Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: demsstrength    29/04/2013    1 recensioni
Meredith Wears è una sedicenne che si trasferisce a Londra.
Cerca di essere ottimista ma trova compagni ancor più stronzi di quelli a Napoli.
____________
- Meredith Wears. Che dici se ci iniziamo a conoscere con una sana scopata? Magari a casa mia.- mi sussurrò qualcuno prendendomi i fianchi da dietro.
-Non toccare mia sorella Tomlinson.-
____________
.. io dovrei fare un disegno per domani..- si avvicinava ancora.
-Se vuoi che te lo faccia hai sbagliato persona.- continuai io con tono calmo, come sempre.
Prese il mio braccio e mi strattonò facendomi avvicinare ancora di più a lui.
-Tu mi farai quel disegno.- mi sussurrò.
Annuii a testa bassa.
___________
Senza dire niente mi posò le labbra sulla fronte, come una mamma fa con il figlio per controllare se ha la temperatura alta. Irrigidii e sbarrai leggermente gli occhi stranita per quella sua reazione e come me anche i ragazzi restarono scioccati.
-Non hai niente, ti riaccompagno io appena finiamo.- mi mise una mano dietro la testa e mi sorrise, per poi spingermi in avanti quasi dolcemente.
__________
Che ne dite? Vi ha incuriosito? Sono piccole parti prese da vari capitoli.. vi aspetto c:
Sciaau bele!
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Image and video hosting by TinyPic



‘Siamo tutti alla sala giochi, ci raggiungi? Niall.’ 

Sbuffai facendo risuonare nelle quattro mura della mia stanza il rumore e spensi il telefono sprofondando la faccia nel cuscino.

-Lou, svegliati che dobbiamo andare al ballo.-

Sentii una mano sulla spalla scuotermi e aprendo gli occhi ancora appiccicati dal sonno vidi la luminosa figura di mia sorella che mi sorrideva entusiasta.

-Quale ballo?- chiesi strofinandomi gli occhi.

-A scuola.- urlò sventolandomi un volantino rosso sotto al naso.

-Ma non so che mettere..- mugugnai infilando la testa sotto al cuscino.

-Ieri hai comprato uno smoking idiota. C’è Mer che ti aspetta a casa sua.-     

Sbarrai gli occhi e mi precipitai giù dal letto inciampando nel piumone, cosa che fece volare un po’ di piume. Sotto lo sguardo divertito di mia sorella mi tolsi la magli e portai il naso sotto il braccio.

-Ho bisogno di una doccia. Quanto ho?-

-Mah.. tra dieci minuti devi stare da lei.-

-Cazzo Abbie. Svegliarmi prima no?- le urlai mentre lei rideva avvolta in un bellissimo vestito color corallo che le faceva risaltare gli occhi.

-Sbrigati.-

Senza pensarci due volte mi spogliai e mi infilai nella doccia lasciando che l’acqua gelida scorresse sul mio corpo. Uscii subito dopo prendendo una storta e devo ringraziare Dio per aver inventato i lavandini (o forse non li ha inventati lui?) visto che tenendomi a quello evitai di spaccarmi letteralmente la testa.

Osservai il mio riflesso nello specchio: i capelli bagnati erano appiccicati alla fronte, stavo tremando, mi ritrovavo con due occhiaie da paura e per una frazione di secondo mi sembrò di scorgere canini più appuntiti del normale. Com’è possibile? Non abbiamo litigato? Stiamo ancora insieme allora?

Scossi la testa e mentre l’ansia mi divorava l’anima cercai di asciugarmi più veloce possibile.

Una volta indossata la biancheria, proseguii indossando lo smoking. Mia sorella mi sistemò la cravatta e dopo avermi baciato la guancia, seguì con lo sguardo la mia macchina sfrecciare verso la casa di Meredith.

Portai gli occhi allo specchietto retrovisore e sistemandolo con la mano lo voltai in modo che mi inquadrasse. Avevo i capelli ancora leggermente umidi ma non si vedeva per via della quantità industriale di lacca che avevo usato per sistemarli.

Un senso di felicità scacciò l’ansia e mi si aprì un sorrisone a trentadue denti sul volto.

Chi lo avrebbe mai detto? Io, Louis William Tomlinson, stavo andando a prendere la mia ragazza per andare al ballo scolastico, con tanto di smoking e fiore all’occhiello.

Non riuscivo a pensare alla litigata e alla cazzata che avevo fatto, pensavo solo alle parole di mia sorella, ‘C’è Mer che ti aspetta’.

Parcheggiai la macchina fuori casa della ragazza e  con poche e veloci falcate mi ritrovai davanti alla porta.

-Buona sera Louis.- urlò suo padre abbracciandomi. Ok, questo è strano.

-Hey amico.- sorrise Josh dandomi una pacca sulla spalla. Anche questo è strano.

-Buona sera a voi.- sorrisi imbarazzato.

-Voi? Sono tanto vecchio? Dammi del tu figliolo. – detto ciò mi fece segno di seguirlo in salotto, dove vi trovai Meredith avvolta in una bellissimo vestito blu notte – Fatevi fare una foto. -  continuò estraendo da una borsa grigia una macchina fotografica.

La ragazza si alzò e venendomi incontro mi mostrò un sorrisone a trentadue denti, per niente timido, anzi, era pieno di luce, forse accecante visto che voltai la testa disgustato: non era la mia Meredith.

Le cinsi il fianco con una mano e la attrassi a me nonostante mi sembrasse di spezzarla in due per la troppa forza usata nel fare il gesto.

Prima che potessi sorridere una luce fortissima mi appannò la vista e tante risate si fecero spazio nella mia testa facendo eco della mia scatola cranica. Sentii pulsarmi le tempie ma, dopo il bagliore del flash della macchina fotografica, non vidi più niente, buio, ricaddi all’indietro come risucchiato in un vortice.

                                         

-Louis, porco cane, calmati.-

-Chi diav … - aprii gli occhi appiccicati dal sonno e li spalancai alla vista di un Niall che mi sputacchiava le briciole dei biscotti in faccia. –Che cazzo ci fai nella mia stanza? Dov’è Meredith? E mia sorella? Dove sono loro? Che mi è successo?-

-Calma Romeo. Stavi delirando. Credo tu abbia la febbre.- fece sicuro il biondo allontanando il viso.

Portai una mano alla fronte e mi lasciai ricadere all’indietro sentendola accaldata e sudata.

-Che ore sono?-

-Le sette.-

-Cazzo…- imprecai ricordando la conversazione della mattina avuta con Stean.

-In effetti è venuto un tizio ma è andato via sapendo che stavi dormendo.. io sono venuto qui alle quattro e mezza.-

-Perché sei rimasto?-

-Per non lasciare solo un povero amico innamorato.-

Accennai un sorriso e chiusi gli occhi.

-Puoi portarla da me?- chiesi come se non fossi stato io a parlare.

-Posso anche provarci ma sai benissimo che non verrà.-

-Falla venire d’urgenza, dille che Abbie sta male, con un messaggio dal suo cellulare.-

Aprii gli occhi in tempo per vederlo annuire e poi sparire dietro la porta. Sorrisi e una volta in piedi andai verso la camera di Abbie.

Niall’s POV

‘MèR! NN Mì SNT BN. VìèNì SùBìTò àMòRè MìOOOO!!!!!!! <3<3<3 XOXO’

Inviai il messaggio con la speranza che la ragazza non uscire dal bagno, dove stava facendo la doccia da circa dieci minuti.

Il cellulare vibrò.‘Dimmi che scherzi…’

Perché dovrei scherzare? O dovrebbe.

Aggrottai le sopraciglia, poi rilessi il messaggio un paio di volte cercando errori o cose strane ma non ci trovai niente. Staccai delicatamente il cellulare dalla corrente e corsi in p unta di piedi in camera di Louis.

-Crede che scherzo..-

-Che le hai scritto?- mi chiese lui scocciato, tenendo gli occhi chiusi per il mal di testa, e gli porsi il cellulare. –Tu sei un emerito coglione.- scandì bene ogni parola, poi aprì gli occhi e cominciò a muovere i pollici con fare meccanico sullo schermo del cellulare.

‘Scusa AHAHAH LOL Cerco di tirarmi su il morale così ma non funziona. Vieni da me? Non ce la faccio più. Ho male alla testa e alla gola.’

-Perché non sei normale?-

-Certo, parla quello che in estate ha girato per il quartiere nudo e con le mutande in testa. Fortuna che erano le tre di notte.-

-Lo sai che ero ubriaco.- il telefono gli vibrò in mano.

‘Chiedilo a qualcun altro. Io non ci metto più piede lì.’

‘Non c’è quel coglione. Sta da un amico che abita fuori città e ci resterà per un po’’

‘Magari è come l’altra volta…’

‘Non te lo avrebbe mai chiesto, lo conosco. Può romperti le ovaie a scuola ma non ti inviterebbe mai lì. Per favore, sto una merda e sono da sola a casa.’

-Io dico che non viene.- feci sicuro.

-Credo di conoscerla meglio di te. Non lascerebbe mai la sua migliore amica a casa da sola con la febbre, anche a costo di vedermi.-

-Ma te sei proprio cotto.- risi.

Venni fulminato da Louis con lo sguardo e uscii dalla stanza.

Louis’ POV

'Ci hai provato Lou x’

-Niall!- chiamai con la poca voce che mi rimaneva ma una forte fitta alla testa mi fece cadere di nuovo all’indietro.

-Eccomi.- fece lui entrando con in mano il pacco di biscottini al cioccolato che aveva mandato mia nonna.

-Chiamala e falla venire.-

Lui annuì, troppo occupato a masticare per parlare, e uscì subito dopo con il cellulare in mano.

Passarono si e no cinque minuti che la porta si riaprì ed entrò Abbie: i capelli biondi erano raccolti in uno chignon ordinato e un body nero risaltava le forme del suo corpo.

Se non fosse stata mia sorella ci avrei fatto un pensierino, ma si sa, la vita è ingiusta.

-Io me ne vado. Per quanto si ferma quella specie di animale? Sai che sta ingurgitando i biscotti di nonna?-

-Se ne va tra poco.- risposi con gli occhi chiusi.

-Stai male?- chiese aggrottando la fronte e avvicinandosi al letto.

-Credo di avere la febbre.-

-Vuoi che resti?-

-C’è Niall, vai.- le sorrisi con la speranza che si levasse dalle palle prima dell’arrivo di Meredith.

Annuì sorridendo a sua volta e uscì. Tirai un sospiro di sollievo e chiusi gli occhi una volta per tutte.

 

-Perché non ti muovi Luigino?- mi chiese Meredith dimenandosi come se fosse stata posseduto da un demone.

-Perché non ne ho voglia.- risposi osservandola sconcertato.

-Andiamo, WHOOHOO.- continuò agitando le braccia.

-Andiamo a casa, non credo tu stia bene.- le presi il polso e la trascinai verso l’uscita nonostante lei tenesse i piedi ben puntati in terra.

Giusto prima di uscire  riuscì a liberarsi della mia presa e tornò a ‘ballare’ canticchiando ora una canzoncina con una vocina da orgasmo.

-Mi piace la zucchina, la zucchina, haha
Mi sento birichina birichina, haha
Mi piace la zucchina, la zucchina, haha
Mi sento birichina birichina, hahaha.-

Le persone in torno a noi erano indifferenti, come se fossimo invisibili, ballavano, bevevano e ridevano. La musica sembrava sussurrata, non si percepivano le parole, solo il ritmo perché gli altri ragazzi improvvisavano balli che ti lasciavano capire di quale canzone si trattasse.

-Tu hai bevuto, è tardi Meredith.-

Feci per riprenderle il polso ma mi saltò sulle spalle e infilò la testa nell’incavo del mio collo cominciando a succhiare la pelle.

Succhiava e mi dava piccoli morsi sul collo, mentre con le mani si teneva stretta a me reggendosi al collo tanto da farmi soffocare e teneva le gambe strette intorno al bacino.

Il succhiotto non faceva male, era piacevole, almeno fin quando non mi prendeva a morsi.

L’aria cominciò a mancarmi, il dolore dei morsi aumentava, le sue unghie si conficcarono nella pelle del braccio. Tirai un urlo, o meglio un grido strozzato per mancanza d’aria. Piccole goccioline di sudore mi scendevano dalla fronte e la voce continuava a non uscire. Mi agitavo, tiravo calci e pugni nonostante stessi in piedi e lei stesse sulle mie spalle.

 Feci per girare la testa la una luce mi accecò la vita. Contrariamente a quella del flash questa era scura, penetrante. Non sentivo più niente se non un nulla quasi assordante. Non vedevo più nulla se non un nero accecante. Non sentivo più nulla, se non un dolore che mi lacerava ogni piccola parte del corpo.

Meredith’s POV

-Louis, calmati.- urlai al ragazzo che si dimenava nel letto di camera sua, con la fronte impregnata di sudore.

-Lou, sono qui, svegliati.- sussurrai ora avvicinandomi e spostandogli i capelli bagnati dalla fronte.

-Mer..- soffiò aprendo gli occhi e accennando un sorriso pochi secondi dopo, e feci un passo indietro notando la troppa vicinanza.

-Hai fatto un incubo, eh?- feci sedendomi su una sedia e il ragazzo annuì.

-Come ti ha convinta Niall?- chiese chiudendo gli occhi e con voce pacata.

-Mi ha detto che stavi male, stavi delirando, lui non sapeva chi chiamare e non c’era nessuno in casa. Poi quando sono arrivata lo visto correre via con in mano una busta di biscotti mentre mi urlava ‘E mo’ so cazzi tuoi’.- lui accennò un sorriso.

-Mi sei mancata.-

-Certo, ma smetterla di prendere per il culo no eh?-

Non rispose.

Mi alzai e cominciai a raccogliere alcune cose sul pavimento. Non credo che la madre abbia avuto la voglia di inoltrarsi in quella stanza. La puzza che emanava si sentiva fin dall’inizio delle scale.

Il pavimento era totalmente ricoperto, oltre ai vestiti c’erano: un pallone da calcio, una mazza da baseball, tre paia di cuffie, quattro caricabatterie, riviste di motori, una bottiglia di birra, un cartone della pizza che ebbi paura di aprire e buttai via direttamente, una bottiglia di Vodka mezza vuota, un bicchiere in frantumi nell’angolo della stanza, altre riviste, un libro, tre dischi in vinile che sembravano uscire da un film, un torso di mela e un pacchetto di Marlboro.

Presi con la punta delle dita un paio di calzini che se lasciati lì un altro giorno sarebbero corsi da soli al cesto dei panni sporchi, poi, tornando alla camera, mi cadde lo sguardo sul libro, ‘Before I fall’.

-Da quanto leggi?- chiesi prendendolo e passandomelo tra le mani.

-Non ho mai cominciato, mi attraeva solo il titolo.- rispose aprendo gli occhi.

-Di che parla?- chiesi incuriosita prendendo a sfogliarlo.

-Di una che muore.. ho letto solo le prime due pagine.-

-Uau, che intellettuale.- rise alzandosi sui gomiti e osservandomi –Me lo presti?- lui annuì.

Chiusi il libro e lo misi nella borsa per poi avvicinarmi al setto e posare la mano sulla fronte di Louis.

-Te hai la febbre, e non poca, vado a farti qualcosa di caldo.- costatai, per poi avviarmi verso la porta evitando gli oggetti gettati sul pavimento.

-No, aspetta, rimani qui.- si alzò e mi corse dietro.

-Mettiti a letto, porco spino.- lo urlai spingendolo verso il letto.

-Ma tu rimani?- chiese mettendosi sotto le coperte con una vocina da bambino. Annuii.

Ripresi a raccogliere gli oggetti sul pavimento e ora presi i dischi in vinile: Micheal Jackson, David Bowie e Guns N Rose.

-Ti facevo più tipo da Will.I.Am e David Guetta.- risi poggiandoli sul vecchio giradischi sullo scaffale.

-Non li avevi mai notati?- chiese e feci so con la testa evitando il suo sguardo e raccogliendo altri vestiti la lavare.

Le altre volte la camera era disordinata, certo, ma non così tanto. Questa volta faceva paura, sembrava stare su un set di uno di quei film adolescenziali.

-Che ci fai con una mazza da baseball?- chiesi facendo finta di colpire una palla per poi mettermi la mano sulla fronte cose se non riuscissi a vederla per via del sole.

-Una volta giocavo con Harry, ora la uso per mandare via gli indesiderati.-

Poggiai la mazza in un angolo della stanza.

-Posso andare a prendere una busta per i cocci di vetro?-

-E’ già tanto quello che hai fatto, siediti qui.- dissi picchiettando la mano sul materasso invitandomi a sedere e così feci. Portai lo sguardo sulle Vans azzurrine, perfettamente candide e senza una macchia, guai a chi tocca le mie scarpe.

-Perché non mi guardi?- chiese alzandomi la testa con due dita una volta seduto anche lui.

-Devo per forza guardarti in faccia? E’ già tanto che sono venuta mentre potevo benissimo finire il mio nuovo libro.-

-Che leggi ora?-

-11 minuti di Paulo Coelho.- dissi titubante arrossendo e lui rise.

-Non credevo leggessi queste cose, devo fare un discorsetto con i tuoi.-

-Me lo ha prestato mia zia, e poi non è tanto forte..- ribattei grattandomi la testa imbarazzata.

 Lui rise e ricadde a peso morto sul letto socchiudendo gli occhi.

-Ti fa tanto male la testa?-

-No, sono solo un grande idiota, è questo che mi fa male.-

-Hai grandi doti teatrali, andrai benissimo a fare Romeo.-

Stava per ribattere ma il clacson di una macchina interruppe la conversazione. Mi precipitai alla finestra e notai l’auto della macchina che prendeva posto sul viale.

-E’ arrivata tua madre, devo andare a casa ora che si è fatto già buio.- annunciai prendendo la borsa e il cappotto.

-No.- aprì gli occhi e si alzò di scatto –Non andare a casa da sola, è tardi, ti accompagno io..-

-Te hai la febbre alta e ti rimetti a letto, se proprio insisti chiamo Josh e mi faccio venire a prendere.- risi spingendolo sul letto e alzandogli la trapunta fin sotto il collo. Lui annuì.

-Ciao allora, grazie per essere venuta.- lo salutai con la mano e uscii dalla camera.

Percorsi il corridoio e scesi le scale, per poi scontrarmi con la madre.

-Meredith, cara, eri con Lou? Perché non resti a cena?- sorrise salutandomi.

-Non posso proprio, ora viene a prendermi mio fratello, Louis ha la febbre e aveva bisogno di qualcuno, ma ora c’è lei..- sorrisi e dopo un breve saluto uscii da quella casa.

Percorrendo il vialetto digitai il numero di Josh che senza tante domane mi disse che sarebbe presto arrivato.

Mi sedetti sul marciapiede e osservai le poche macchine in strada passare lentamente, quando un fischio attirò la mia attenzione. Voltai la testa e notai Zayn che salutava dal giardino della casa accanto, mentre accanto a lui c’era Harry che mi fissava inespressivo tenendo le mani in tasca. Accennai un saluto con la testa e sorrisi, per poi riportare la testa alla strada con la speranza di vedere la macchina di mio padre guidata da mio fratello.

-Hey.- mi salutò il moro sedendosi accanto a me e sorriso pronunciando un flebile ‘ciao’.

-Come stai?- chiese inclinando la testa.

-Massì dai, te?-

-Io bene.. ‘massì’ significa bene o male? Non ti capisco.- chiese poi corrugando la fronte.

-Non mi va di dire che sto bene quando tutti sanno che non è vero, quindi dicendo massì capisce solo chi deve capire.-

-Mi sembra giusto.- disse elaborando ciò che avevo detto.

-Come mai eri da Louis?- chiese ancora dopo qualche secondo.

-Ha la febbre alta e Niall me lo ha lasciato scappando via dopo essersi fregato un pacco di biscotti.- rise.

Il mio sguardo cadde su una alta figura rimasta immobile, Harry. Il ragazzo osservata la scena con le mani in tasca e un’espressione di curiosità in volto.

-Niall fa così…-

-Harry, se ti siedi con noi non ti fai male.- gli urlai interrompendo Zayn che si voltò, ma il riccio prese direttamente la strada contraria chiudendosi in casa e facendo sbattere la porta.

-Pazienza. Dicevi?-

-Che Niall fa così di solito. Potrebbe partorire sua moglie e lo ritroveresti seduto al posto del passeggero una busta di noccioline mentre la moglie guida per l’ospedale.- ridemmo insieme.

-Louis sta male davvero per te.- fece dopo un minuto ad osservare la strada, non risposi e attesi il continuo –Tornato a casa ha messo a soqquadro la stanza, si è ubriacato, ha ascoltato canzoni deprimenti ed è rimasto interi pomeriggi a fissare il soffitto. Noi non lo abbiamo mai visto così. Anche Harry ha ammesso di sentirsi un po’ in colpa per quello che ha fatto.-

Abbassai lo sguardo.

-Lui nemmeno voleva farlo, diceva che poteva farsi tutte le troie che voleva senza far soffrire nessuno ma noi lo abbiamo convinto. Siamo stati stronzi, specialmente io ed Harry, lo riconosciamo, ma poi qualcosa è cambiato. Lui stava più tempo con te che con noi e in tutto questo non ti ha mai sfiorata. Studiava e ha preso parte ad una recita scolastica. Lo hai cambiato e il signorino si è preso una bella cotta. Non lo capisci?- sorrisi amaramente tenendo la testa voltata verso la strada da dove sbucò la macchina di mio padre.

-Io capisco solo che era tutta una presa per il culo, solo questo. Ora se si è preso una cotta si arrangia.- dissi alzandomi e porgendogli una mano per farlo alzare, mentre cercavo di spingere dentro le lacrime.

-Devo andare. Ciao.- lo salutai con la mano correndo verso la macchina, e lui oltrepassò la strada entrando in casa sua.

 
Fao.
Questo è il capitolo più merdoso e bimbominchioso di sempre, uccidetemi.
L'ho pubblicato solo perchè non lo facevo da tantissimo tempo.
Ne avrei pubblicato uno migliore ma ho dovuto scriverlo due volte perchè il word me lo ha cancellato.
Scusate per gli errori ma questa volta non ho neanche riletto.
Posso capire se non volete recensirlo, e na merda, ammettiamolo. Io non volevo nemmeno continuare.
Non so più che dire, se vi va di recensire ma posso benissimo capire che non volete.
Ciao c: 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: demsstrength