Capitolo 1
Ha pianto
lacrime di sangue, prima che i suoi occhi si
chiudessero celando quelle iridi rosse e innaturali divenute ormai
nere. Ha
pianto lacrime di sangue, e ne rimangono i segni, sulle sue guance
smunte,
pallide; scie scure, incrostate come il suo cuore, come i suoi ricordi
più
dolorosi, un rosso non più brillante, ma secco, spento,
opaco.
Una sbavatura di
colore, su quel bianco cereo
“Non
sappiamo se se la caverà...” Sono state le parole
di
Baa-chan. “So che ci tieni molto, Naruto, ma...lo sai, Uchiha
è un traditore,
forse uno dei più grandi nella storia della Foglia, per
molti, la sua morte,
non sarebbe poi una gran perdita” Le aveva sussurrate piano,
ben sapendo che
per me non sarebbe mai stato così, per me, Sasuke Uchiha,
non sarebbe mai stato
il terribile assassino pluriomicida ricercato in tutti i paesi, per me
sarebbe
sempre stato il mio migliore amico, il ragazzo serio e ferito, dagli
occhi
scuri, impenetrabili, dai mille misteri celati dietro una maschera di
ghiaccio
e tenebra.
Sono
rimasto li,
raggomitolato su me stesso, senza rispondere, chino sul suo letto,
seduto su
una vecchia sedia di legno scuro, le dita ferite di lui tra le mie,
immobili,
fredde, le unghie corte ancora sporche di terra e di sangue.
Quanto ti ho
cercato, quanto ho lottato, quanto ho pianto,
ogni notte, sommessamente tra le lenzuola, sui campi di battagli, nelle mani, nella speranza che un giorno
ti avrei ritrovato, e stretto a me. Quanto? Anni, millenni, solo per
rivedere
il tuo viso, i capelli lisci, corvini come la notte, incorniciare ogni
tua
espressione.
Solo per
riportarti a casa.
Sasuke,
ti prego, apri
gli occhi, o tutto il mio dolore sarà stato inutile.
***
Mi risvegliai di
soprassalto, dopo un sogno confuso, un
incubo. Avevo rivissuto gli ultimi giorni di missione, avevo rivisto
Sasuke
combattere fino all’ultimo, fino a farsi ferire quasi a
morte, avevo risentito
le grida degli altri Ninja, intimarmi di finirlo, di ucciderlo.
Non ce
l’avevo fatta.
Il suo corpo era
caduto inerme, in ginocchio, di fronte al
mio.
Entrambi
distrutti, feriti.
Aveva sussurrato
qualcosa, prima di piangere quelle lacrime
di sangue, chiudere gli occhi e perdere coscienza.
L’avevo
trascinato via, sotto gli sguardi esterrefatti dei
compagni, salvandolo, contro ogni ordine, contro ogni aspettativa.
Mi scossi dal
torpore di quel sogno agitato e mi guardai attorno.
Era ancora
notte, poche stelle illuminavano il cielo nero, e
il flebile pallore della luna riluceva su quella pelle altrettanto
pallida.
“Sas’ke...svegliati...”
Mugolai strusciandomi gli occhi,
mettendo a fuoco la sua figura emaciata, incosciente. Per un attimo,
ancora
intontito da un sonno che di riposante non aveva avuto niente, credetti
che
sarebbero bastate quelle due semplici parole a far si che si ridestasse.
Ma lui non
rispose, rimase ancora inerte, steso sul letto
bianco d’ospedale, un sacco di piccoli tubicini che entravano
e uscivano da
quella pelle che avrei voluto baciare, riportare alla vita con le mie
lacrime.
“Naruto...Non
sappiamo quando, e se si sveglierà...vai a
casa, hai bisogno di riposo” La voce dolce di Sakura mi
arrivò alle spalle. Non
l’avevo neppure sentita entrare.
La guardai
avanzare, poggiarmi una mano sulla schiena,
osservare il profilo smunto di quel Sasuke spaventosamente immobile.
“L’abbiamo
cercato in lungo e in largo...inseguito,
braccato...ed ora eccolo qui, senza catene ai polsi...”
Sussurrò con dolore,
sfiorandogli una guancia con affetto.
“E’
sempre così bello...” Continuò
disegnando piccole linee
immaginarie sulla sua fronte. Poi il suo sguardo verde cadde sulla mia
mano,
ancora intrecciata alle dita fredde e sporche di Sasuke.
“Sai
vero...che anche se si svegliasse, potrebbe aver subito
danni irreversibili, potrebbe anche non ricordarsi niente...e allora
cosa
farai?” Mi domandò, con voce tanto bassa che capii
che come sempre cercava di
trattenere le lacrime.
“Io...adesso
voglio solo che si svegli...” Risposi.
***
Passarono molti
giorni, le mie ferite erano completamente
guarite, non erano neppure rimaste le cicatrici sulla pelle, con
l’aiuto di
quel chakra che non mi apparteneva e che tante volte mi aveva salvato
dalla
morte.
Guardai il corpo
inerme di Sasuke, ancora steso sul letto, i
tagli e gli ematomi sembravano esser migliorati, eppure i suoi occhi
rimanevano
chiusi, sigillati al mondo.
Gli presi la
mano, portandomela al viso e piansi, bagnando la
sua pelle pallida, baciandola, nel tentativo di asciugarla dalle mie
lacrime.
Ero stanco.
Stanco della sua
assenza nella mia vita, stanco di
inseguirlo, di vederlo lontano, e ora, che finalmente era a casa, nel
nostro
villaggio, ancora mi sfuggiva a modo suo, con quel sonno che forse
continuava
per dispetto.
“Svegliati
stupido Uchiha...” Quasi gridai contro il suo
volto, la mano ancora stretta tra le mie.
E Sasuke
aprì gli occhi, piano, come d’incanto, come in
risposta al mio comando.
Il cuore
sembrò volermi esplodere nel petto, batteva così
forte che per un attimo ebbi paura potesse rompermi lo sterno, le
costole, o
schizzarmi fuori dalla gola.
“Sas...”
Mormorai, ma la voce mi morì in gola, tanta era
l’emozione
di quel momento.
Il ragazzo, si
guardò un po’ attorno, poi si portò la
mano
libera al volto, a fatica, quasi non ricordasse come muoversi.
Incespicò un po’,
prima di arrivare alla fronte, e scivolare giù sulle
palpebre.
“Io...mi
fanno male...gli occhi” Borbottò con voce
impastata.
Gli lasciai la
mano, che portò subito al viso, assieme all’altra,
per coprirsi la vista.
“Chiudili,
Sasuke” Dissi piano, con dolcezza, ricordando le
lacrime di sangue, e quelle iridi rosse, le sue tecniche tremende, le
illusioni
senza fine.
“Chi...chi
è Sasuke? Chi sei tu?” Sussurrò
tremando.
Note:
Ehilà,
la mia prima Long Sasu/Naru, Naru/Sasu... insomma,
quella roba lì :P Adoro questa coppia, e be’,
pensavo fosse divertente
scriverne un po’ su...
Evviva,
approfittiamo di Sasuke con l’amnesia.Lasciate pure recensioni, insulti, commenti, insomma, cosa vi pare ahaha <3