Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Emilystrange97    27/04/2013    0 recensioni
[anime&manga]
[anime&manga]Questa è il sequel della seconda stagione di Kuroshitsuji II. Siccome non mi è piaciuto il finale ho deciso di continuare la storia per farla terminare come meglio credo u.u
Spero vi piaccia :)
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Violenza
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Era una fresca mattinata invernale, i raggi del sole facevano capolino da alcune nuvole che sembravano provare gusto a non farli passare. Una leggera nebbia fluttuava nel cielo infittendosi via via che si avvicinava alle colline. Il paesaggio era tetro e spoglio, dei boschetti campeggiavano su vari sentieri ai piedi della collina più alta e lì vicino un fiume scorreva silenzioso. Il fiume arrivava sino al mare percorrendo un lungo tragitto, passando vicino un maniero e aggirando un piccolo villaggio. Molto più distante dalla campagna si intravedeva tra la nebbia una grande città anch'essa sommersa nel silenzio dell'alba. In quel maniero,un grande edificio stagliato su di un'altura, una ragazza dai capelli fucsia guardava dalla finestra. Indossava un abito da cameriera piuttosto consunto e in testa, sopra i capelli legati in due codine disordinate, aveva degli occhiali dalle lenti sorprendentemente grandi. Erano quasi buffe, tonde come le orecchie di un topolino. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e ogni tanto sospirava.
"Meyrin smettila di sospirare o farai di nuovo piangere finnian!"-brontolò un uomo biondo dall'altro capo della stanza. Aveva mentito, o meglio non aveva detto tutto quello che pensava. SMETTILA DI SOSPIRARE O SCOPPIERò IN LACRIME ANCHE IO.
"Mi dispiace...perdonami Bard."- Si voltò. Per tutto il tempo era rimasta con il naso appiciccato alla finestra.
Aveva gli occhi lucidi e anche così apparivano bellissimi. Sembravano due rose bagnate dalla rugiada. Inforcò gli occhiali,si sistemò il vestito e disse: 
"Forza Bard,in fondo non possiamo stare qui con le mani in mano"-"E cosa vorresti fare?!"-la interruppe bruscamente Bard-"Vuoi trovarlo? Vuoi seguirlo?! Non sappiamo dove andato! Non sappiamo cosa vuole fare! Non sappiamo se è ancora...-le ultime parole gli morirono in gola. Era tutto rosso,le lacrime che facevano a pugni con le palpebre per uscire di lì. VIVO. VIVO era la parola che non era riuscito a dire,eppure sono solo quattro lettere...quattro semplici lettere...
Si sentì tossicchiare da un altro capo della stanza,adesso più illuminata poichè il sole era ormai alto in cielo e i suoi raggi entravano dalla finestra.
Un vecchio con indosso un frac nero intervenne:"Sono addolorato anch'io da tutto ciò,Bard. Siamo tutti tristi,tutti nella stessa situazione. E' passata solo una settimana da quando se n'è andato...eppure sembra un'eternità. Ma non possiamo deprimerci così,lui non vorrebbe"-"Perchè ne parli come se fosse morto Tanaka?!"-Bard non riusci a trattenersi ancora,le lacrime gli rigavano il viso ormai rosso più di un pomdoro."L'ho detto prima e lo ripeto: noi non sappiamo se è vivo,se è morto,perchè se n'è andato e perchè ha portato quel diavolo di maggiordomo con sé!"-si accasciò a terra,sul tappeto vittoriano che era in quella casa da almeno una quarantina d'anni.
"E' vero..."s'intromise Finnian,con un filo di voce-"non sappiamo niente di tutto questo,ma lui sembrava a posto...voglio dire...non aveva un'aria triste,ma nemmeno felice,era come al solito! Ciel era serio come al solito,sicuro di sé. Noi gli vogliamo bene e sappiamo che non farebbe mai nulla di scellerato!"-le ultime parole le calcò con forza,prendendo sicurezza via via che parlava. Bard abbozzò un sorriso, Meyrin gli mise una mano sulla spalla. "E' così ragazzo
mio: noi siamo i servitori di Ciel Panthomive e lo saremo per sempre! Non ci lascerà mai."-quelle parole sembrarono affaticare molto il vecchio che dovette 
sedersi per lo sforzo. "Ecco, prendi un po' di thè Tanaka"-Meyrin gli porse una tazzina da the verde e si sedette accanto a lui.
FATENE QUELLO CHE VOLETE DI QUESTA RESIDENZA,POTETE TENERLA O ANCHE BRUCIARLA.NON MI INTERESSA. Le parole del loro signorino prima di partire risuonavano nelle loro teste,senza fine.
 
 
Lì in città c'era molto fermento come era solito a Londra in quel periodo. Giusto quella mattina in piazza c'era una fiera: le strade erano piene di tendoni colorati ognuno avente qualche luccichio. C'erano venditori di gioelli, borse, giocattoli...tutti rigorosamente falsi,ovviamente. C'era una gran folla, donne eleganti passeggiavano con il naso per aria a braccetto con i loro mariti tirati a lustro. Ma c'era anche gente più umile che si limitava a guardare tutti quegli oggetti con grande un grande desiderio negli occhi. Diversi bambini sudici e sporchi si erano fermati ad ammirare la bancarella dei giocattoli. 
"Avvicinatevi, prego!"-ripeteva il venditore che non vedeva l'ora di concludere un'affare. Tra quelle testoline sporche e spettinate ne spiccava una in particolare: bionda,un cappello grande e rosa le avvolgeva la nuca dalla quale ricadevano ciuffi biondi perfettamente arricciati. Lady Elizabeth,accompagnata dalla sua servitrice Paula, era come incantata da quella bancarella. I suoi occhi erano fissi su una barchetta di legno,ben fatta,dipinta nei minimi particolari. "Siete interessata?"-le disse il venditore con fare affabile-"quella è una delle barchette di legno della Panthom company! Un pezzo raro! Lei ha davvero buon occhio signorina...-"Bugie!!! Sono tutte bugie! Quella barchetta è un falso! Dovrebbe vergognarsi...prendersi gioco di me in questo modo!"-Elizabeth era fuori di sè.Quella barchetta...lei stessa ci aveva giocato da piccola,ma tutte le barchette erano andate distrutte da quel terribile incendio! 
L'incendio che si era portato via Ciel e i suoi genitori! Poi lui era tornato...
"Signorina si calmi!"-intervenne Paula-"Ci scusi...Lizzy, lo sapevo non sei ancora in forma...non dovevamo uscire,adesso torniamo a casa,eh?". 
Ma Lizzy non ascoltava, la sua mente ormai viaggiava veloce. Ciel. Il suo ciel. Il suo fidanzato era sparito di nuovo e questa volta non sarebbe tornato. 
Solo una settimana prima Sebastian,il maggiordomo del ragazzo, era venuto da lei. Sembrava dispiaciuto eppure lei lo aveva salutato allegra come al solito. 
Era successo qualcosa? E dov'era Ciel?L'ultima volta avevano ballato...era stato così gentile!
Sebastian si era limitato a porgerle una scatolina in tono solenne. Era una scatolina rettangolare,lunga,piatta e nera. Avvolta in un nastrino bianco perla 
che terminava in un fiocchetto. Era carina, ma quel nero non le piaceva per nulla,lei amava i colori!
Poi l'aprì.
 
 
Nel trambusto della città c'era anche gente che si preoccupava di regalare pasti caldi alle persone:in fondo alla via due uomini cucinavano sul momento degli strani involtini simili a forme di pane. Sul cartello poggiato a terra a fianco della loro bancarella vi era scritto:"Curry Pains". I due uomini erano 
indiani,lo si capiva dal loro abbigliamento e dal colore della loro pelle. Benchè ciò che stavano facendo era un atto molto gentile e umano quei due non 
riuscivano a sorridere. "Agni,non me la sento di andare avanti...non ce la faccio..."-incalzò quello più basso. I capelli violetti e il portamento regale 
facevano a pugni con quell'espessione truce stampata in viso. "Mio principe,se ora ce ne andiamo questa gente non avrà di che mangiare. Anche io sono triste,sento di aver perso un amico."
Era accaduto tutto solo una settimana fa,Sebastian era andato da loro e gli aveva porso una scatolina.Allo stesso modo in cui era venuto se ne era 
andato,lasciando i due indiani avvolti nello stupore e sepolti dal dolore.Quella scatola conteneva un piccolo gingillo in ottone con sopra lo stemma della Panthom Company e accanto a questo un bigliettino: "IN MEMORIA DI CIEL PANTHOMIVE,MORTO IL 26 AGOSTO 1889. ETA' 13 ANNI."
  
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