GIORNO 14: E’ tutta colpa di mio padre!
Ho passato al
telefono due ore e mezza, narrando ogni minimo dettaglio della gestualità di
Ryder quel giorno e in quelli passati. Purtroppo c’è un motivo per cui sono
amica di Allison e Skyler: hanno la stessa esperienza di rapporti umani che ho
io. Siamo tre lupi solitari che si sono incontrati e hanno deciso di diventare
un branco in cui vige la democrazia. Quando il fratello di Skyler ha iniziato a
tormentarla perché gli serviva il telefono, e le urla della madre di Allison
che la chiamava per cena si sono fatte sentire in tutta la mia casa, abbiamo
staccato. Aspettano miei aggiornamenti domani.
Per parte mia
sono rimasta distesa per terra, spalmata come un formaggino sul mio tappeto,
finché non ho sentito la porta di casa chiudersi e mia madre gridare:
- Chi c’è?! Ho
portato i viveri!
Il giovedì è
giornata di pizza, che mia madre compra mentre torna dal lavoro. Insegna religioni
e filosofie orientali all’università. E’ per questo che ci siamo trasferiti
qui. Prima stavamo nel New Jersey. Papà invece è uno psichiatra, cosa che trovo
fighissima perché posso spulciare tutti i suoi tomi di medicina e
autodiagnosticarmi tante malattie. O meglio, lo potevo fare finché per un
periodo verso i tredici anni non mi sono convinta che di lì a poco mi sarebbero
comparse le vene varicose e ho iniziato a mangiare solo mirtilli per
prevenzione, e allora mi è stato proibito di avvicinarmi alla libreria nello
studio di mio padre, chiusa a chiave 24 ore su 24.
Dato che nessuno
ha risposto al richiamo di mamma orsa perché Peter era sotto la doccia e io ero
il fantasma formaggino, lei ha detto:
- Yu-hu? Nessuno
in casa? Hana? – Ha aperto la mia porta e si è affacciata. – Che fai?
- Mi deprimo. –
ho risposto con voce roca. Ally e Sky parlano a voce abbastanza alta, e per
stare dietro a loro devo urlare. Anche se probabilmente quel pomeriggio ero
talmente concitata che avrei urlato comunque. – Domani sarà un disastro. Non so
cosa mettermi, non capisco un accidente di football e non potrò dare delle vere
opinioni, a cena non saprò cosa ordinare per non fargli spendere troppo, dopo
lui mi accompagnerà a casa e mi vorrà baciare e io probabilmente avrò una crisi
di panico perché non ho idea di come si faccia. Si inclina la testa di lato? Si
schiudono le labbra? Rischiando di fare entrare una zanzara in bocca nel caso
in cui lui non abbia intenzione di baciarmi perché è chiaro che in realtà non
gli piaccio ma voleva essere gentile con me e distrarsi dal fatto che in realtà
gli piace Marley ma lei non ha occhi per nessun se non per Jake e visto che San
Valentino si avvicina lui non voleva essere solo o forse perché in realtà vuole
vedere se lei si ingelosirà e.. – stavo parlando così a raffica che nemmeno io
seguivo il filo del mio discorso.
- Tesoro, che
cavolo dici? Smettila, va bene? Mi sto arrabbiando. – E’ entrata nella stanza e
ha spalancato il mio armadio, tirando fuori alcuni vestiti. Nel frattempo ha
continuato a parlare: - Devi smetterla di sottovalutarti. Non c’è motivo per
cui tu non possa piacergli sul serio. Soprattutto considerando come si è
comportato con te ultimamente. – Avevo raccontato ogni dettaglio alla mia mami
giorno per giorno. Era la mia confidente number one. – Perciò mettiti i tuoi
stivali preferiti con la gonna a righe blu. E una camicetta con il maglioncino
che ti ha fatto la nonna per Natale – mia nonna era una guru dell’uncinetto, e
da qualche anno aveva anche un negozio tutto suo in cui vendeva le sue opere
d’arte – e il cappello bianco. E il mio cappotto blu scuro, quello con i
bottoni argentati che ti piace tanto. Per quanto riguarda i baci…
- Sai una cosa?
E’ tutta colpa di papà. – ho detto ad un certo punto, mettendomi a sedere,
furibonda. Lei mi ha guardato perplessa, così ho chiarito meglio: - I padri di
solito non sono autoritari e impediscono alle figlie di uscire con i ragazzi
fino ai trent’anni? Lui perché non mi proibisce di uscire? A quest’ora avrei
avuto la scusa perfetta per declinare l’invito!
- E poi, quando
a trent’anni te l’avrebbe permesso, che avresti fatto? Saresti stata ancora più
inesperiente.
- Sì ma…
- E poi non mi
pare che l’autoritarismo degli altri padri funzioni. O sbaglio? Anche le più
secchione escono dieci volte più di quanto non faccia tu. E no – ha detto
bloccando con la mano la mia prevedibile protesta – andare a piedi fino a casa
di Allison o Skyler non è considerata “uscita”. E ora vai a darti una
rinfrescata, quando tuo padre torna si mangia.
Così mi sono
trascinata in bagno e ho lavato via le mie preoccupazioni con bagnoschiuma al
fiordaliso e poi le ho ammorbidite con olio Johnson’s baby alla camomilla. Ma
quando sono scesa a cenare, sfoggiando dei capelli bagnati che mi davano l’aria
di un papavero in balia al vento, l’ansia mi ha assalita di nuovo, e ho accolto
mio padre dicendogli:
- Perché non
segui il football come tutti i padri, tartassandoci tutti con nomi e commenti
che a nessuno in casa interessano, ma che potrebbero tornare utili alle ragazze
che escono con ragazzi che praticano questo sport? E’ tutta colpa tua!! – E ho
preso una fetta di pizza e sono tornata in camera mia a rimuginare
sull’ingiustizia della mia vita, sotto lo sguardo perplesso dei miei familiari.
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Scusate, dovevo pubblicare ieri ma proprio non ho avuto testa per farlo. Spero di essere meno incasinata venerdì prossimo. Buona lettura! :)