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Autore: Martunza    16/11/2007    4 recensioni
Susie è una giovane universitaria di talento che, per pagarsi l'affitto della casa a New York, lavora in una rivista di musica che si occupa di scoprire nuovi talenti. Susie viene scelta per partire in viaggio con una nuova e promettente band, che deve promuovere il nuovo album: i My Chemical Romance. Riuscirà la ragazza a superare il suo scoglio di perfezione e seriosità per conoscere i veri MyChem, invece di vederli solo sotto l'aspetto di giovani talenti?
Scusate faccio cagare nei riassunti, ma giuro che poi mi rifaccio^^
Se recensite, gratitudine e amore eterni vi sono assicurati*.*
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Ricapitoliamo… Gee e Mikey voi rimanete qui e vedete se ci sono problemi, io giro un po’ per vedere dove accidenti sono finiti quei dementi di Bob e Ray e tu Frank… Mh… Fa una bella cosa, visto che conosciamo già le tue doti culinarie, che ne dici di andarci a comprare il pranzo?".
Se la vita di Susie e quella dei cinque ragazzi che accompagnava in tour ormai da due mesi e passa fosse mai stata rappresentata in un manga, in quel momento la faccia di Frank sarebbe apparsa con un’ enorme goccia all’ altezza della fronte, e con uno sguardo che era a metà tra l’ indignato e l’ incazzato.
In risposta, il viso di Brian si sarebbe tranquillamente potuto disegnare con due grandi occhioni gonfi di finte lacrime. Doveva ammettere che adorava queste piccole scenette cosi spontanee che ultimamente aveva imparato a cogliere sempre di più.
Non c’era una vera rabbia negli occhi del ragazzo, ne Brian reputava davvero un pessimo cuoco Frank (il che era strano…) e la ragazza sapeva che questi piccoli battibecchi erano dovuti al crescente nervosismo che si stava sviluppando tra i ragazzi.
In pochi giorni erano cambiate veramente tantissime cose, le ostilità tra Susie e Frank erano state riconosciute da tutti come un effettivo problema.
Ma non era quello che faceva suonare distorte e malinconiche le corde del basso di Mikey.
Non era per quel motivo che Bob ogni tanto esitava nel colpire con la solita energia la sua adorata batteria.
Non era per quel motivo che ogni tanto mentre cantava la voce di Gerard tremava.
Non era per quello se Ray ogni tanto mancava qualche nota, o sembrava più stanco di tutti.
Non era per quello che sempre più raramente Frank si abbandonava alle sue cosi particolari performances, almeno nelle prove.
Era la nostalgia. O meglio, la consapevolezza di attimi preziosi che se ne vanno, e che non torneranno mai più. L’amarezza di non aver vissuto situazioni che invece avrebbero dovute essere vissute a pieno.
Forse avrebbero potuto fare meglio, forse avrebbero potuto fare questo e non quell’altro.
Forse non aveva più molta importanza chiederselo, forse bisognava solo accettare il naturale scorrere del tempo, che non puoi fermare nemmeno se sei un componente di una delle più promettenti band degli ultimi anni. Forse non te lo puoi permettere nemmeno se sei Frank Iero.
Susie sapeva che quel tour nel bene o nel male avrebbe segnato la band, erano successe troppe cose, troppe urla, troppi pianti, troppe incazzature… ma anche troppe risate, momenti di allegria, troppe uscite la sera a festeggiare un altro concerto ben riuscito, una bella giornata, i tramonti e le albe, le ore passate nel tour bus mentre fuori pioveva a riscaldarsi l’uno con l’altro, cantando canzoncine idiote per il semplice gusto di fare gli scemi… Avevano passato dei bei momenti, tutti insieme.
Eh si Frank -si ritrovò a pensare la ragazza mentre lo guardava prendere la giacca e incamminarsi verso la porta sul retro calandosi per bene gli occhiali da sole sul naso- anche noi abbiamo vissuto dei bei momenti insieme, Frank. Scattò in piedi e liquidò i fratelli Way e Brian con un: "Sentite vado con lui, e vediamo se riusciamo a chiarire sta benedetta situazione una volta per tutte!", mentre Brian si alzava iniziava a ballare un balletto conosciuto solo da lui e Mikey rideva come un bambino quando vede un clown, Gerard le sorrise e le mostrò il pollice alto, in segno d’approvazione.
Susie gli sorrise a sua volta, afferrò la giacca e uscì, correndo dietro a Frank, il quale camminava stranamente piano, quasi se lo sentisse che di li a poco lei l’avrebbe raggiunto.
Una volta affiancatolo, i due ragazzi rimasero in silenzio per un po’.
Alla vista di un centro commerciale, il ragazzo fece segno a Susie di entrare. Lei scosse la testa: "Ma non è un po’ rischioso? Voglio dire, sarà pieno di ragazzine, e se ti riconoscono? Credo sia meglio cercare un ‘Take Away’ da qualche parte qui vicino, no?".
Lo scorbutico Frank non fece aspettare troppo la ragazza con una delle sue solite risposte taglienti: "Senti cocca. Io non ho voglia di perdere tempo ad andare in giro per posti che non conosco solo perché a te non va di optare per una soluzione semplice, immediata ed altrettanto efficace. Credo dipenda dal fatto che concepiamo la vita in modo molto diverso, e ti assicuro che ringrazio Dio ogni giorno di più per questo. Ma comunque, se tu vuoi andare in avanscoperta prego, io intanto vado a prendere da mangiare. Ciao ciao".
Frank rimase un attimo a guardare la ragazza, cercando di capire cosa avesse deciso. Lo suardo di Susie però era stato distratto da quattro ragazzine sui quattordici anni dentro al centro commerciale che li stavano guardando furtivamente da un po’.
Rivolse uno sguardo allegro a Frank, ignaro di tutto. Vuoi la guerra? -pensò- l’avrai.
Mosse un passo verso il centro commerciale, cosi da trovarsi proprio davanti alle porte scorrevoli, che si aprirono subito. Susie poi si girò di nuovo verso Frank e con un mezzo inchino e uno sorrisetto beffardo fece un piccolo inchino, affermando con tono altezzoso: "Visto che per oggi non rispondo a provocazioni, prego messere, dopo di lei".
Frank sbuffò ed entrò, seguito dalla ragazza, che già pregustava l’assalto delle piccole fan al chitarrista, oggi meno che mai incline a firmare autografi.

Nemmeno venti minuti dopo, una raggiante Susie si precipitava fuori dalle porte scorrevoli, seguita da un frustrato Frank che correva a gambe levate via da ‘questo buco infernale del cazzo!’ come aveva tenuto conto di precisare.
Appena voltato l’angolo Susie si accasciò addosso al muro, non riuscendo a stare dritta per il lancinante dolore alla pancia provocato dalle troppe risa. Poco dopo fu raggiunta da Frank il quale la prese tra le braccia urlando: "Ma no cioè io ti ammazzo! Ma io ti rovino! Hai finito di vivere, capito?!" lei si lasciò andare tra le braccia del ragazzo, il quale continuò a scuoterla e ad urlare, scherzando questa volta però.
Ci misero un po’ a realizzare cosa stava succedendo, poichè sembrava una scena cosi irreale che quando se ne accorsero si staccarono subito l’una dall’altro, e tornarono seri e tesi.
Dopo essersi ricomposti almeno un po’, tornarono sulla strada principale e si rimisero a camminare in silenzio.
Avevano fatto appena pochi passi quando un piccolo sorriso tornò sul volto di Susie, la quale, fingendo indifferenza, diede una piccola botta a Frank, il quale però pensò che l’avesse fatto senza accorgersene, cosi seguitò a camminare assorto nei suoi pensieri.
Cominciò a saltellare, e lui la guardò con sguardo interrogativo: "Ma proprio non ce la fai a camminare in modo normale?" lei rise, rispondendo canticchiando: "Ti ho già detto che non rispondo a provocazioni… Ammettilo, su su dai, ammettilo!"
Frank si accese una sigaretta e sospirò: "Ammettere cosa?" lei rimase a fissarlo: "Che sei stato bene fin’ora con me. Che non sono la reincarnazione di Satana. Che non sono un nemico. Che, se ci sforziamo, non dico che potremmo diventare amici, ma almeno accettare e tollerare l’esistenza l’uno dell’altro sullo stesso pianeta" lo guardò, aspettava una risposta.
Frank alzò lo sguardo, incontrando gli occhi sicuri e determinati di lei.
Fece il suo sorriso di scherno, sorriso che sapeva la faceva imbestialire come poche cose, e sogghignò: "Mai", dopo di che si voltò di nuovo verso la strada, riprendendo a camminare a passo svelto, non accorgendosi dell’espressione che aveva assunto Susie dopo quella sua risposta cosi fredda, non era certo l’espressione che assume qualcuno disposto a farsi mettere i piedi in testa.

Dopo quell’affermazione di Frank, i due rimasero in silenzio e dopo aver girato per vari posti però poco incoraggianti, decisero che un sano pasto a base di involtini primavera e riso alla cantonese non avrebbero fatto male a nessuno, seppur Frank fosse stato abbastanza scettico e avesse gentilmente chiesto al ragazzo che stava imbustando tutto se in mezzo ‘ci fossero anche cani o gatti, e se si, di quale razza, sa, non mi piacciono i bastardini’ dopo di che era stato trascinato fuori da Susie, che appena a qualche passo dal locale prese a colpirlo con le buste, riducendo il cibo in uno stato pietoso.
Decisamente innervosita vedendo il disastro che avevano fatto, disse: "E questo te lo mangi tu, cosi impari!" mentre Frank continuava a ridere come un matto.
Alla fine anche la ragazza si lasciò andare, arrendendosi al lato comico e surreale della vicenda, mentre Frank si era seduto su una panchina e esaminava i danni: "No cioè dai ti prego… guarda qui! E questo cosa sarebbe? Pollo alle mandorle? Lo dicevo io che ci mettono i gatti dentro!" Susie a quel punto non resistette più e, afferrando una manciata del gatto-alle-mandorle lo lanciò contro il ragazzo, il quale dopo esser rimasto per un paio di secondi allibito, ne prese un altro po’ e da li dettero inizio a una vera e proprio guerra… in mezzo alla strada.
La gente che passava rimaneva un attimo a fissare questi due ragazzi che si tiravano addosso non si sa bene cosa mentre ridevano come matti, rincorrendosi e cercando di sporcarsi l’un l’altro il più possibile.
Alla fine vedendo come si erano ridotti, e rendendosi conto che era tardissimo, ripresero al volo le cose e tornarono dagli altri, i quali li accolsero con urla affamate, e una volta visto cosa avevano portato i due per pranzo, e soprattutto come erano tornati, Brian decise che non era il caso che mangiassero quella roba, per la loro incolumità fisica, morale e psichica… lasciando che fossero proprio Susie e Frank a usufruire di quel bel pranzetto, mentre lui andava alla ricerca di una tavola calda.

Dopo essersi dati una ripulita e aver mangiato il mangiabile del ‘pranzo’ tornarono dal gruppo, il quale stava aspettando Frank per iniziare le ultime prove degli strumenti prima del concerto che si sarebbe tenuto in serata.
Susie si riaccomodò sulla sua poltroncina che aveva lasciato prima di uscire con Frank.
Risistemò le sue cianfrusaglie e decise che mentre i ragazzi provavano poteva dedicarsi un po’ all’articolo, visto che il tour era veramente agli sgoccioli e che Jack non era riuscito a nascondere un tono un po’ ansioso al telefono.
Lasciandosi guidare dalla musica che, seppur un po’ malinconica e incerta all’ inzio, mai come quella volta le servì a concentrarsi, Susie senti un formicolio alle mani, alle dita che scorrevano insieme alla penna veloci sul foglio, in preda a una specie di attacco di schizofrenia.
Doveva scrivere, doveva riportare tutto ciò che era in grado di cogliere in quel preciso istante, doveva raccontare tutto, non voleva che nulla venisse lasciato al caso, avrebbe curato quell’articolo come non aveva mai curato niente di tutto quello che aveva scritto fino a quel momento, doveva venire fuori una cosa fatta bene e col cuore, non era importante che fosse più o meno banale, lei voleva descrivere come si era sentita in quelle settimane vissute in quel mondo cosi pazzo, il loro mondo, che lei aveva imparato ad amare.
Perché era questa la verità, mentre li vedeva suonare con cosi tanta passione quelle canzoni, si rese conto di quanto anche lei, volente o nolente, ci fosse finita dentro.
Mentre ascoltava quelle canzoni, si rendeva conto di quanto in realtà anche lei si sentisse coinvolta, di quanto quando Gee urlava ‘ I’m not afraid to walk this world alone ’ anche a lei tornava in mente di tutte le volte che si era sentita vacillare la terra sotto i piedi, e di come poi invece era riuscita a ritirarsi su, bene o male.
Ancora prima che se ne rendesse veramente conto, sentì una mano sulla schiena e la voce calda di Brian che la tirava su: "Tutto ok Susie?" prima che se ne rendesse conto, la ragazza si era accasciata in uno stato di semi incoscienza, dopo aver finito di scrivere ben 5 pagine di fila senza fermarsi.
Si sentiva stanchissima e le faceva un male cane il braccio.
Guardò verso i ragazzi che fortunatamente essendo molto presi dalle prove non si erano resi conto di niente, e ora sembrava quasi che Frank l’invitasse a raggiungerla fuori per fumarsi una sigaretta.
Sentendo un gran bisogno di nicotina nel corpo, la ragazza non lo lasciò aspettare troppo quasi correndo fuori.
Li, Frank le rivolse un piccolo sorriso e le porse l’accendino. La ragazza lo prese e si accese una sigaretta, sorridendo a sua volta a Frank.
Calò un silenzio imbarazzato tra i due, interrotto da un piccolo colpo di tosse da parte di Frank, il quale stava palesemente chiedendo un po’ d’attenzione. La ragazza si girò a guardarlo, e lui ci mise un po’ a trovare le parole: "Senti Susie… Credo sia arrivato il momenti di darti delle scuse cioè io… Ammetto che fino a qualche giorno fa non mi piacevi per niente, non vedevo di buon grado il fatto che tu venissi in tour con noi visto che non era mai successo prima e… Io non ho un ottimo rapporto con i giornalisti cioè… mi da fastidio vedere come s’intromettono sempre, ma bene o male queste cose ero riuscito a tenermele per me, nonostante ti facessi comunque battutine stupide per innervosirti… e quando è successo quello che sai bene con Gee, sia di Bert che della vostra serata, ero a dir poco furioso. Il fatto è che lui c’è stato veramente male, e io vederlo ridursi cosi un'altra volta non ero ne sarò mai pronto a farlo, perché gli voglio troppo bene, è un fratello per me, lo è lui come lo sono quegli altri quattro pazzi che fingono di suonare bene come solo io so fare…" Susie sorrise.
Vedeva quanto rimorso, imbarazzo e speranza contenevano gli occhi di Frank, e capì che nemmeno se armata di tutta la cattiveria di quel mondo e del prossimo sarebbe mai riuscita a rimanere ancora per molto arrabbiata con Frank Iero.
Sorrise e l’abbracciò. Lui la strinse forte e le sussurrò: "Grazie di aver capito… Sei una lanciatrice di gatto-alle-mandorle fantastica!" sciolsero l’abbraccio e risero di gusto, finalmente insieme.

Quella sera, il concerto fu memorabile. I My Chemical Romance diedero spettacolo non solo offrendo una performance a dir poco esemplare, sia coinvolgendo il pubblico sia lasciandosi a degli assoli spettacolari delle chitarre di Frank e Ray, ma anche mostrando di quanto fossero capaci, e di quanto amassero ogni singola nota che suonavano, mettendoci tutta la passione e l’amore di cui erano capaci.
Finito il concerto, Susie fu sicura di vedere almeno cinque ragazze che si erano commosse quando Gerard aveva chiuso il glorioso concerto con ‘Welcome To The Black Parade’. Era stato davvero qualcosa di spettacolare, un’emozione intensissima che, Susie ne era certa, non avrebbe provato mai più.
Finito il concerto, sussurrò un "Grazie" rivolto ai ragazzi sul palco, che si stavano inchinando al pubblico che urlavano i loro nomi a gran voce. Li vide li, tutti schierati, con le loro divise, che raccoglievano rose e altri oggetti, la maggior parte peluches che i fan avevano lanciato sul palco durante lo spettacolo.
Rientrati nel backstage, si abbandonarono tutti a urletti entusiasti, decisamente eccitati per la buonissima riuscita del concerto, e una volta che si furono un minimo ripresi, come sempre, decisero di fare un brindisi. Si misero in cerchio e alzarono le bottiglie di birra cercando qualcosa a cui brindare.
Gli sguardi di Gee e Frank si incrociarono per un istante, e entrambi dissero all’unisono: "A Susie, la migliore compagna di tour che si possa desiderare!"


P.S. Martunza:
heilà! lo so che mi odierete a vita per questo immenso ritardo, credo di aver battuto il record! o/ inventare scuse non serve a nulla, dico chiaro e tondo che non avevo voglia di pubblicare visto che ho pochissimo tempo per tutto ciò che non sia scuola [cheffigo-.-] e che purtroppo ultimamente ho avuto anche poco tempo per scrivere... scusate, davvero.
Passiamo alle vostre [poche, picchè? ç_ç] recensioni*ç*:
FrankieLou: hehe accontentata! XD Frankie è cattivo è vero, ma vedrai che d'ora in poi le cose vanno meglio =D
disenchanted_vale: leggi sopra XD
Elyrock: mamma mia, io non so mai come rispondere ai tuoi bellissimi commenti, mi onori, dico davvero, GRAZIE. <3
Glael: Susie è totalmente cambiata, è vero hihi, sono contenta che almeno tu l'abbia notato^^ il contatto te l'ho mandato secoli fa, ma non mi sembra che tu mi abbia ancora aggiunta u.u
miss_D: beh, se non proprio prestissimo, alla fine aggiornai!^^'' no, le cose con Gee rimangono cosi come stanno =D sorri<3
crystie_2: tata *O* grazie di avermi commentato la fic, e di averla letta sopratutto!*O* e grazie anche moltissimo per i complimenti, apprezzo davvero^^ a presto <3
Molte grazie anche a chi ha solo letto, mi scuso anche con voi per il ritardo *coff-coff...
  
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