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Autore: Gennu    28/04/2013    1 recensioni
INTRODUZIONE
 
California anno 2012, una piccola ragazza sta superando un momento di crisi con la sua famiglia , allora la madre decide di trasferirsi in California. Francesca frequenterà una scuola dove alcuni eventi la prenderanno di soprassalto.  Ma prima di iniziare la scuola incontra un angelo dalle ali nere come la notte, che presto si rivelerà il suo angelo protettore. Molti ostacoli si presenteranno nel loro cammino, dove dovranno cercare di superarli e trovare una ragionevole soluzione.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                         Capitolo 25- La triste verità

                                                                                           ***

 
<< Fra perché non mangi? >> chiese Gabriel << Non ho fame e ho ancora la nausea. >>  risposi.
Cam era seduto vicino a me e la sua postura da finto nobile mi dava alla testa.
<< Ehi, hai finito di mangiare come un maiale Cam? >> chiesi. Cam si girò e mi scrutò con i suoi bellissimi occhi smeraldo  << Almeno io ho mangiato. >> Poi si rivolse verso  Gabriel e chiese << Questo pollo è fantastico, come l’hai fatto? >>
Gabriel si grattò la testa e sorridendo rispose << Segreto professionale. >> Cam si girò e mi prese la mano, vedendo questo gesto il nonno prese i piatti e se ne andò in cucina.
<< Cosa c’è Cam? >> chiesi incuriosita.
Cam si morse il labbro e attirandomi verso di se mormorò << Devo andare sai- >> Lo bloccai subito
<< Si lo so, devi andare a giocare a biliardo. >> Lo odiavo con tutto il mio cuore quando metteva al primo posto le altre cose. Sì, sono gelosa! Non mi piaceva che le altre persone potevano  averlo per tutta la notte mentre io no.
<< Ti giuro che domani vengo a trovarti.  >> Mi baciò e scappò fuori dalla porta.
                                                                             
                                                                              ***
 
Sbuffando me ne andai in camera,  dove potevo sfogarmi e racchiudermi in me stessa, senza che nessuno venisse a curiosare nella mia vita personale.
Accesi la radio e mi misi a cantare una canzone di Avril Lavigne:  Smile.  In quel momento mi sentivo davvero pazza, ma forse era l’unico modo per dimenticare la mia disastrosa vita.
Finita la canzone decisi di dormire.
 
                                                                              ***
 
 
Durante la notte feci un sogno strano.
C’erano due angeli bianchi, uno aveva dei lunghi capelli biondi, mentre l’altro marroni. L’angelo con i capelli marroni teneva in mano uno strano libro, mentre l’altro porgeva verso di me una lancia dorata.
Gli chiesi dove ero ma loro non dissero nulla, sorrisero solamente.
Non aveva senso, ma in fondo era solo un sogno.  

Schioccai le nocche e mi diressi verso lo specchio per vedere meglio come ero ridotta.
No! lo specchio gridava vendetta! Sembravo un cadavere appena uscito dall’obitorio. I capelli non erano a posto, e un ciuffo ribelle sbucava dietro la mia nuca.  Beh facevo proprio schifo.
 
Il telefono squillò.
<< Pronto?! >>
<< Fra! Sei a casa vero? ti devo assolutamente portare in un  posto, ci sei? >> gridò Juliet.
<< Si che cono a casa. >> risposi
<< Perfetto arrivo. >>
Juliet mi stava veramente preoccupando in questi giorni, era più pazza del solito.
 
Il campanello suonò, scesi subito giù e andai ad aprire.
<< Fra! Fra! Vero che vieni con me a Santa Monica? Mi hanno detto che c’è una maga che legge il futuro.. e io ci voglio andare, voglio vedere cosa succederà con me e Aron. >> Ok era realmente pazza con la P maiuscola. Che motivo aveva di andare? Quelle persone non facevano altro che rubarti i soldi, insomma ti dicono cose che volevi solamente sapere. Ma dopotutto  non posso dire di no alla mia migliore amica.
<< Va bene, ma sappi che lo faccio solo per te. >> Juliet mi abbracciò e mi trascino in bagno per sistemarmi.
                                                                             
                                                                                     ***
La maga che prevedeva il futuro si trovava in una piccola casettina di colore viola con dei grandi ghirigori dorati dipinti intorno alla porta di legno pitturata di un rosa tenue. Allibita chiesi a Juliet << Ti prego dimmi che non è questa. >> Juliet rise e prendendomi la mano mi portò dentro.
All’interno della casetta  c’era un profumo di  incenso, e tante ma che dico migliaia di bottiglie colorate contenenti del liquido. Le pareti erano di un giallo sbiadito, e per dare un tocco di malignità, c’erano delle ragnatele negli angoli del muro.  

Poi una voce risuonò nella stanza. << Ciao Juliet. >> Mi girai lentamente e scossi  la mia amica << La conosci? >>
<< No. >> rispose secca, poi rispose alla maga << Salve signora.. ehm… >> 
La maga uscì da una tenda nera e alzando le mai verso il cielo iniziò a sbraitare come un’indemoniata. 
<< Vedo un bel ragazzo nella tua vita! Ma non è quello che hai adesso. Quel ragazzo è speciale ha qualcosa che lui  non ha, e tu ti innamorerai proprio di quello che costui non ti ha mai potuto dare. >> Juliet spalancò gli occhi << Scusa, cosa? Aron è la mia vita. >> Iniziavo veramente a preoccuparmi.
 
La maga iniziò a toccarsi con la lingua la punta del naso. Poi girandosi verso di noi esordì << Comunque io sono Angie. >>  Sempre più scandalizzata indietreggiai per scappare da quella pazza, ma fu proprio una sua affermazione a farmi fermare.
<< Oh, non crederai di uscire, ne ho anche per te piccola. >> Juliet si girò e mi fissò come per dire: Francesca avevi proprio ragione questa qui è matta da legare! ‘’.  
Mi grattai la mano e le risposi << Sentiamo un’altra stupidaggine. >> Angie avanzò con passo spedito verso di me, e puntandomi il dito sul petto esclamò << Mh.. stai attenta, molto attenta alla vostra vita, il nemico è alle porte. Inoltre ricordati che le parole migliori provengono sempre  dal cuore. >> 
 
Nemico? Parole dal cuore? Vostra vita? Ma che diamine stava dicendo?
Juliet mi prese per mano e aprendo la porta iniziò a correre.
<< Corri Fra! Quella è pazza.. pazza! >>
                                                                              ***
Arrivati sull’oceano ci buttammo sulla sabbia e ridemmo come delle sceme.
<< Quanto mai non ti ho dato ragione!  Io e Aron siamo destinati a vivere insieme, a sposarci,  avere tanti ma tanti bambini e- >> La bloccai subito
<< Si, ma basta che non me li dai da curare. >> Esclamai ridendo.
<< Oh troppo tardi, ormai il tuo nome in rubrica è salvato come Zia Francy! >> rise Juliet.
La spinsi per terra e inizia ad imitarla, quando un giorno avrebbe avuto  una famiglia.
 
                                                                       ***
 
 
<< Ti ricordi che questa sera dobbiamo andare a mangiare  fuori con Cam e Aro? >> Disse Juliet.
<< Certo che lo so, dobbiamo iniziare ad andare? >> Domandai.
Juliet arricciò il naso, e annui.
 
                                                               ***
 
Arrivati al ristorante, Cam e Aron erano seduti in un tavolo per  quattro. Cam si voltò e appena incrociò i miei occhi, dalla sua bocca partì un sorriso scintillante.
<< Dolcezza! >> Cam si alzò dalla sedia e mi venne incontro.  << Come stai? >> chiese Cam.
<< Bene dai.. che si mangia? >>  Cam alzò il sopracciglio, e con voce scherzosa esclamò
<< Non eri a dieta amore? >> Lo fulminai subito.  << Non ho mai detto che sono a dieta! >> Almeno non ha lui.
Cam si grattò la testa e andò a sedersi. Ecco che adesso iniziava a fare il preso male.
Alzai gli occhi al cielo e andai ad accomodarmi sulla sedia.
 
***
 
Tempo due minuti arrivò una ragazza alta con dei capelli biondo miele.. ma aspetta un attimo, quella è Jessy!
<< Ehi stupenda! >> urlò Cam. Stupenda?  Stupenda lei?! No, cosi non va bene.
Tirai un pugno sul tavolo e prendendo le mie cose andai fuori dalla porta.
<< Che cavolo stai facendo? >> La mano di Cam era calda e la sua forza era straordinaria.
<< Sto andando a casa, em.. non sto bene. >> Cercai una scusa più fattibile ma non mi venne in mente altre cavolate da raccontagli.
<< Allora ti accompagno a casa. >
<< No. >> risposi  << Voglio fare due passi da sola. >>
Cam mi lasciò il braccio e sotto voce aggiunse << Ci vediamo  stasera, verrò a trovarti. >> .
 
Senza digli niente mi incamminai verso casa.
La sera era fredda, e solo il chiarore della luna riusciva a farmi vedere la strada per casa.
Mentre stavo camminando mi venne una fitta pazzesca al ventre. Mi piegai su me stessa, cercando  di calmare il dolore.
Non riuscivo a respirare, volevo chiamare Cam, ma forse era toppo impegnato a filtrare  con Jessy.

Proprio in quell’istante suonò il telefono. A malapena riuscii a parlare << Chi è? >>
<< Signorina Hudson! Dove diamine sei?! >>
Capii subito che si trattava di Juliet << Ju! Ti prego vienimi a prendermi, ho delle fitta assurde alla pancia.. ho bisogno di te! >> 
<< Arrivo subito tesoro.. ma dove sei? >>  Bella domanda, dove ero? Ah si adesso ricordo
<< Ventiquattresima strada >> Juliet riattaccò il telefono, e da li a poco era li.   
 
                                                                              ***
<< Fra! Ehi sono qua adesso, rispondimi. >> la voce di Juliet mi risuonò nelle testa e togliendomi le mandi sul ventre l’abbracciai.
<< Ju.. non sto bene. Ho fitti assurde alla pancia e non sono le solite fitte delle ciclo. >>
Vidi Juliet arricciare il naso <>
Eh già, ma come facevo a diglielo insomma mi ucciderà per non averglielo detto. << Si.. >>
<< Oh bene! Quel ragazzo non ha testa. Su tesoro andiamo. >>
 
                                                                              ***
 
<< Ehi, come stai adesso? >> domandò Juliet preoccupata.
<< Si bene. >> accennai un piccolo sorriso ma poi il mio sguardo si posò su una piccola scatola e stupidamente chiesi  << Che cosa è? >> Juliet rise << il tuo test.. muoviti e vai a farlo. >>
Abbassai la testa e mi incamminai verso il bagno.
Ok ora mi trovavo faccia a faccia alla pura realtà. Se ero realmente incinta cosa avrei fatto? Cosa avrebbe detto Cam? Mi lascerà al mio tragico destino? E la mia famiglia? Beh questa non era certo una cosa positiva insomma avevo appena compiuto 17  anni, non sono ancora pronta per una cosa del genere, almeno non da sola.
Presi il test e lo provai.. chiusi gli occhi e chiamai Juliet << Non voglio vedere guardalo te.. >> Juliet non disse niente.
Quando lo prese sentii un’imprecazione. << Fra, il test è.. positivo. >>
A quel suono di quella parola tutto il mondo mi cadde addosso.  





Ciao a tutti scusate se non ho aggiornato prima ma ero troppo impegnata a studiare chiedo scusa. 
Spero che questo capitolo vi piaccia. Fatemi sapere 
baci - GENNU - 
  
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