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Autore: Tarble00    27/04/2013    4 recensioni
Vegeta e Bulma fratelli da bambini si dovranno separare a causa della natura di Vegeta ma si rincontreranno dopo 22 anni trovandosi diversi nel carattere e nell'aspetto.
Credo che il titolo parli da se ma capirete tutto leggendo la storia
A voi Tarble00.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Chi ami?" nessuno "chi ami?" Ho detto nessuno quante volte vuoi richiedermelo? "Quante volte ti ci vuole a dire il mio nome?"

 

 

 

capitolo 1. new home new life

 

 

 

 

 

 

 

Era una giornata noiosa, una di quelle così noiose che la noia si annoia da sola (O_o).
Ormai il giorno aveva lasciato spazio alla sera con le sue stelle magnifiche.
Una giovane donna dai capelli biondi come il sole passeggiava spensierata per le vie della tranquilla città dell'ovest.
Era un periodo tranquillo, forse troppo, e la città ricoperta di neve assumeva un aspetto suggestivo e rilassante.
Tutto intorno taceva, poche persone uscivano di casa con quel gelo, e la stessa Bunny, così si chiamava la donna, era uscita di malavoglia per comperare da mangiare ma vestita con ben tre maglioni, un piumino, guanti, sciarpa e un paio di pantaloni pesanti ma tuttavia ancora le faceva freddo,
quel paesino d'estate era un vero e proprio paradiso ma d'inverno, per quanto il suo paesaggio fosse invidiabile, era freddissimo.
Nell'aria si alzava un rumore poco lontano che colse l'attenzione di lei,
Assomigliava al pianto di un bambino.
Si era guardata intorno, non c'era nessuno!
A grandi passi si era diretta verso il centro del rumore.
Proveniva da una scatola di cartone di piccole fattezze, dentro un bambino piangeva triste.
Aveva due grandi occhioni neri come la notte che sembrava quasi avergli rubato il colore tanto era intenso;
I capelli erano scaruffati e sporchi tutti all'insù come se ignorassero completamente le leggi della fisica anch'essi neri come la pece.
Poteva avere circa 3 o 4 anni scarsi e indossava solo un paio di mutande nere.
Appena aveva visto la donna avvicinarsi si era avvicinato al bordo della scatola cercando di smettere di piangere.
"Ciao piccolino"
"Ciao" aveva risposto una vocetta piuttosto acuta ma appena percettibile, era palesemente stanco ed infreddolito, da vicino si notava un livido nero che gli circondava l'occhio destro ed altri grandi ematomi su tutto il volto ed anche nel resto del corpo secchissimo da far sembrare grasso uno scheletro.
"Come ti chiami"
"La mia mamma dice che non devo parlare con chi non conosco"
"Allora cel'hai una mamma, perchè non sei da lei?"
"Non lo so, mi ha chiuso in una scatola e mi ha lasciato qui, io non so tornare a casa"
Aveva sospirato, piccolo gli faceva pena non aveva capito che lo avevano abbandonato.
"Senti, ti va di venire con me?"
"Ma se la mia mamma torna a cercarmi?"
"Allora le diremo che sei da me"
"Ma come farà a saperlo?"
"Lasceremo qui il nome della via dove abito"
"Va bene..." Aveva sussurrato poco convinto
"Dai, andiamo"
Lo aveva preso per i fianchi per caricarselo in collo ma il bambino aveva cacciato un urlo spaventoso, solo allora aveva notato che oltre ad essere pieno di pesti su un fianco e sulle gambe c'erano molte ferite ancora aperte e grondanti di sangue.
"Che ti sei fatto?"
"Non glielo posso dire signora"
"Mmm, va bene, dai vieni"
Gli aveva preso delicatamente la mano,
Il bambino alla meno peggio si era rimesso in piedi ed era uscito dalla scatola di cartone barcollando, ma riuscendo a reggerai sulle gambe anche se in modo precario.
"Riesci a camminare? Io abito poco lontano"
"Si signora"
"Hai freddo?"
"Un po' signora "
"Tieni"
Gli aveva avvolto il corpicino nella sciarpa di lana azzurra ed entrambi si erano messi in cammino;
Anche se la capsule e corp. Era poco distante non voleva lasciare il bambino troppo all'aperto sembrava debole e stanco.
"Adesso mi dici come ti chiami"
"Vegeta Prince signora"
"Io mi chiamo Bunny"
"Si chiama come la mia sorella"
"Hai una sorella"
"No, non più signora"
"È morta?"
"Si signora"
"Perchè mi chiami signora?"
"Mia madre voleva così"
"Ma io mi chiamo Bunny e signora sa di vecchio"
"Come vuole lei"
In pochi minuti erano arrivati nella grande casa
"Tesoorooo"
"Bunny sei tornata, ma chi è quel bambino che hai con te?"
"È stato lasciato sulla strada in una scatola di cartone così ho pensato che visto che era tutto solo poteva rimanere qui"
"Solo se non sono di troppo signore"
"No affatto, questa casa è molto grande e di sicuro ci possimo entrare bene tutti e poi potresti fare compagnia a Bulma, mia figlia, sai anche lei è piccolina come te"
"Grazie signore"
"Ma figurati, puoi restare tutto il tempo che vuoi"
Aveva abbozzato un piccolo sorriso anche se poco bene riuscito.
"Allora, hai fame? Bulma è già al tavolo a magiare ma prima ti portò dei vestiti, quando ti sarai cambiato potrai venire anche tu a mangiare se hai fame, che ne dici?"
"Grazie signora"
"Mi fai sentire una vecchiaccia"
"Mi scuso"
In un attimo si era vestito con dei fuso neri di Bulma e una maglietta di Bunny che lo copriva fino alle ginocchia
"Dai vieni piccolino"
Gli aveva preso la mano e lo aveva piano piano portato in cucina
"Puoi sederti accanto a Bulma"
Aveva detto la bionda indicando una bambina con gli occhi e i capelli di mare.
"Va bene sign.. Emm.. Bunny"
Gli aveva sorriso per poi andare a sedersi zoppicando accanto alla bambina dai singolari colori
"Ehi, tu come ti chiami? Io sono Bulma"
"Io sono Vegeta"
"Piacere di conoscerti sai io ho 6 anni, tu quanti anni hai? Da dove vieni? Perch sei pieno di sangue? Che ti sei fatto? Dove sono i tuoi genitori? Rimani qui con noi? Quando hai conosciuto la mamma? Ti piace casa mia? Ti piace la mia maglia? Perchè hai gli occhi neri? Perchè hai i capelli all'insù?"
Vegeta di sentiva letteralmente scoppiare la testa non aveva capito un bel niente di quello che aveva detto la bambina tanto lo aveva detto rapidamente
"Bulma, cara, lasciarlo mangiare in pace"
Bunny gli aveva messo davanti un piatto pieno di crema di patate
"È per me?"
"Si"
"Lo posso mangiare?"
"Certo che domande fai?"
"Davvero?"
"Ovvio"
"Ma io non ho niente da darle in cambio"
"Ma io non voglio niente"
"Davvero?"
"Certo, adesso mangia"
"La ringrazio"
Pianino aveva afferrato il cucchiaio ed aveva iniziato a mangiare la minestra calda, forse il suo primo pasto dopo mesi.

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allora, che tritolo lungo, me lo ha fatto leggere una mia amica e mi sono detta, ora ci scrivo una storia, cosa normalissima giusto? No direi proprio di no.
comunque non lo so, un altro dei miei esperimenti mal riusciti, fate voi se vi piace continuo se nó chi s'è visto s'è visto e la tolgo.
un bacio 
tarble00

   
 
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