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Autore: I am in love with a train    28/04/2013    1 recensioni
Premettiamo che questa è la nostra prima storia. Parla di cosa potrebbe succedere a quei tre uomini (che noi ovviamente stimiamo ma che amiamo prendere per il culo all day long u.u) se lasciati soli e allo sbaraglio. Billie ha comportamenti di un bimbo di 5 anni, Mike è la brava e buona mammina che accontenta tutti, e Tré è... Trè. Non sforzatevi a trovare un briciolo di senso in questa nostra opera (??) perchè non ne ha. We hope you enjoy it u.u!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Finita la portata principale Mike portò in tavola un cesto di frutta; Trè fece cose discutibili con le mele, dopodiché i tre si spostarono in salotto per guardare un po’ di tv.
“Mike ho tanto freddo, non è che mi porti la copertina?” Chiese Billie rannicchiato in un angolo del divano.
“Va bene, che colore è la tua?”
“Blu!”
Quando il biondo tornò, sistemò la copertina al vocalist e si sedette di fianco a lui.
“Cosa c’è di bello in tele Trè?”
“Boh, sto facendo zapping… soap opera, soap opera, squartamenti, soap opera…”
“Lascia lì che c’è la nuova puntata di Beautiful!” Urlarono all’unisono Billie e Mike.
“Ma anche no… ve lo guardate domani che tanto registrate tutte le quattordici repliche che fanno al giorno…” Il batterista proseguì col suo giro di canali.
“Teletubbies, televendita, il tizio del materassi, televendita, io che scalo la palla dei VMA, televendita, un tizio che parla di tre…”
“TRENI!!! Lascia lì, lascia lì!!” Urlò il bassista strappando di mano il telecomando a Trè.

“Guardate quella è Clarissa! Clarissa è in tv!! Ma aspetta un attimo perché… “
“Un piromane si è recato alla stazione questa notte dando fuoco al treno appena giunto in stazione. Non ci sono state vittime ma il colpevole non è ancora stato identificato…” Annunciò il reporter allo schermo.
Mike ci mise un po’ a rendersi conto di quello che stava succedendo: stava guardando la tv con Billie e Trè e poi… poi quel signore in giacca e cravatta ha detto che un piromane aveva incendiato Clarissa… Ma no, non poteva essere vero, era uno scherzo, solo uno stupido scherzo… e se invece non stesse mentendo? Se l’amore della sua vita fosse davvero…
La testa del bassista andò in tilt, non capì più niente e gli caddero le braccia: già, a lui succedeva  spesso quando provava emozioni forti, ma non ditelo in giro, non vuole che si sappia…
Si alzò di scatto scaraventando via Billie (non si sa bene dove, sicuramente in un qualche genere di varco spazio-temporale apertosi nel soggiorno della casa), che nel frattempo si era rannicchiato affianco a lui nella speranza di qualche film dell’orrore in tv; ma il biondo non fece neanche in tempo ad alzarsi che ebbe un crollo verticale e collassò a terra, svenuto.
“Povero Mike, e pensare che si doveva sposare tra un mese!” Disse Trè avvicinandosi all’amico.
“Dici che è morto?” Nel frattempo era tornato gattonando anche il vocalist.
“Non lo so, prova a punzecchiarlo con un bastone, io nel frattempo vado a vestirmi da infermiera” Si congedò il batterista avviandosi verso le scale.
“Ma Trè mi fa schifo!” Urlò di rimando il moro.
“Senti, se non sono vestito da infermiera non riesco a ragionare in termini medici, quindi se vuoi che Mike sopravviva lasciami fare!” La voce di Trè giunse dal piano di sopra, dov’era camera sua e dove teneva tutti i suoi “vestiti”.
“Vabbe proviamo… se è per il bene di Mike allora…” Sussurrò Billie mentre cominciava a dare dei piccoli colpetti all’amico con il telecomando.
Mike, però, non dava segni di vita, quindi il vocalist cominciò a colpirlo più forte, più forte ancora, più forte, di più, fino ad arrivare a spaccargli il telecomando in faccia.
“Ma cosa stai facendo!” Una soave voce giunse dall’alto.
Una figura dai morbidi boccoli biondi con cappellino e vestitino rosa scese con grazia le scale.
“OH-MIO-DIO” Disse scioccato il moro.
“Infermiera Edwina al suo servizio” Si presentò Trè facendo un inchino.
“Oooooook… va bene… ehm… INFERMIERA EDWINA… come facciamo a rianimarlo?”
“Ehm… cosa?” Il batterista si voltò sorpreso mentre era intento a rifarsi il trucco.
“Com’è che rianimiamo… questo?” Ripeté sottolineando l’ultima parola dando un calcio all’amico in stato di coma apparente sdraiato per terra.
“Allora, la regola numero 421 del “Manuale della perfetta infermiera” dice che…” E così iniziò una lunga ed estenuante spiegazione di 2 ore sul da farsi.
“Ehm… in parole povere?” Chiese Billie che nel frattempo si era fatto 4 o 5 sonnellini.
“Vai a prendere un secchio di ghiaccio in cucina e sbattiglielo in faccia”
“E tu mi hai tenuto qui DUE ORE per arrivare a QUESTO?!” Urlò il vocalist in preda ad una crisi di nervi.
“Su su, sbrigati!” Lo congedò il batterista/infermiera con un gesto della mano.
Billie andò in cucina, riempì un secchio con del ghiaccio e, prendendo la rincorsa, lo lanciò in faccia al povero Mike.
“Ma che caz…?!”
“Billie, quando ti dicevo che dovevi lanciargli il secchio in faccia mi riferivo solo al suo contenuto, non all’insieme!” Urlò spazientito Trè, non lasciando al bassista il tempo di finire la sua bestemmia.
“Billie, ma che cavolo ti è saltato in mente di lanciarmi un secchio in piena faccia?!! Ma sei fuori?!!” Il biondo era fuori di sé, cosa che lo portò a sfoderare la sua famosa espressione della disapprovazione
“No Mike, ti prego, non farlo!” Strillò il moro nascondendo la testa in un cuscino.
Il bassista alzò gli occhi al cielo, e in quel momento il suo sguardo cadde su d’una strana figura femminile intenta a guardarsi allo specchio.
“OH-MIO-DIO Trè, cosa è successo mentre ero svenuto?!”
“Infermiera Edwina, prego” Puntualizzò il diretto interessato voltandosi in direzione dell’amico.
“Ma cos’è questa storia?! E poi perché sono svenuto?”
“Ehm… vuoi proprio saperlo?”
“Ma che domande, certo che sì!”
“Ehm… e se ti dicessi che mio figlio è all’ospedale?”
“Frankito?! Oh cavolo, spero non sia nulla di grave!!”
“Ok, non ti preoccupare, Frankito sta splendidamente. È che devi sapere che Clarissa ora è in un prato meraviglioso insieme a tutti i suoi amici treni…” Gli spiegò Trè cingendogli le spalle con un braccio mentre con l’altro disegnava un arco immaginario davanti a sé.
“Cioè?”
“Ehm… è morta” Ci fu un attimo di silenzio dopo questa affermazione.
Poi…
“Nuuoooooaah!!!!” Urlò il biondo mettendosi le mani nei capelli e buttandosi in ginocchio per terra; si rialzò e scaraventò dall’altra parte della stanza Billie Joe, che tentava di bloccare l’ormai imminente furia omicida dell’amico.
“PERCHÉ??!!” Pianse, mentre correva al piano di sopra verso camera sua.
Si sentì sbattere la porta e poi nulla.
“Tutto bene BJ?” Chiese Trè allungando una mano verso il moro.
“Sì… non sarà il caso di andare da Mike? Magari andare a consolarlo, prima che… possa fare qualcosa di estremamente stupido o si suicidi”
“Ma va, lascialo sfogare un po’ e vedrai che tempo qualche giorno e tornerà il Mike di sempre…” Concluse il batterista prima di rifugiarsi anche lui nella sua stanza per cambiarsi d’abito.
“Se lo dici tu…”
La giornata trascorse e Mike non si fece vivo: l’unica certezza che gli altri due avevano era che non si fosse impiccato/sparato, visto che ogni tanto si udivano dei lamenti provenire dalla camera del biondo.
 Billie era preoccupato, anche se da una parte era felice che Clarissa non ci fosse più, che ora il cuore del suo bassista fosse tutto per lui…
“Billie, sei vivo?” Trè sventolò una mano davanti al viso dell’amico, facendolo risvegliare dai suoi pensieri perversi.
“Uhm, sì. Io vado a letto Trè, buonanotte”
“Eehm… da quando mi dai la buonanotte? Di solito mi insulti… coomuuunque… a domattina, vado a dormire anch’io ora”
Billie non chiuse occhio tutta la notte. Avrebbe voluto andare dal suo migliore amico e consolarlo, stringendolo tra le sue braccia e farlo calmare con le sue parole, magari rivelargli una volta per tutte il suo smisurato e incondizionato amor…
“MA CHE CAZ…?!” Il vocalist sentì un grido che proveniva dalla fine del corridoio, gli sembrava proprio la voce di Trè.
Fece per alzarsi quando buttò uno sguardo sulla sveglia, che segnava le 9.00 di mattina. Si diresse verso la camera di Mike, da cui provenivano le urla.
Trè poco prima, appena sveglio, aveva deciso di andare a vedere come stava il biondo; quando entrò nella stanza, rimase scioccato da ciò che vide: Mike era sdraiato sul letto, a pancia in giù, i muri e il pavimento erano sporchi di sangue, e sulla parete di fronte alla porta c’era una scritta a caratteri cubitali fatta con quel liquido scarlatto: “I’M ALONE AGAIN…”
Fece per avvicinarsi all’amico, a passi lenti e tremolanti. Aveva paura che potesse avere reazioni esagerate verso di lui, che gli facesse del male.
“Mike…?” In risposta non gli arrivò nulla. Che si fosse finalmente addormentato? O che… fosse morto dissanguato? No, alla seconda opzione non ci volle neanche pensare.
In quel momento entrò nella stanza Billie, che sembrava abbastanza agitato.
“Che cos..”
“Ssh. Sta dormendo, non far rumore” Sussurrò Trè. Si mise ad osservare il biondo sdraiato e, a giudicare dalla condizione delle sue mani, dedusse che le scritte le aveva fatte con le dita, e che quest’ultime le aveva grattate sui muri e sulla porta, fino a farsele sanguinare. Ora il sangue sembrava essersi fermato, ma erano ridotte molto male.
“Mi si spezza il cuore…”
“Già, ora chi lo suonerà il basso?! Saremo rovinati!” Urlò il batterista in preda ad una crisi isterica prendendo Billie per le spalle.
“Non mi riferivo a quello. Intendevo dire che mi spiace per lui, non mi piace vederlo in questo stato…”
“Sì, anche questo è vero… appena si sveglia sarà il caso di portarlo all’ospedale, devono curargli le mani… sono ridotte malissimo!”
“Ma… hai controllato che sia vivo?”
“Idiota, respira, significa che è vivo!” Sbottò esasperato.
“E che ne so io…” Concluse il moro.
I due decisero che uno di loro sarebbe dovuto restare a sorvegliare Mike, e il vocalist si fece subito avanti.
Rimase due ore a guardarlo estasiato dormire, quando finalmente il bassista si svegliò.
“Uhm… Billie?”
“Mike come stai?”
“Uff… Auch, che male!” Il biondo fece per alzarsi, ma si accorse subito del dolore lancinante alle mani.
“Sta calmo… vado a chiamare Trè e ti portiamo all’ospedale…”
“Mi portate in quello schifo solo per le mani?! No grazie…”
“Non si discute, si va e basta!” Disse Billie mettendosi le mani sui fianchi con una fermezza che avrebbe fatto invidia persino a sua madre.
“Ok, scusa… hai ragione tu. Ma… quanto ho dormito?”
“Non saprei dirti… comunque ora sono le 11, ti consiglio di alzarti e darti una bella lavata, sei tutto incrostato di sangue…” Il vocalist si avvicinò di più all’altro, sedendosi sul letto e accarezzando i suoi morbidi capelli biondi.
Mike si girò, cosa che poté far constatare al moro le sue condizioni: oltre alle mani disastrate, aveva gli occhi rossi e gonfi e la faccia ricoperta di sangue, che si augurava provenisse sempre dal suoi arti sfregiati e non da un qualche genere di taglio che si era procurato sul suo bel visino.
“Sì, mi lavo la faccia e andiamo…”
“Mh” Rimase ad osservare l’amico che si avviava ciondolante alla porta del bagno, che comunicava direttamente con la camera da letto, pensando a quanto sembrasse piccolo e indifeso, a come assomigliasse a un cucciolo bisognoso d’affetto; avrebbe voluto prenderlo e stritolarlo con tutte le sue forze e sbaciucchiarlo come fosse un peluche…
Mentre pensava questo si chiedeva da dove gli saltassero fuori certe cose e da quando ragionava come una ragazzina in preda ad una crisi di pucciosite.
Mike tornò poco dopo pulito e profumato con una miriade di cerotti sulle dita… e anche qualcuno in faccia, sapete, quando Trè ci prende gusto…
“Andiamo?”
“Uhm… sì…” Billie distolse lo sguardo dal nulla e si alzò dal letto.
“Ehm, Billie?”
“Sì?”
“Scusami se ieri ti ho lanciato in terra…”
“Ma no, non preoccuparti… in fondo eri sotto shock per la morte di… un… treno… comunque, vieni che ti aiuto a scendere le scale”
Quando arrivarono di sotto trovarono Trè ad aspettarli, attraverso la porta aperta si intravedeva la macchina accesa.
“Cioè, mi stai dicendo che guidi TU?” Chiese il vocalist alzando un sopracciglio.
“Ehm… direi di sì, dato che le mani di Mike non sono in condizione di manovrare un volante e tu non dormi da più di 24 ore…”
“Ma ce l’hai almeno la patente?”
“Non lo so, però sono bravo a giocare a Need For Speed…”
“Come sarebbe a dire non lo so?! Oh mio Dio, sarà un miracolo se arriviamo vivi in ospedale…”
I tre si sistemarono sull’auto e dopo circa mezz’ora arrivarono miracolosamente in ospedale. Dopo un po’ di tempo in sala d’attesa, a Mike vennero medicate per bene le ferite, alle quali vennero messi anche un po’ di punti; e, per precauzione, gli fecero anche una radiografia alla testa, che aveva sbattuto violentemente e svariate volte contro al muro.
Billie nel frattempo era quasi riuscito a sentirsi male alla vista dell’ago, nonostante non fosse lui quello a dover essere “cucito”.
Finita la visita i tre si avviarono verso l’uscita dell’ambulatorio, stavano per andarsene quando furono fermati dalla voce del medico.
“Ehm scusate.. posso sapere come ha fatto il vostro amico a ridursi così?”
“Ha grattato le dita contro il m…”
“EH-EHM, lascia parlare me Billie” Lo interruppe Trè appena in tempo.
“Lui è… caduto dalla bicicletta! Sa… sta imparando…”
“A 40 anni?” Domandò il medico lasciando trasparire una nota di disappunto nella voce.
“Che cosa c’è di strano? Una persona ha tutto il diritto di imparare quando ne ha voglia!” Ribattè il batterista uscendo dalla stanza e sbattendosi la porta alle spalle.
“Dimmi Mike l’ago ti ha fatto male? Stai bene? Dimmelo, dimmelo, DIMMELO!” Chiese Billie tutto d’un fiato tremendamente preoccupato per le condizioni dell’amico.
“Stai calmo Billie, sto bene. Sto bene…” Gli rispose il bassista con fare assente.
Era ancora abbastanza scosso dagli avvenimenti del giorno prima e aveva mille domande che gli frullavano per la mente. Ma sapeva che molto probabilmente i suoi amici non avrebbero mai potuto dargli delle risposte; non sensate almeno.
Ma alla fine non riuscì a trattenere in gola tutte quelle parole, e le vomitò tutte d’un fiato.
“Ma… rispiegatemi meglio. Un piromane ha dato fuoco a Clarissa?”
“Ehm… sì…” Billie dopo questa domanda sembrava abbastanza agitato.
“E si sa chi è stato?”
“No Mike… ma vedrai che preso verrà fuori il colpevole, e la pagherà cara” Lo rassicurò Trè osservandolo dallo specchietto retrovisore.
“Lo spero… uff, la vita è proprio ingiusta” Mentre lo diceva aveva gli occhi lucidi e guardava assorto il paesaggio fuori stante.
Osservava il susseguirsi di case, i bambini che giocavano felici, lo spezzarsi dei quartieri da strade deserte che immaginava potesse intraprendere, e che lo portassero lontano, lontano da questo dolore…
I suoi pensieri vennero spezzati da un forte botto.
Trè, spaventato, accostò subito la macchina e tentò di capire cosa avesse Billie. Billie?! Ah, tutto era più chiaro: il vocalist aveva sbattuto in modo abbastanza violento la testa sul cruscotto (dal quale molto stranamente non uscì l’airbag) ed era rimasto tramortito… forse.
“Che cos’ha?!”
“Non so Mike… oddio Billie, Billie, svegliati!” Il batterista lo prese per le spalle e lo scosse per un po’, finche il moro non riprese conoscenza.
“Billie coma stai, che ti è successo?!”
“E…eh? Ehm… penso…… io……… zzz…” E si riaddormentò, questa volta appoggiandosi delicatamente al poggiatesta.
“Fiu… era solo un colpo di sonno…” Disse Mike passandosi una mano sulla fronte.
“Già… c’era da aspettarselo dopo più di 24 ore che non dormiva…” Si risistemò sul suo sedile, e riprese il suo viaggio allucinante suicida/omicida.
  
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