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Autore: chiara05    28/04/2013    4 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ALLEANZA

 

Klaus tornò a casa quando il sole era già alto nel cielo. Si sentiva sfinito. L'unica cosa che desiderava in quel momento era concedersi un bel bagno caldo per lavare via il sangue, che gli colorava il corpo, e le sue emozioni.

Aprendo la porta della sua camera capì che non sarebbe stato così semplice ottenere quello che voleva.

Caroline lo stava aspettando seduta sul bordo del grande letto. Non riusciva a capire se aveva più voglia di strozzarlo o di abbracciarlo. Quando lo vide entrare ricoperto di sangue saltò giù dal materasso e rimase impietrita.

«Cosa è successo?» gli domandò con occhi sbarrati. Klaus non rispose.

«Sei ferito?» aggiunse avvicinandosi a lui. Gli tastò le braccia muscolose, il petto e il viso per assicurarsi che stesse bene.

«Non è sangue mio» disse lui infine con sguardo assente.

La braccia della ragazza ricaddero lungo i fianchi. Era il sangue delle sue vittime quelle? Ne era completamente ricoperto. Quante persone aveva ucciso quella notte?

Di fronte all'espressione attonita e spaventata di Caroline l'ibrido si sentì morire. Allungò una mano verso il suo viso incorniciato dai riccioli biondi, ma lei indietreggiò di un passo.

Klaus si infuriò. Lo stava giudicando. Come si permetteva, lei una bambina, di giudicarlo? Voleva nuovamente punirla. Forse era tornato da lei troppo presto. Nonostante la detestasse in quel momento aveva ancora paura di farle del male.

«Per questo non sei tornato a casa questa notte? Perchè stavi uccidendo delle persone innocenti?» gli domandò Caroline con voce tremante. Si sentiva una stupida. Si era anche preoccupata della sua incolumità quando avrebbe dovuto temere per la vita degli altri.

«Questo» rispose l'Originale indicandosi «È quello che sono» e tu lo sapevi, aggiunse mentalmente, lo sapevi dalla prima volta che ci siamo incontrati.

La lasciò lì a ragionare sulle sue parole e andò a fare quel bagno caldo. Chiuse la porta appena in tempo per evitare che il vaso, che la ragazza gli aveva lanciato, lo colpisse.

 

* * *

 

Damon aveva trascinato suo fratello in una locanda nonostante non fosse l'ora adatta per riempirsi di birra. Non erano soliti bere al mattino, ma Stefan aveva bisogno di svagarsi e di allontanare la mente dal pensiero fisso di Caroline.

Erano al terzo giro quando un ragazzo mediamente alto e con dei lunghi capelli castani li interruppe.

«Siete Damon Salvatore?» domandò rivolto al moro

«Chi lo cerca?» rispose Stefan guardingo

«Trevor Campfield» disse il giovane con un piccolo inchino

«Trevor? Il licantropo amico di Rose?» Damon posò il boccale di birra e concentrò la sua attenzione sullo sconosciuto che gli si parava di fronte.

«L'hanno presa mentre mi salvava» spiegò saltando i convenevoli. Non aveva tempo per quelli, voleva aiutarla il prima possibile. Il maggiore dei Salvatore sentito l'accaduto imprecò sonoramente.

«Come avete fatto a trovarci?» indagò Stefan. A differenza del fratello poteva permettersi un atteggiamento distaccato e più razionale.

«È stata Rose a dirmi di cercarvi poco prima che venisse catturata. Per il resto mi è bastato domandare di voi in piazza»

«Avete fatto bene a venire da me. Farò il possibile per tirarla fuori da casa Mikaelson» la mente di Damon stava già lavorando su un possibile piano.

«Sei deciso a salvarla?» gli chiese il fratello

«Si»

«Allora c'è solo una cosa che possiamo fare per soccorrerla senza farci ammazzare» guardò entrambi gli uomini di fronte a lui «Un accordo con Klaus»

«Che genere di accordo?» domandò il moro basito. Non era da Stefan scendere a patti con un vampiro, specialmente se quello aveva una storia con la donna per cui aveva perso la ragione.

«Collaborare per eliminare Emily Bennett»

«Come farebbe la morte di questa donna a garantire la libertà di Rose?» Trevor faticava a seguire il discorso.

«Chiederemo la sua liberazione come pegno di fiducia e alleanza» spiegò il cacciatore castano.

«E tu saresti disposto a collaborare con Klaus per salvare Rose?» Damon ancora non capiva cosa spingesse suo fratello ad agire in quella maniera.

«E salvare te, fratello. Ti conosco e ti faresti ammazzare se agissi da solo»

«Dimentichi che io conosco te, fratello» disse imitando il modo in cui gli aveva parlato «Non proporresti un accordo con i Mikaelson solo per impedire le mie azioni avventate»

«Hai ragione, infatti lo farei anche per eliminare Emily Bennett. Neutralizzarla è una priorità assoluta considerando che vuole uccidere le famiglie fondatrici di cui noi e Caroline facciamo parte».

Ora Damon aveva capito qual era il vero motivo che lo spingeva ad un accordo. Aveva biondi capelli e magnifici occhi azzurri.

«Trevor credo fareste meglio ad andare a casa di Rose. Non è sicuro per voi farvi vedere in giro. Vi raggiungerò io quando avrò delle notizie» gli disse come raggiungere la casa e il licantropo si congedò.

«Non abbiamo bisogno di loro per eliminare la strega» esclamò rivolto al fratello. Voleva verificare se la sua teoria fosse corretta.

«Hai ragione, ma con l'aiuto degli Originali sarà molto più facile ed è più probabile che nessun innocente rimanga coinvolto»

«Non mi convinci. Tu odi i vampiri. E più di tutti odi Klaus. Dimmi la verità, perchè vuoi collaborare con loro?» se non avesse ammesso i suoi sentimenti l'avrebbe scosso fisicamente fino a farlo parlare.

«Mi manca, Damon» sussurò Stefan prima di ingurgitare un generoso sorso di birra.

«La ami davvero» affermò il moro. Non capiva come fosse successo, non aveva mai notato sentimenti di natura romantica tra i due. Immaginò che la situazione per suo fratello fosse cambiata nei due anni in cui era stato in Europa.

«Sarò dalla tua parte Stef. Ti aiuterò in quest'alleanza»

 

* * *

 

Dopo pranzo i fratelli Salvatore si recarono alla tenuta dei Mikaelson. Erano tutti seduti davanti al camino e l'atmosfera era tesa, fredda. Specialmente tra Klaus e Caroline.

«È un piacere vedervi» disse Elijah appena entrarono nel salone «A cosa dobbiamo questo onore?»

«Vorremmo fare un patto, un'alleanza per sconfiggere Emily Bennett» affermò Damon chiarendo subito cosa aveva in mente «Ciao bambolina» aggiunse dopo facendo l'occhiolino alla bionda.

«Tu sei d'accordo?» domandò lei incredula a Stefan. Come il moro prima di lei non riusciva a capacitarsi di quel cambiamento. L'ultima volta che si erano visti non l'aveva nemmeno guardata.

«È stata una mia idea in realtà» spiegò il cacciatore dagli occhi verdi fissandola con calore. Caroline andò da lui e lo abbracciò. Egli trovandosela tra le braccia chiuse gli occhi e la tenne stretta.

«Quindi non mi odi più» concluse la giovane. Stefan scosse la testa incapace di parlare. Lei sciolse l'abbraccio del ragazzo che considerava il suo secondo fratello, lo prese per mano e lo portò sul divano dove si sedettero vicini.

Klaus seguì tutta la scena con rabbia crescente. Quel ragazzino era innamorato della sua donna e lui stava impazzendo di gelosia. Trattenne a stento un ringhio bestiale. Se avesse posato di nuovo le mani su quello che gli apparteneva gliele avrebbe tagliate.

«Mi sembra un'ottima idea. Insieme sarà facile sconfiggerla» riconobbe Rebekah più per distrarre l'ibrido dai suoi pensieri omicidi che per il desiderio di complimentarsi con i cacciatori.

«Stabilito questo abbiamo una richiesta, potete considerarlo un gesto di collaborazione» disse Damon sottolineando con le mani le sue parole «Vorremmo che liberaste Rose».

Elijah si irrigidì visibilmente. Non sapeva che la conoscessero. Non sapeva che fossero amici. Perchè erano solo amici vero?

«Va bene» acconsentì distrattamente Klaus ancora preso da Stefan che sedeva troppo vicino a Caroline per i suoi gusti.

«Perfetto. Andiamo a tirarla fuori dall'angolo in cui l'avete relegata allora» propose il moro sollevato.

«Ti accompagno io» disse il maggiore dei Mikaelson bloccando Rebekah che si stava alzando per andare a liberare la sua vecchia amica. Avrebbe verificato quale relazione intercorreva tra i due.

 

* * *

 

Quando Rose vide Damon, scortato da Elijah, non riuscì a trattenere un sorriso. Dall'espressione che abitava il volto di lui doveva essere lì per aiutarla. Sapeva che avrebbe potuto contare suo amico umano.

Il vampiro, al contrario, ero scuro in volto e rimase fermo sulla soglia della stanza analizzando attentamente ogni movimento, ogni gesto, ogni parola dei due.

Damon aprì la pesante porta di ferro circondata da sbarre e l'abbracciò facendole sollevare i piedi da terra.

«Sei venuto qui per liberarmi? Hai corso un grande rischio» disse Rose sfuggendo alle labbra del moro. Non le sembrava giusto baciarlo davanti ad Elijah.

«Sai» cominciò lui accontentandosi di posarle un casto bacio sulla guancia «Ho cercato un'altra amante ma nessuna mi convinceva quindi ho pensato di venire a farti visita».

Rose gli tirò un lieve pugno sulla spalla ma la sua espressione ammiccante la fece ridere.

Elijah si sentì come se un masso gli fosse precipitato addosso rompendogli ogni osso del corpo. Quindi erano amanti? Oppure lo erano stati? Il ragazzo stava forse usando un modo macabro di scherzare? O parlava sul serio quando la definiva la sua amante? Ogni sua certezza era stata distrutta. Solo di una cosa era sicuro, quell'alleanza era stata un errore. Detestava profondamente Damon Salvatore. Avrebbe voluto annullare quel patto ma non poteva farlo. Era un uomo d'onore e doveva rispettare la parola data.

«Trevor?» domandò Rose preoccupata.

«Non preoccuparti, è al sicuro. L'ho incontrato questa mattina e gli ho detto di stabilirsi a casa tua. Stai tranquilla» lei per tutta risposta annuì con convinzione.

L'Originale fremette di gelosia. Gli aveva creduto ciecamente senza fargli neanche una domanda per accertarsi che il suo pupillo stesse davvero bene. Senza contare che non l'avevano mai considerato, come se lui fosse invisibile. Certo, erano troppo presi a guardarsi negli occhi per fare caso a lui.

Si appoggiò elegantemente contro lo stipite della porta deciso a domandare a quei due delle delucidazioni sul loro rapporto, ma non riuscì nemmeno a socchiudere la bocca.

«No» lo bloccò Rose immediatamente «Non dire una parola. Non sono affari che ti riguardano»

«Benissimo» si arrese il vampiro prima ancora di cominciare la partita «Vogliamo andare?» indicò l'uscita e seguì gli altri due fuori dalla prigione.

 

* * *

 

Erano tutti riuniti intorno al tavolo imbandito di cibo e bevande ma nessuno toccò niente essendo troppo impegnati nell'escogitare un piano per pensare a riempirsi la pancia.

«Emily Bennett ha legato la sua anima al Grimorio per questo è ancora viva. Per ucciderla dovremmo distruggere il libro» spiegò Rebekah unendo le mani sul tavolo.

«Allora distruggiamolo» esclamò Stefan. Cosa aspettavano quei succhiasangue?

«Non è così semplice» ribattè la vampira bionda «È protetto da un incantesimo. Abbiamo già provato di tutto, l'abbiamo bruciato, strappato, squarciato ma lui torna intatto, come nuovo. Dovremmo disfare l'incantesimo di protezione, ma solo la strega che lo ha creato lo può fare. Quindi questa non è un'opzione»

«Come fai a sapere tutte queste cose?» domandò Damon sorpreso. Sembrava un'enciclopedia sulla stregoneria.

«Mia madre era una strega e lo sarei stata anche io se non mi fossi trasformata in un vampiro. Quando ero umana avevo già iniziato ad imparare le fondamenta della magia»

«Dobbiamo scoprire in quale corpo è ed ucciderla. Potrà farlo Klaus. A quanto pare per lui la vita umana non ha nessun significato» Caroline non riuscì ad evitare di lanciare una frecciatina all'ibrido mentre cercava una soluzione alternativa.

«Hai ragione non ce l'ha. Ma questo lo sapevi anche prima di conoscermi» rispose l'Originale con finta gentilezza. La rabbia e l'irritazione provata quella mattina stavano tornando a galla al fianco della gelosia verso il piccolo Salvatore.

«Caroline, Klaus» li riprese Elijah «Credo sia meglio per tutti se rimandate il chiarimento a più tardi, in privato» i due litiganti, sentendosi come dei bambini sgridati dopo una marachella, si appoggiarono allo schienale delle loro sedie e stettero in silenzio.

«Uccidere il corpo che ospita Emily funzionerebbe? Morirebbe anche lei?» chiese Rose tornando all'argomento principale.

«Non sapevo che tu fossi inclusa nel piano» disse Klaus spostando i suoi sentimenti poco benevoli verso la vampira.

«Ogni aiuto può esserci utile» il maggiore dei Mikaelson prese immediatamente le difese della donna. Suo fratello con un sorriso mesto alzò le mani in segno di resa.

«Sarebbe inutile» rispose Rebekah a Rose «Salterebbe nel corpo di un'altra persona dal momento che la sua anima è legata al Grimorio»

«Tutto questo ci riporta al libro magico che non può essere distrutto» affermò Damon traendo le conclusioni.

«Cosa mi dici delle discendenti di sangue?» domandò Caroline colta da un'intuizione.

«Cosa intendi?» Klaus si sporse verso l'altra parte del tavolo dove sedeva lei.

«Mi stavo chiedendo se una discendente di sangue possa spezzare l'incantesimo fatto da Emily» spiegò la ragazza guadagnandosi l'ammirazione dell'ibrido. In quel momento si ricordò perchè l'amava tanto.

«Dipende dall'incantesimo. Ogni incantesimo è unico. Possiamo provare» commentò Rebekah «Si, potrebbe funzionare» aggiunse sorridendo.

«Non vorrei distruggere questo clima di fiducia e speranza. Ma non funzionerà mai» proruppe Damon.

«La potenziale strega ha appena sostenuto il contrario» lo contraddisse il fratello.

«Peccato che l'unica discendente Bennett in vita sia la piccola Jane. Non collaborerà mai con noi. È dalla parte di Emily» spiegò il moro.

«Se solo le potessi parlare sono sicura che la convincerei a collaborare con noi» asserì Caroline.

«Io sono dalla tua parte Care» cominciò Stefan con somma irritazione di Klaus «Ma come farai ad incontrarla? Tu non puoi avvicinarti a casa Salvatore altrimenti mio padre ti ucciderebbe e Jane non fa un passo senza la sua supervisione»

«Già, il vecchio Giuseppe si illude di poterla controllare» disse con disprezzo Damon.

«Organizziamo un concerto a casa Mikaelson. Giuseppe Salvatore ama la musica quindi parteciperà e porterebbe con sé Jane Bennett. Caroline non correrebbe nessun rischio, non alzerebbe un dito su di lei circondato da una folla di gente. Inoltre avremmo modo di scoprire quale corpo ospita Emily» propose Rose.

«Brillante» commentò Elijah. Persino Klaus accennò ad un sorriso.

«L'idea non è male ma casa nostra non va bene» spiegò l'ibrido «Qui custodiamo il Grimorio. Non è sicuro ospitare tanta gente, non potremmo controllarla tutta»

«Usiamo casa Forbes. Sono sicura che mia madre sarà d'accordo ad aiutarci. Odia Emily tanto quanto noi» disse la bionda.

«Sei sicura?» le chiese Stefan con apprensione «Non sarà facile per te tornare nella casa d'infanzia»

«Starò bene» lo rassicurò lei «Avrò tutti voi a sostenermi» involontariamente il suo sguardo si posò su Klaus. Sarebbe stato lì per lei? Voleva un assassino al suo fianco? Lui ricambiò il suo sguardo con dolcezza capendo quale sforzo sarebbe stato per lei tornare in quel luogo. Davanti ai suoi occhi blu Caroline divenne più confusa di prima.

«È deciso allora» esclamò Elijah rompendo quel momento di intimità «Abbiamo un piano»

 

* * *

 

Dopo cena e un caldo abbraccio da parte di Caroline i fratelli Salvatore tornarono a casa.

Klaus assistette ai saluti rimanendo in disparte. Voleva chiarire la situazione con la ragazza e l'avrebbe fatto non appena gli ospiti se ne fossero andati se la bionda non gli fosse passata di fianco andando oltre, senza nemmeno guardarlo.

La seguì fino alla loro camera e chiuse la porta per ottenere una parvenza di privacy in una casa abitata da vampiri con l'udito sovrannaturale.

«Cosa stai facendo?» domandò lui osservando Caroline arraffare cuscini e coperte dal mobile e dal letto.

«Non voglio dormire con te questa notte. Dormirò sul divano» spiegò lei senza smettere di raccogliere quello che le serviva.

«Perchè ho ucciso qualcuno? Non è la prima volta» le fece notare con voce dura.

«Perchè l'hai fatto?» finalmente lo guardò negli occhi fermandosi «Non era necessario»

«Ero infuriato. Meglio loro che tu» adesso nei suoi occhi brillava la rabbia.

«Mi avresti fatto del male?» chiese lei sbalordita. Non l'aveva mai considerato un pericolo per la sua vita.

«Avrei voluto, si. Ma non l'ho fatto» come sempre le disse la verità. Non voleva mentirle, desiderava che lo amasse per quello che era realmente.

«No, hai solo massacrato un intero villaggio» ribattè lei alzando la voce.

«Sono un vampiro, un ibrido, Caroline. È una cosa normale» ora anche lui stava urlando esasperato dalla situazione.

«Elijah non lo avrebbe mai fatto» era la cosa sbagliata da dire e la ragazza si pentì subito delle sue parole.

«Non essere così sciocca da farti abbindolare dai suoi modi raffinati. È un assassino come tutti noi. Non hai idea delle vite che ha tolto» sibilò scatenando la gelosia per suo fratello.

«Tutti noi?» sbraitò lei senza riuscire a contenersi «Io non ho mai ucciso nessun innocente. E nemmeno Damon o Stefan...»

«Stefan? È di lui che si tratta allora. Certo torna a parlarti e tu cosa fai? Cadi tra le sue braccia» Klaus non avrebbe voluto toccare l'argomento ma non poté farne a meno.

«Sei assurdo e non intendo continuare questa conversazione» quella frase l'aveva presa talmente alla sprovvista da farla smettere di urlare.

«Perchè no. Hai paura di tradirti e dimostrare che ricambi i suoi sentimenti?» continuò l'ibrido manifestando la sua paura.

«Quali sentimenti? È come un fratello per me, alla pari di Damon. Vuoi suggerire che provo qualcosa di romantico anche per lui adesso?» era tornata ad usare un volume di voce molto alto.

«Non insultare la tua intelligenza facendo finta di non capire» le disse puntandole il dito contro. Caroline fece spallucce, scosse la testa e lo fissò in modo interrogativo.

«È innamorato di te» affermò Klaus brutalmente.

«Non essere ridicolo» la ragazza riprese i cuscini che erano caduti nell'impeto del litigio e si avviò verso la porta. Ma l'Originale le si parò davanti e glieli tolse di mano.

«Non disturbarti, dormirò io sul divano. Dio non voglia che ti venga il mal di schiena e non possa precipitarti dal tuo prezioso Stefan domani».

In un secondo se ne andò. Caroline rimasta sola lanciò un urlo di esasperazione.

 

* * *

 

Elijah aveva accompagnato Rose in una delle stanze del palazzo.

«Ripetimi ancora una volta perchè non posso tornare a casa mia» chiese la vampira alzando gli occhi al cielo. Voleva andare da Trevor, ritrovare la sua privacy e soprattutto allontanarsi dal maggiore dei Mikaelson.

«Klaus non si fida di te e vuole tenerti sott'occhio» le rispose l'Originale celando il maggiore dei motivi, voleva averla vicino.

«È l'unico motivo?» domandò Rose maliziosamente. Lo conosceva bene, forse meglio di chiunque altro ed era facile per lei indovinare quali pensieri albergassero la sua mente. Elijah non rispose e cambiò argomento.

«Quindi, Damon» ci pensava dal tutto il giorno ed era una liberazione poter dar voce alle sue riflessioni.

«Cosa vorresti sapere di preciso?» voleva sentir pronunciare quello che già sapeva.

«Sembravate intimi» spiegò cautamente.

«Lo siamo» replicò lei duramente. Elijah strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.

«La vostra è una relazione seria?» perchè doveva farsi del male chiedendoglielo? Ma non poteva farne a meno, doveva sapere.

«Non sono affari che ti riguardano»

«Lo so» esclamò lui infastidito dell'elusione di lei «Non mi dici altro»

«Non ti meriti nessun'altra risposta» specificò lei con tono perfettamente controllato.

«Sei ancora arrabbiata con me, dopo tutti questi anni» ragionò ad alta voce il vampiro. Rose serrò le mascelle.

«Perchè?» le chiese con rinnovata fiducia. Forse provava ancora qualcosa per lui «Dopo quattro secoli avresti dovuto smaltire il risentimento nei miei confronti»

«Risentimento? Pensi che io provassi risentimento verso di te quando te ne sei andato abbandonandomi al mio destino? Io ti odiavo» rispose lei perdendo ogni briciolo di freddezza e calma.

«Non ti ho abbandonata, ho lasciato Charlotte con te per aiutarti...» cominciò a spiegarle i motivi che lo avevano spinto a quel comportamento ma non lo lasciò terminare.

«Grazie tante per la tua premura» il tono cordiale anche se un po' tremante.

«Buona notte» gli disse sbattendogli la porta in faccia e bloccando le sue parole ancora una volta.

 

* * *

 

Jane sedeva sveglia nel letto attendendo l'arrivo di sua nonna. Dalla prima volta che era andata a farle visita si vedevano di nascosto tutte le notti per esercitarsi negli incantesimi.

«Eccomi bambina, sbrighiamoci abbiamo poco tempo» disse Emily nel corpo di lei sbucando dal nulla. Da una sacca tirò fuori il necessario per effettuare qualche incantesimo.

«Non capisco nonna, perchè l'incantesimo devo farlo io?» domandò Jane confusa. Tutto quell'esercizio era necessario per rendere la giovane Bennett più forte così da essere in grado di eseguire il Nectunt.

«Sono troppo debole. Dopo aver passato dieci anni immobile, senza praticare la magia ho perso buona parte dei miei poteri» le spiegò la donna. Odiava non essere più la strega forte che era un tempo, anche se possedeva ancora qualche asso nella manica.

«Non sono sicura di poterlo fare. Uccidere tutte quelle persone» affermò Jane scuotendo la testa in preda ai ripensamenti.

«Devi fidarti di me, bambina» replicò Emily stringendole le mani «Consumata la nostra vendetta potremo vivere insieme. So quanto ti sei sentita sola e spaventata in tutti questi anni, ma non sarà più così. Io starò con te per sempre, tutta quella sofferenza finirà»

«Dove troveremo sette persone da sacrificare? E come faremo senza il Grimorio?» la giovane non era ancora completamente convinta, ma le parole della nonna l'avevano tranquillizzata.

«Non devi preoccuparti del Grimorio, conosco a memoria ogni incantesimo racchiuso al suo interno. Non è quello il motivo per cui lo rivoglio. E per quanto riguarda le sette persone, al prossimo evento mondano ne avremo più che a sufficienza»

 

* * *

 

Anche quella notte Elijah non riusciva a dormire per colpa di Rose. Era tutto inutile. Avrebbe assunto del sonnifero se il suo corpo da vampiro non lo avesse smaltito eliminandone completamente l'effetto. Forse leggere un buon libro gli avrebbe giovato.

Andò in biblioteca e trovò suo fratello sdraiato sul divano a pancia in su, con gli occhi spalancati che fissava il soffitto.

«Cosa ci fai qui?» gli domandò confuso «Perchè non sei a letto con Caroline?»

«Non hai sentito la nostra discussione?» lo stava forse prendendo in giro? Avevano urlato così tanto che anche gli umani dovevano averli sentiti.

«No, ero impegnato in un'altra chiacchierata inconcludente con Rose» spiegò il vampiro castano. Era stato così preso dalla bella vampira da non accorgersi di niente.

«Dopo tutti questi anni ti da ancora filo da torcere vero?» affermò Klaus con un sorrisino impertinente. Le disavventure del fratello lo divertivano.

«Disse l'uomo costretto a dormire sul divano» commentò l'altro versandosi un bicchiere di bourbon.

«Divertente» borbottò l'ibrido tornando a guardare il soffitto.

«Partita?» domandò Elijah indicando gli scacchi.

«Perchè no, tanto non credo che riuscirò a dormire questa notte» acconsentì, avrebbe fatto qualsiasi cosa per smettere di pensare a Caroline.

«La situazione si aggiusterà tra di voi, Nik. Vi amate» cercò di confortarlo il maggiore dei Mikaelson.

«Stai parlando di me o di te?» investigò alzando un sopracciglio.

«Stai zitto» replicò Elijah sorridendo contagiato dal sorriso sornione del fratello.

Sentirono dei rumori al piano di sopra. Caroline e Rose erano in camera di Rebekah. Avrebbero passato la notte nella stanza della sorella.

I fratelli si guardarono e lessero l'uno nell'espressione dell'altro la stessa consapevolezza, quelle donne sarebbero state la loro rovina.

 

 

 

Ecco qua il 12 capitolo. Vi è piaciuto? Cosa ne pensate?. Finalmente sono riuscita ad aggiornare senza ritardi XD.  
Grazie a tutte le persone che seguono la mia storia e soprattutto a quelle che lasciano delle recensioni facendomi sapere cosa ne pensano.
Un bacione a presto ;D

 

 

  
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