Era un altro noiosissimo giorno di scuola e la mia voglia di alzarmi era pari a zero. Faceva un caldo bestiale e mi toccò andare a scuola in shorts e maglietta a mezze maniche, anche se gli shorts erano vietati. Dopo le prime quattro ore passate a scaldare la sedia, finalmente una bella notizia. Inizialmente, quando vedemmo entrare la preside eravamo parecchio preoccupati perché, solitamente, viene per avvisarci di un tragico cambio d’orario o della riduzione dei minuti di intervallo o peggio di una punizione collettiva a causa di un nostro compagno sconosciuto che aveva commesso qualcosa. Invece stavolta non era così –Buongiorno ragazzi. Per vostra fortuna il vostro professore di chimica Mr Black è assente per malattia, ma nonostante questo non avrete un’ora buca. Andrete, infatti, in alcune classi della vacanza studio ed assisterete alle loro lezioni anche se i ragazzi sono più grandi di voi. Ora seguitemi e vi distribuirò a gruppi.- Quello che avrei voluto era di capitare nella classe di Zayn o Harry, e infatti così fu. Entrai nella 5^B, la classe di Harry, e lo vidi seduto da solo infondo alla classe. Quando io ed il mio gruppo entrammo mi guardò e sorrise. La professoressa di quell’ora, Mrs Wicket, ci chiese di sederci accanto a un alunno a scelta quindi andai accanto a Harry. –Ehi ma ciao- -Ciao. Supplenza eh?- -Eh già. Che fate in quest’ora?- -Matematica- -Ah bello e io che pensavo di avere un po’ di relax- Feci finta di sbattere la testa sul banco e ridemmo. -Tranquilla non sei tenuta ad ascoltare. Tanto non sono argomenti del tuo programma.- -Eh già ahahah- Sorrise. Poi lo guardai e notai che indossava un golfino. Come faceva a portare un golfino col caldo che faceva?? –Harry non hai caldo?- -Ehm? Nono assolutamente- E si sistemò la manica destra. –Ma sei sicuro?? Ci saranno almeno 30 gradi!!- -Non ho caldo davvero- Sospirò. Poi bussarono alla porta ed era una bidella che chiedeva di parlare con Mrs Wicket, e la prof uscì. Subito tutti iniziarono a parlare e a far baccano. Guardai Harry -Ehi Harry è tutto ok? Mi sembri un po’ teso ultimamente.- -Non ho niente Kate davvero- -Harry so che hai qualcosa e di me ti puoi fidare- Gli misi una mano sulla schiena e con l’altra gli presi la sua –dimmi che c’è- Sbottò cogliendomi di sorpresa e si staccò da me -NON SONO AFFARI TUOI SMETTILA ADESSO!!- Mi spaventai e non dissi niente. Mi guardò irritato, si alzò ed uscì dalla classe. Non tornò e rimasi sola tutta l’ora.
Prima di tornare a casa passai nella sua camera per chiedergli scusa, ma era vuota. Nei giorni successivi non riuscii più a vederlo. Ogni giorno passavo speranzosa davanti a quella stanza 264, ma era sempre chiusa. A volte sentivo una chitarra, a volte dei pianti. A volte cercavo di prendere coraggio per bussare, m mi fermavo col pugno parallelo alla porta. Triste decisi di lasciarlo stare in attesa che si calmasse. Ma passò un mese e non lo vidi più.