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Autore: QueenVLondon    27/04/2013    2 recensioni
Una piovosa serata autunnale. Un ragazzo e una ragazza si incontrano. Degli sguardi rubati in un pub. Scatta qualcosa. Ma, qualche mese dopo, lui viene scritturato per il ruolo del celebre vampiro Edward Cullen in “Twilight”.
Riusciranno i due a resistere alla pressione dei media, della Summit e al fascino che Kristen Stewart sembra esercitare su di lui?
Uno sguardo su Robert Pattinson dal 2007 ad oggi, ovviamente anche se mi riferisco almeno in parte a fatti reali, il resto è frutto della mia immaginazione... o forse no?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai erano trascorsi ben quattro giorni dalla mia discussione con Rob.

Sapevo che era sciocco evitare le sue chiamate, ma non me la sentivo di affrontarlo di nuovo. Non ancora. Era incredibile pensare che in quel momento avrei dovuto essere insieme a lui.

Invece, mi trovavo a Londra. Da sola.

Non avevo parlato a nessuno della mia lite con lui... Mi ero sentita troppo umiliata dalle sue parole per riferirle a qualcun altro. Tuttavia, era chiaro che da sola non sarei arrivata in fondo alla faccenda: avevo bisogno di chiarirmi le idee prima di parlargli di nuovo, così decisi di telefonare alla mia migliore amica, certa che non mi avrebbe mai giudicata per la mia reazione.

“Cosa pensi di fare?”, mi domandò Jana, guardandomi con un velo di preoccupazione, dopo che ebbi finito di parlare.

“Non lo so”, sospirai.

Avevo volontariamente omesso alcuni dettagli sulle cose che io e il mio ragazzo ci eravamo urlati addosso, ma le avevo offerto un quadro abbastanza completo della situazione.

Raramente avevo visto la mia amica così seria.

“Credi...?”, mi chiese, lasciando la domanda sospesa a metà.

“Non so cosa credere, Jana”, le risposi bruscamente. “Scusami. Non volevo essere scortese”, aggiunsi con un sospiro.

“Sta' tranquilla. Capisco che tu possa avere i nervi a fior di pelle per questa storia”, mi disse, rivolgendomi uno sguardo molto dolce ed inconsueto per lei. “Ne hai riparlato con Rob?”

Scossi la testa.

“No. Gli ho chiesto di andarsene giovedì mattina e da allora sto evitando le sue chiamate”, le confessai.

“Accidenti”.

“Già... Non lo so, Jana... Secondo te sto esagerando?”, le domandai.

Avevo riflettuto molto, ma non riuscivo a considerare eccessiva la mia reazione neanche a mente fredda. Tuttavia, un altro parere forse mi avrebbe aiutato a capire cosa fare.

“Beh...”, borbottò.

Sgranai gli occhi, stupefatta. Jana, la ragazza che aveva fatto una scenata quando un ragazzo con cui era uscita una volta non l'aveva riconosciuta a due anni di distanza, mi stava dicendo che la mia reazione nello scoprire che il mio ragazzo doveva baciare un'altra era stata eccessiva. Il mondo doveva essersi capovolto.

“Tu e Rob state insieme da un anno”, iniziò lei.

Era inutile che me lo ricordasse... E di fatto col mio silenzio avevo annullato ogni possibilità di trascorrerlo insieme.
Avevamo fatto tanti progetti per quel giorno... Si erano dissolti come una bolla di sapone.
Avevo passato quella serata da sola visto che le mie amiche ormai avevano già dei programmi. Forse dovevo parlare con Rob e cercare di sistemare le cose. Ma ero troppo confusa ed arrabbiata per fare il primo passo.

“Posso parlarti sinceramente, Jenny?”, mi domandò.

Ridacchiai senza allegria.

“Da quando ti fai questi scrupoli?”, ribattei.

Lei sorrise.

“Certo. Dimmi quello che pensi”.

“D'accordo. State insieme da parecchio e siamo usciti tutti insieme molte volte e non l'ho mai visto prestare attenzione ad un'altra donna. Non sto dicendo che tutto questo sia una sciocchezza, ma forse dovresti dare a questa storia l'importanza che ha. E' soltanto una recita, un'altra performance. Oppure credi davvero con Rob sia interessato a quella ragazzina?”

Era decisamente l'ultima cosa che mi aspettavo dicesse.

“Non lo so, Jana. Ma come posso accettare di dividerlo con lei?

“Ma non è così, tesoro. Non devi dividere Rob con nessuna. Non sul serio”.

Sospirai.

Forse quello che la mia amica stava dicendo aveva un senso, ma non era comunque facile abituarsi all'idea che tutti credessero che il mio ragazzo stesse con un'altra.
La gente vedendo il film si era già immaginata che fossero una coppia, perché loro dovevano darli quello che volevano? Perché questa doveva essere una parte del suo lavoro?

“Jana, io lo amo. Ma non so se posso andare avanti così”, le confessai con un filo di voce.

Dare voce a quel pensiero che ormai mi tormentava notte e giorno fu una liberazione.

“Ascoltami. Sono l'ultima persona al mondo che possa dare consigli sulle relazioni di coppia. Voglio dire, se mai volessi suggerimenti sui vestiti o sul sesso, beh quelli sono argomenti in cui posso considerarmi esperta! Ma sull'amore... Non ne so molto. Non ho mai creduto che due persone potessero restare insieme per sempre. Non l'ho mai visto accadere”.

“Non è vero. I tuoi genitori...”, replicai, ma lei mi fermò.

“Stare insieme costa meno di un divorzio. Da quel che ricordo non li ho mai visti sorridersi una volta da quando avevo cinque anni. Ma tu e Rob... Non dovresti rinunciare senza lottare, Jenny. Forse non sarà l'uomo della tua vita, ma questa è la prima volta che litigate così e non sarà certo l'ultima. Tu non puoi semplicemente sbatterlo fuori dal tuo appartamento. Le persone litigano di continuo”.

“Non è stata una discussione qualunque, Jana”, ribattei, irritata.

“Non ho detto che lo fosse. Dico soltanto che dovresti almeno dargli la possibilità di spiegarsi. Se poi vorrai andare avanti da sola, ti appoggerò. Però dovresti rifletterci bene, perché un amore come il vostro non si trova a ogni angolo. E puoi essere certa che lui non lo prova per Kristen”, aggiunse.

“Grazie Jana”, le dissi.

Lei mi abbracciò.

“Voglio solo che tu sia felice, Jenny. Te lo meriti”.

“Anche tu”, le assicurai. “Dovresti darti più credito”.

Lei sorrise.

“Ci proverò”, mi promise. “Cosa pensi di fare?”

Penso che andrò da Rob”, le dissi con un sorriso. “Dobbiamo parlare”.

 
Dopo aver salutato Jana, raggiunsi la fermata della metro più vicina e scesi a Notting Hill Gate.

Una volta lì camminai su e giù per venti minuti prima di decidermi a bussare alla porta di Tom. In uno dei vari messaggi che Rob mi aveva inviato mi aveva informato di trovarsi lì. Sapevo di non poter più rimandare quell'incontro; mi auguravo solo di non dire qualcosa che potesse peggiorare le cose. Forse non rispondere a nessun suo tentativo di stabilire un contatto non era stata una brillante idea. Tuttavia, ormai non potevo tornare indietro, per cui feci un profondo respiro e suonai il campanello dell'appartamento.

Dopo un paio di secondi interminabili, il padrone di casa venne ad aprirmi il portone.

“Ciao Tom”, lo salutai, nervosa.

Il ragazzo rispose con un sorriso sorpreso.

“Ciao Jenny”.

“Rob è qui?”, gli domandai senza tanti giri di parole.

Lui annuì e mi fece cenno di entrare.

Lo seguii dentro e diedi un'occhiata intorno.

“Scusa il casino, ma c'era un po' di gente ieri sera”, disse.

“Tom, è arrivato Sam?”, chiese il mio ragazzo uscendo dalla cucina con una tazza di caffè in mano, che per poco non gli sfuggì quando mi vide.

“Ciao”, lo salutai.

“Ciao”, ripeté.

“Beh, io devo andare a... riordinare un po'”, disse Tom, rompendo quel silenzio imbarazzante e scappando nella sua stanza.

Rob si avvicinò al tavolino dell'ingresso ed appoggiò la tazza. Poi rimase lì in piedi a fissarmi.

Indossava un paio di pantaloni della felpa grigi ed una t-shirt bianca: come potesse stare così svestito a Gennaio per me restava un mistero.

Non avevo la minima idea di cosa dire e sembravo anche essermi dimenticata come articolare una frase. Lì in piedi, l'uno di fronte all'altra sembravamo proprio due idioti.

Dopo parecchi minuti, Rob ruppe quel silenzio, dicendo:

“Ho provato a chiamarti, cioè ti ho lasciato almeno una dozzina di messaggi in segreteria. Credo”.

“Oppure una trentina”, lo corressi.

Lui si passò una mano fra i capelli, imbarazzato.

“Sì, forse”, mormorò. “Sei ancora arrabbiata?

“No”, risposi, dolcemente. “Ma sono cambiate molte cose di recente e quello che mi hai detto... Mi ha ferito, Rob”, gli confessai.

Era giunto il momento di parlare chiaro.

“Mi dispiace”.

“Non sono venuta qui per ad ascoltare le tue scuse. Non mi servono”.

Lui mi rivolse uno sguardo interrogativo.

Presi coraggio e continuai.

Io voglio stare con te, ma... Il tuo lavoro rende tutto più complicato adesso. E so che ne avevamo già parlato all'inizio: non mi hai mai nascosto quello che facevi ed io non credevo sarebbe stato un problema. Però forse lo sta diventando. Credimi, sono felice che le cose stiano andando meglio di quanto non sperassi, ma mi sento esclusa da una parte della tua vita”, gli dissi.

Lui restò in silenzio per un istante, forse cercando di metabolizzare le mie parole. Poi sospirò e disse:

“Perché non me l'hai detto prima?”

Non volevo sentirmi così e non volevo dire niente che potesse cambiare le cose fra noi”.

Devi parlare con me, Jenny. Perché hai ragione: non sono stato molto qui negli ultimi mesi e se quello che faccio ti fa soffrire, ho bisogno di saperlo”.

“Cosa sarebbe cambiato, Rob?”, gli domandai, rassegnata. “E' il tuo lavoro. E so che non avresti firmato quel maledetto contratto se avessi potuto evitarlo. Però non puoi davvero pensare che a me possa stare bene tutto questo. Perché non è così”.

Lui sospirò di nuovo.

Cosa vorresti che facessi?

Voglio sapere fin dove gli accordi prevedono che tu ti spinga con lei per far credere che siete una coppia”.

Lui annuì.

Non mi spingerò da nessuna parte. Potrei doverla baciare, nient'altro”, disse infine. “Non è neanche detto che debba accadere. Ormai la gente crede a tutto quello che i giornali dicono! Basterà farci vedere insieme qualche volta. Ma devo sapere che ti fidi di me, perché non voglio rinunciare a te per questo. Forse ho dato per scontato il nostro rapporto e ho sbagliato. Voglio che tu sappia che sei tutto per me. Sei tutto quello che voglio, tutto quello di cui ho bisogno. Straccerò quel contratto. Posso trovare un'altra parte in un film, ma non potrei mai rinunciare a te. Non voglio perderti per questo, Jenny”.

Non mi perderai”, affermai, facendo un paio di passi nella sua direzione. “Mi fido di te”, aggiunsi guardandolo negli occhi.

Per quanto le cose non fossero semplici, non avrei permesso a nessuno di mettersi fra di noi, men che mai ad una ragazzina insignificante come Kristen Stewart.



Ciao a tutte e buon week end!!!
Come promesso sono riuscita ad aggiornare oggi. ;)
Avevamo lasciato Jenny attanagliata dai dubbi e nell'incertezza più totale su cosa fare con Rob: chiudere o no la loro storia?
Dopo ardui ragionamenti ho deciso che Jenny aveva abbastanza ragioni per fidarsi fino in fondo di Rob, sebbene la situazione che si sia venuta a creare non sia delle migliori...
E per questa volta anche Jana- che so non stare simpatica a molte!- le ha dato un parere da vera amica.
Secondo voi Jenny ha preso la decisione giusta? Voi cosa avreste fatto al suo posto?
Un bacione e al prossimo capitolo, che pubblicherò il 3 Maggio; mentre l'ultimo lo posterò il 13, in occasione del compleanno di Rob.
A presto, Vale



 
  
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