8.
Maledetta Insicurezza!
La
mattina dopo quella serata così…piena
di sorprese, sia Lucia sia Rina erano
estremamente
curiose di sapere come
fosse andata. La loro curiosità si manifestò
solo
dopo aver varcato la soglia di
casa.
“Allora
Hanon, come è andata la
lezioncina di ieri sera?” domandò tutto
d’un
fiato
Lucia precedendo Rina.
Hanon
per tutta la notte aveva cercato
di levarsi dalla testa l’immagine di quel
pervertito
che la baciava con la scusa
di ringraziarla, ma evidentemente è stato
del
tutto inutile, visto che non ha
chiuso occhio! A quella domanda così diretta
Hanon
si irrigidì. “Non ne voglio
parlare…approposito, oggi c’è la
verifica di
matematica?”
rispose velocemente
sperando di aver spostato l’oggetto della
discussione
du un’altra cosa.
“Hanon!
Non cambiare argomento, forza
raccontaci cosa è successo.” ribattè
Lucia
mettendo alle strette la povera
Hanon che nonostante l’imbarazzo
continuava
a camminare coprendo
parzialmente il viso.
“Uffa!
Come doveva andare! E’ andato
tutto bene, quel marmocchio senza
cervello
ha capito tutto, piuttosto
“velocemente”, per cui…a-abbiamo finito
piuttosto
presto.” Hanon pronunciò le
ultime parole arrossendo, pensando al
modo
in cui quel nanerottolo l’aveva
ringraziata.
“Hanon,
tu non ce la racconti giusta.
Cosa è successo? Non ti ho mai visto tanto
imbarazzata!
Deve essere successo
qualcosa di grosso per averti ridotto in queste
condizioni!”
esclamò Rina con un velo di
preoccupazione ma soprattutto da una
curiosità
morbosa che non è affatto da
Rina. Hanon, presa dallo sconforto, si
arrese
all’interrogatorio delle amiche.
“Va
bene…quando abbiamo finito la
lezione, gli ho lasciato fare un’espressione
da
solo. Dopo averla finita l’abbiamo
controllata, scoprendo che non aveva fatto
neanche
un errore! A quel punto lui si è
alzato e…per
ringraziarmi…lui…bhè…lui
mi ha…m-mi h-ha
baciata.” sussurrò
Hanon
diventando
sempre più rossa ad ogni
parola che usciva dalla sua bocca, ma
lasciando
le due ragazze con il cuore in
gola.
“Cosa?
Non ti ho sentito!” disse Lucia
sull’orlo di una crisi di nervi.
“Ecco…ho
detto che…HO DETTO CHE MI
HABACIATA!!” gridò Hanon in
mezzo
alla strada facendo girare i
passanti, che la fecero arrossire ancora di più
con
i loro sguardi.
“Oh,
ma è fantastico ma allora gli piaci
Hanon, si vede che ci sta provando in
tutti
i modi. Altro che espressioni e
quant’altro!” esclamò Lucia facendo
scoppiare
a ridere Rina.
“Dai
basta per ora Lucia, non credi che
sia abbastanza?! L’abbiamo presa in
giro
talmente tanto che adesso la sua
faccia non ha nulla da invidiare a un
peperone!”
concluse Rina ridendo insieme
a Lucia davanti all’ingresso da
scuola.
“Ragazze,
siete insopportabili! Così non
mi aiutate per niente! Cosa faccio se mi
chiedesse
ancora aiuto con qualche altra
materia?! Non riuscirei a guardarlo
negli
occhi e tanto meno a parlarci!!”
esclamò preoccupata Hanon alle amiche
entrando
in classe.
“Bhè
non lo so Hanon ma…” Lucia non
riuscì a terminare la frase che il
professore
entrò in classe richiamando
subito gli alunni al silenzio.
“Bene
ragazzi, oggi ho deciso di fare
una verifica di matematica.”affermò il
professore
facendo ammutolire e
irrigidire tutta la classe.
“Oh
mamma! La mia scusa si è trasformata
in realtà!” esclamò Hanon sotto lo
sguardo
attonito dei Lucia e Rina.
Finite le due ore di verifica, la campanella
suonò annunciando l’inizio
dell’intervallo.
Gli studenti uscirono
dall’aula sollevati dalla fine della lezione.
“Ragazze
io vado a prendermi qualcosa da
bere, le verifiche mi spossano
sempre.
Voi incominciate ad andare, ci
vediamo in classe.” disse alle due amiche
andando
verso le scale. “Va bene ci
vediamo in classe” disse Hanon mentre
andava
insieme a Rina verso il tetto.
Lucia
scese al secondo piano, si
avvicinò verso il distributore, decisamente
indecisa
su cosa scegliere. Poi il suo
sguardo cadde su una bottiglietta di acqua
vagamente
famigliare, ricordandole il
giorno passato al mare con Kaito. Lo
aveva
visto per la prima volta fare surf
quel giorno. Quando uscì dall’acqua
andò
a prendere la stessa identica
bottiglietta che adesso aveva davanti ai suoi
occhi.
Più che alla bottiglietta, Lucia
pensava al modo in cui Kaito appoggiò le
sue
labbra sorseggiandone un sorso. A
quel pensiero la ragazza si stupì
scoprendo
di quanto desiderasse quelle
labbra sulle sue. Lucia si scrollò di dosso
questi
pensieri comprando una
lattina di tè verde. Il rossore sulle sue
guance
rimase anche dopo aver bevuto due
sorsi di tè ghiacciato. Mentre iniziò a
salire
le scale però, qualcuno le toccò
la spalla facendola sussultare.
<> pensò la ragazza
riuscendo
ormai a riconoscere il suo
tocco. Speranza vana…
“Ciao
Lucia, non abbiamo neanche avuto
modo di salutarci oggi! Appena sono
entrato
il professore ha detto che
dovevamo iniziare la verifica.”
Kaito
era davanti a lei, mentre Lucia
era a due gradini di distanza, mettendoli
alla
stessa altezza.
“G-Già
neanche io ho avuto modo di salutare gli altri a causa della verifica.
Che
ci
fai qui? Sei venuto a prendere
qualcosa da bere anche tu?” chiese Lucia
diventando
piu rossa e aumentando i
battiti del suo cuore. Ormai ci era abituata,
ogni
volta che Kaito era in vista il suo
cuore inizia a martellarle sul petto senza
tregua.
“Si, le verifiche mi fanno
venire sete” disse tranquillamente la famosa
bottiglietta
d’acqua in mano. “Anche tu
vedo che sei venuta a dissetarti” disse il
ragazzo
indicando la lattina.
<
davanti
a me, altrimenti…>> i suoi
pensieri non terminarono neanche che Kaito
stappò
la bottiglietta e iniziò a
sorseggiare l’acqua. Le guance di Lucia si tinsero
di
rosso guardando le sue labbra.
<
devo
scappare!!>>
“S-si
anche io sono venuta a prendere
qualcosa da bere ma…”
“Lucia,
posso assaggiare un po’di tè?
Solo un sorso, per favore” chiese Kaito
improvvisamente,
lasciando Lucia
sorpresa e confusa.
“V-va
bene, però poi dobbiamo andare in
classe. Fra poco ricomincerà la
lezione”
disse Lucia porgendogli la
lattina.
“Sissignora!”
esclamò Kaito mettendosi
sugli attenti, facendo ridere Lucia. Dopo
aver
assaggiato il tè, lo riconsegnò a
Lucia.
“Niente
male! Lo prenderò anche io
qualche volta. Bene adesso andiamo prima
che
suoni la campanella” esclamò
sorpreso il ragazzo incominciando a salire le
scale
lasciando Lucia indietro. Infatti
la ragazza si è soffermata a contemplare il
bordo
della lattina, il punto in cui
Kaito ha appoggiato le sue labbra. Senza
smettere
di guardare la lattina,
incominciò a salire le scale. Entrata in classe, la
campanella
iniziò a suonare. Lucia
svegliata dal suo stato di trance finì la lattina
e
la mise nello zaino appena in tempo
per l’inizio della nuova lezione.
Finita la giornata di scuola, Lucia e le
altre si avviarono verso casa, quando ad
un
tratto una moto affiancò le tre
ragazze.
“Ciao
ragazze, scusate posso rubarvi
Rina per questo pomeriggio?” disse il
ragazzo
con i capelli verdi sulla moto.
“Masahiro?!
Perché cosa c’è?”
domandò
Rina sinceramente sorpresa, ma
soprattutto
lusingata per le sue
attenzioni verso di lei.
“Ecco
l’ultima volta, ci siamo divisi
così bruscamente che non abbiamo potuto
finire
di chiacchierare. Così mi
chiedevo se avresti voglia di finire il discorso
dell’altra
volta” disse sorridendo
tendendole il casco.
“Ragazze
vi dispiace se vado? Tornerò
sicuramente per l’ora di cena, ditelo pure
a
Nikora che ci sarò”disse Rina con voce
piena di scuse.
“Ma
va figurati, vai e divertiti!! Ciao
a dopo!” salutarono Hanon e Lucia.
“Va
bene a dopo!” più che a un saluto
sembrava una promessa.
Rina
e Masahiro iniziarono a sfrecciare
per la strada lasciando le due ragazze
immobili
sul marciapiede.
“Allora
dove vuoi andare?” chiese
Masahiro a Rina dietro di lui.
“Dove
vuoi, quello che vuoi tu” rispose
la ragazza accoccolandosi sulla schiena
forte
e rassicurante del ragazzo.
“Va
bene ti porterò in posto bellissimo
vedrai!”gridò Masahiro accelerando di
più,
mentre attraversava un ponte dove si
poteva contemplare il sole mentre
stava
tramontando dietro l’oceano che Rina
amava tanto.
Salve
raga, ecco un nuovo capitolo.
Spero
che vi piaccia, fatemi sapere cosa
ne pensate.
A
presto con il prossimo J
<3