccato altro, ma la copertina e le prime pagine ormai erano tutte sbruciacchiate, non potevo più fare niente.

Guardando le pagine rovinate iniziai a piangere lacrime di rabbia, la odiavo, la odiavo con tutta me stessa. Non potevo rimanere lì. La prima cosa che mi venne in mente fu scappare, mi dispiaceva per mio padre, ma non potevo più stare in una realtà che non mi accettava per quella che ero, così raccattai le cose più importanti e i libri della saga da cui non potevo separarmi e le misi in una tracolla.

Corsi al piano di sotto e con le lacrime che mi ribollivano sulle guance lascia la casa.

Iniziai a correre a più non posso per raggiungere la fermata più vicina del bus che poteva portarmi alla stazione di King's Cross.

Salita sull'autobus raggiunsi in poco tempo la stazione.

Camminai avanti e indietro fra i binari decidendo la mia destinazione, ma poi optai per il treno per l'Irlanda che era il primo a partire, così mi avviai verso il binario dieci, ma un macchinista mi fermò.

“Sono spiacente, il treno ha un guasto, non parte, sarai costretta ad aspettarne un altro”

“Grazie, allora aspetterò qui” risposi, tornai un indietro e mi appoggiai alla barriera che separava il binario nove dal binario dieci.

Guardai l'ora, erano le undici meno un quarto e solo allora collegai gli strani eventi della mattina: era il primo settembre, mi trovavo fra il binario nove e dieci ed erano le undici meno un quarto... Se fosse esistito il mondo dei maghi avrei potuto arrivare all'Hogwarts Express senza problemi... Ma erano solo coincidenze e la magia non esisteva.

Persa fra mille pensieri socchiusi gli occhi e rimasi appoggiata a quel muretto, quando mi parve di cadere all'indietro. Riaprii gli occhi e mi ritrovai di fronte ad un treno a vapore rosso fiammante. Mi diedi un pizzicotto e sentì dolore: non stavo sognando, ero davvero nel modo di Harry Potter. Ancora sconvolta dal susseguirsi degli eventi salì sul mezzo prima che partisse.

  
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