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Autore: A drop in the ocean    28/04/2013    2 recensioni
"Sono intorpidita e la testa mi gira. Cerco di aguzzare l'udito per capire dove sono, sento scorrere delle ruote sull'asfalto. Sono in macchina. Dove sto andando? Cosa succede? Di chi sono queste voci?"
Ciao a tutti :) è la prima volta che pubblico una storia su EFP, ho voluto provare! Spero che l'introduzione vi incuriosisca e buona lettura :)
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Io non ci torno là – Affermo ancora seduta sulla barca
- E invece devi farlo.
- Devo fare cosa? Spiegamelo! – Inizio a urlare – Io non sono obbligata a fare niente! Tutto questo è pazzia! So che i miei genitori biologici sono morti in un incidente d’auto quando ero piccola, ma io non discendo da nessuna fottutissima fata e voglio solo ritornare a fare la mia vita!
Le lacrime a causa del nervoso scendono fuori controllo ed Eric mi fissa basito, poi si decide a dire qualcosa
- Sulla tua origine non ci sono dubbi, noi vampiri lo sentiamo. Io devo seguire gli ordini del capo, Caroline.
- Capo di cosa?
- Del nostro distretto – si siede sull’erba – Alcuni vampiri vivono divisi in distretti e controllano che i vampiri non infrangano alcune regole, in tal caso, si preoccupano di punirli.
- Che tipo di regole?
- Principalmente rivelare la propria identità, uccidere in luogo pubblico e cose così.
- Quindi è tipo un tribunale per vampiri? – chiedo ormai incuriosita dalla storia
- Una specie – Sorride, dio che bel sorriso.
- E io cosa centro?
- Tu non hai nemmeno idea di quanto tu sia preziosa…
- Certo! – Lo interrompo – come un oggetto! Non è giusto, io non dovrei essere qui!
- Senti, non sarà poi così male ok? La reggia è grande e potrai farci tutto quello che vuoi, la sera potrai andare in giro, ti accompagnerò io…
- O io! – Subentra una voce che riconosco essere quella di Clayton – Quanto ci stai mettendo? Il capo comincia ad agitarsi.
Eric si alza e Clayton si avvicina a lui
- Le stavo spiegando alcune cose, ora ritorniamo.
- Sarà meglio, forza andiamo.
Rimango seduta sulla piccola barca, non voglio tornare là, non voglio rivedere Finn.
- Ragazzina, non costringermi a venirti a prendere – Esclama Clayton
Ma cosa vuole lui da me? Io stavo parlando con Eric fino a qualche minuti prima.
- Clayton – dice Eric – Ci penso io.
- Senti non è che perché il capo ha affidato il compito a te devi fare l’eroe della situazione
- Ti rode il fatto che debba proteggerla io eh?
Guardo quei due bellissimi ragazzo discutere per me.
Mi torna in mente la scena di Ren e Jack, il mio ex, che litigavano perché quest’ultimo era geloso del mio migliore amico, e pensare che quando poi ci siamo lasciati loro sono ritornati amici. Sorrido a quel ricordo.
- Allora sei pronta? – La voce di Eric mi distrae dai miei pensieri
- Per cosa?
- Per tornare ed affrontare il viaggio.
Si avvicina a me e m prende tra le sue possenti braccia
- Dopo di voi – Dice Clayton facendo un falso inchino.
Eric inizia a correre ad una velocità assurda, sembra di essere sulle montagne russe.
Per quanto odi essere prigioniera, adoro strare in braccio ad Eric, mi da senso di sicurezza ed ha un profumo che mi fa impazzire. Mi stringo forte a lui e l’adrenalina mi sale in corpo
- Arrivati – Dice Eric fermandosi
Cosa?! Di già? In cinque minuti? Tutta la strada che io ho fatto in tre ore lui l’ha fatta in cinque minuti. Sospiro per la desolazione, non riuscirò mai a scappare. Una volta arrivati davanti all’entrata mi fa scendere e si posiziona alla mia destra, Clayton si mette alla mia sinistra. La porta si apre e mi trovo davanti Finn che mi tira verso di lui con uno strattone e, inaspettatamente, mi abbraccia.
- Non farlo mai più, chiaro?
Io rimango a bocca aperta, sembra un padre preoccupato per la figlia. All’improvviso inizia ad annusarmi i capelli, poi il collo e la spalla. Sono immobilizzata dalla paura, che vuole fare?
- Sei così…buona.
Rabbrividisco.
- Per questa volta non mi arrabbierò, ma provaci ancora una volta e dovrò prendere provvedimenti, chiaro?
Annuisco.
- Eric – continua Finn – Portala a mangiare qualcosa.
Eric va verso una stanza e io lo seguo, è un’enorme sala da pranzo con un camino e alcune statue.
- Siediti – dice Eric accomodandosi, io mi siedo di fronte a lui. Una signora sulla cinquantina si avvicina a noi e mi porge un piatto di carne. Solo ora mi rendo conto che sono 24 ore che non tocco cibo e il mio stomaco brontola, così inizio a mangiare sotto lo sguardo vigile di Eric.
- Quanti anni hai? – chiedo
- 465
- A quanti anni sei stato trasformato?
- 22
Rimaniamo un attimo in silenzio
- E tu quanti anni hai? – mi chiede
- 18
- Sembri più grande.
- Grazie, lo prendo come un complimento.
- Lo è – dice sorridendo. Quel sorriso mi uccide, arrossisco involontariamente.
Finisco la mia cena e mi alzo.
- Grazie per la compagnia.
- Figurati, buonanotte Caroline.
- Notte Eric.
Esco dalla sala da pranzo e, dopo essermi persa due o tre volte, riesco a raggiungere la mia stanza. Mi butto sul setto senza cambiarmi, rifletto sugli ultimi eventi trascorsi e la rabbia cresce dentro di me, che fine ha fatto la Caroline rivoluzionaria che aveva ballato in mezzo alla strada, bloccando il traffico, solo per riavere la sala prove che il comune aveva tolto lasciandoci senza un posto dove provare?
Se loro non vogliono lasciarmi andare io farò la mia protesta personale, a partire da domani.
 
 
 
 
Note : )
Ciao a tutti! Ecco il terzo capitolo, qui vediamo un po’ di dialogo tra Caroline ed Eric e si comincia a scoprire qualcosa sulla personalità di Caroline. E’ forte e determinata, un po’ come vorrei esserlo io, e non si lascerà sottomettere così facilmente.
Ringrazio le due persone che seguono e recensiscono e la persona che ha messo la mia storia tra i preferiti. Voi non potete capire quanto mi facciate contenta! Grazie infinitamente! Al prossimo capitolo, baci
Giul
 
  
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