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Autore: daemonlord89    28/04/2013    1 recensioni
L'Angelo Nero è rinato. Ha riorganizzato l'esercito di Kemoria, costringendo i ribelli a fuggire per non essere uccisi. La sua crudeltà non ha confini, la sua rabbia affonda le radici in un tempo prima del tempo. Ha giurato vendetta contro il mondo di Reevan e non si fermerà fino a che non l'avrà consumata.
L'oscurità attanaglia il mondo, l'odio lo pervade.
Eppure, una piccola speranza ancora c'è. Ma Nyphar dev'essere fermato prima che riesca a trovare ciò che cerca.
[Il primo capitolo della trilogia è Eredità di sangue, il secondo La maschera della notte]
Genere: Dark, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
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CAPITOLO DODICESIMO
-Le carte in tavola-

 

---Caverne di Syr Tainith---

“In pratica avete usato lo stesso trucchetto che Nyphar aveva tentato con noi!”
Franc aveva ascoltato attentamente la spiegazione di Ferren, iniziata dopo le presentazioni di rito. L'uomo aveva detto loro che lui e gli altri monaci erano riusciti a creare un secondo medaglione, reale a tutti gli effetti ma privo di ogni effettivo potere magico, utilizzando la magia del Pilastro di Maugeth. Una cosa simile era successa anche due anni prima, quando i custodi avevano fatto trovare ad Hayst una mappa creata magicamente; la mappa che lo aveva attirato in trappola.
Erano i vantaggi di poter utilizzare a pieno la magia dei Pilastri, senza doverla filtrare con i catalizzatori.

“Stando alla vostra storia, sì.” confermò Ferren “Non credevo che ci sarebbe cascato davvero, ma probabilmente i millenni di prigionia lo hanno confuso su alcuni argomenti.”
“Fantastico!” commentò Silla.
“Sì, però” intervenne Alseth, corrugando la fronte “questo non cambia molto la situazione. Nyphar si accorgerà del trucco e, comunque, non possiamo lo stesso lasciarlo in vita.”
“No, certo.” annuì l'ex-Guardiano “Ma è già un vantaggio. Abbiamo un po' di tempo e tranquillità per pensare.”
“Ascolta, Ferren.” fu Thalia a parlare “Prima di tutto, c'è qualcosa che dobbiamo sapere. Voi siete a conoscenza di tutti i risvolti di questa faccenda, suppongo.”
“Sì.”
“Quindi sapete anche qual è il vero obiettivo dell'Angelo Nero.”
A quel riferimento i soldati che seguivano Nyphar si agitarono. Ripensarono a ciò che era avvenuto all'ingresso del tempio. Il loro comandante li aveva traditi, per motivi del tutto sconosciuti.
“Giusto, ci piacerebbe saperlo.” affermò uno di questi soldati, uno tra i più giovani.
“Certo.” concesse Ferren “Mi sembra il minimo. Cosa conoscete di Reevan? Intendo, della creazione di Reevan?”
Fu Alseth a spiegare tutto. Ripeté, in buona sostanza, ciò che un anno prima aveva riferito ai ribelli che lo avevano interrogato nella torre di Keress. Spiegò del Thyr, l'energia che pervadeva l'universo da cui erano nati gli Angeli. Spiegò come gli Angeli avessero piantato i Pilastri di Thyr per trasformare questa energia in mondo fisico e spirituale. Spiegò dell'Angelo Nero.
Ferren ascoltò attentamente, annuendo di continuo.
“Ottimo.” disse infine “Avete una buona conoscenza della creazione, ma non è completa.”
“No?”
“No. Vi manca un tassello importantissimo. L'Asse di Thyr.”

“Il mondo di Reevan è basato su un sistema di catalizzatori.” spiegò l'ex-Guardiano, controllando ogni tanto l'espressione del Teocrate, forse per cercare una conferma alle sue parole “I Pilastri catalizzano l'energia del Thyr, mutandola in fisicità ed energia magica. Quest'ultima viene catalizzata dall'uomo, con o senza filtri, e diventa magia. L'uomo è dunque il catalizzatore ultimo, ma qual è il catalizzatore primo?
“L'Asse?” suppose Alseth, senza dubbio il più interessato a quel discorso.
“Esatto. I Pilastri non possono utilizzare il Thyr puro, ma hanno a loro volta bisogno di una versione già lavorata dell'energia. L'Asse di Thyr fa proprio questo, è l'intermediario tra l'energia universale e i Pilastri.”
“E cos'è, esattamente, questo Asse?”
“Possiamo definirlo un Pilastro all'ennesima potenza. E' una struttura magica, anch'essa invisibile agli occhi dei comuni mortali, che attraversa tutto Reevan, passando per il suo centro. Il mondo ruota intorno ad esso e, come avrete compreso, è ad esso legato indissolubilmente.”
“Una sorta di motore del mondo?”
“Sì, esatto. Senza di esso, il mondo non potrebbe ricevere energia in alcun modo, e morirebbe. Purtroppo per noi, non è impossibile un'ipotesi del genere.”
“Cosa?” sbottò Silla. Lasciò da parte la corda che stava cambiando all'arco per concentrarsi su quel discorso.
“E' così. Si tratta di un sistema di sicurezza, una sorta di meccanismo da usare in caso di emergenza, per resettare il mondo. Normalmente sarebbe necessaria l'approvazione di tutti e tredici i Divini, per attivarlo; dovrebbero mandare un impulso all'Asse, attraverso i Pilastri, per segnalargli il pericolo e fare in modo che si disintegri.”
“Oh, no...” Thalia comprese dove si stava andando a parare “E' per questo che Nyphar sta corrompendo i Pilastri, vero?”
“Già.”

Calò il silenzio più assoluto. I capi dei ribelli cominciarono a riflettere su ciò che avevano passato. Più volte erano tornati sul discorso dell'apparente inutilità della corruzione dei Pilastri. Sicuramente Nyphar sapeva dell'esistenza dei filtri, che gli uomini usavano da millenni per resistere all'influsso negativo dei Pilastri corrotti. Prendere sotto il suo controllo anche l'ultimo non avrebbe cambiato nulla. Ma ora tutto era più chiaro. La conclusione del discorso di Ferren confermò i sospetti.
“Se Nyphar prendesse il controllo del Pilastro di Maugeth sarebbe la fine. Lui odia questo mondo, un mondo che lo ha condannato, come giustamente ha precisato Alseth, ad essere semplicemente un guardiano del mondo dei morti, senza il potere della creazione. Vuole mandare l'impulso all'Asse di Thyr da tutti i Pilastri, condannando così Reevan e tutti i suoi abitanti.”

Sui volti degli ex-seguaci dell'Angelo Nero si potevano leggere consapevolezza e delusione. Qualcuno di loro pianse, qualcuno strappò le insegne di Nyphar e le gettò a terra con disprezzo.
Passarono alcuni minuti in silenzio, prima che Thalia decise di scuotere gli animi e riportare il gruppo alla realtà.
“Ok, ora sappiamo la verità. Il problema, comunque, rimane: come fermiamo quel grandissimo stronzo?”
“Se solo lo sapessimo...” tutti si voltarono verso Ashirai, il Teocrate, che aveva parlato. Questi inspirò profondamente e proseguì “Vedete, Nyphar è una diretta emanazione del Thyr e, come tale, lo conosce a pieno. Il Thyr è l'energia magica che pervade questa dimensione e non esiste uomo che possa avere una conoscenza più approfondita di esso rispetto all'Angelo Nero. Lui ha un potere che trascende l'abilità di chiunque, la nostra magia, per quanto pura e priva di filtri, non può fermarlo.”
“Servirebbe una diversa magia?” domandò Alseth.
“Esattamente. Una magia che sfrutti un'energia diversa dal Thyr.”
Un'idea cominciava a farsi strada nella mente dei ribelli.
“Solo così potremmo fargli del male.”
Anche Kara cominciò a far lavorare il cervello; ripensò a ciò che aveva visto davanti alla Sala dell'Anima.
“Un'arco dimensionale!” esclamò Franc “Abbiamo visto un arco dimensionale di Theros, sulla strada verso la catena montuosa. Se il Thyr è l'energia di questa dimensione, possiamo sfruttare quella di una dimensione alternativa!”
“Vendren!” Kara sentiva il cuore che le accelerava. I nodi stavano venendo al pettine “Vendren, tu hai subito una trasformazione, prima.”. Il cacciatore annuì “Ho visto con i miei occhi Nyphar che urlava sotto i tuoi colpi! Vuol dire che hai sfruttato una magia alternativa!”
“Io...” iniziò l'uomo, senza poter completare la frase.
“E alle rovine” lo fermò Alseth “Hai avvertito una strana sensazione, stando di fronte all'arco!”
“Sì, come... Un richiamo.”
“Sì!” gridò Ferren “Fantastico! Siamo già a conoscenza dell'arco di cui parlate, ma non abbiamo le conoscenze necessarie ad aprirlo. Se ciò che dite è vero, potrebbe esserci un collegamento tra Vendren e l'altra dimensione. Dobbiamo tornare alle rovine al più presto!”
Quanto al più presto? Potremmo non avere tutto questo tempo, prima che l'Angelo si accorga dell'inganno.” obiettò Silla.
“Oh, la velocità non è un problema.” Ferren fischiò una sorta di richiamo.
In un attimo, la terra cominciò a tremare. L'aria si riempì del suono di passi pesanti, proveniente dalle gallerie secondarie cui si poteva accedere dalla caverna.

Dai tunnel uscirono delle creature fantastiche, leggendarie. Corpi sinuosi, agili e robusti allo stesso tempo, di tutti i colori. Scaglie verdi, ramate, rosse, blu e di qualunque altra sfumature riempivano quelle figure dalla testa alla coda, passando per le immense e possenti ali. I musi da rettile erano decorati da motivi geometrici, sfumature naturali delle scaglie stesse. Gli occhi delle creature erano intelligenti, acuti, osservatori.
“Draghi.”. Rimasero tutti a bocca aperta. I monaci sorrisero per lo stupore dei presenti.
“Non a caso le montagne si chiamano la Spina del Drago. Ci sono migliaia di caverne come questa, tana di draghi di ogni forma e dimensione. Siamo riusciti a farceli amici e a stringere un patto con loro. Ci aiuteranno nella nostra missione.”

Sotto lo sguardo ancora stupito dei ribelli e degli ex-seguaci, i monaci montarono sulla schiena di quelle maestose creature, invitando loro a fare altrettanto.
Intimoriti, tutti salirono a cavallo dei draghi, che si diressero verso la cascata.
“Si parte!” gridò Ashirai, e i mostri presero il volo.

   
 
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