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Autore: Dreamer91    29/04/2013    3 recensioni
"Il proprietario di questa enorme valigia qui fuori è pregato di liberare immediatamente il bagno e di ricordarsi che la camera è una doppia e che pertanto ci sono dei tempi massimi da rispettare per il suo usufrutto!" gridai, ovviamente per sovrastare il rumore dell'acqua che per mia fortuna cessò all'istante. Passarono esattamente cinque secondi dopodiché la porta si aprì rivelando finalmente il mio nuovo coinquilino. La prima cosa che notai fu il sorriso radioso con cui mi accolse... anzi radioso sarebbe stato alquanto riduttivo, era più che altro.. luminoso ed accecante. Ma passò immediatamente in secondo piano non appena sollevai appena gli occhi per incontrare i suoi. Due pozze azzurre chiarissime che si posarono su di me e.. sorrisero.. sì, gli occhi del mio coinquilino sorrisero.
E la miseria..."
Avvertimento: mini-long AU di Just a Landing sulla Seniel... enjoy :)
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buonasera a tutti e benvenuti nella mini-long Seniel ambientata alla Dalton ^.^ Dunque... perché nasce questa cosa qui? L'idea, per chi non lo sapesse ancora, era quella di creare una shot per la raccolta di "Now and Forever" sulla AU alla Dalton in cui ovviamente ci sarebbero stati anche Seb e Dan... ho iniziato a scrivere ma mi sono accorta ben presto che veniva fuori troppo lunga ç__ç e anche un po' pesante per questo, parlando con il mio Dan, ho optato per questa mini-long: vi spiego, ci saranno otto o nove capitoli, non di più, uno per ogni mese di scuola (qui sotto partiamo con Settembre) e il narratore sarà unico, ovvero Sebastian. Essendo una AU tenete a mente che qui Seb e Dan non si conoscono e che non ha niente a che vedere con lo scenario di JaL se non per i personaggi che ci sono. Vi accorgerete ben presto che Kurt e Blaine sono un po' più IC rispetto a JaL proprio perché avevo bisogno dei loro veri caratteri per rendere meglio la storia e.. non vi spaventate se i rapporti tra Kurt/Blaine e Seb saranno un po'... bizzarri... si spiegherà tutto con il tempo ^^ mi sto divertendo un mondo a scrivere della Dalton anche perché non ci avevo mai provato, nonostante avessi sempre voluto farlo.. spero di aver reso giustizia a questo bel mondo e... beh, attendo vostre notizie. Ah un'ultima precisazione di carattere tecnico: Blaine, Kurt e Seb hanno la stessa età (Al diavolo la RIB u.u) mentre Dan è due anni più piccolo (Cucciolo lui *__*) e quindi niente.. tutto qui XD... pubblicherò in tempi brevi, perchè non voglio portarla troppo per le lunghe quindi penso che il secondo capitolo arriverà prima di Sabato. Vi mando un bacio grande e vi auguro buona lettura e buon principio di settimana.. con amore, una che impazzisce per la Seniel ;)
p.s. Pagina Fb (Dreamer91 ) Raccolta Seniel (Now and Forever ) Just a Landing ( Just a Landing)
n.b. Ah ovviamente si tratta di una AU di Just a Landing... per chi non conoscesse la storia principale su c'è il link.. altrimenti non sarebbe una AU visto che nella serie è normale che Sebastian e compagnia stiano alla Dalton XD ok.. mi volatilizzo u.u




Settembre


Westerville, Ohio. Ore 05.23 P.M. 08 Settembre 2012 (Sabato)


La Dalton Academy era una delle scuole più prestigiose in tutto l'Ohio: si trattava di un istituto esclusivamente maschile, ai cui studenti era richiesto un curriculum eccellente e soprattutto un conto in banca a sei zeri. Io modestamente possedevo entrambe le cose. Inoltre si insegnava disciplina, rigore e ovviamente educazione. Beh.. in quello peccavo alla grande, ma.. sinceramente me ne fottevo.
Quel giorno la Dalton riapriva i battenti e per me che ero un senior sarebbe finalmente stato l'ultimo anno: basta lezioni da seguire, basta compiti a sorpresa, basta week-end passati in camera a studiare per una verifica importante. Ancora nove mesi e poi finalmente avrei potuto respirare un po' di sana libertà. Certo.. finito il liceo avrei iniziato il college, ma.. il semplice fatto di abbandonare l'Ohio per trasferirmi a Chicago.. rappresentava una grande conquista.
In quei tre anni passati chiuso lì dentro, avevo iniziato ad odiare profondamente la Dalton perché era noiosa e monotona e non rispecchiava per niente il mio modo di fare e di pensare tanto da farmi sentire estremamente sacrificato e infastidito. L'unica nota positiva era l'enorme quantità di ragazzi che la frequentavano... tutti maschi... e per me che ero fieramente gay, poteva sembrare il paradiso terreno. Era come possedere un grande catalogo di candidati direttamente in 3D, in cui poter scegliere il prossimo obbiettivo semplicemente indicando con il dito... anche se a Sebastian Smythe certe cose non servivano neanche. Mi bastava un'occhiata veloce, un giudizio altrettanto rapido e zack... la preda era agganciata e pronta per essere gustata.
Ed era esattamente ciò che stavo facendo quel pomeriggio: osservavo la folla che riempiva il giardino antistante l'edificio, con particolare interesse per i volti nuovi e le matricole. I corsi sarebbero iniziati il lunedì successivo e quindi la maggior parte degli studenti esterni che poi avrebbero preso possesso delle camere nel dormitorio, si preoccupava di arrivare qualche giorno prima per prendere posto e sistemarsi, esattamente come avevo fatto io. Ogni anno poi era la solita storia: chi si lamentava del proprio compagno di camera, chi non riusciva a conviverci, chi domandava di essere messo in una delle stanze singole che, puntualmente si esaurivano all'istante, come fossero miele per le api. Io personalmente non capivo cosa ci fosse di bello nel dormire da soli: in quei tre anni fortunatamente avevo trovato sempre coinquilini perfetti, soprattutto l'ultimo, che poi era diventato in breve il mio migliore amico.
Blaine si era trasferito alla Dalton all'inizio del secondo anno ed era stato subito messo in stanza con me: stranamente eravamo andati immediatamente d'accordo, nonostante avessimo due caratteri completamente diversi ed io la maggior parte del tempo la trascorressi a provarci con lui e a fare apprezzamenti poco raffinati sul suo sedere. Scoprire poi, che anche lui fosse gay, mi aveva arricchito. Tra di noi non c'era mai stato nulla, eravamo ottimi amici e perfetti coinquilini e sapevo che anche quell'ultimo anno sarebbe andata esattamente in quel modo, quindi non mi preoccupava molto accaparrarmi la stanza migliore o quella più vicina agli ascensori: mi bastava avere Blaine e il resto passava in secondo piano. Peccato solo che quel pomeriggio non calcolai minimamente un aspetto fondamentale... un aspetto che mi balzò in testa nell'esatto istante in cui dal cortile principale vidi avanzare il suddetto Blaine, mano nella mano con un ragazzo. Un ragazzo che... ahimé, conoscevo fin troppo bene ormai.
Grugnii infastidito, tirando una boccata di fumo dalla sigaretta che avevo in mano e attesi che i due si avvicinassero a me per poter parlare
"Noto con dispiacere che l'estate non ti ha portato consiglio, Anderson!" lo salutai con una smorfia, indicando chiaramente il ragazzo al suo fianco che immediatamente mi lanciò un'occhiataccia
"Invece a te ha soltanto fatto ulteriormente del male, Smythe!" rispose infatti, con un mezzo sorriso infastidito
"Che vuoi farci, checca... si vede che noi cattivi ragazzi siamo destinati a peggiorare fino a sprofondare completamente nell'abisso della depravazione." lo presi in giro, spegnendo la sigaretta sotto la punta della scarpa. Kurt - la checca, per intenderci - fece una mezza risata
"Sono stranamente d'accordo con te questa volta. Devo iniziare a preoccuparmi?" chiese, rivolto a Blaine che ci osservava sorridendo. Quella faccenda di loro due come coppia non mi era proprio scesa giù: volevo bene a Blaine e non credevo che quell'individuo petulante che si faceva chiamare Kurt Hummel - ma che in realtà era una misera faccia da checca - potesse essere alla sua altezza. Blaine meritava di meglio ed io di certo non mi sarei risparmiato neanche un'occasione per farglielo presente.
"Quanto mi sono mancati questi battibecchi amorevoli durante l'estate!" esclamò estasiato Blaine per poi sedersi al mio fianco sul muretto di pietra
"Io ne avrei fatto volentieri a meno." borbottammo all'unisono io e Kurt per poi fulminarci a vicenda, sotto lo sguardo divertito di Blaine. Ci sarebbe voluta una pazienza bella sviluppata per sopportare una checca noiosa e frigida come Kurt, soprattutto per me che volevo bene a Blaine ma, purtroppo... ero l'unico a vedere il suo alto grado di malvagità. Tutti gli altri lo adoravano, esattamente come lo adorava Blaine; il fatto che da sette mesi poi stessero insieme - dopo essersi dedicati a vicenda canzoncine stucchevoli ed aver improvvisato un assurdo e malizioso duetto di Natale - era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Cosa mi tratteneva dal rapire Blaine per liberarlo dalle grinfie di Lady Hummel ancora non l'avevo capito: forse perché sotto sotto, ma molto sotto, sapevo che Blaine era felice... e se Blaine era felice, beh.. era ok, no?
"Sei già salito in camera per sistemarti?" mi domandò Blaine cambiando finalmente discorso per alleggerire un po' gli animi. Oh.. finalmente qualcosa di interessante.
"Sì... sono riuscito a prendere la stessa dell'anno scorso così non sarai costretto a disegnarti la piantina del corridoio per ricordarti dove devi andare a dormire!" gli spiegai divertito, ricordando tutte le volte in cui l'anno precedente mi aveva chiesto di andarlo a recuperare in qualche ala dell'edificio, dopo essersi perso. Blaine, però, invece di ringraziarmi, fece una mezza smorfia imbarazzata ed abbassò la testa. Reazione alquanto strana per uno con il suo carattere e all'istante dedussi ci fosse qualcosa sotto
"Cosa c'è?" gli domandai infatti, mentre una vaga idea del motivo di quel comportamento mi si affacciava in testa. I suoi occhi dorati tornarono nei miei e mi rivolse un'occhiata profondamente dispiaciuta che mi fece rabbuiare all'istante.
Cazzo... vuoi vedere che..
"Non glielo hai ancora detto, Blaine?" intervenne Kurt sorpreso. Ignorai la vocina fastidiosa di quell'essere indegno e mi concentrai sul mio amico che continuava a guardarmi colpevole e combattuto.
"Sebastian..." iniziò per poi sospirare
"Cosa devi dirmi, Blaine?" domandai indurendo la voce, perché sapevo già cosa stesse cercando di confessarmi e stavo iniziando già ad alterarmi per quello. Alla fine però, dopo un altro sospiro, cedette
"Ho chiesto in segreteria di cambiare stanza quest'anno." confessò titubante, cercando immediatamente il mio sguardo perché forse già immaginava potessi essermela presa. E cazzo se aveva ragione: ero furioso.. con lui, con me e con quella stupidissima faccia da checca che me lo aveva portato via. Come diavolo si era permesso? Chi gliene aveva dato la facoltà? E perché diavolo Blaine non si era minimamente ribellato? Mi sembrava che a Giugno ci fossimo salutati con la promessa di continuare esattamente allo stesso modo.. per il nostro ultimo anno. Eppure.. il suo dannato ragazzo aveva rovinato tutto e gli aveva perfino fatto infrangere quell'accordo. Aveva preferito Kurt a me.. e diavolo... non me lo doveva fare. Io ero il suo migliore amico, lo conoscevo da più tempo, lo avevo aiutato quando aveva avuto difficoltà all'inizio ad integrarsi, gli volevo bene... cazzo. Ma d'altronde faccia da checca era il suo ragazzo e cosa c'era di più persuasivo nella mente di un ragazzo adolescente, se non la prospettiva di fare sesso con qualcuno tutte le sere, senza alcuna intromissione? Quando condivideva la stanza con me, non poteva di certo avere una cosa del genere, perché eravamo amici e gli amici non vanno a letto assieme e poi... non si erano potuti concedere molta intimità con me intorno, dato che mi rifiutavo di lasciare loro la camera libera per pomiciare. Sospettavo che Kurt fosse anche un verginello frigido, e quindi Blaine se ne sarebbe doppiamente pentito alla fine perché non avrebbe ottenuto neanche quello.
Ma ero profondamente orgoglioso e non avrei permesso a nessuno dei due di vedermi sconfitto, così reagì in maniera completamente diversa rispetto a come avrei voluto.
"Cos'è quella faccia? Te ne sei già pentito, Anderson? Ti sei reso conto che, dormire con una faccia da checca del genere comporta anche il vederlo appena sveglio, senza trucco o quei chili di lacca in testa?" lo provocai, tentando di ignorare il tarlo che mi stava mangiando lo stomaco.
"É riuscito a sopravvivere due anni con te... convivere con me sarà una passeggiata in confronto!" esclamò seccato Kurt, probabilmente lanciandomi un'altra occhiata di fuoco che ignorai. Strinsi le spalle e guardai Blaine un'ultima volta e lui rispose allo sguardo, ancora affranto.
"Beh buona fortuna ad entrambi allora." mormorai, dopo aver distolto lo sguardo ed essere sceso dal muretto "Ora se non vi dispiace, devo passare in segreteria per confermare i miei corsi extrascolastici e devo preparare la degna accoglienza per il mio nuovo compagno di stanza. Si prospetta un anno eccezionale per il sottoscritto!" e finsi un sorriso ironico per poi avviarmi verso la massiccia porta d'ingresso aggregandomi alla massa. Altro che anno eccezionale... il mio senior year era iniziato seriamente male, ma sperai seriamente di riuscire a recuperare in extremis qualcosa, almeno una vendetta perfetta per Kurt faccia da checca Hummel.

Westerville, Ohio. Ore 07.45 P.M. 08 Settembre 2012 (Sabato)

Due ore. Avevo fatto una fila di ben due ore per poter compilare quello stramaledetto modulo per le iscrizioni ai corsi extrascolastici del mio ultimo anno. Era stato estenuante e mi aveva irritato parecchio.. come se non lo fossi stato già abbastanza prima, dopo la bella notizia di Blaine. Alla fine, come l'anno precedente, avevo optato per le lezioni di francese avanzato, letteratura europea e ovviamente il Glee Club. Non avrei mai rinunciato ai Warblers perché sotto sotto, anche se litigavamo praticamente ad ogni riunione solo per decidere con quale canzone esibirci, mi trovavo bene in quell'ambiente e poi.. amavo cantare ed ero un grande esibizionista... e quale corso migliore di quello per soddisfare entrambi i desideri?
Infilai le chiavi della toppa della mia stanza e con un sospiro stanco entrai in camera. Tutto era esattamente identico a come l'avevo lasciato a Giugno: stessa disposizione, stessi letti addossati alle pareti opposte, stessa scrivania di legno massiccio, stesso armadio a quattro ante, stesso tappeto polveroso sul pavimento, stesso lampadario di dubbio gusto, stessa enorme valigia accanto alla porta del bagno... ah no aspetta.. quella tre mesi prima non c'era. Chiusi la porta alle mie spalle e con un sospiro dedussi che il mio compagno di stanza fosse già arrivato e la conferma la ebbi dal rumore dell'acqua in sottofondo proveniente dal bagno comune che avevamo. Chissà chi era e che faccia aveva. Lo conoscevo già? Era uno del mio anno? Era uno dei Warblers?
"Il proprietario di questa enorme valigia qui fuori è pregato di liberare immediatamente il bagno e di ricordarsi che la camera è una doppia e che pertanto ci sono dei tempi massimi da rispettare per il suo usufrutto!" gridai, ovviamente per sovrastare il rumore dell'acqua che per mia fortuna cessò all'istante. Passarono esattamente cinque secondi dopodiché la porta si aprì rivelando finalmente il mio nuovo coinquilino. La prima cosa che notai fu il sorriso radioso con cui mi accolse... anzi radioso sarebbe stato alquanto riduttivo, era più che altro.. luminoso ed accecante. Ma passò immediatamente in secondo piano non appena sollevai appena gli occhi per incontrare i suoi. Due pozze azzurre chiarissime che si posarono su di me e.. sorrisero.. sì, gli occhi del mio coinquilino sorrisero.
E la miseria...
"Oddio, scusa... non mi ero accorto che fossi già arrivato. Sei piuttosto silenzioso." mormorò visibilmente dispiaciuto, stringendo tra le mani un piccolo borsello blu imbottito. Sollevai un sopracciglio, ancora scioccato dal primo impatto, dopodiché lasciai vagare gli occhi sul resto della sua figura: era un ragazzo abbastanza alto, bel fisico, non eccessivamente magro come me anzi... ben proporzionato e in testa spiccava una chioma bionda, appena disordinata. Ero pur certo di non averlo mai visto nell'istituto prima d'ora e probabilmente non l'avevo mai visto neppure a Westerville. Ma allora da dove diavolo veniva fuori quel tipo?
"La maggior parte delle volte, quando sono in una stanza mi faccio sentire." borbottai senza pensarci, rendendomi conto solo dopo del terribile doppio senso. Ma lui non ci fece minimamente caso: ridacchiò e si avvicinò a me tendendomi la mano
"Io mi chiamo Daniel Philips... a quanto pare siamo compagni di stanza!" e sorrise ancora. Ma.Che.Cazzo.Aveva.Da.Sorridere.Tanto?
"A quanto pare." borbottai, lanciando un'occhiata seccata alla camera, che stranamente non sentii più mia come un tempo. Esitai qualche istante e solo quando lui si schiarì leggermente la voce mi resi conto di avere ancora una presentazione da fare.
Già... ho qualche problema con l'educazione...
"Sebastian.. Smythe." buttai lì, senza però stringere la sua mano che ritirò, appena sconsolato. Ma questo non bastò per fare sparire il suo sorriso. E quel suo eccessivo buonumore mi mise a disagio e allo stesso tempo mi innervosì. Ci mancava il maniaco dell'entusiasmo. Che razza di coinquilino avevo trovato?
"Piacere mio Sebastian... e beh... auguri per questo nuovo inizio." spalancò le braccia elettrizzato, neanche stessimo per andare ad una festa meravigliosa in qualche locale esclusivo. Auguri? Per il nuovo inizio? Dico ma... era impazzito?
"Mmm... sì grazie.." borbottai con una smorfia e finalmente distolsi gli occhi dai suoi e mi allontanai, mantenendo le distanze: magari se fossimo stati lontani, non avrei corso il rischio di essere contagiato dalla sua stramberia. Avevo già fin troppi amici strani.. solo un compagno di stanza del genere mi mancava.
Maledetta faccia da checca... ti rispedirei a calci in culo fino a Lima se solo il tuo fidanzatino poi non se la prendesse con me...
"Quale letto preferisci?" mi domandò, mentre afferravo il mio borsone per poterlo aprire e svuotare. Diedi un'occhiata ai due letti singoli che occupavano la stanza e feci un mezzo verso seccato: che il letto di Blaine se lo prendesse questo scemo.. io mi riprendo quello dell'anno scorso.
"A destra." borbottai a mezza bocca per poi posare con poca delicatezza il borsone sopra, tanto per rimarcare il concetto
"Perfetto allora... io mi sistemo qui!" esclamò felice, indicando l'altro letto e neanche a dirlo... sorridendo. Se non avesse smesso di farlo nei successivi trenta secondi.. probabilmente lo avrei ucciso con le mie mani. Per fortuna trascorrevo molto tempo fuori dai dormitori e vi tornavo soltanto la sera.. questo significava averci a che fare il meno possibile e diminuiva il rischio di contagio. Ma ovviamente...
"A che anno sei?" mi domandò curioso, affiancandomi e probabilmente trovando carino che due compagni di stanza facessero conversazione. Peccato per lui che io non fossi dello stesso avviso
"Ascolta, ragazzino.. mettiamo subito in chiaro le cose qui... io non sto cercando un amichetto del cuore con cui organizzare pigiama party e scambiare confidenze. Voglio starmene per conto mio, non sopporto le chiacchiere soprattutto quelle inutili e più di ogni altra cosa non intendo parlarti dei fatti miei perché già è una cosa che non faccio normalmente, figurarsi con uno sconosciuto inquietante come te. Manteniamo le distanze, ti concedo al massimo un saluto educato al mattino e di utilizzare tre ante nell'armadio, data la spropositata quantità di roba che ti sei portato dietro. I nostri rapporti si limiteranno a questo fino alla fine dell'anno, sono stato chiaro?" e lo squadrai per bene, tanto per incutere ancora un po' di terrore. E finalmente il sorrisetto fastidioso dal suo viso sparì: le sue guance sbiancarono all'istante e gli occhi chiari si sgranarono quasi volessero uscire fuori e cadere a terra. Ero stato un tantino esagerato, me ne rendevo conto, ma ero nervoso e non avevo la minima intenzione di stringere amicizia con quel tipo. Troppo sorridente e candido per i mie gusti.
Lo vidi deglutire palesemente e poi intrappolarsi un labbro tra i denti, visibilmente imbarazzato. Fantastico... avevo sperato che trattarlo male avrebbe potuto scatenare il lui qualche reazione aggressiva e che di conseguenza avrebbe tirato fuori un po' di carattere e invece... una bambolina di porcellana caduta sul pavimento avrebbe fatto più rumore.
Distolsi lo sguardo, concentrandomi sui miei vestiti da riporre nei cassetti e con la coda dell'occhio mi resi conto che si fosse allontanato a testa bassa e che si fosse seduto sul suo letto, senza dire niente. Bene... per quanto fastidioso, quel suo carattere arrendevole avrebbe potuto essere comodo per me in un certo senso.
"Ah.. un'altra cosa... la mattina in bagno devo andarci prima io.. non sopporto aspettare i comodi degli altri e mi infastidisce arrivare troppo tardi a mensa, quando tutti i cornetti alla crema sono già finiti. Questa clausola non ammette eccezioni di alcun tipo.. né ora né mai!" specificai, indicando la porta del bagno e cercando di risultare minaccioso. Odiavo fare tardi e benché fossi un tipo molto mattiniero, l'anno precedente era capitato spesso che per fare un piacere a Blaine e permettergli di impiastrarsi la testa di gel, facessi tardi a mensa.. beh, quello non sarebbe più successo e il ragazzino sorridente avrebbe dovuto capirlo fin da subito. Quella volta, con mia grande sorpresa, non rimase zitto
"Posso almeno respirare o devo chiederti il permesso anche per quello?" mi domandò stizzito e dovetti ammettere che quel tono secco fosse particolarmente stonato con i lineamenti delicati che si ritrovava. Sollevai un sopracciglio, in parte compiaciuto per quella reazione.. finalmente un po' di carattere, era ora.
"Mmm sì quello puoi farlo." concessi con un sorriso tirato, per poi afferrare shampoo e bagnoschiuma dalla borsa e chiudermi in bagno, troncando la discussione. Tuttavia, prima di chiudere la porta riuscii ugualmente a sentirlo mormorare qualcosa come
"Testa di cazzo!" che ovviamente ignorai per il suo bene ma non riuscii a ugualmente trattenere un sorriso. Un aspetto positivo ad avere un nuovo compagno di stanza c'era, nonostante tutto: almeno quello scricciolo biondo mi avrebbe fatto fare due risate e mi avrebbe fatto dimenticare quella coppietta di sposini inutili che minacciavano malignamente la mia preziosa salute mentale. Meglio di niente, no?

Westerville, Ohio. Ore 02.04 P.M. 10 Settembre 2012 (Lunedì)

Ok, forse avevo preso tutta la situazione sotto gamba perché, iniziati i corsi, gestire Blaine e Kurt, seguire i primi corsi - che tra l'altro erano molto più difficili, visto che ci avviavano al diploma - e contemporaneamente trattare male il mio compagno di stanza, stava diventando insostenibile. In particolar modo lo era stato ignorare i coniugi Anderson-Hummel che in quelle poche ore avevano tentato in ogni modo di farmi perdere la pazienza. Fortunatamente condividevamo ben pochi corsi e quindi erano davvero rari i momenti in cui avrei dovuto sopportare la loro vista; uno di questi però sarebbe stato a mensa.
La mensa della Dalton era sempre molto caotica, benché ci trovassimo comunque in un istituto privato dedito all'ordine e all'educazione. Gli adolescenti affamati erano davvero confusionari e a volte perfino imbarazzanti. Io generalmente condividevo il tavolo con alcuni dei Warblers, quelli con cui avevo più rapporto, e ovviamente la cosa si estendeva anche a Blaine e Kurt. E neanche a dirlo, dopo due mesi di lontananza ci ritrovammo tutti riuniti attorno al nostro solito tavolo, a riprendere i contatti dal punto esatto in cui li avevamo lasciati a Giugno.
"E allora, giovani usignoli... ci sono novità che avete voglia di condividere con i vostri compagni?" ci domandò David sorridente, recuperando la forchetta dal suo contenitore. I miei occhi scattarono immediatamente verso Blaine e Kurt che in quel momento si guardarono e sorrisero. E il mio tasso glicemico raggiunse di conseguenza vette spaventose.
"Oh io sì!" rispose elettrizzato Wes, congiungendo le mani e guardandoci uno per uno, quasi aspettasse che qualcuno lo esortasse, ma alla fine ci pensò da solo
"Ho trovato un nuovo fantastico martello con cui inaugurare la nuova stagione degli Usignoli.. dovreste vederlo.. è fatto di un legno lucidissimo e il manico è interamente rivestito di..." si bloccò all'istante, notando le nostre espressioni scioccate - o forse perché Jeff era scoppiato a ridergli praticamente in faccia - e ci fulminò brevemente, seccato da quella interruzione.
"Seriamente, ragazzi, qualcosa di più.. interessante? Qualche novità in campo sentimentale?" ritentò David, mentre l'usignolo orientale scuoteva la testa rassegnato e tornava al suo pasticcio di patate. Alzai gli occhi giusto per incontrare quelli incuriositi e divertiti di Jeff e della sua malefica spalla, Nick, che mi fissarono in attesa.
"Perché guardate me? Lo sapete benissimo che sono allergico a questo tipo di cose." mi difesi immediatamente, quasi offeso. Credevano davvero che potessi cambiare il mio modo di fare in così poco tempo? Ci ero affezionato e dopotutto non mi aveva mai creato problemi. Stare da soli aveva i suoi vantaggi, uno dei quali si chiamava libertà incondizionata.
E scusate se è poco...
"Questo genere di cose.. come le definisci tu, si chiamano relazioni stabili! E probabilmente un idiota come te, non potrà mai sperare di averne una." mi disse Kurt, pungente e infastidito dal mio tono. Gli lanciai un'occhiata sorpresa e lasciai che un sorrisetto maligno mi stendesse le labbra. Beh, quando le risposte mi venivano servite su un così meraviglioso piatto d'argento, diventava ancora più divertente fare la parte del cattivo in quel gruppo.
"Relazioni stabili, eh? Sono quelle in cui uno dei due gioca a fare la parte della ragazzina frigida, per non ammettere davanti al suo ragazzo di avere una fottuta paura di tutto ciò che assomiglia anche vagamente al sesso?" gli chiesi ostentando malizia e pregustandomi già la sua reazione. Lui ovviamente arrossì violentemente sulle guance e abbassò la testa. Un'ammissione di colpa in piena regola!
"Sebastian, finiscila!" mi riprese Blaine, guardandomi malissimo e stringendo la mano del suo ragazzo in difficoltà. Oh.. che carini che erano... a sostenersi nei momenti del bisogno. Il principe azzurro che correva in aiuto della principesse in pericolo, minacciata dal mostro di turno. Una scenetta da film, davvero. Feci una smorfia seccata e tornai al mio pranzo, ignorando il resto delle chiacchiere dei miei compagni, ma soprattutto cercando in ogni modo di non guardare verso Kurt e Blaine che avevano preso a fare comunella in maniera sempre più sfacciata. Il cambiamento che Blaine aveva subito, da quando stava con Kurt era più che palese: si era allontanato quasi completamente da tutti gli altri e aveva creato una bolla privata soltanto per loro due, escludendo di conseguenza il mondo reale. Escludendo anche me. Fino a che eravamo stati compagni di stanza, un minimo di rapporto si era conservato.. ormai Kurt aveva conquistato tutta la sua attenzione e di tempo da dedicare al suo migliore amico, ad Anderson ne era rimasto davvero poco. Era ciò che alla fine mi seccava maggiormente: l'aver perso quel bel legame che ci univa, l'essermi reso conto di quanto fosse cambiata l'atmosfera e perfino capire finalmente che neppure i Warblers erano così tanto speciali come avevo sempre creduto, se al mio fianco non c'era più quel nano di Blaine. E se soltanto il primo giorno quella situazione mi dava l'angoscia, come avrei fatto a superare tutto l'anno che rimaneva?
Senza dire nulla mi alzai dal tavolo e stringendo il vassoio ormai vuoto mi diressi verso la zona dei rifiuti per ripulire tutto, dopodiché uscii finalmente dalla mensa. Avevo ancora un bel po' di tempo prima dell'inizio delle lezioni pomeridiane e magari ne avrei potuto approfittare per uscire nel cortile a fumare una sigaretta. In quella scuola avevano tolleranza zero verso il fumo e l'alcool, ma in tre anni avevo escogitato mille stratagemmi per eludere la sorveglianza. Così mi diressi verso l'aula magna per approfittare di una delle uscite d'emergenza, quando qualcosa nel corridoio catturò la mia attenzione: c'era un ragazzo che stava lottando con la macchinetta delle bibite e dalle percosse che le stava infliggendo, doveva essere una situazione che andava avanti da parecchio. Avvicinandomi mi resi conto di conoscerlo e contemporaneamente mi ritrovai a sorridere e a chiedermi se non fosse un po' esagerato ignorare il proprio compagno di stanza in corridoio, in una situazione del genere. Forse avevo un po' esagerato con lui, in fondo.. non era poi tanto male. In quei due primi giorni di convivenza si era dimostrato il perfetto coinquilino:
non mi aveva minimamente rivolto la parola
, non russava e soprattutto aveva rispettato ognuna delle mie condizioni. Magari, se gli avessi dato una possibilità, anche lo scricciolo biondo si sarebbe dimostrato una bella persona, no?
"Avanti stupida macchinetta... vuoi deciderti a funzionare?" borbottò il ragazzo, quando fui abbastanza vicino per sentire
"Ci hai messo delle banconote, vero?" gli domandai fermandomi al suo fianco. Lui si girò verso di me e rimase leggermente spiazzato nel constatare che fossi proprio io a rivolgergli al parola.
"Mmm.. sì perché?" domandò confuso e anche leggermente seccato. Evidentemente in quei giorni aveva imparato che avere a che fare con me non era poi tanto raccomandabile e per questo preferiva trattarmi con sufficienza sempre. Ma d'altronde.. me l'ero cercata.
"E allora è normale che non funzioni. L'anno scorso un idiota ha infilato una piastrina di metallo nella fessura per le banconote e per questo non riescono a scendere." lo informai indicando la fessura in questione. Lui sgranò gli occhi incredulo
"Scherzi? Ci ho appena infilato dieci dollari!" sbottò e diede un altro pugno alla macchinetta che rimbalzò appena scontrandosi con il muro.
"E tu per prendere una bottiglia d'acqua.. infili dieci dollari? Te le vai cercando così!" lo provocai divertito ma lui non parve gradire perché grugnì e mise su una smorfia
"Da quando io e te ci parliamo? Anzi, rettifico.. da quando tu mi rivolgi la parola? Pensavo non volessi avere niente a che fare con me fino alla fine dell'anno! Cosa è successo? Non ho rispettato qualcuna delle tue preziose regole?" mi domandò sorpreso e seccato allo stesso tempo, rinunciando alla sua banconota ormai perduta. Mi feci scappare un mezzo sorriso divertito per poi frugarmi nelle tasche del blazer in cerca di spiccioli
"Hai ragione... è un po' strano che io sia qui a rivolgerti amichevolmente la parola.. diciamo che mi sono reso conto di essere stato un po' troppo... eccessivo nei giorni scorsi e forse sarebbe il caso che facessimo un passo indietro e provassimo a ricominciare d'accapo." inserii due monete da dieci centesimi nella macchinetta e premetti il numero per la bottiglietta dell'acqua che capitolò sul fondo con un rumore sordo. La recuperai all'istante e la porsi al mio coinquilino, che mi guardò sospettoso
"Che ne dici? Basta questo per sotterrare l'ascia di guerra?" gli chiesi con un sorriso, sperando di poter ancora recuperare qualcosa. Afferrò la bottiglietta, dopodiché sollevò gli occhi nei miei. Lì mi resi conto di una cosa: la prima volta che avevo avuto modo di scrutare in quelle iridi chiare non mi ero reso veramente conto di quanto fossero belle e particolari. Le avevo definite sorridenti ma in quel momento sembravano più che altro.. vive. Aveva degli occhi meravigliosi e detto da uno che normalmente non si concedeva di fare complimenti.. era davvero un evento straordinario.
"Pensi che il mio perdono valga soltanto venti centesimi? Parti con il piede sbagliato, Smythe!" mi provocò, l'ombra di un sorriso a distendergli le labbra. Quel tono leggero, che in parte mi ricordò il nostro primo approccio, mi fece sospirare soddisfatto.
"Beh è un inizio... a questo potrei aggiungerci un caffè offerto e magari perfino una sigaretta." gli proposi, poggiando la spalla al bordo della macchinetta. Aggrottò la fronte e scosse la testa
"Mi dispiace per te ma.. non fumo e detesto il caffè." rispose, smontando tutti i miei piani. Sgranai gli occhi, letteralmente scioccato
"Bontà divina.. dimmi almeno che sei un latitante o che sotto il materasso nascondi qualche grammo di coca altrimenti andrò immediatamente a chiedere in segreteria di cambiare stanza!" mi lamentai, ovviamente scherzando. Finalmente riuscii a farlo ridere e lui mise da parte quel broncio che gli aveva incupito il volto in quei giorni, tornando ad illuminarsi tutto
"E ti dirò di più... sono anche astemio!" e mi strizzò l'occhio avviandosi verso il corridoio. Ridacchiai divertito, trovando estremamente esilarante il fatto che un animo innocente come il suo fosse capitato per disgrazia in camera con il peggior demonio. Poverino.. non sapeva proprio cosa aspettarsi.
Dopo tre o quattro passi, Daniel si fermò e si voltò verso di me, sorridendomi
"Pensandoci.. c'è una cosa che potresti fare per ottenere il mio perdono." annunciò, sfiorandosi il mento con due dita. Drizzai la schiena all'istante
"Qualsiasi cosa." acconsentii curioso. Si concesse un altro sorriso prima di parlare
"Almeno nei giorni dispari, il bagno lo uso prima io... anche a me piacciono i cornetti alla crema per colazione e sai.. se arrivo troppo tardi rischio di non trovarne neanche uno!" e detto questo, con un ultimo sorriso girò di nuovo le spalle e sparì oltre l'angolo, lasciandomi immobile e sorridente. La prima persona sulla faccia della terra ad essere riuscito ad avere l'ultima parola con me. La prima persona a cui io l'abbia mai concesso.
  
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