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Autore: Heilig__    28/04/2013    11 recensioni
- Potremmo cercarcene una da soli-
Bill guardò il fratello con sguardo torvo.
- Tom, non ne saremmo capaci. Dove diavolo la andiamo a prendere? Non crescono mica sugli alberi!
- Beh, facciamo un annuncio, un'inserzione su un giornale, qualcosa, insomma! Non voglio passare il resto della mia vita a cucinare per te!
- Sentiamo,- disse Bill, divertito – cosa intendi fare? Un annuncio sui quotidiani? Cercasi governante per i gemelli Kaulitz?
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I Tokio Hotel NON mi appartengono. Tutto ciò che è scritto qui è frutto della mia fantasia e non  è a scopo di lucro







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Los Angeles, 8 p.m.

- Bill!!!-
Tom Kaulitz stava chiamando suo fratello da almeno tre o quattro minuti ininterrottamente, ma Bill sembrava non sentirlo.
Normalmente avrebbe cominciato a preoccuparsi, ma in quel momento era troppo nervoso per pensarci.
Con un solo gesto deciso, aprì la porta della stanza ed entrò.
Suo fratello era comodamente sdraiato sul suo letto in posizione supina, le braccia piegate dietro la testa, e addosso un paio di vecchi pantaloni della tuta ed una maglia sbiadita.
- Bill!!- ripeté per l'ennesima volta, ma il gemello non accennava a muoversi.
Tom si avvicinò al letto, e capì cosa c'era che non andava.
Bill giaceva sul materasso con gli occhi chiusi, gli auricolari trapiantati nei timpani e il volume del lettore MP3 al massimo, mentre con la testa teneva il ritmo della canzone.
Tom sbuffò, per poi prendere il gemello per un braccio e scuoterlo energicamente.
Bill aprì immediatamente gli occhi, spaventato, ed aprì la bocca, pronto ad urlare, ma appena vide il fratello sostare ai piedi del suo letto a braccia conserte, la richiuse subito ed assunse una smorfia infastidita.
- Che c'è?- chiese, togliendosi una cuffia.
- C'è che è ora di cena- spiegò Tom.
Bill inarcò un sopracciglio, non capendo.
- Oggi tocca a te- sospirò il fratello.
Il viso del cantante sembrò illuminarsi:
- Oh!- disse – Beh, non ho voglia- mentre si rimetteva l'auricolare, per poi ritornare a sdraiarsi.
Tom sbarrò gli occhi, non credendo alle sue orecchie.
Scosse un'altra volta il braccio del fratello, che gli rivolse uno sguardo seccato.
- Non puoi cucinare tu, per una volta?- disse, sbuffando.
- Io l'ho già fatto ieri!- protestò Tom.
- Io l'ho fatto molte volte al tuo posto!- esclamò Bill, incrociando le braccia.
- Sì, ma era perché non stavo bene- replicò il moro.
- Beh, anche io non sto bene- disse Bill, portandosi teatralmente una mano alla fronte – Tooooomi, sto malissimo!- piagnucolò - Potresti cucinare una bella insalata di riso, per favore?- aggiunse, assumendo la miglior espressione dolce possibile.
Tom mantenne il suo sguardo corrucciato per qualche istante, ma finì per cedere
- Scansafatiche- borbottò, mentre usciva dalla stanza.
Lo odio, lo odio, lo odio” ripeteva nella sua testa mentre scendeva in cucina “Ogni volta finisce così: lui ozia e io sgobbo”
Una volta arrivato, riempi una pentola con dell'acqua e la mise sul fuoco. Mentre aspettava che l'acqua per il riso bollisse, iniziò a preparare le verdure.
Non posso stare qui a cucinare ogni giorno. Dovremmo prenderci una governante, ecco” pensò “Beh, riprenderci”
In effetti, David aveva già procurato ai gemelli svariate governanti.
Tutte erano scappate a gambe levate.
La più paziente era durata sì e no tre mesi e mezzo, ma poi anche lei aveva dato le dimissioni.
- Quei due,- aveva spiegato la donna al manager – mi hanno fatto venire una crisi nervosa, accidenti! Sono incontrollabili! Mi dispiace, ma non sono in grado di occuparmene. Sono pagata per pulire e cucinare, non per fare da baby sitter-
Ma le governanti non dovrebbero fare anche quello?” si chiese Tom “Mah... secondo me erano tutte scuse”.
Poco meno di un'ora dopo finì di cucinare. Mise il tutto su due piatti che poi mise sul tavolo.
- Bill!!- urlò poi – E' pronto!-
In men che non si dica, Bill si fiondò al piano inferiore, prendendo posto a tavola.
- Stavi male, eh?- disse ironico Tom, sedendosi a sua volta.
I due cominciarono a mangiare in silenzio. Poi Tom ruppe il ghiaccio.
- E se ci prendessimo una governante?-
Bill alzò gli occhi dal suo piatto e guardò il fratello con incredulità.
- Ma se l'hai detto tu che non volevi più nessuno che toccasse le tue cose!
- Sì, lo so- sospirò Tom – Ma non posso stare sempre a pulire, cucinare e rassettare anche quando tocca a te!- disse poi – Sono un chitarrista, io- aggiunse – E, decisamente, tutto questo non rientra nel mio mestiere.
- Quindi,- fece Bill, riprendendo a mangiare - secondo te dovremmo assumere qualcuno?-
Tom annuì, convinto, e il cantante scrollò le spalle.
- Chiediamo a David- disse.
- Ci dirà di no- replicò Tom.
- Lo so-
Tom rimase in silenzio per qualche istante, poi riprese a parlare.
- Potremmo cercarcene una da soli-
Bill guardò il fratello con sguardo torvo.
- Tom, non ne saremmo capaci. Dove diavolo la andiamo a prendere? Non crescono mica sugli alberi!
- Beh, facciamo un annuncio, un'inserzione su un giornale, qualcosa, insomma! Non voglio passare il resto della mia vita a cucinare per te!
- Sentiamo,- disse Bill, divertito – cosa intendi fare? Un annuncio sui quotidiani? Cercasi governante per i gemelli Kaulitz?
- Perché no?- fece il gemello con un'alzata di spalle.
- Io sono ancora dell'idea che dovremmo chiedere a David – rispose Bill – Sarebbe molto più semplice.
- E cosa gli diciamo?
- Gli diciamo che non siamo più in grado di occuparci della casa e che il sistema dei turni non funziona come dovrebbe.
- Ci riderà in faccia, Bill.
- Tentar non nuoce-
Tom cedette, rassegnato, ed annuì: in fondo quella di Bill sembrava un'idea un poco più sensata.
- Se non funziona, però,- chiarì – si passa la mio piano.




~

il giorno dopo

- No. Assolutamente no-
Il tono di David era deciso, perentorio e non ammetteva repliche.
Com'era potuto saltare in mente a Tom e Bill di fargli una richiesta simile?
Non era bastata la sfuriata di qualche tempo prima?
- David, noi...- cercò di dire Bill.
- No- ripeté risoluto il manager – Cascasse il mondo, non vi procurerò un'altra governante!- esclamò – Non ne ho né il tempo, né il denaro, né la voglia- continuò, sedendosi su una sedia di fronte alla cabina di registrazione – Ed ora, forza, andate dentro. Dobbiamo registrare- disse indicando ai due la cabina, dove Georg e Gustav stavano sistemando i loro strumenti.
Bill e Tom sospirarono, e fecero ciò che era stato loro detto.
- Ha detto no?- chiese Georg, guardando i gemelli.
- Non si è sentito?- fece ironico Tom.
- Dovevate aspettarvelo- disse Gustav, con una scrollata di spalle – Con tutte le povere donne che avete fatto scappare!-
I Kaulitz guardarono l'amico con sguardo offeso.
- Sono loro che hanno voluto andarsene!- protestò Tom.
- Già,- sostenne Bill – Non è colpa nostra-
Georg e Gustav si guardarono, per poi roteare gli occhi, sorridendo divertiti.
- Se lo dite voi...- disse il batterista, mentre l'altro ridacchiava.
I gemelli fecero per ribattere, ma una voce li interruppe.
- Ragazzi, si comincia- annunciò David da fuori – Vediamo di finire quest'album.

~
la sera

- Sono sfinito!- esclamò Bill, entrando in casa, seguito dal fratello.
Gettò la sua borsa in un angolo e andò stendersi sul divano, senza la minima intenzione di alzarsi da quella postazione per le successive quattro ore o cinque ore.
- Ehi,- lo richiamò Tom – non stai dimenticando qualcosa?-
Bill alzò la testa quel tanto che bastava per scorgere il viso del fratello.
- Di che parli?
- L'annuncio sul giornale- gli ricordò Tom.
Bill si mise a sedere, sgranando gli occhi.
- Tu eri serio?- chiese, incredulo.
- Sì, certo- disse Tom, sedendosi accanto al fratello.
- Tom, hai idea di quello che diranno tutti se mettessimo un annuncio del genere su un giornale?- fece Bill, con una smorfia – Non ho intenzione di diventare lo zimbello di tutti.
- Credo che tu sia arrivato piuttosto tardi- disse Tom – Sei già lo zimbello di tut...- cercò di aggiungere, ma fu interrotto da una violenta cuscinata in faccia.
- Stronzo- sibilò Bill.
- Come sei permaloso- disse il moro, sistemando il cuscino dietro di sé – Allora?
- Allora cosa?
- L'annuncio, Bill!- sbuffò Tom.
- Tom, è una gran stupidata- commentò il cantante – Già immagino la fila di fan che si spacciano per governanti fuori dalla nostra porta- continuò – Sarebbe una catastrofe! Saremmo costretti a trasferirci davvero in India!-
Tom rifletté sulle parole del fratello, assumendo un'espressione pensierosa. All'improvviso però, il suo viso s'illuminò.
- Beh,- disse, sorridendo – non dobbiamo necessariamente scrivere chi siamo-
Bill inarcò un sopracciglio, confuso. Aprì la bocca per chiedere spiegazioni, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, suo fratello era già volato al piano di sopra.
Tom ritornò poco dopo, tenendo il suo computer portatile sotto braccio.
- Mi vuoi spiegare?- chiese Bill, quando il moro si sedette accanto a lui ed accese il computer.
- Nell'annuncio possiamo omettere i nostri nomi e mettere semplicemente il numero di telefono- spiegò Tom, mentre scriveva su una pagina di annunci online – Ecco qua! Non è perfetto?- esclamò entusiasta.
Bill si sporse per leggere meglio ciò che il gemello gli stava mostrando.
- Giovani scapoli- lesse – cercano governante educata,gentile, discreta e soprattutto brava ai fornelli. Nessuna competenza/età particolare richiesta. Se siete interessate, chiamate uno dei numeri sotto indicati, in modo da fissare un colloquio. Grazie in anticipo-
Seguivano il loro numero di casa, quelli di cellulare e gli orari approssimativamente migliori per chiamare.
- Beh?- disse Tom – Che ne dici?-
Bill guardò ancora per qualche istante lo schermo del pc, esitante.
- Immagino che non abbiamo altra scelta- sospirò, infine – Dai, fallo prima che cambi idea-
Tom sorrise, soddisfatto di averla avuta vinta, e cliccò invia.


~


Un paio di giorni dopo, la prima candidata chiamò, e fissò con i gemelli un colloquio per il giorno successivo alle tre del pomeriggio.
L'indomani, la donna, puntuale come un orologio svizzero, suonò alla loro porta alle tre in punto.
- Vado io- disse Bill, alzandosi dal divano dove sedeva con il fratello.
Arrivato alla porta, si sistemò la maglietta e prese un respiro profondo, per poi aprire.
Davanti a lui stava una donna piuttosto in là con gli anni, magra come un chiodo, i capelli grigi raccolti in una crocchia, un paio di occhiali da vista sulla punta del naso aquilino, vestita con un pullover nero sopra una camicia bianca e una gonna con motivi scozzesi.
Stava dritta come un palo, con il naso all'insù, ed assunse una smorfia contrariata appena notò lo strano look di Bill.
Il ragazzo cercò di non farci caso, e le porse gentilmente la mano.
- Buongiorno,- disse con un sorriso – lei deve essere la signora Winkler.
- Signorina- lo corresse la donna, con tono acido – Lei è...?- disse poi, stringendo la mano al biondo.
- Bill- si affrettò a dire lui – Bill Kaulitz- aggiunse, aspettandosi un minimo di sorpresa sul volto della donna, che però non ci fu.
Aggrottò la fronte, quasi infastidito: quella donna non lo conosceva?
Ma da quale parte dell'universo arrivava?
- Posso entrare?- fece la signorina Winkler, spazientita.
- Sì, certo- disse Bill, facendosi da parte – Entri pure-
La donna gli scoccò un'ultima occhiata di disapprovazione ed entrò, seguita dal biondo.
- Il salotto è da questa parte- le disse Bill.
La signorina Winkler entrò e fu accolta da Tom.
- Salve, io sono Tom- disse il moro – E' un piacere incontrarla, signora Winkler.
- Signorina- disse lei.
- Uhm... sì, certo, mi scusi- farfugliò il chitarrista – Si accomodi- disse poi, indicando una poltrona.
La donna si sedette, tenendo la schiena dritta e le mani incrociate poggiate sulle ginocchia.
- Bene, signorina Winkler,- disse Bill, sedendosi sul divano, seguito a ruota dal fratello – Ha già lavorato come governante?
- Sì, certo, per chi mi ha presa?- rispose seccata la donna – Faccio questo lavoro da ben 30 anni, e nessuno si è mai lamentato, devo dire.
- Non ne dubitiamo- disse Tom – E' sposata? Ha figli?
- Secondo lei perché mi faccio chiamare 'signorina'?- fece la governante.
Tom roteò gli occhi e si zittì. Bill prese quindi a parlare.
- Io e Tom siamo dei musicisti- disse.
- Non vedo come questo possa interessarmi- replicò la donna, senza trattenersi dal mostrare ancora il suo disappunto per la maglietta del cantante.
- Ciò che volevo farle capire,-disse Bill, sforzandosi di essere educato – E' che sia io che Tom siamo spesso via. E, inoltre, se dovessimo assumerla, dovremmo chiederle di non far trapelare la notizia. Sa, i paparazzi...
- Io sono una persona molto discreta, signor Kaulitz- lo interruppe la governante - Non tollero che si insinui che io non sappia tenere la bocca chiusa!-
Bill e Tom si guardarono, mentre un comune pensiero attraversava le loro menti: “Liberiamocene, ora
Fortuna volle che in quel preciso istante uno dei loro cani, Scotty, avesse deciso di mostrarsi alla governante.
Il cane entrò in salotto e si avvicinò alla gamba della donna, che saltò sulla poltrona.
- C-cos'è?!- balbettò, a metà tra lo spaventato e l'inorridito.
- Un cane- disse Bill, perplesso – Non ne ha mai visto uno?
- Tenete quella bestia lontano da me!- esclamò la donna, mentre cercava di allontanarsi il più possibile da Scotty.
Tom richiamò il cane, che andò ad accucciarsi ai suoi piedi, quasi offeso dal ribrezzo che quella donna provava per lui.
- L'annuncio- disse la signorina Winkler, tornando a sedersi – non diceva che avete un... cane.
- In realtà,- disse Tom, mentre accarezzava Scotty – ne abbiamo quattro.
- Quattro?!- fece la donna, sbiancando – Avete quattro cani?!-
I gemello annuirono, e la donna si sentì mancare.
- No, no, no, assolutamente no!- esclamò balzando in piedi – Mi dispiace ma non posso lavorare in questo posto- disse, mentre prendeva la sua borsa – Sono desolata, ma, davvero, non sopporto i cani!- aggiunse – Signori Kaulitz, arrivederci- disse infine, uscendo con fare teatrale dalla stanza.
Dopo che sentirono la porta chiudersi con un sonoro clac, i gemelli si scambiarono uno sguardo basito.
- Quella deve avere qualche rotella fuori posto- mormorò Tom, scuotendo la testa.
- Ti avevo detto che quest'idea era solo l'ennesimo aborto della tua mente- disse Bill alzandosi.
- Tu non hai mai detto una cosa del genere- obbiettò il fratello.
- Oh...- fece il biondo – beh, l'ho certamente pensato- disse, uscendo dalla stanza.




~


Una settimana più tardi si presentò la seconda candidata, una certa Rose Myers.
Era una signora dalla figura piuttosto rotonda, con le guance piene, i capelli biondi e ricci e gli occhi piccoli e scuri.
Simpatica, certo, ma parlava decisamente troppo.
Dopo solo una decina di minuti dal suo arrivo Bill e Tom la congedarono, promettendo che si sarebbero fatti sentire loro.
- Ok, via anche questa dalla lista- disse il biondo, dopo aver chiuso la porta alle spalle della donna
- Io mi sono perso quando si messa a parlare del figlio che va ad Oxford- disse Tom.
- No, Tom- fece Bill – Quella era la figlia, Mary. Il figlio va a Princeton.
- No, Mary va alla Hillman- replicò il fratello – Sono certo che nel discorso ci fosse Oxford- aggiunse poi, pensieroso.
- Comunque sia,- disse Bill, distogliendolo dalle sue riflessioni – Mi è venuto mal di testa a furia di sentirla parlare- affermò, massaggiandosi le tempie – Questa storia mi farà diventare matto.
- Forse la prossima sarà la volta buona- disse Tom, cercando di essere incoraggiante.


Non fu così.
Nelle due settimane successive, una dozzina di governanti si presentarono a casa dei gemelli, ma nessuna aveva i requisiti necessari.
C'era chi sembrava essere direttamente arrivata da uno degli eserciti di Hitler.
Altre erano letteralmente terrorizzate dalla vista dei cani.
C'erano poi quelle, come la signora Myers, che appena aprivano bocca, sommergevano i propri interlocutori con fiumi di parole.
Una di loro, una giovane donna sui trent'anni circa, aveva voluto dimostrare il suo talento in cucina, preparando una deliziosa torta alle mele. Aveva rischiato di intossicare Bill.
Alcune erano giovani, sui 25 anni, altre invece erano piuttosto anziane.
Come la signora Evans, 70 anni. Nonostante l'età era piuttosto arzilla, e anche simpatica. Per non parlare della cucina. Aveva portato ai Kaulitz una pizza margherita da far leccare i baffi.
La governante perfetta, insomma. Peccato fosse sorda come una campana.
In poche parole, la ricerca dei due gemelli non era servita a nulla.

~

Era ormai sera, e l'ultima candidata aveva appena lasciato l'appartamento.
- Siamo punto e a capo- sospirò Bill.
Suo fratello, scompostamente seduto accanto a lui sul divano, annuì.
- Credo che dovremo ritornare ai turni- disse, passandosi una mano tra i capelli – Domani cancello l'annuncio da quel sito-
Bill non disse nulla, e tra i due calò il silenzio, interrotto all'improvviso da un borbottio.
- Ho fame- si lamentò il biondo, portandosi una mano allo stomaco.
- E' avanzata un po' di pasta di ieri- disse Tom – Sai, quella che io ho fatto al posto tuo, perché tu non ne avevi voglia, per l'ennesima volta-
Bill sbuffò, ma non replicò.
- Dai,- disse invece – andiamo a mangiare-
Il fratello acconsentì e i due andarono in cucina. Cenarono piuttosto velocemente, e una volta finito, Bill fece per alzarsi, ma Tom lo fermò.
- Ehi, non così in fretta- disse – Devi sparecchiare.
- Lo faccio domani- rispose Bill, facendo un gesto di noncuranza con la mano – Oppure potresti farlo tu-
Tom roteò gli occhi, non stupendosi della pigrizia del fratello.
- Io vado a vedermi un film- annunciò Bill, dirigendosi verso la porta – Ah,- disse, fermandosi e voltandosi verso il fratello – la pasta era un po' insipida. Mettici un po' più di sale la prossima volta- concluse, per poi uscire dalla cucina, lasciando Tom a bocca aperta.
La prossima volta” pensò quest'ultimo, mentre iniziava a sparecchiare “Ti ci soffoco con la pasta”

   
 
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