Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MoonClaire    27/04/2013    1 recensioni
Lettere.
Ogni romanzo d’amore che si deve inizia così.
“E anche il mio non fa eccezione…”.
Susi aveva tutto dalla vita. Un lavoro appagante e tra le tante aveva anche un vicino di casa bellissimo.
“Che sono riuscita a fare innamorare, mettiamo in chiaro la cosa per chi avesse brutte intenzioni!”
Per inseguire il sogno di una vita, entra nella scuola che aveva sempre desiderato frequentare.
Ora non c’è più nessuno che la frena, può diventare chi vuole ed essere chi vuole.
“Non si può mai essere chi vuoi veramente, finiresti sempre con il ferire qualcuno…”.
Il disegno era la sua più grande passione, e scrivere veniva subito dopo. Entrambi avrebbero dovuto rimanere tali, ma invece, entrambi, hanno deciso di cambiarle la vita.
“Il disegno più importante per me era quello chiamato amore…”.
Il pennello del destino le aveva disegnato cose che non si sarebbe mai aspettata, ora stava solo a lei rifinire quel disegno con tutti i particolari che mancavano.
“Ma avrei avuto il coraggio e l’egoismo di prendere in mano quel pennello sporco e posarlo su una tela non più bianca?”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 11
 
“Mancavano due giorni a Natale, e Nick era stato spedito in Svizzera per fare un servizio fotografico ad un matrimonio ambientato tra la neve. Due giorni in cui avrei dovuto preparare tutto per Natale. Ultime spese, ultimi addobbi, ultimo tutto insomma… Kia e le altre erano, giustamente, troppo prese dai propri impegni personali per riuscire ad accompagnarmi, e così, mentre quella domenica pomeriggio,mi preparavo per uscire a sbrigare le ultime faccende, restai a dir poco sorpresa quando suonò il citofono di casa.”
 
“Chi è?” domandò Susi infilandosi un paio di stivali con il pelo nero.
Qualche istante di silenzio seguirono, e quando lei aprì bocca per parlare di nuovo, il suo interlocutore si decise ad aprir bocca. “Sono Alex… e non attaccare, ti prego!” si affrettò a dire il ragazzo.
 
“Giusto appunto perché non stavo pensando abbastanza a te in questi giorni…”
 
“Non ho davvero il tempo adesso…” incominciò Susi, ma si bloccò quando lui la interruppe.
“Dobbiamo parlare…”.
 
“Perché sembrava così triste? Perché da quella voce calda e sensuale, che in classe riusciva a rapirci e coinvolgerci con tanta facilità, in questo momento sembrava appartenesse ad un’altra persona?”.
 
Sospirando e guardandosi intorno nervosamente, si ritrovò ad aprirgli il portone. Nessuno dei due disse niente per qualche secondo, poi quando sentì Alex muoversi e varcare la soglia, appese la cornetta del citofono.
La ragazza si fermò a guardarsi intorno.
 
“Perché mi sentivo così in colpa a far entrare Alex in questa casa? Mi sembrava di tradire Nick, di pugnalarlo alle spalle, solamente a parlare con lui…”
 
Non riuscì a farsi ulteriori paranoie mentali, quando sentì un lieve bussare alla porta. Titubante, mettendo la mano sulla maniglia, restò ad osservarla per qualche istante, fino a quando, Alex, non bussò nuovamente.
Aprendola lentamente, si trovò davanti il ragazzo con il naso e le guance arrossate per il freddo. Facendosi da parte da un lato, Susi gli lasciò via libera per entrare.
“Grazie…” borbottò Alex con un lieve cenno della testa.
Richiudendo la porta alle loro spalle, per qualche secondo, entrambi restarono in un imbarazzante silenzio.
“Nick…”
“Non c’è… lo so… Kia fa in fretta a spifferare le informazioni…” la interruppe Alex sorridendo.
 
“Kia… ma questo scherzo non me lo aveva già fatto?”
 
Per la prima volta, Susi alzò completamente lo sguardo su di lui. Portava delle scarpe da ginnastica nere, e dei jeans scuri. Per proteggersi dal freddo, indossava un cappotto nero che arrivava qualche centimetro sopra al ginocchio, ed intorno al collo giaceva quella che sembrava una caldissima sciarpa rossa. I capelli già mossi erano resi ancora più ribelli dal freddo vento invernale che soffiava imperterrito in mezzo alle strade. Un lieve pizzetto era appena accennato sul suo viso e lo rendeva dannatamente bello.
Inconsciamente, Susi si fermò ad osservare quella stanca espressione, ma arrossì notando come il ragazzo le sorrise.
“Stavi uscendo?” domandò lui indicando con il capo, l’abbigliamento proteggi freddo, la sciarpa rosa avvolta intorno al collo ed un paio di paraorecchi di pelo nero.
“In effetti sì… stavo andando a sbrigare le ultime commissioni prima di Natale…” enfatizzò Susi mostrandogli il giaccone nero che teneva in mano.
Alex la fissò con i suoi occhi scuri per qualche istante poi, guardandosi intorno borbottò “Ti accompagno se ti va… almeno esco da questa casa che mi mette i brividi… è tutto di Nick e tutto qua percepisce il nemico…”.
Susi lo guardò scettica, e poi scuotendo la testa disse “Stai tranquillo… torna domani mattina…”.
Mettendosi una mano sul cuore e tirando un sospiro di sollievo, Alex riportò lo sguardo su di lei, sorridendole.
In quel momento, Susì capì che avrebbe dovuto sbarazzarsi in fretta del ragazzo. Quegli occhi scuri sembravano guardarle nel profondo dell’anima.
“Allora? Vuoi un po’ di compagnia?” domandò Alex sorridendole.
 
“Digli di no, digli di no!”
 
“Se non ti spaventa venire a fare shopping con me… nel periodo Natalizio poi, sono davvero folle…” borbottò Susi imbarazzata.
 
“Ecco cosa vuol dire ragionare con la testa… Dieci punti a Susi!”.
 
“Ho sentito delle storie interessanti su te e lo shopping, e devo ammettere di essere abbastanza incuriosito…” replicò Alex. “Sono pronto a rischiare…”.
Indossando la giacca, Susi si limitò a sorridergli e voltandosi su sé stessa, cercò la borsa e le chiavi. Facendolo uscire di casa, Susi lo seguì e si richiuse la porta alle spalle.
 
“Un pomeriggio da sola con lui, avrebbe potuto mettere a rischio la mia storia con Nick? Avrebbe potuto Alex, con quegli occhi color del cioccolato, portarmi via dal ragazzo dei miei sogni?”.
 
“Dammi qualche borsa Susi… mi fai passare per un bastardo che fa portare tutto alla ragazza…” borbottò Alex allungando una mano per tentare di prendere qualche pacco che lei teneva in mano.
Lo guardò scettica per qualche istante, poi, sospirando, gli allungò delle borse che accettò volentieri. “Finalmente! Sei bella  testarda!”.
“Senti chi parla, quello che è andato avanti a tentare di convincermi a mollargli i pesi dello shopping da venti minuti a questa parte…” replicò Susi rallentando lievemente il passo e portandosi come poteva le mani sui fianchi.
Alex restò ad osservarla per qualche secondo, sorridendo lievemente all’immagine che gli si presentava davanti. Senza che se ne rendesse conto, però, le sue labbra si mossero di volontà propria.
“Sei adorabile…” sussurrò scrutandola con gli occhi scuri.
Arrossendo come se non ci fosse un domani, Susi tentò di sviare l’argomento cercando qualche distrazione. Guardandosi intorno, il suo sguardo si fermò su di un piccolo bar che preparava anche cioccolate da passeggio.
“E sei anche una mangiona assurda!” aggiunse Alex.
“Bhe, fa freddo, io ho la faccia completamente ghiacciata e, a quanto pare, guardando il tuo naso bordeaux e le tue guance di una tonalità minore, non penso tu stia morendo dal caldo…” replicò lei, tentando di convincerlo.
“E vuoi fermarti o vuoi farmi fare qualche figura passeggiando con la cioccolata?” chiese Alex alzando un sopracciglio. “Sei maldestra, vorrai mica rovesciartela addosso…” e avvicinandosi, le sorrise dolcemente e le passò un braccio dietro alla schiena, indirizzandola verso il locale.
Susi, non rispose alla provocazione, ma perplessa e confusa restò a fissare il ragazzo che ordinava due cioccolate calde da portare via.
 
“Cosa era cambiato tra noi due? Un suo sorriso, sebbene non mi fosse mai stato totalmente indifferente, mi faceva letteralmente tremare le ginocchia, quegli occhi scuri, guardavano i miei e riuscivano a leggere la mia anima… Era come se stesse entrando nel mio cuore…”
 
“Cioccolata calda a Susi…” disse Alex sventolandole davanti il bicchiere con la cioccolata. Sbattendo le ciglia, la ragazza sentì una vampata di calore spandersi sul viso, notando la vicinanza del ragazzo.
Se lui si accorse del fatto che fosse arrossita o meno, non lo diede a vedere, ma con un lieve sorriso, le porse la bevanda calda.
“Grazie…” e spostandosi tutte le borse in una mano, Susi accettò il bicchiere. Sorseggiando, chiuse istintivamente gli occhi, quando la cioccolata le arrivò in bocca.
Alex la osservava in silenzio, soffiando nel proprio bicchiere, per tentare di farne raffreddare il contenuto che sembrava incandescente. Chinandosi verso la ragazza, le prese via di mano anche il resto delle borse, sollevato dal fatto che non tentò di opporre resistenza.
“Ti porto io in un posto…” sussurrò facendo qualche passo per incitarla a seguirlo.
Senza dire una parola, Susi iniziò ad andargli dietro, sentendosi libera ed a suo agio come non succedeva da tanto tempo.
 
“Erano anni che volevo salire sulla ruota panoramica in grado di mostrarmi le bellezze del Natale, ed Alex, quel giorno, come a leggermi nel profondo, fu in grado di realizzare questo piccolo sogno. Io scherzavo dicendo che con quei suoi occhi tanto magnetici, riusciva a leggere dentro ad una persona, ma più trascorrevo del tempo con lui e più mi convincevo di questa cosa…”.
 
“Fa ancora più freddo qui…” gemette Susi tremando e racchiudendosi in un abbraccio con le sue stesse braccia, tentò di riscaldarsi il più possibile.
“Non dirmi che con tutta quella cioccolata che hai bevuto, hai ancora freddo?” chiese Alex osservandola dalla sua destra. “Ti sei scolata anche metà della mia…”.
“Era buona…”.
Ridendo la osservò per qualche secondo, poi, togliendosi la sciarpa rossa, gliela avvolse intorno al collo. Susi, sorpresa provò a protestare, ma sentendo il caldo che la sciarpa emanava, si limitò a ringraziarlo sottovoce. Guardandosi intorno, restò senza fiato nel vedere il panorama. Le luci di Natale che abbellivano le vie, rendevano la città più brillante del solito, facendola sembrare un piccolo diamante. Chiudendo brevemente gli occhi, tentò di respirare l’odore della pungente aria invernale, ma, con il battito del cuore irregolare, li riaprì immediatamente, quando il profumo di Alex la circondò.
“A cosa pensi Susi? Ti sei guardata attorno e ti sei illuminata…” chiese lui spostandole dei capelli dalla spalla.
“Adoro il Natale…” iniziò lei “Lo adoro perché tutto cambia, tutto diventa magico… L’atmosfera, le persone che invadono le strade… Respiri la serenità in questo periodo. Se cammini ed osservi le persone, nonostante tante siano in giro per le spese dell’ultimo minuto, le vedrai più calme e rilassate. Saranno le luci, il pensiero di passare la festa insieme ai tuoi cari, ma qualcosa dentro ognuno di noi cambia, non so cosa sia, ma posso solo dirti che tutto è speciale… Nell’aria respiri l’amore…”.
Non sentendo nessuna reazione da parte del ragazzo, Susi si voltò verso di lui e sentì nuovamente quella strana sensazione, quando lo scoprì intento a guardarla intensamente.
 
“Lui con un solo sguardo, donandomi tutta la sua attenzione, annegando nelle mie parole,  fu in grado di farmi battere il cuore. Cosa doveva fare Nick, per fare lo stesso?”.
 
Confusa e spaventata, non capiva. Cosa era cambiato tra loro due?
“Mi ascolti Susi?” chiese Alex accarezzandole la guancia per riportarla lì con lui.
Scuotendo lievemente il capo, Susi tornò concentrata su quello che stava dicendo il ragazzo.
Arrossendo e scusandosi per aver perso il filo del discorso, gli chiese di ripetere.
“Andiamo a mangiare qualcosa? Si fa tardi ormai… e conosco un posticino che devi assolutamente provare!” esclamò alzandosi una volta che la ruota panoramica riportò la loro navicella a terra. Prendendo tutte le borse, con una mano, allungò istintivamente l’altra verso quella guantata di Susi e tirandosela dietro, scesero dall’attrazione.
Panico.
Il panico la avvolse completamente, quando si rese conto che Alex non accennava a diminuire la stretta sulla sua mano. Tirandolo, lo sbilanciò lievemente, facendolo fermare improvvisamente. Voltandosi verso di lei, la osservò confuso, cercando di capire perché lo avesse fermato. I capelli mossi, dopo il giro sulla ruota, erano ancora più ribelli, e Susi, togliendosi la sciarpa dal collo, dovette resistere alla tentazione di alzarsi in punta di piedi e baciarlo, quando avvolse il manto di lana rossa attorno al collo del ragazzo.
“Grazie…” sussurrò, insicura sul da farsi, ma restò stupita quando Alex la anticipò, baciandola su una guancia. Le sue labbra erano fredde e quando si allontanò da lei, i suoi occhi la scrutarono attentamente. La osservarono, la studiarono. Lui stesso aveva colto l’atmosfera, aveva notato che qualcosa era cambiato.
Susi lo sapeva e avrebbe voluto chiedergli cosa fosse successo. Posandole una mano sulla schiena, Alex continuò a condurla in direzione del locale di cui le aveva appena parlato.
In quel momento, Susi trovò la risposta alla domanda che si era fatta prima di uscire di casa.
 
“Sì, in un solo pomeriggio, Alex avrebbe potuto benissimo compromettere la mia storia con Nick. Quegli occhi scuri erano diventati parte di me ormai…”.
 
“Oh! Buona sera Alex!” esclamò un signore sulla cinquantina cicciotello e con i capelli brizzolati, non appena Susi ed il ragazzo varcarono la soglia del locale.
“Ciao Patrick!” replicò Alex tenendo la porta aperta per farla passare.
L’uomo fissò sorpreso la coppia, poi, sorridendo ampiamente, guardò Alex. “Finalmente ragazzo, ti vedo in compagnia! Non ne potevo più di vederti sempre da solo! Ci voleva una meraviglia come te per farlo splendere come fa adesso!” esclamò Patrick.
Ridendo lievemente e passandosi una mano nei capelli ormai più che spettinati, Alex scosse lievemente la testa “Lei è Susi, una ragazza che frequenta il mio corso…”.
“Che romantico, è una tua alunna allora!” interruppe un donna con i capelli biondi, bassa e magra. Susi, notando la somiglianza con Patrick, dedusse che i due erano fratelli.
Arrossendo Alex, si ritrovò a passare un braccio intorno alle spalle di Susi. “Frequenta un corso extrascolastico, quindi non possiamo proprio definirla un’alunna a tutti gli effetti!”.
“Piacere tesoro, io sono Franca!” si presentò la donna, fissando Susi con gli amichevoli occhi azzurri. “Accomodati pure al solito tavolo Alex, prepariamo qualcosina di speciale per te e per Susi… piatti a base di pesce vanno bene?”. Entrambi i ragazzi annuirono e Alex condusse Susi verso il tavolo dove era solito sedersi.
“Che bel posticino…” disse Susi guardandosi intorno. Il locale aveva luci soffusi, i tavoli, quadrati, erano adornati da tovaglie rosse e bianche. Su ognuno di essi, c’era una candela in un portacandele di vetro, un cestino con del pane, coperto da un tovagliolo, un set di sale e pepe, completo di olio e di aceto. Non era per nulla un locale di lusso, ma la luce velata delle candele, serviva a rendere tutto molto intimo, riservato e romantico.
“E si mangia davvero bene…” borbottò Alex alzando le sopraciglia compiaciuto.
“Vieni spesso qui?” domandò Susi, tentando di capire quanto in realtà Alex fosse solo.
“Abbastanza… è un posto caldo ed accogliente, ti fa sentire a casa… ho trovato dei buoni amici in Franca e Patrick, quindi non posso lamentarmi…” spiegò lui scuotendo le spalle con indifferenza.
“Ma non è bello essere così da soli…” si lasciò scappare la ragazza.
Alex la fissò per qualche istante con quegli occhi magnetici, poi, abbassando lo sguardo replicò “No… ma, ho mio cugino, ho trovato voi, e tutti, a parte Nick ovvio, mi avete accettato bene, mi tirate fuori da questa solitudine che ho trovato trasferendomi in Italia...”.
Corrugando le sopracciglia, sorpresa, Susi domandò “Non mi sono mai accorta che non fossi Italiano, hai un accento perfetto… sei svizzero?”.
Alex sorrise e scosse la testa. “Sono inglese… sono nato da genitori Italiani e sono cresciuto parlando Italiano in casa ed Inglese fuori casa. Puoi tranquillamente dire che sono bilingue…”. Alzando la testa verso di lei, la vide dedicargli piena attenzione. Inumidendosi le labbra, pensò che forse, a Susi interessasse sapere qualcosa in più sulla sua vita. Ed infatti le prime domande non tardarono ad arrivare. “Da dove la passione per l’arte?”.
Sospirando, il ragazzo, si versò un bicchiere di vino, che nel frattempo la cameriera aveva posato sul tavolo.
“Non so… l’ho sempre avuta ad essere onesto, ma non ho mai voluto coltivarla sul serio. Poi un giorno, quando è arrivato per me il momento di decidere che strada prendere, ho iniziato a riflettere. I miei avrebbero voluto vedermi medico oppure avvocato. Sono sempre stato brillante a scuola, avevo i volti più alti, mi impegnavo in tutto quello che facevo, ma sentivo che non ero soddisfatto… fare l’avvocato, per quanto la professione potesse essere redditizia, non era il mio sogno. E così mi sono avvicinato di più all’arte. Ho fatto domanda a Princeton ed altri famosi college Americani. Volevo andare via dall’Inghilterra, vedere il mondo, i vari tipi di arte delle diverse nazioni. E quando mi hanno accettato, ho mollato tutto e sono andato in America. Ho studiato, mi sono impegnato e mi sono laureato in arte. Dopo la laurea, ho iniziato a viaggiare per il mondo. Volevo studiare, imparare quello che i libri non potevano darmi. A volte ero con amici, altri da solo, ma comunque sia, è stata un’esperienza che ripeterei volentieri. Tornato in America, ho fatto un master e poi ho deciso di tornare nella mia terra natale. Ho girato l’Italia e tutte le sue città artistiche e poi sono approdato qui, per cercare casa ed un lavoro in un città dove avevo qualche parente che mi rivolgesse ancora la parola…”.
Susi lo osservò sorpresa “Che vuol dire?”.
“Da quando sono partito per l’America, per inseguire il mio sogno, i miei genitori non mi hanno più rivolto la parola. Non era questo il futuro che volevano per me. Non volevano che diventassi uno squattrinato professore d’arte… volevano cose più grandi di me, che non ero in grado di offrir loro…” spiegò Alex finendo il bicchiere che aveva tra le mani.
“Ed hai fatto bene!” lo rincuorò Susi “Non devono essere i genitori a decidere del nostro futuro. Hai fatto bene ad inseguire il tuo sogno, a voler diventare quello che sei diventato. Sei un uomo forte, sensibile. Che si cura di piccoli particolari, che di sicuro un avvocato non avrebbe mai preso in considerazione. Sei splendido Alex e sei diventato così, perché hai avuto la forza di combattere per i tuoi sogni, sei stato così forte da non aver paura di dover abbandonare tutto per inseguirli! Sei da ammirare, non da ignorare e mi spiace dirtelo, ma i tuoi genitori, lasciandoti andare così, stanno facendo lo sbaglio più grande della loro vita…”. Allungando una mano, senza rendersene conto, Susi si ritrovò a stringere una di quelle del ragazzo. Alex lasciando andare un sospiro, ricambiò la stretta della ragazza, restando a fissarla con occhi adoranti.
“Cosa ti è successo in queste due settimane Susi? Perché hai smesso di respingermi così come facevi? Ogni minuto trascorso insieme a te è servito a farmi cadere di più ai tuoi piedi…”.
Imbarazzata, la ragazza tentò di trovare lei stessa una risposta a quella domanda che da tutto il giorno la tormentava, ma venne interrotta dall’arrivo del primo piatto.
“Spaghetti al nero di seppia con gamberi e zucchine, vi auguro buon appetito!” esclamò Patrick posando i piatti davanti ai due ragazzi, prima di fare un buffo inchino per poi ritirarsi.
Cercando di evitare il profondo sguardo di Alex, Susi prendendo il tovagliolo, se lo posò sulle gambe ed augurandogli buon appetito, iniziò a mangiare, seguita quasi subito, fortunatamente, dal ragazzo.
 
“Quella sera fu il primo cenone Natalizio dell’anno…”.
 
“Ho una cosa per te…” borbottò Susi arrossendo e prendendo la propria borsa, tirò fuori un pacchetto azzurro con delle stelle argentate e lo porse ad Alex.
“Cosa ci facevi con un regalo nella borsetta?”.
Ridendo, la ragazza replicò “Come tu stesso hai detto, Kia non è per nulla brava a mantenere i segreti, ti avrei lasciato il regalo nella cassetta delle lettere prima di tornare a casa dalle mie commissioni!”. Ed indicò con un cenno del capo, il palazzo che stava dall’altra parte della strada. Alzandosi dalla sedia, Alex posò il tovagliolo sul tavolo e sistemandosi il maglione grigio che indossava sopra una camicia nera, fece cenno a Susi di aspettare un momento e corse fuori dal locale. Lo vide attraversare la strada, frugarsi in tasca, probabilmente a cercare le chiavi, ed entrare nel portone. Per poi uscirne un paio di minuti dopo con le mani piene.
Ritornando a sedersi di fronte a Susi, nuovamente con le guance rosse a causa del freddo, le lanciò un sorriso in grado di toglierle il respiro, e con un mano si sistemò i capelli come poteva.
“Io apro il tuo, se tu apri il mio…” e le spinse sotto agli occhi due pacchetti, di cui uno era decisamente grosso, pur essendo piatto.
Contando fino a tre, i due ragazzi aprirono contemporaneamente i pacchetti ed entrambi restarono piacevolmente sorpresi nel vedere i propri regali.
Alex tirò fuori dalla carta una camicia azzurra e quando la girò, trovò dipinto sul retro Ken Shiro. “Ho appena trovato la mia camicia preferita… ma guarda che linee, che mano ferma nei contorni e nei particolari…” sussurrò osservando con attenzione il disegno fatto dalla ragazza. Alzandosi, si chinò sul tavolo e si allungò verso Susi per darle un bacio sulla fronte. “Grazie piccola…”.
“Evita di metterla quando Nick è nei dintorni per favore…” borbottò imbarazzata, rispostando immediatamente la sua attenzione sul pacchettino che teneva tra le mani. Aprendolo, sospirò grata, vedendo un set di pennelli, delle migliori marche, con pennelli di tutte le dimensioni e spessori. “Grazie… mi servivano proprio…” lo ringraziò Susi sorridendo.
“Avevo notato che i tuoi iniziavano a tirare gli ultimi respiri…” spiegò Alex e poi le allungò il secondo pacchetto da aprire.
“Non dovevi…” iniziò a protestare, ma lui fece finta di non sentirla a la zittì con un gesto della mano. Alzandosi, si avvicinò a lei, e si chinò leggermente in avanti, tenendo fissi gli occhi scuri sul viso della ragazza.
Rompendo la carta rossa, a Susi vennero le lacrime agli occhi scorgendo lo splendido ritratto che le aveva fatto Alex. “E’ stupendo, grazie… davvero splendido… da dubitare che sia io talmente l’hai fatta bella…”.
“Oh sì che sei tu… e questa è l’espressione che ogni tanto hai quando guardi fuori dalla finestra della classe ed io, spero sempre che un giorno avrai la stessa espressione anche pensando a me…”.
Posando il quadro, Susi si alzò dalla sedia e si lasciò andare nelle braccia di Alex, che pur restando sorpreso dal gesto, non esitò a ricambiarlo, stringendola forte, e assaporandone il profumo.
“Mi spiace Alex… se tutto fosse diverso…” sussurrò Susi, ma il ragazzo, accarezzandole i capelli, la incitò a non dire più niente.
“Shhhh… va bene così… basta solo averti nella mia vita…”. Depositò un bacio sui capelli profumati di ciliegio e di malavoglia, l’allontanò dal proprio corpo.
“Ora… passiamo al dolce…” borbottò guardandosi intorno in cerca di Patrick e tornando verso la sua sedia, tentò di non dar peso alle sensazioni che si erano risvegliate in lui avendola fra le sue braccia.
 
“Improvviso ed inaspettato, ecco cosa era stato Alex nella mia vita…”.
 
“Non tirarlo neppure fuori il portafogli Alex!” esclamò Franca allontanandosi dal registratore di cassa.
“Non incominciamo con questa storia, non posso sempre mangiare a sbaffo! Voglio pagare anche!” ribattè Alex appoggiandosi al bancone con un braccio.
“Non se ne parla nemmeno. Ci hai praticamente dato tutti i quadri di questo locale, quindi è il minimo non farti pagare… Sono sicura che in un paio di anni diventerai un famoso pittore ed i tuoi quadri saliranno alle stelle!”.
Alex scosse la testa, sorridendo. “Sono solo un professore, non credo mai che seguirò la strada del pittore…”.
Patrick guardò Susi. “Mi fa arrabbiare a volte questo ragazzo, ha tutte le carte per affermarsi nel mondo dell’arte e non ha voglia di impegnarsi per provare!”.
Fissando Alex, Susi lanciò una breve occhiata in giro per il locale. “So che è un  fenomenale professore, ma è sempre troppo restio per farci vedere qualche sua opera!”.
“Opera! Non esageriamo adesso!” si intromise con modestia Alex.
“Fatti un giro e ammira cosa ha creato!” la incitò Franca e Susi, incuriosita, iniziò ad ispezionare i muri del ristorante, osservando i vari quadri appesi.
Alex la seguì a ruota.
“Impressionista…” borbottò Susi osservando i vari paesaggi e ritratti che esposti. Fermandosi improvvisamente, si voltò verso il ragazzo, che per poco non andò a sbatterle addosso. “Sei davvero molto, molto bravo Alex… dovresti provare a fare il pittore professionista… potresti farlo anche come secondo lavoro… nell’attesa del successo intendo…”.
Alex osservò pensieroso il quadro della bimba che giocava nel campo di margherite. Gli occhi scuri fissi prima sul dipinto, poi si spostarono e osservarono Susi. “Sono pochi mesi che ho trovato l’ispirazione… prima era tutto un buco nero. Sì certo, ho sempre adorato l’arte, ma non a livelli di avere i quadri volare fuori da me in modo così naturale…”.
“Speriamo tu sia sempre così ispirato…” borbottò Susi osservando un altro quadro, ma notando che Alex non si era mosso per seguirla, si voltò confusa verso di lui. “Tutto bene?”.
Il ragazzo, scuotendo lievemente la testa, sorrise e oltrepassandola si fermò verso un quadro che ritraeva una ragazza dai lunghi capelli neri, intenta a disegnare.
“Alex…” iniziò Susi avvicinandosi nuovamente.
“Voi due! Siete sotto al vischio!” esclamò Franca passando lì vicino tenendo in mano dei piatti.
Entrambi alzarono gli occhi e notarono il rametto di vischio che penzolava sopra le loro teste.
Riabbassando lo sguardo, lo portarono l’una sull’altro, restando a fissarsi, improvvisamente senza parole e incapaci di fare qualsiasi cosa.
“Su ragazzo! Baciala!” lo spronò Patrick portando del vino ad un tavolo.
Schiarendosi la voce, Alex fece un passo verso Susi, che arrossì lievemente notando l’intensità di quegli occhi cioccolato.
 
“Mi avrebbe baciato ancora, ma stranamente non mi ritrovai nervosa come le altre volte dove erano arrivati tanto improvvisamente. Questa volta, c’era una grossa parte di me, che si era dimenticata di Nick e voleva essere baciata ancora da Alex.”
 
Prendendole il viso tra le mani, si chinò verso di lei e dolcemente le posò le labbra sulla fronte, chiudendo gli occhi e assaporando il profumo dei capelli appena lavati di Susi.
La delusione per aver ricevuto quel semplice bacio, lasciò una sensazione di amarezza nella ragazza, che inconsciamente, si ritrovò a fermare Alex per la sciarpa rossa e tirandolo verso di lei, si alzò in punta di piedi, cercando quelle labbra che per la prima volta desiderava con tutta sé stessa. Sorpreso Alex, ci mise qualche secondo prima di reagire e lentamente, dopo essersi ripreso dalla meraviglia, le prese con le mani il viso storcendoglielo lievemente da un lato per poterla baciare meglio.
Le mani di Susi, non si erano ancora mosse dalla salda stretta con cui tenevano la sciarpa. Ma più la stringeva e più tentava di tirarlo vicino al proprio corpo. Per la prima volta, quando Alex le inumidì le labbra, Susi non si allontanò, ma lo accolse schiudendo la bocca e passandogli le braccia intorno al collo, in modo che fossero ancora più vicini di quanto fosse loro possibile. L’intensità e le emozioni che quel bacio risvegliò nei loro cuori, fu più che sufficiente a lasciarli senza fiato e quando Susi fece per allontanarsi, Alex, riluttante, dovette lasciarla andare, depositando però, prima di staccarsi totalmente, dei lievi baci prima su tutte le labbra e poi sul resto del viso. Abbassando la testa e sentendo il rimorso iniziare a farsi largo in quel nuovo e strano sentimento appena scoperto per Alex, Susi, in un primo momento, si lasciò prendere tra le sue braccia, prima di allontanarsi imbarazzata e rossa in viso per non essere stata in grado di controllarsi.
“Devo andare...” mormorò lei allontanandosi a testa bassa.
“No Susi, aspetta…” borbottò Alex fermandola.
“No Alex, davvero…” implorò lei sorridendo per tentare di fermare le lacrime che minacciavano di scendere.
Vedendo gli occhi velati dal pianto, la stretta che il ragazzo aveva sulla mano di Susi, diminuì improvvisamente.
“Eravamo solo sotto il vischio…” sussurrò la ragazza.
“Già…” l’assecondò lui, ma vedendo l’espressione triste e colpevole, capì che stava mentendo. Allontanandosi a testa bassa, Susi si avvicinò verso il bancone dove aveva lasciato le proprie cose e in silenzio le raccolse cercando di evitare le espressioni confuse di Franca e Patrick. Voltandosi poi verso Alex, che nel frattempo si era avvicinato, si sistemò la giacca, la sciarpa ed il paraorecchie e si soffermò davanti al ragazzo.
“Grazie della bellissima giornata…” ed alzandosi in punta di piedi, gli baciò una guancia.
Volendo disperatamente baciarla nuovamente su quelle labbra invitanti, Alex si controllò e la lasciò allontanare senza dire una parola. In silenzio la osservò uscire dal locale ed incamminarsi per le illuminatissime strade della città.
“Valle dietro…” borbottò Franca.
Portando la sua attenzione sulla donna, Alex scosse lievemente la testa. “Non servirebbe a niente…”.
“Ma tu la ami Alex… è il modo in cui la guardi, il modo in cui le parli…” continuò la donna.
Sedendosi al bancone e accettando il liquore che Patrick gli offriva, Alex lo bevve tutto d’un sorso.
“Ma lei non ama me…”.
Franca e Patrick si guardarono e poi, alternandosi, restarono a fare a compagnia ad Alex, mentre in qualche modo tentava di dimenticare quel breve attimo di paradiso che aveva vissuto con la ragazza.
“E’ stata solo colpa del vischio…” sussurrò.
 
“E se il vischio non ci fosse stato?”.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MoonClaire