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Autore: hipster    29/04/2013    2 recensioni
Kurt Hummel è un ragazzo come tanti: fuma, è il bullo della scuola, tutti lo temono e lo rispettano insieme al suo migliore amico Sebastian. Ma quando una notte sua madre gli farà visita, capirà che la sua vita ha bisogno di una svolta. Per riuscire a salvare la sua vita futura e la sua anima, dovrà servirsi dell’aiuto di un ragazzo, Blaine Anderson.
“Per redimerti completamente dovrai ottenere il perdono da qualcuno puro di cuore che hai ferito e per te ho scelto Blaine Anderson. Avrai il compito di renderlo felice e di esaudire tre dei suoi desideri più profondi. Ma la cosa più importante è che tu ti penta delle tue azioni passate, Kurt. Sii felice, piccolo mio.”
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il suono del respiro finalmente calmo di Blaine riempiva il silenzio che altrimenti sarebbe stato opprimente e insopportabile per Kurt; anche se forse anche il silenzio sarebbe stato un sollievo dopo aver sentito piangere Blaine per quasi un’ora e più. Kurt aveva accompagnato il ragazzo nella sua camera dopo che questi gli ebbe raccontato cosa era successo: Blaine era tornato a casa dei suoi genitori a Westerville ed era andato tutto bene finché non si era trovato da solo con suo padre e lo aveva invitato ad assistere alla loro esibizione alle Regionali. Aveva raccolto tutto il suo coraggio, fatto un respiro profondo e gliel’aveva chiesto di getto, senza pensare troppo al discorso che aveva provato con Kurt. Il ragazzo sapeva quanto sarebbe stato importante per Blaine sapere che i suoi genitori sarebbero stati tra il pubblico ad applaudire per lui. Anche se non nutriva molte speranze, Blaine si era lasciato convincere da Kurt, che adesso si sentiva tremendamente in colpa. Suo padre lo aveva rimproverato perché la musica è un campo così precario, Blaine, vuoi davvero fare l’artista? Non sei più un bambino, devi pensare seriamente al tuo futuro! Perciò dopo aver litigato e urlato per un po’, Blaine era andato via, aveva guidato di nuovo fino alla Dalton ed era rimasto su quelle gradinate per ore finché Kurt non lo aveva trovato.

Il nuovo desiderio di Blaine era: “Avere un padre che mi sostenga” e Kurt sapeva che sarebbe stato difficilissimo, ma avrebbe fatto di tutto per far sì che si avverasse, e non solo per la sua salvezza futura. In quelle settimane aveva cominciato ad apprezzare molto Blaine, come persona e come amico; aveva cominciato a volergli bene e adesso voleva sinceramente aiutarlo.
Gli sistemò il lenzuolo fin sul mento e gli accarezzò i ricci morbidi con tenerezza, mentre le sue labbra si curvavano in un sorriso dolce. Guardare Blaine dormire era come osservare l’oceano all’alba in estate: era così indifeso e calmo, infondeva pace nel suo cuore. E vederlo così, finalmente addormentato e tranquillo, lo fece sentire sollevato. Blaine era una così brava persona, così dolce, e un amico così disponibile e sincero che meritava profondamente di essere felice e di essere amato.

Quando si rese conto del fatto che si stava comportando come un maniaco, decise di uscire e tornare nella sua camera da letto. Sebastian non era ancora tornato, sebbene fosse tardi, ma non se ne preoccupò più di tanto: conosceva abbastanza Seb da sapere come andavano a finire le sue serate fuori: probabilmente avrebbe trovato qualcuno con cui passare la notte – un ragazzo a caso, o forse Hunter. Kurt sperava che fosse Hunter, perché anche se Sebastian lo negava, sapeva che in fondo il ragazzo stava cominciando a provare dei sentimenti anche profondi; solo che non aveva il coraggio di ammetterlo né a se stesso né ad Hunter. Kurt si ripromise di aiutare anche lui, quando avrebbe finito con Blaine. Si preparò per la notte e prima di rintanarsi sotto le coperte sfogliò il block notes della “Lista dei desideri”, fissando il nuovo desiderio da realizzare che si era magicamente scritto sulla seconda pagina.

Non aveva la più pallida idea di cosa fare per avvicinare Blaine e suo padre. Per lui non era mai stato un problema, perché Burt gli era sempre stato vicino, gli aveva sempre dimostrato il suo affetto e non gli aveva mai fatto mancare il suo supporto. Non dubitava che il padre di Blaine lo amasse tanto quanto Burt amava lui, ma doveva riuscire a far capire al signor Anderson che doveva dimostrarlo, che l’amore tenuto dentro di sé nascosto agli occhi di tutti e covato in segreto è inutile e deleterio per tutti, perché Blaine non poteva semplicemente leggergli nel pensiero e capire che suo padre lo amava profondamente e che voleva per lui solo il meglio. Blaine si meritava quel tipo di amore prepotente, che urlava e strepitava per essere udito da tutti i presenti. Blaine meritava tutta la felicità di questo mondo e Kurt voleva essere colui che sarebbe riuscito a dargliela.

Kurt sospirò abbattuto e poggiò il quadernetto sul comodino, dopo aver scritto e cancellato dei possibili piani per il compimento del secondo desiderio – era arrivato al piano C prima di rinunciare, per poi spegnere la luce e sistemarsi sotto le coperte. Chiuse gli occhi e dopo pochi minuti si addormentò.


Erano quasi le tre quando un rumore di una porta che si apriva lo svegliò. «’Bas, sei tu?» mormorò con la voce impastata dal sonno, sollevandosi su un gomito per poter guardare, sebbene fosse buio. Si passò una mano tra i capelli mentre si sforzava di distinguere la figura scura del ragazzo nel buio in cui era immersa la loro stanza.
Questi non rispose, piuttosto si avvicinò a lui senza far rumore. «Posso restare con te?» sussurrò una voce familiare, ma non era Sebastian, era-

«... Blaine?!»

«Sì, sono io. Scusa se sono piombato qui così a quest’ora e ti ho svegliato, ma- Posso restare qui con te?» ripeté il ragazzo, ignorando volutamente la domanda inespressa di Kurt – “Che ci fai qui?”.

Kurt sbatté le palpebre – una volta, due, prima di realizzare che Blaine Devon Anderson era nella sua camera e gli stava chiedendo di dormire con lui. Sforzandosi di non vedere la cosa come assolutamente non era, annuì. «Vuoi- ehm, ti ospiterei nel letto di Seb se fossi sicuro che non tornerà prima o poi e ti caccerà fuori a calci nel sedere...» cominciò Kurt, sentendo le guance farsi più calde e ringraziando tutte le divinità esistenti e non per il fatto che fosse troppo buio affinché Blaine se ne accorgesse.
«Posso restare nel tuo letto, se a te non da’ troppo fastidio...» disse Blaine imbarazzato, mordendosi l’interno della guancia e guardando con occhio critico lo spazio angusto del letto in cui avrebbero dovuto dormire in due.

Kurt cercò di respirare profondamente e di non far capire al ragazzo accanto a lui che stava morendo dall’imbarazzo perché in realtà voleva che Blaine dormisse accanto a lui; voleva stringerlo a sé e consolarlo proprio come aveva fatto poche ore prima. Perciò annuì, sforzandosi di sembrare tranquillo: «Certo che puoi. Vieni.» disse, sollevando le coperte – le mani gli tremavano leggermente e sperava che Blaine non si accorgesse di nulla – come per invitarlo accanto a sé.

Il ragazzo sorrise e Kurt poté distinguerlo chiaramente ora che i suoi occhi si erano abituati. Sentì un rumore – Blaine che si sfilava le scarpe – poi il peso di un altro corpo che fece cigolare le molle del letto. Blaine lasciò cadere la testa sul cuscino accanto alla sua e gli sorrise debolmente mentre Kurt rimetteva a posto le coperte e ringraziava di essersi ricordato il pigiama, perché era già disperato all’idea che Blaine vedesse il disastro che sarebbero stati i suoi capelli l’indomani mattina.

«Grazie» sussurrò Blaine, cercando le mani di Kurt per poterle stringere con forza tra le sue. «Stai scomodo?» disse Kurt, sfilando le mani da quelle di Blaine, sentendo il viso farsi sempre più caldo. «No. Si sta bene in due.» rispose il riccio, sorridendo tiepidamente. Era il primo sorriso effettivo che Kurt vedeva sul suo volto da quando l’aveva trovato sugli spalti e anche se non era un granché sapeva di non doversi lamentare.

«Come mai questa visita a quest’ora?»

Blaine non rispose per qualche minuto, Kurt poteva praticamente sentire il suo cervello assonnato mentre metteva in fila le parole per formulare una spiegazione plausibile.
«Non riuscivo a dormire» disse semplicemente, sollevando le spalle. Kurt aggiustò la coperta sulle sue spalle e aspettò in silenzio che continuasse. «Un incubo. Mi sono svegliato per un incubo e la stanza era- mi sentivo solo...» mormorò Blaine, prima di abbassare lo sguardo e smettere di parlare.

«Dovresti dormire, hai avuto una giornataccia» mormorò Kurt dopo qualche secondo di silenzio. Non sapeva esattamente come comportarsi: non era la prima volta che si trovava in un letto con un ragazzo – era uscito abbastanza con Sebastian da “sperimentare” certe cose, anche se non aveva ancora “concluso” – ma era la prima volta che si trovava in un letto al buio con Blaine e con l’intenzione di dormire solamente uno accanto all’altro, come amici. L’idea gli stava facendo girare la testa e stava cominciando a chiedersi se accettare Blaine nel suo letto fosse stata una buona idea.

«Hai ragione» sospirò Blaine, chiudendo gli occhi e raggomitolandosi su se stesso, come se volesse farsi più piccolo. Sembrava terribilmente giovane e indifeso in quel modo e Kurt sorrise debolmente, intenerito. Allungò una mano e la poggiò sulla guancia di Blaine; il tocco delle sue dita fece spalancare gli occhi a Blaine, sebbene fosse stato delicato e dolce: il suo sguardo colmo di sorpresa ferì Kurt; da quanto tempo Blaine non riceveva una carezza su una guancia solo per avere la dimostrazione di affetto e conforto? Continuò ad accarezzarlo finché non sentì la fossetta sulla guancia di Blaine, quella che si formava sempre quando sorrideva e non poté impedirsi di sorridere a sua volta.

«Buonanotte, Blaine» sussurrò, quando sentì le ciglia del ragazzo sfiorargli le dita quando questi richiuse le palpebre. «’Notte Kurt» rispose con tono assonnato e anche Kurt chiuse gli occhi, lasciandosi andare ad un sonno ristoratore.
 
******
 
La prima cosa di cui Kurt fu cosciente la mattina successiva era la presenza di un qualcosa che gli stava schiacciando il petto. Era caldo e pesante e fastidioso in un certo senso. Aprì gli occhi e abbassò lo sguardo per trovarsi davanti uno spettacolo che non si sarebbe aspettato: Blaine si era steso sopra di lui mentre dormivano, la sua testa all’altezza del suo petto, e si stava stringendo a lui con forza, abbracciandolo quasi con prepotenza. Se non fosse stato così imbarazzante, sarebbe stato addirittura piacevole. Blaine non era poi così pesante, anzi, era piuttosto leggero; poi era decisamente più caldo della sua coperta: sembrava emanare calore ad ondate come un sole. Aveva i ricci scompigliati sulla fronte e le labbra pigramente semiaperte: la visione fece tremare il cuore di Kurt nel suo stesso petto per quanto sembrasse piccolo e tenero, come un cucciolo tutto da coccolare e proteggere.

Pessimi pensieri, Kurt, pessimi pensieri.

Cercò di scivolare sotto di lui e magari lasciarlo dormire un altro po’, perché per nulla al mondo avrebbe voluto che Blaine si svegliasse mentre erano stesi in quel modo, non avrebbe potuto sopportare di avere i suoi occhi nocciola così vicini ai suoi e-

Cavolo, si era preso una cotta per Anderson, non è vero?!
No. Merda.

Riuscì a scivolare da sotto il suo corpo senza svegliarlo, ma ovviamente la fortuna di Kurt doveva per forza esaurirsi con quello, perché proprio mentre stava per alzarsi – lentamente e con cautela – la sveglia sul comodino trillò con prepotenza, squarciando il silenzio e facendo sobbalzare Blaine e imprecare Kurt al tempo stesso.

Il ragazzo si affrettò a spegnerla, maledicendosi per essersi dimenticato ancora una volta di disattivarla: ogni domenica era la stessa storia e spesso Sebastian a quel punto gli lanciava il cuscino addosso; per fortuna il ragazzo non c’era, altrimenti avrebbe dovuto spiegare anche a lui esattamente perché Blaine Anderson avesse dormito nel suo letto. Si voltò verso Blaine e lo guardò mentre il ragazzo si stropicciava un occhio con una mano e si copriva malamente la bocca con l’altra mentre soffocava uno sbadiglio.

«Uhm- Buongiorno.» disse esitante Kurt, con la voce ancora arrochita dal sonno; sentì le sue guance imporporarsi. L’idea di risvegliarsi accanto a qualcuno, di vederlo in pigiama, di vederlo sbadigliare con gli occhi gonfi di sonno era troppo personale, troppo intima, soprattutto per loro.

«Hey...» mormorò Blaine, abbozzando un sorrisetto assonnato prima di mordersi leggermente il labbro inferiore. «Mi- Mi dispiace di essere piombato qui così, io-» cominciò, spalancando gli occhi per la preoccupazione e il rimorso, sollevandosi a sedere e appoggiandosi al muro accanto a sé.
«Blaine, va tutto bene.» lo interruppe Kurt, sedendosi di nuovo accanto a lui e prendendogli le mani tra le proprie. «Eri triste e avevi bisogno di qualcuno; va bene se chiedi aiuto a me, mi fa piacere aiutarti.» disse, cercando di rassicurarlo con il tono più conciliante che poté trovare, perché Blaine aveva cominciato a scuotere la testa. «No, non è questo – beh, sì, insomma, è anche questo, ma- io ti ho condannato, Kurt.» disse con un fil di voce, abbassando lo sguardo e liberandosi dalla stretta delle sue mani. «Non c’è verso che tu riesca a convincere mio padre che- insomma- è tutto inutile e io non avrei dovuto chiedertelo-» continuò, chiudendo con forza gli occhi, come se fosse sul punto di scoppiare a piangere ancora e Kurt semplicemente non poteva permetterlo.

«Blaine.» lo chiamò con voce dolce, sollevando una mano e poggiandola sulla sua guancia, accarezzandolo con cautela; però adesso che non c’era più il buio e il sonno a proteggerlo era più difficile toccare Blaine in questo modo. «Va tutto bene. Abbi fiducia in me, okay? Io posso aiutarti, voglio aiutarti e non perché devo per la mia salvezza. Io- sto cominciando a volerti bene, Blaine. Ti avrei aiutato a prescindere, e sono contento che tu abbia scelto questo desiderio. Perché ti meriti- ti meriti che tuo padre capisca.» disse, sollevando il viso di Blaine affinché lo guardasse negli occhi e potesse leggervi dentro tutto l’affetto e la sincerità che gli stavano infuocando il petto.
Probabilmente qualcosa nei suoi occhi convinse Blaine, il cui viso si illuminò in un modo così completo e delizioso e intimo, da far sentire Kurt sulle nuvole. Fu il più breve degli istanti quello che seguì: prima Kurt stava ancora accarezzando la guancia di Blaine e un attimo dopo il ragazzo gli aveva gettato le braccia al collo e si era stretto a lui, proprio come aveva fatto inconsciamente poco prima mentre dormiva. Come se Kurt fosse importante per lui, come se Kurt fosse la sua roccia e la sua ancora che lo teneva attraccato al porto, al sicuro. Kurt ricambiò l’abbraccio, affondando il mento nella spalla del ragazzo e stringendolo forte a sé.

«Anche io ti voglio bene, Kurt.» mormorò Blaine al suo orecchio con il più tenue dei sussurri, facendo sorridere teneramente Kurt, perché Blaine sembrava così emozionato mentre lo diceva, come se avesse sperato a lungo di poterlo dire; e questo pensiero fece girare la testa di Kurt per il desiderio di baciarlo.
 

«Che diavolo state facendo?!» esclamò una voce stupefatta, accompagnata da un tonfo – un paio di scarpe che cadevano a terra.
«Sebastian!» esclamò Kurt senza fiato, scostandosi da Blaine e arrossendo violentemente. Blaine non sembrava più a suo agio di lui, anzi, tenne lo sguardo incollato alle sue mani intrecciate in grembo.
Il ragazzo li scrutò per qualche istante, poi fece schioccare la lingua. «Solo amici, eh?»






 

Note della matta che scrive:
Salve!
Piccola comunicazione di servizio. Purtroppo per volontà divina (che non dipende da me, ma dai miei prof pazzi) temo che sarò costretta ad aggiornare una volta ogni due settimane, sempre di lunedì.

Maggio è il mese che ribattezzerò "Inferno dantesco" perché tra compiti in classe, interrogazioni su libri interi e progetti di indefiniti edifici da consegnare ogni settimana sto già impazzendo e, detto tra noi, non posso permettermi di passare l'estate a scuola a recuperare debiti vari. Anche se la scrittura dei vari capitoli procede abbastanza bene, è difficile trovare il tempo di riscriverli a computer, perciò cercate di capirmi (e soprattutto non uccidermi) se ho deciso di aggiornare ogni due settimane. Avrò più tempo per fare un lavoro migliore, così nessuno di noi resterà deluso. 
Quindi...
A lunedì, miei prodi!
Baci,
Allie. 

p.s. Perdonatemi per la lunghezza del capitolo, ma sono stata costretta. L'alternativa era un mattone di millemila parole e non mi sembrava assolutamente il caso di propinarvi una cosa del genere. <3

p.p.s. Non so a chi possa interessare, in realtà, ma per ogni aggiornamento o commento o se semplicemente mi amate troppo e volete starmi vicino (seh...) vi lascio qui la mia pagina facebook dove scrivo cazzate varie e a volte cose intelligenti, ma soprattutto comunico i vari aggiornamenti e eventuali spoiler che non fanno mai male. 






Modificato il 04/01//2014

   
 
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