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Autore: Paradichlorobenzene_    27/04/2013    2 recensioni
C'erano passati in tanti nel suo cuore - come dal cielo passano gli aerei - che lei non ci faceva più caso.
Prendeva tutto alla leggera, con la stessa freddezza che le aveva forgiato il carattere da sette anni a quella parte.
L'energia le si era consumata poco a poco, così, a tutti quelli che vi entravano per poi andarsene,
Florence chiedeva solo di spegnere la luce.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tutti i sabato sera sono fatti per la discoteca, e i tuoi amici lo sanno bene.
Il sabato sera non ci sei per nessuno, non c’è la tua mente, non conosci legami.
Cambi locale ogni settimana, cambi compagnia e giri sempre da sola.
Solo il sabato sera dai importanza ai vestiti.
Quella sera, i tuoi jeans scoloriti hanno lasciato il posto a un paio neri, fascianti e leggermente traslucidi, le scarpe da ginnastica ai tacchi a spillo e le t – shirt a top - sempre neri- stretti e scollati.
La cinta nera, i braccialetti a cerchi argentati e la collana a borchie, brillano addosso a te e non sulla sedia.
Solo per quella sera ti concedi il filo di trucco, il profumo alla vaniglia e una passata di piastra ai tuoi capelli già lisci.
Quella sera ti aspetta in un locale di periferia, tranquillo e abbastanza piccolo, ma, a quanto dicono, con una lista infinita di drink e frequentato da ragazzi bellissimi.
Dopotutto, l’estate è quasi finita. Davvero vuoi terminare qui la tua avventura?
Scendi dalla macchina e ti avvii all’entrata, la musica è già alta nonostante siano solo le ventitré.
Vai al banco e prendi un Sex on the beach, l’aroma della pesca e il gin sono talmente buoni che quando li trovi non puoi farne a meno. Dai un’occhiata in giro, sembra che non ci sia nessuno che conosci.
Bene.
Una volta finito il drink ti dirigi verso la pista da ballo, muovendoti sinuosa sotto le luci della discoteca.
Ti scivolano addosso come seta.
I capelli, in contrasto con i tuoi vestiti, ondeggiano a ritmo in senso opposto ai tuoi fianchi.
All’improvviso senti delle mani tenerti per i fianchi.
Beh, dopotutto dovevi aspettartelo. Sei in discoteca e questo è esattamente quello che vuoi.
Volti leggermente la testa per poter guardare il ragazzo, in effetti sembra carino.
I capelli biondi sono raccolti in un codino, gli occhi verdi sono in contrasto con l’abbronzatura del volto e la camicia bianca semi – sbottonata lascia intravedere dei muscoli, probabilmente scolpiti da ore di palestra.
Sorride lascivo incontrando il tuo sguardo.
Rispondi al sorriso continuando a ballare, quando vedi qualcuno che conosci molto bene.
Chi non riconoscerebbe quei bei capelli rossi? Tra tutte le discoteche del paese, doveva scegliere questa anche Castiel.
Non sembra passarsela male, considerando quelle due ragazze – ben piazzate a curve, è il caso di dirlo – che gli girano attorno.
Dall’espressione non vede l’ora di levarsele di torno, probabilmente sono oche come Ambre.
Eppure quella di sinistra, con una treccia di capelli neri illegalmente lunga e due occhi verdi grandi come se fossero di una bambola, ti sembra di conoscerla.
-           Isabelle, andiamo via.  – Disse l’altra, dai capelli corti e neri e un paio di gambe lunghissime, guardando
ammiccante una coppia di ragazzi poco più in la.
-           Arrivo François, solo un attimo – Disse l’altra, sussurrando qualcosa all’orecchio di Castiel e andandosene.
Isabelle, Isabelle … ! Non sarà mica quell’Isabelle! Non può essere!
Una voce ti desta dai tuoi pensieri.
-           Andiamo di là, qui fa troppo caldo …
Però, veloce il ragazzo.
-           Va pure, io ti raggiungo subito. Devo solo prendere una cosa.
Il tuo accompagnatore senza-nome si allontana in direzione delle camere, tu vai verso Castiel.
Credi di avergli fatto prendere un infarto.
-           Ma che … ! Che ci fai tu qui! – Si guardò allarmato come uno spacciatore sorpreso in piena attività.
-           Dimmi chi era quella.
-           Gelosa? …
-           Col cazzo. Dimmi chi era o ti spacco la faccia. – Lo prendi per il colletto della polo nera, certi linguaggi con Castiel erano necessari, se volevi essere capita.
-           Ha detto di chiamarsi Isabelle Mercier, mi ha dato il suo numero, ma puoi prenderlo. A me non interessa. Piuttosto, chi era quello? E perché ti interessa tanto quella ragazza? …
-           Ah, adesso mi fai l’interrogatorio? Quello è uno che ho incontrato quindici minuti fa, riguardo alla ragazza …
Gli spiegai all’orecchio come stavano le cose, mi guardò sconcertato.
-           Sai Castiel, questo in realtà dovrebbe essere un segreto – parli con voce flebile soffiandogli le parole sul collo – di te si dice che sei un abile partner, ma saprai essere anche complice? Saprai tenere anche un tale segreto?
 
Detto questo, lo lasci a fissarti sgomento mentre ti dirigi camminando con il tuo modo di farlo, scivolato, verso le camere de letto, facendo ticchettare nervosamente i tacchi sul pavimento.


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