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Autore: Meramadia94    27/04/2013    3 recensioni
Ryan viene ricattato. La vita di una persona a cui tiene molto è stata messa in pericolo. Per salvarla dovrà scegliere cosa è più importante: l'amore per la famiglia o il suo senso di giustizia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Nuovo personaggio, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Avevano affrontato molti casi difficili nella loro carriera di poliziotti.

Ma questo li batteva tutti.

Non era il solito omicidio dove uno dei due coniugi uccide l'altro in un impeto di rabbia o il solito sequestro a scopo di estorsione.

La vittima era la sorella di uno dei loro più cari amici.

Se Iron Gates avesse scoperto il legame di Ryan con la vittima, non ci avrebbe pensato due volte prima di estrometterlo dalle indagini, sostenendo che non era lucido e che non poteva indagare al meglio delle sue possibilità.

Consapevoli di ciò si erano messi tutti d'accordo nel nascondere l'identità della ragazza al capitano, e nel caso lei avesse notato l'omonimia del cognome avrebbero detto che si trattava solo di una coincidenza.

Mentre andavano verso l'appartamento della ragazza, Ryan era molto silenzioso.

Non proferiva nemmeno una parola.

''Stai bene?''- chiese Esposito.

Domanda stupida.

Come poteva sentirsi bene, sapendo che la sorella era la fuori, chissà dove, in mano a qualche delinquente animato da intenzioni poco amichevoli?

Ryan annuì debolmente ma non ci voleva una laurea per capire che ostentava di stare bene.

''Ecco, fermati.''- disse Ryan quando arrivarono davanti a un condominio che non vantava più di dieci piani.

Ad aspettarli fuori c'erano Castle e Beckett.

Una volta entrati salirono le scale fino ad arrivare al quinto piano dell'edificio. Arrivati al piano desiderato svoltarono a destra e si misero a cercare il numero civico.

''33 B. Ci siamo.''- disse Ryan suonando il campanello.

Dopo alcuni secondi venne ad aprire una giovane sui ventidue anni, bionda, occhi verdi, vestita con un maglione arancione e dei jeans chiari.

''Buongiorno... mi chiamo Penelope, come posso aiutarvi?''- chiese leggermente intimorita.

Kate tirò fuori il distintivo.

''Detective Kate Beckett, polizia di New York. Abita qui Deborah Ryan?''- chiese la poliziotta.

La ragazza li fissò con due occhi stralunati e si spostò per farli entrare-:''Prego, accomodatevi...''- li guidò nel salotto che non comprendeva più di un paio di poltrone, un piccolo divano e un mobile per il televisore, attiguo alla cucina-sala da pranzo e servì loro il caffè.

Si sedette sulla poltrona davanti al divano.

''Si, Deborah abita qui ma al momento non è in casa... cos'è successo, si è messa nei guai?''

Kate sospirò.

''Solo uno... l'hanno portata via stanotte. Con la forza.''

Ryan non faceva altro che guardarsi intorno speranzoso.

Era come se in lui fosse sopravvissuto un ultimo barlume di speranza, che gli faceva credere che non stava succedendo nulla di quello che viveva adesso, e che la sorella sarebbe spuntata all'improvviso.

La coinquilina sembrava sconvolta.

''Ma è sicuro?''

Era più difficile del previsto.

''Purtroppo non ci sono dubbi: il detective Ryan ha identificato il medaglione rinvenuto sul luogo del rapimento come un regalo fatta alla sorella e ha provato a chiamarla almeno tre volte, ma da sempre irraggiungibile.

Era sempre più sconvolta.

''Non è possibile, non ci credo...''

''Sappiamo che per lei potrebbe essere difficile, ma abbiamo bisogno della sua collaborazione per riportarla a casa...''- fece Beckett rivolgendosi sia a Penelope che a Ryan.

Si prospettava più difficile del previsto.

''Da quanto tempo conosce Deborah?''

La ragazza mandò giu il caffè tutto in un sorso per calmarsi prima di rispondere-:'' Da un anno. Lei viveva in un piccolo ostello da qualche giorno, e io avevo una stanza stretta nello stesso posto. Ci siamo conosciute in università quando abbiamo dato un'occhiata agli annunci per una nuova abitazione, e abbiamo deciso di unire le nostre risorse finanziarie per prendere in affitto questo appartamento.''

''Andavate d'accordo?''- chiese Castle.

La giovane annuì-:'' Si...eravamo entrambe lontane da casa, non conoscievamo nessuno e siamo diventate amiche quasi subito. Dico quasi, perchè ci ha messo almeno tre mesi prima di capire di potersi fidare di me e di mettermi al corrente di tutti i suoi pensieri.''

Ryan confermò: la sorella detesteva sopra ogni altra cosa circondarsi di persone false e non era tanto insolito sentir dire che aveva fatto il test della verità a tutti quelli che cercavano di avvicinarla.

''Mi scusi''- chiese Ryan-:'' quand'è stata l'ultima volta che l'ha vista?''

''Ieri pomeriggio alle sette e mezza: è tornata a casa dal lavoro, ha fatto la doccia, si è cambiata, ha preso una borsa ed è ripartita.''- rispose. Ora come non mai avrebbe voluto fermarla, forse non sarebbe successo niente di tutto questo.

''Quindi aveva in programma di passare la notte fuori casa...''- appuntò Javier-:'' sa per caso dove andava?''

''Avevo organizzato una festicciola per me e il mio fidanzato con alcuni nostri amici comuni...''- rispose la ragazza-:'' Debby però stamattina avrebbe avuto un esame in facoltà e voleva concentrarsi solo su quello. Ha detto che avrebbe passato la notte in un Bed&Breakfast, e che da lì sarebbe andata direttamente in facoltà al mattino.''

''Cosa può dirci della sua vita privata? Amici, persone che potevano avercela con lei, un fidanzato....''- chiese Castle.

Fece cenno di no con la testa-:'' Andava d'accordo con tutti ma non li frequentava spesso, e non aveva nessun ragazzo...''

Dopo quest'ultima affermazione, Beckett dichiarò la visita finita e decisero di tornare al distretto.

Poco prima di andarsene Ryan staccò un foglietto dal suo taccuino e dopo averci scritto sopra qualcosa lo porse alla bionda.

''Se dovesse venirle in mente qualcos'altro... questo è il mio numero di telefono.''

 

Al distretto, Beckett e Castle avevano cominciato a mettere insieme tutti i dati a loro disposizione sul tabellone, mentre Ryan ed Esposito erano in giro e perlustrare gli ultimi posti in cui avevano visto la ragazza prima che fosse rapita.

Ryan aveva procurato loro una foto di Deborah: lunghi e fluenti capelli neri, occhi castani, carnagione olivastra, e uno sguardo pieno di dolcezza.

Uno sguardo che ricordava tanto Ryan.

Nessuno dei due poteva lontanamente immaginare cosa stesse passando Ryan in quel momento: non sapere dove si trova una persona cara e soprattutto non sapere come sta è una sensazione lacerante.

In quel momento arrivarono i due detective.

Quando parli del diavolo.... pensò Castle.

''Allora?''- chiese Beckett.

''La coinquilina ha detto il vero. Il gestore del Bed&Breakfast ha detto che Deborah è venuta ieri sera verso le otto dopo aver cenato in un fast-food vicino all'università, e aveva con se questa. In università stamattina non l'ha vista nessuno.''- Ryan appoggiò sulla scrivania di Beckett la borsa nera per un solo cambio nominata da Esposito e la aprì mostrando il contenuto.

''Un pigiama, spazzolino e dentifricio, libri, portafoglio, cellulare e un cambio per il giorno dopo.''- elencò Castle mettendo tutto a verbale.

''Ok.... Deborah esce di casa alle sette e mezza, e alle otto arriva al Bed&Breakfast, viene rapita a mezzanotte e trenta.... se è successo qualcosa è successo in quel lasso di tempo....''- disse Beckett cercando di fare il punto.

''Forse aveva un appuntamento con qualcuno...''- ipotizzò Esposito.

Kate annuì e chiamò un agente lì vicino, porgendogli il cellulare trovato nella borsa di Deborah-:''I tabulati telefonici per favore.''- l'agente corse subito a svolgere il suo incarico e poi si rivolse al detective-:'' Ryan.... mi costa molto chiedertelo ma...''

Ryan fece le spallucce-:''Non dire niente, so come funziona questa prassi.... sono a completa disposizione.''

''Ok...''- fece Beckett.

Si, sarebbe stato l'interrogatorio per raccogliere informazioni più difficile che avrebbe ricordato.

'' Tu e Deborah vi vedevate spesso?''

''Si... ci vedevamo a cena casa sua e poi passavo la notte lì tutti i giovedi, eravamo solo io e lei, la coinquilina non c'era. Debby mi ha detto che metteva in ordine le pratiche in uno studio legale per tirocinio.''- rispose Ryan.

''Perchè le vostre cene avevano una cadenza così precisa?''- chiese ancora Kate.

''Jenny si è iscritta a un club del libro e aveva la riunione stasera, come tutti i giovedì, quindi eravamo d'accordo che in quelle sere sarei andato a stare da lei. Mi ha chiamato ieri pomeriggio per chiedermi se preferivo la cucina italiana o qualcosa al Take-Away.''

''Ti ha parlato di qualche problema, di qualcuno che poteva avercela con lei, o hai notato qualcosa che nel suo comportamento non funzionava come doveva...''- Ryan dissentì su tutta la linea.

''Si è sempre confidata con me, non aveva motivo per tenermi nascosto qualche problema.''

Castle azzardò-:''Forse c'erano dei problemi ma non ha voluto confidarteli per non farti stare in pena.''

''No, lo escludo.... sa perfettamente che mestiere faccio, che scovare le bugie è il mio lavoro, me ne sarei accorto se avesse cercato di mentirmi.... non so cosa pensare.''- cominciava ad avere seriamente paura.

Non avevano tracce, non avevano idee nel frattempo sua sorella stava rischiando la vita.

Incredibile... da quando le loro strade si erano divise gli era bastato sentirla per e-mail, video-chat, telefonate.... ma ora che sapeva non essere in nessun posto in cui avrebbe dovuto trovarsi, avrebbe dato qualunque cosa per darle un abbraccio.

Ora sapeva come si sentivano i familiari di rapiti o persone che lottavano tra la vita e la morte.

Una sensazione di impotenza e fragilità, non si era mai sentito tanto inutile da quando era entrato in polizia.

''Non preoccuparti Ryan...''- lo rassicurò Esposito mettendogli una mano sulla spalla-:'' troveremo tua sorella e il bastardo dietro a tutto questo a costo di rivoltare tutta New York come un calzino.''

''Analizziamo i possibili motivi che giustificano questo rapimento.... Sappiamo che Deborah era sola in città, viveva con una coinquilina e l'unico appuntamento che aveva era con il fratello un giorno a settimana...''- fece Castle ragionando ad alta voce-:'' quindi escluderei il tentaivo di estorsione. Dai libri che aveva nella borsa sappiamo che studia per fare il criminologo, quindi potrebbe essere che per qualche tesi o esame avesse riaperto un caso e si stesse incosapevolemte avvicinando alla soluzione.''

''No, questo lo escluderei...''- lo contraddì Beckett-:'' se davvero erano spaventati che Deborah potesse scoprire qualcosa perchè organizzare un rapimento con il rischio di farsi scoprire da qualcuno? Sarebbe stato più semplice assoldare un cecchino e farle sparare... scusa.''- disse la detective alludendo all'espressione terrorizzata di Ryan.

In quel momento suonò il cellulare.

Rispose Ryan.

''Pronto? Davvero? No.. si, certo che posso venire... va bene, grazie... ci vediamo lì.''- poi riattaccò e prese la giacca-:'' Devo andare. La coinquilina di Debby deve parlarmi.''- detto questo uscì fuori come un fulmine.

Dopo alcuni secondi Castle si pronunciò-:''Lo seguiamo?''

Kate sorrise beffarda-:''Secondo te?'' 

  
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