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Autore: gia91    16/11/2007    0 recensioni
...molte volte la vita prende una via diversa e...ti ritrovi catapultato in un altro mondo,un'altra realtà e devi fidarti solo sulle tue forza...succede così anche a Mike e Jeremy che finiscono nel regno di Fìtia,dove si fronteggiano Garx e minii.Una guerra senza fine, nulla per scontrato...nei prox aggiornamenti ho in mente di far scontrare ANCHE I DUE AMICI...unico obbiettivo:l'eredità di un mondo... p.s. a me non piace l' "happy end"...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO SEI LA STANZA BIANCA

CAPITOLO SEI  LA STANZA BIANCA.

 

La porta si aprì ed entrarono sette individui in nero,avvolti fieri nei loro mantelli.

Entrati, la stanza si illuminò.

Tutto monocromatico, tutto al posto giusto,tutto bianco.

Niente arredamento,niente scaffali, solo una tavola ovale al centro con sette rispettive sedie, naturalmente bianche.

Dopo essersi tolto i loro manti rivelarono la loro identità: quattro uomini e tre donne.

Il volto di uno dei quattro mostrava i segni della sua età e della sua esperienza di vita,viste le innumerevoli cicatrici.

Due delle donne avevano lunghi capelli rossi che in quel generale pallore spiccavano come fa una rossa in un fascio di rose bianche.

Una volta accomodatisi, quello che sembrava il più anziano prese parola:

-io Iagir,antico saggio della città di Kaftà comunico che il ragazzo è stato preso- esordì l’uomo– con lui anche un altro ragazzo…- concluse poi.

Vari sussurri e sospiri seguirono la frase di Iagir.

- ma com’è possibile?- chiesero alcuni.

- e adesso?- dissero altri,tra cui due delle tre donne.

Su tutti, però, la possente voce dell’antico saggio, che ricondusse tutti all’ordine.

- ecco vedete, inizialmente c’è stato un problema. I minii erano riusciti a scoprire il nostro piano, così hanno cercato di intervenire e di trasportare il ragazzo dal suo al nostro mondo. CHE SCIOCCHI! Pensavano di poter trasportare da una realtà ad un’altra un semplice ragazzo, peraltro ignorante in materia di teletrasporto, semplicemente, io credo, con il sortilegio di Ramis. POVERI INGENUI! Il sortilegio non ha avuto effetto completamente, e allora il ragazzo e stato teletrasportato nel bel mezzo della battaglia alle porte di Kaftà, che ovviamente è stata vinta dai nostri provando la morte di un centinaio di Minii- Iagir fece una pausa e tutti i presenti batterono le mani in onore di quella loro ennesima vittoria.

- i nostri due inviati, dicevo, hanno avuto delle difficoltà a catturare il ragazzo, perché quei maledetti dopo essersi accorti che il loro stratagemma non aveva funzionato, con un altro sortilegio hanno reso, e ci sono riusciti, il ragazzo “intoccabile” dai nostri, poiché protetto da un aura di energia. Così mentre stavano per tornare a Kaftà hanno incontrato l’altro ragazzo e lo hanno dovuto catturare- .

Dopo che il vecchio saggio ebbe finito di raccontare la sua storia il silenzio regnò sovrano sui presenti.

-domande?- chiese Iagir.

-cosa succederà adesso antico saggio Iagir?- domandò un tale seduto a destra di Iagir.

-cosa succederà?è curioso sai, Bertam; come tu voglia avere così tante informazioni su cosa, come, quando, cosa avverrà…è curioso che proprio tu,così contrario a questa guerra, proprio tu che sei così insofferente alle guerre, proprio tu che sei la spia che ha riferito tutto ai Minii…-.

Silenzio.

Tutti si scambiarono sguardi rabbiosi, sguardi curiosi, sguardi di incredulità.

Bertam era lì, fermo,ancora, sulla sua sedia, nessuno movimento facciale, nessun movimento del corpo, neanche un minimo provocato dalla tensione.Sapeva che era stato lui la spia dei minii, era lui l’infiltrato, era lui che aveva spifferato ai Minii che Mike stava per essere rapito, ed era sempre lui il colpevole se anche Jeremy si trovava inconsapevolmente in quel mondo.

Ancora silenzio e ancora sguardi.

Iagir il saggio piano si sedette e iniziò a fissare candidamente la spia:

- vuoi dirci qualcosa Bertam?Non so, chiederci forse scusa?!Supplicare il nostro perdono?! –

-LURIDA SPIA- urlò contro Bertam l’uomo alla sinistra di Iagir, chiamato Harold.

-calmo Harold, calma- lo tranquillizzò il saggio –adesso Bertam ci spiegherà tutto.Vero?- disse Iagir con tono sarcastico rivolgendosi verso Bertam.

Quest’ultimo rimase immobile, né una smorfia né una parola. Teneva gli occhi bassi e sempre in questa posizione disse:

-una sola domanda vecchio mio- disse Bertam con tono altezzoso evidenziato da un risolino gelido –perché solo adesso? Perché hai aspettato tanto per accorgertene quando io ti sgattagliolavo davanti al naso per andare dai Minii? Perché lo hai voluto scoprire solo adesso?- finì l’uomo.

-MALEDETTO- disse una delle tre donne alzandosi dalla sua sedia.

-VIGLIACCO- dissero all’unisono poi le altre due donne sedute vicino Harold.

-sedetevi pure- disse con tono acido Bertam –voi non siete degni di parlare, parassiti che vivete a spese dello stato, voi che credete a tutte le fandonie che vi si dicono. No, voi proprio non potete e non dovete parlare, per cui tacete altrimenti grandi sciagure si abbatteranno su di voi e sulla vostra lingua!- .

Le parole quasi profetiche di Bertam echeggiarono nella stanza bianca.

-come osi!?- risuonarono tutte le voci dei presenti.

-vi prego signori sedetevi- li esortò Iagir –come ho già detto Bertam ci spiegherà tutto. Risponderà a tutti i vostri quesiti - .

-NON POSSO TOLLERARE TUTTO Ciò!- urlò forte l’uomo che stava di fronte Iagir dall’altra parte della tavola rotonda.

–ADESSO BASTA- e dopo che l’uomo di disse ciò estrasse da sotto il mantello un pugnale e lo lanciò contro Bertam.

Il pugnale aveva la lama sottilissima e certamente molto affilata e tagliente; sul manico, d’oro peraltro, vi erano delle incisioni, mentre sulla parte opposta erano incise delle figure che non si capì bene cosa rappresentassero, vista la velocità con la quale l’uomo tirò fuori e lanciò il pugnale.

Non appena il pugnale colpì Bertam in pieno petto, questo sussultò, ma rimase in ogni caso immobile.

Tutti si alzarono dalle loro sedie e presero ad avvicinarsi a Bertam. Lui era fermo, con il capo chino quando il suo corpo iniziò a trasformarsi. Il suo corpo iniziava a dissolversi, diventando sabbia che piano scivolava dalla sedie facendo cadere il pugnale, senza una minima macchia di sangue a terra.

Tutti erano stupefatti. Bertam era sparito, era teletrasportato lasciando a bocca asciutta tutti i presenti nella stanza bianca.

-non è possibile!- dissero alcuni

-come ha fatto?- chiesero perplessi altri.

Tutti guardavano la sedia vuota, eccetto due: Iagir e l’uomo che aveva lanciato il pugnale che, invece, si guardavano negli occhi.

-Iagir come hai potuto lasciare che accadesse?- prese a parlare l’uomo.

-tornerà- si limitò a rispondere il saggio.

-non è questo l’importante. Adesso che se ne andato possiamo parlare tranquillamente.

 Come sapete si è parlato di un testamento nascosto nelle profonde viscere di Kaftà, che sancisce chi tra i due popoli prescelti debba regnare per sempre su Fìtia, ebbene è stato trovato e adesso è in nostro possesso.-

-tuttavia è scritto in una forma molto antica del nostro dialetto, per cui risulta impossibile tradurlo persino ai nostri migliori sapienti. L’unico uomo della terra di Fìtia che sappia leggere e decifrare questa scrittura è un uomo che vive nelle più remote zone del regno in eremitaggio, ai confini con le isole sommerse. –

-non sappiamo con esattezza dove questo uomo si trovi , per cui nei prossimi giorni verranno avanzate delle ipotesi,a questo scopo vi voglio sempre pronti a partire- e guardò l’uomo che gli stava di fronte, e poi riprese – ma questo non deve distoglierci dal nostro obbiettivo cardine che, per adesso, non è Bertam. Quello che dobbiamo fare è cerare Sharcana, e non preoccupatevi dei minii perché anche loro in questo momento hanno un bel da fare…- concluso il suo discorso Iagir si diresse verso la porta che piano si aprì.

-Iagir…-disse il padrone del pugnale.

A lui si rivolse il vecchio saggio di Kaftà, capitale del regno di Fìtia, e gli disse:

-Sharcana…nient’altro…- ed uscì dalla stanza bianca, lasciando sgomenti tutti i sei Garx.

 

 

  
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