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Autore: Dreamer91    04/05/2013    2 recensioni
"Il proprietario di questa enorme valigia qui fuori è pregato di liberare immediatamente il bagno e di ricordarsi che la camera è una doppia e che pertanto ci sono dei tempi massimi da rispettare per il suo usufrutto!" gridai, ovviamente per sovrastare il rumore dell'acqua che per mia fortuna cessò all'istante. Passarono esattamente cinque secondi dopodiché la porta si aprì rivelando finalmente il mio nuovo coinquilino. La prima cosa che notai fu il sorriso radioso con cui mi accolse... anzi radioso sarebbe stato alquanto riduttivo, era più che altro.. luminoso ed accecante. Ma passò immediatamente in secondo piano non appena sollevai appena gli occhi per incontrare i suoi. Due pozze azzurre chiarissime che si posarono su di me e.. sorrisero.. sì, gli occhi del mio coinquilino sorrisero.
E la miseria..."
Avvertimento: mini-long AU di Just a Landing sulla Seniel... enjoy :)
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salveeeee... buon Sabato a tutti.. dunque, come promesso oggi si aggiorna la mini-long e il secondo capitolo riguarda Ottobre: dunque solo un paio di precisazioni.. la prima riguarda quello che succede tra Blaine e Sebastian.. avendo mantenuto in parte i caratteri della serie, Bas ha qualche problema ad andare d'accordo con Kurt (come tutti sappiamo!) e questo ovviamente condiziona anche il suo rapporto con Blaine visto che quest'ultimo porta parte al suo ragazzo, la maggior parte delle volte. Quindi non meravigliatevi troppo per quello che succederà in questa long... poi Sebastian potrebbe essere spinto da altri motivi che si scopriranno in seguito ma.. non inveite contro nessuno mi raccomando u.u (io non ho colpe XD) e ovviamente in tutto questo c'è il piccolo Daniel che è un cucciolo e io lo amo da impzzzire *__* da qui iniziamo un po' a scoprire il suo bel carattere e anche il rapporto che si instaura con Seb... diciamo che è tutto calcolato quindi non ve la prendete troppo con me se succede qualcosa di imprevisto u.u bene penso di aver detto tutto... ci vediamo.. diciamo Sabato prossimo per l'aggiornamento e... io lo so che ci siete ma che siete taaanto timide per venire allo scoperto ma.. se faceste sentire la vostra voce io sarei davvero davvero davver contenta... quindi... vi attendo :) Buona lettura.. un bacio a tutti <3
p.s. Pagina Fb (Dreamer91 ) Raccolta Seniel (Now and Forever ) la shot rossa è in lavorazione.. tanto per accontentare qualcuno che me l'ha chiesta ;)
n.b. Scusate per il pessimo HTML.... Colpa di Nvu -.-




Ottobre

Westerville, Ohio. Ore 05.23 P.M. 12 ottobre 2012 (Venerdì)

In quel primo mese di lezioni, erano successe molte cose, la maggior parte delle quali erano state davvero pessime. Prima di tutto, qualche giorno dopo l'inizio dei corsi, anche il Glee club aveva riaperto i battenti e come ogni anno ci erano toccate le audizioni per ammettere nuovi membri e rimpiazzare quelli che si erano diplomati l'anno prima. In particolare, quella volta erano stati davvero atroci: gli usignoli erano molto selettivi per fortuna, e generalmente era soltanto il consiglio - formato da Wes, David e Thad - a decretare se un ragazzo potesse o meno entrare a far parte della squadra. Ci eravamo passati tutti e questo ci permetteva di essere posti tutti sullo stesso livello... sì, anche faccia da checca dopotutto perché in fondo un pregio ce l'avevo.. possedeva una bella voce, molto rara da trovare e davvero preziosa per la squadra. Ma io ovviamente, piuttosto che pronunciare ad alta voce queste parole, mi sarei tagliato la lingua.
Le audizioni però quella volta avevano seriamente fatto cilecca perché nella schiera degli usignoli era entrato il ragazzo più insopportabile, egocentrico e inquietante di sempre: Hunter Clarington. Proveniva da una scuola militare e questa formazione rigida lo aveva portato a diventare ancora più freddo e fastidioso... quasi più del sottoscritto e forse era proprio questo che non ci permetteva di andare d'accordo.. per niente. In un mese di prove con i Warblers eravamo stati capaci di discutere quasi ogni giorno e la cosa peggiore era scoprire che la maggior parte dei miei compagni fosse dalla sua parte. Lui era quello nuovo, lui era quello particolarmente dotato vocalmente, lui era quello determinato a vincere. E questo era bastato per farlo diventare la nuova legenda del gruppo, ovviamente mettendo in ombra me. In più sembrava che anche Blaine ne fosse entusiasta.. non faceva altro che elogiarlo, portargli parte anche andando contro di me - che mi ostinavo ancora a considerarlo il mio migliore amico - e soprattutto... beh, se a me Hunter non piaceva, Kurt di contro lo adorava. Ed era strano perché una checca come lui non sembrava poter andare d'accordo con un militare del calibro di Clarington e invece.. mi sbagliavo anche su quello.
Andare alle prove degli usignoli si era trasformato rapidamente da essere il momento più atteso della giornata, all'incubo peggiore in quella scuola. Ma purtroppo ormai non potevo tirarmi indietro e a dirla tutta.. quei crediti extra mi servivano come l'aria nei polmoni. Possedevo una pazienza infinita, ed era arrivato il momento di utilizzarla tutta, fino all'ultima goccia.
"Smettila di guardarli in quel modo.. finirai con il consumarli, o peggio ti farai scoprire miseramente!" una voce mi ammonì bonariamente e spostando gli occhi di fronte a me, incrociai quelli azzurri del mio compagno di stanza, che se ne stava seduto dall'altro lato del tavolino della caffetteria con il libro di storia in una mano e un bicchiere di thé caldo nell'altra. Sollevai un sopracciglio confuso
"Di che cosa stai parlando?" gli domandai, quasi offeso. Lui abbandonò il libro per sporgersi leggermente verso di me
"É da quando siamo entrati in caffetteria che continui ad osservare quel gruppetto lì in fondo... e tra l'altro hai su un broncio da bambino maltrattato che, per quanto adorabile, non si addice affatto ad uno con la tua fama!" mi spiegò con il sorriso per poi indicarmi il gruppo in questione. Ovviamente aveva ragione: seduti a tre tavoli da noi c'erano Blaine e Kurt in compagnia di Hunter, David e Wes, intenti a chiacchierare amorevolmente tra di loro e ignorandomi di conseguenza. E il fegato mi rodeva per la rabbia a quella vista. Provai ad ignorare buona parte della sua frase per concentrarmi su qualcosa di più interessante. Tipo il fatto che mi avesse trovato adorabile.
"E sentiamo... che fama avrebbe uno come me?" lo provocai divertito, incrociando le braccia sul tavolo. Daniel ridacchiò, stando perfettamente al gioco
"Ci sono strane voci sul tuo conto.. a quanto pare sei un tipo poco raccomandabile che corrompe le anime di ragazzini innocenti e li porta sulla cattiva strada." disse abbassando un po' la voce, per far capire che quella discussione era solo per noi. Fu il mio turno per ridacchiare
"Mmm interessante... e ci sono testimoni che tu sappia?" gli chiesi, rilassandomi un po' sulla mia sedia, dimenticando completamente Clarington, la coppia di sposi e tutti i miei amici che mi ignoravano bellamente. Daniel finse di pensarci
"In effetti sì.. ho sentito dire che ha fatto diventare il suo compagno di stanza un fumatore accanito!" mormorò, mettendo su un'espressione scioccata
"Ma sentilo.. per due miseri tiri che ti sei fatto, ora sei diventato un fumatore accanito!" mi lamentai divertito, non riuscendo a trattenere poi le risate, ricordando perfettamente la faccia buffa che aveva messo su in quell'occasione, tossendo e fingendo di sentirsi male per non finire la sigaretta. Scosse la testa, fingendosi offeso
"Sei davvero una pessima persona, Smythe... che pazienza che deve avere questo splendido ragazzo che sta in camera con te. Non lo invidio per niente." e dopo un sospiro teatrale se ne tornò al suo libro, lasciandomi addosso ancora un sorriso divertito.
Le cose con Daniel in quel primo mese di convivenza erano migliorate notevolmente: avevamo imparato a conoscerci ed io mi ero aperto con lui, quasi quanto avessi fatto con Blaine. Certo, non eravamo arrivati allo stesso livello però.. perlomeno era diventato davvero piacevole passare del tempo con lui. Mi faceva sentire leggero e soprattutto era uno dei pochi che non mi trattava con sufficienza, né mi faceva sentire un cretino. E in più... aveva ottenuto di usare il bagno per primo tutti i giorni dispari della settimana ed era davvero una conquista. Era davvero una bella persona ed ero stato incredibilmente fortunato a ritrovarmelo come compagno di stanza. Nonostante avesse due anni in meno di me, era un ragazzo molto maturo e riusciva a stare allo scherzo, raramente si offendeva sul serio e soprattutto riusciva tranquillamente a sopportarmi con tutti i miei sbalzi d'umore e i miei difetti. Qualche aspetto positivo in quell'ultimo anno ci sarebbe stato dopotutto.
Senza neanche farci caso, i miei occhi tornarono a posarsi sul tavolo dove c'erano Blaine e gli altri: ogni volta che quest'ultimo mi ignorava o prendeva le parti di qualcun altro o che semplicemente smetteva di essere il mio migliore amico, sentivo distintamente un pezzo staccarsi dentro di me.. non sapevo esattamente da dove, sapevo solo che diventava sempre più doloroso da sopportare. Prima io e lui eravamo quasi una cosa unica... e ormai non c'era quasi più niente a tenerci legati. Tranne gli usignoli forse.
"Posso permettermi di darti un consiglio?" la voce di Daniel tornò a farsi sentire e per la seconda volta ritrovai i suoi occhi nei miei e mi sentii arrossire appena, perché ero stato nuovamente beccato a spiare verso quel maledetto tavolo
"Se non sono obbligato ad accettarlo..."
"Parlaci!" esclamò soltanto, secco e lapidario
"Parlare con chi?" domandai confuso
"Con Blaine. Si vede che ci stai male per questa strana situazione che si è creata tra di voi e non penso che evitando il problema, questo possa risolversi." spiegò accigliandosi appena. Lui sapeva quasi tutta quanta la storia perché in quelle settimane avevamo passato molto tempo assieme ed io mi ero ritrovato a raccontargli praticamente tutto di Blaine, di Kurt e di quello che stava succedendo con i Warblers. Quindi era quasi scontato che prima o poi decidesse di dire qualcosa in merito alla faccenda.
"E a che scopo? Ormai non mi ascolta neanche più... la sua ragazza gli ha fatto il lavaggio del cervello e qualsiasi cosa io dica viene visto come un attacco personale contro di loro." scossi la testa, avvertendo l'amaro in bocca.
"Servirebbe a te... siete amici, non potete buttare all'aria tutto in questo modo, solo perché lui è fidanzato con una persona che a te non piace. Non riesci proprio ad andare oltre questa cosa? Non riesci a... sopportare Kurt almeno per il bene di Blaine?" mi domandò confuso. Quelle parole riuscirono a spiazzarmi perché sembrava quasi una richiesta disperata di uno che non riesce davvero a capire come mai potessi avere quel comportamento. Provai a chiedermi se effettivamente per me fosse tanto difficile sopportare Kurt e se potessi perlomeno tentare di sorvolare sul suo essere una checca fastidiosa, almeno per Blaine; però in quel momento ci pensarono proprio loro due a rispondere al posto mio: passarono accanto al nostro tavolino, mano nella mano e nessuno dei due si preoccupò di sollevare la testa per farmi anche un gesto di saluto. E quello bastò come risposta.
"A quanto pare anche a Blaine sta bene così... ed io sinceramente non sono proprio il tipo che rincorre le persone. Se vuoi avermi nella tua vita bene... altrimenti arrivederci e grazie." e feci una smorfia seccata, mentre prendevo a giocherellare con il contenitore vuoto del caffè. Daniel non rispose immediatamente, si prese qualche istante per rifletterci davvero fino a che, mentre accarezzava distrattamente la pagina del suo libro, non decise di dar voce al suo pensiero
"Mi risulta davvero difficile credere che qualcuno possa non volerti nella sua vita." mormorò con molta tranquillità. Per un brevissimo istante avvertii lo stomaco precipitare verso il basso - una sensazione stranissima, mai provata prima, che non seppi neanche spiegare - e poi tornare al suo posto pochi istanti dopo, nel momento in cui gli occhi di Daniel scattarono nei miei e si allargarono incredibilmente, segno che si fosse appena reso conto di aver detto qualcosa che non avrebbe dovuto dire. E giustamente le sue guance si colorarono di rosso
"Cioè... non io... volevo dire che.. se tu e lui siete stati amici fino ad ora non vedo perché adesso dovrebbe pensarla diversamente.. era.. era questo che intendevo." borbottò a disagio, alternando segni affermativi con la testa, quasi tentasse di convincere entrambi della verità di quella frase. Le mie labbra si incurvarono immediatamente in un sorriso, leggermente lusingato ma più che altro divertito.. divertito principalmente dal fatto che si fosse tirato la zappa sui piedi da solo. 
"Certo." mormorai con una smorfia divertita "Riprovaci, scricciolo... magari la prossima volta risulti anche credibile." e non riuscii a trattenere una risata leggera, mentre lui sbuffava, ma rimaneva in silenzio, ancora con il viso arrossato. Era stato davvero... carino ciò che aveva detto: non sapevo esattamente se intendesse dire ciò che io avevo percepito però.. era stato davvero carino. Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere, neanche Blaine.
Non sapevo sinceramente quali fossero i gusti in campo sessuale di quel ragazzo: non avevamo mai parlato di quelle cose né tanto meno lui sapeva che io fossi gay; forse avrei dovuto chiarirlo fin da subito ma non ce n'era mai stata l'occasione o forse davo per scontato che, sapendolo praticamente tutta la scuola, lo sapesse anche lui. Non avevo di certo paura di quello che potesse pensare - non me ne era mai fregato nulla del pensiero della gente e non avrei iniziato a preoccuparmene in quel momento - però sapevo già che non fosse di certo omofobo, altrimenti avrebbe guardato in maniera negativa verso Blaine e Kurt. Magari alla prima occasione utile lo avrei specificato e magari avrei perfino potuto indagare meglio sul suo conto, se fosse o meno della mia stessa sponda del fiume.
"Io devo andare alle prove... quegli ingrati sarebbero capaci di iniziare senza di me." annunciai recuperando tutte le mie cose e sistemandole nella tracolla
"Non agitarti troppo, mi raccomando.. e ricorda che qualsiasi reazione esagerata è sempre controproducente!" mi avvertì con un'occhiata particolarmente eloquente che mi fece ridacchiare
"Questo tuo continuo preoccuparti mi lusinga, Philips... ci stai per caso provando spudoratamente con me?" lo provocai divertito e lui si concesse una risata leggera, scuotendo la testa
"Ci vediamo più tardi. Buone prove." mi augurò e dopo avergli fatto un cenno con la testa lo lasciai al suo libro di storia, uscendo dalla caffetteria.
Le Provinciali si sarebbero svolte il mese successivo al liceo McKinley di Lima e ci saremmo dovuti scontrare contro i campioni nazionali in carica, che avevano la fama di essere davvero bravi; niente a che vedere con la professionalità, la limpidezza e soprattutto le coreografie articolate che caratterizzavano gli usignoli, però... iniziavamo ad avvertire una certa ansia. Per molti di noi era anche l'ultimo anno e quindi l'ultima possibilità di arrivare alle Nazionali e dare alla Dalton Academy un altro grande riconoscimento e motivo di vanto. Eravamo preparati e carichi e avremmo combattuto con le unghie e con i denti, mettendo in scena tutto il nostro talento, solo ed esclusivamente per dimostrare agli altri quanto meritassimo di essere i nuovi campioni nazionali di canto coreografato degli Stati Uniti d'America.
"... Ed è per tutti questi motivi che credo che Whistle di Flo Rida debba essere una delle esibizioni degli usignoli per le Provinciali." la voce fastidiosa di Hunter tuonò nella sala riunioni dei Warblers, nel silenzio generale. Stavamo appunto decidendo quale scaletta presentare alla competizione e il consiglio aveva lasciato la parola a tutti i membri per poter fare brainstorming. Peccato che Hunter non avesse la minima idea di cosa stessimo facendo. Mi scappò una risata che attirò lo sguardo di tutti dato che nessuno stava parlando, ovviamente incluso quello di Hunter
"Spero tu stia scherzando." mormorai guardandolo male, sorpreso del fatto che nessun altro avesse ancora reagito
"Prego?" domandò lui leggermente seccato. Aveva anche il coraggio di chiedere spiegazioni!
"Ti sei reso conto di aver appena proposto di cantare una delle canzoni più indecenti di tutto il panorama musicale?" gli feci presente, lanciando contemporaneamente un'occhiata verso i tre membri del Consiglio, che continuavano a rimanere in silenzio. Strano, davvero molto strano.
"Non credo di seguirti, Smythe." mormorò inarcando il sopracciglio e quella sua espressione indifferente mi irritò ancora di più. Ma forse furono i silenzi degli altri ad agitarmi maggiormente: perché nessuno si alzava per darmi ragione? Perché Thad, David o Wes non richiamavano l'ordine e non bocciavano quella stupida idea? Perché Blaine guardava ovunque, tranne che verso di me?
"É una canzone che parla di... pompini!" sbottai allargando le braccia, per constatare l'ovvio. Certo aveva un bel ritmo ed era rimasta in classifica per molte settimane, ma... parlava di pompini e non era affatto la canzone adatta per battere i campioni nazionali. Hunter scosse la testa, quasi divertito da quella mia reazione. Dalla sua espressione immaginai stesse per dire qualcosa che non mi sarebbe affatto piaciuta
"Mi meraviglio di te... fai tanto l'alternativo del gruppo e poi cosa fai? Ti scandalizzi per una canzone?" mi provocò con un sorrisetto fastidioso sulle labbra.
Appunto...
"Non sarò io a scandalizzarmi Clarington.. lo faranno piuttosto i giudici e i nostri avversari. Ti ricordo che dovremmo vedercela con i campioni nazionali e con il Glee Club di un collegio cattolico.. immagino quanto saranno entusiasti di sentirci cantare una canzone che celebra le bellezze del sesso orale." in effetti era piuttosto bizzarro che proprio io - che ero il più libertino e disinibito del gruppo - avanzassi quella protesta. E forse in un altro momento, se il mio desiderio più grande non fosse stato quello di vincere, avrei appoggiato quella idea, nonostante fosse stato quell'idiota a proporla. Ma ero fermamente convinto che gli Usignoli dovessero puntare verso altri repertori, magari sempre mantenendo la leggerezza che ci aveva sempre contraddistinto, ma... con un po' meno di volgarità, ecco. Hunter fece una mezza smorfia, senza però scomporsi troppo
"Mettiamolo ai voti... chi pensa che Whistle possa essere adatta per gli Usignoli?" domandò rivolgendosi al resto del gruppo che, finalmente interpellato direttamente, reagì. Quello che accadde in quel momento in quella stanza fu davvero inspiegabile: tutte le mani dei presenti scattarono verso l'alto, incluse quelle dei tre membri del Consiglio. Incluse quella di Kurt. Inclusa anche la stramaledettissima mano di Blaine. E quello fu davvero troppo.
"Non ci posso credere..." mormorai allibito. Ero senza parole e mi sembrava davvero un affronto personale quello.. un affronto bello e buono. Come potevano i miei amici voltarmi le spalle in quel modo senza neanche parlarne? Come potevano appoggiare l'idea malsana di Hunter, ignorando le mie valide motivazioni? Come diavolo poteva Kurt Hummel scegliere di cantare una canzone sui pompini, quando a malapena si ricordava di respirare quando qualcuno parlava di sesso? Come poteva Blaine.. farmi quello che mi stava facendo?
"Quanto mi dispiace." mormorò Hunter, fingendosi sconsolato ma ridacchiando sotto i baffi, con il preciso intento di infierire maggiormente. Presi un profondo respiro e puntai gli occhi nei suoi: quello stronzo non aveva la minima idea di chi si fosse appena messo contro.
"Sai... io se fossi in te non tirerei troppo la corda, Clarington. D'altronde sei l'ultimo arrivato e non credo sia molto saggio da parte tua metterti contro qualcuno che forse qui dentro conta qualcosa di più." lo avvisai con una strana tranquillità che non credevo di possedere ancora che sperai fosse sufficiente a metterlo in guardia. Ma ovviamente mi sbagliai anche su quello perché pensò bene di scoppiare a ridere, quasi avessi appena fatto una battuta
"E chi sarebbe questo qualcuno? Tu?" domandò divertito, indicandomi con la mano.
Calmati Sebastian... non vedi che è un coglione.. vuoi metterti a fare storie con un coglione?...
"Beh sono uno dei più anziani qui dentro quindi... sì!" specificai, mentre avvertivo gli occhi di tutti addosso. Mi sarei aspettato che qualcuno intervenisse e mettesse in dubbio anche quello. E allora sì che sarebbero stati dolori. Secondo le regole degli Usignoli, con la mia esperienza sarei potuto tranquillamente entrare nel Consiglio, prendendo il posto di Thad che era ancora uno Junior, ma non l'avevo fatto perché era troppo grande come responsabilità ed io non volevo impegni a lungo termine. Ma ciò non toglieva che comunque lì dentro le mie parole avessero più peso delle sue. Fino a prova contraria. 
"Ma fammi il piacere!" sbottò lui e si prese un istante per forzare una risata fastidiosa che mi strinse lo stomaco "Non lo hai ancora capito che se non sei stato ancora cacciato a calci fuori di qui è per quel bel faccino che ti ritrovi? Hai la tua presenza scenica che fa comodo al gruppo e di certo non rimani per le tue doti vocali!" esclamò con sicurezza, quasi stesse rivelando un grande segreto di cui tutti erano a conoscenza. Per una piccolissima ed insignificante frazione di secondo, quelle parole ebbero il potere di ferirmi. E fu davvero strano perché niente e nessuno era mai riuscito a farlo, neanche gli insulti di mio padre quando feci coming out. Ma durò relativamente poco, perché subito avvertii la rabbia invadermi completamente e una strana quanto incalcolabile voglia di mettere le mani addosso a quel coglione. Perché ne sarebbe valsa decisamente la pena.
"E tu invece perché sei qui? Il tuo caro paparino ha pagato anche gli usignoli per ammetterti? Oppure si è limitato a comprare tutti i professori e quei ragazzi che ti circondano e fingono di esserti amici?" tirai fuori quelle parole con tutta la cattiveria che avevo dentro e a giudicare dalla sua espressione e da quello stupido sorrisetto che si spegneva di colpo.. dovevo esserci proprio riuscito. Hunter si irrigidì, trasformandosi quasi completamente. Dello sbruffone che si prendeva gioco di me era rimasto ben poco e lo dimostrò anche il suo tono
"Cuciti la bocca, Smythe.. non sai di cosa stai parlando!" sibilò minaccioso e fece un paio di passi verso di me, probabilmente senza neanche accorgersene. Io istintivamente abbandonai la mia poltrona per alzarmi in piedi e fronteggiarlo. Mi rendevo conto che provocarlo in quel modo avrebbe potuto scatenare reazioni esagerate da parte sua ma... lui fino a quel momento non si era fatto scrupoli, umiliandomi davanti a tutti gli altri quindi il minimo che potevo fare, sarebbe stato rendergli pan per focaccia.
"Si vede che ho toccato un tasto dolente... hai qualche scheletro nell'armadio, mi sa." mormorai con un mezzo sorriso, mentre affondavo le mani nelle tasche del pantalone. Hunter avanzò di altri due passi fermandosi a meno di venti centimetri da me e sollevò l'indice per puntarmelo contro
"Tu non hai la minima idea di cosa significhi essere Hunter Clarington!" la sua voce era ridotta ad un soffio tremante e i suoi occhi erano due minacciose linee scure che cercavano di polverizzarmi. Forse già questo avrebbe dovuto farmi capire che il limite era appena stato superato e che mi sarei dovuto stare zitto. E invece....
"No per fortuna non lo so. Altrimenti sarei un viziato figlio di puttana esattamente come te!"
Quello che accadde in quell'istante più che vederlo lo sentii. Forte e preciso come un fulmine, diretto sulla mia faccia e doloroso come non mai. Non riuscii esattamente a capire cosa fosse successo fino a che qualcuno non emise un mezzo strillo di sorpresa che ruppe quel silenzio assordante. E in quell'istante, mentre istintivamente mi portavo una mano dove avvertivo provenire il dolore, sentii sulla lingua il sapore del sangue. Hunter mi aveva tirato un pugno.. quel fottuto coglione mi aveva messo le mani addosso.. cazzo.
Sollevai gli occhi e li puntai su di lui, mentre il labbro mi pulsava dolorante e il sangue in bocca iniziava a darmi il voltastomaco. Hunter era livido di rabbia ma apparentemente soddisfatto del suo gesto. Non si mosse di un millimetro, continuando a studiarmi per bene, cosa che ovviamente feci anche io, più che altro per essere più preparato quella volta ad altri scatti del genere. In meno di mezzo secondo fummo circondati da tutti gli altri che, spaventati da quella reazione, si precipitarono a dividerci: Jeff e Richard affiancarono Hunter che immediatamente si ribellò, strattonandoli mentre cercavano di allontanarlo da me; al mio fianco invece arrivarono Blaine e Nick che tuttavia non ebbero assolutamente bisogno di bloccarmi dato che mi ero già allontanato da solo, troppo impegnato a controllare i danni al labbro per preoccuparmi di attaccare quel coglione.
"Pezzo di merda." biascicai constatando che stessi ancora sanguinando. Cercai nella tasca del blazer qualcosa con cui pulirmi e con la coda dell'occhio notai Blaine al mio fianco, eccessivamente seccato, intento a scuotere la testa. Quella sua espressione ebbe il potere di innervosirmi ancora di più... più di quanto non avesse già fatto Hunter che mi metteva le mani addosso
"Cosa?" sbottai infastidito e lui sobbalzò appena, non aspettandosi quel tono così all'improvviso. Ma si riprese all'istante
"Che diavolo ti è saltato in mente?" mi domandò duro, abbassando la voce per far sì che soltanto io potessi sentire. Lo stomaco mi si irrigidì nuovamente in risposta.
"Probabilmente ti sei distratto un attimo e non hai capito un cazzo di quello che è appena successo, Anderson. É stato Hunter a colpire me quindi questa domanda falla a lui!" sibilai furioso. Da tutti mi sarei aspettato quello sguardo, tranne che dal mio migliore amico. Ma quello era niente in confronto a ciò che mi aspettava ancora
"Ho visto benissimo quello che è successo... lui ti avrà anche colpito ma tu lo hai provocato! Che cosa credevi di fare?" buttò le braccia in aria, in un gesto di esasperazione pura. Per un momento dimenticai il dolore e il sangue e la probabile umiliazione subita davanti a tutti i miei compagni, per potermi concentrare su quello che Blaine aveva appena detto. Probabilmente scherzava.. probabilmente non si rendeva neanche conto di ciò che diceva.. probabilmente voleva soltanto farmi ragionare. Sicuramente però quelle parole fecero molto più male del pugno in faccia di Hunter.
"Sei fuori di testa?" gli chiesi allibito e fece una smorfia particolarmente seccata
"Alcune volte proprio non ti capisco, Sebastian... ti comporti come se avessi cinque anni." mormorò con un sospiro, quasi fosse deluso da me. In realtà ero io ad essere deluso.. dalla sua reazione, dal fatto che mi aspettassi un po' più di comprensione verso di me che ero il suo migliore amico. Invece si era apertamente schierato dalla parte di Hunter. Il nuovo arrivato. Lo sconosciuto. Che diavolo stava succedendo in quella dannata scuola?
"Questa volta te la sei davvero meritata!" esclamò infine, lanciando un'occhiata esasperata verso il gruppetto che tentava di calmare Hunter - ignorando di conseguenza me - per poi voltarmi le spalle e raggiungere Kurt.
Perché non mi colpisci anche tu? Preferirei il dolore fisico a quello che sto provando ora...
Lo stomaco vibrò ancora, quella volta più forte, mentre mi portavo nuovamente una mano sul labbro ferito e osservavo gli altri, impegnati ad ignorarmi. Quelli non erano i miei compagni, i miei amici, i miei usignoli. Cosa era successo? Perché erano cambiati così tanto? Perché nessuno di loro si era avvicinato a me per chiedermi come stessi o se avessi bisogno di una mano? E perché maledizione ci rimanevo così male? Perché il mio essere solitamente strafottente, quella volta non aveva effetto?
Tenni lo sguardo basso mentre lasciavo la sala riunioni dei Warblers e mi dirigevo verso le scale principali; ovviamente nessuno tentò di fermarmi e forse fu meglio così.. avevo tanta di quella rabbia addosso che probabilmente avrei potuto far loro del male, molto più di quanto me ne avesse fatto Hunter. Sicuramente di meno però rispetto a quanto ne avesse fatto Blaine a me.
Questa volta te la sei davvero meritata...
Entrai in camera spalancando la porta e poi sbattendola con forza, probabilmente facendo tremare perfino le pareti. Avrei preso a pugni il muro fino a distruggermi le mani se quello fosse bastato a calmarmi. O forse sarei potuto tornare dagli altri e magari colpire Hunter, restituendogli il favore e poi Blaine, ringraziandolo per il suo prezioso ed inesistente sostegno. Ancora non mi era chiaro cosa l'avesse spinto a trattarmi in quel modo e perché non avesse perlomeno provato a dimostrarsi solidale come sempre: quella non era di certo la prima volta che mi comportavo in quel modo - benché nessuno prima di Hunter mi avesse messo le mani addosso - ma nonostante tutto Blaine era sempre stato dalla mia parte, anche quando avevo avuto torto, anche quando non mi meritavo il suo sostegno, anche quando rifiutavo il suo aiuto. Lui c'era sempre stato perché era mio amico e perché sapeva quanto avessi bisogno di lui. Cosa era cambiato allora? Era stato Kurt a trasformarlo in quel modo? Che diavolo saltava in testa a quella maledetta faccia da checca?
"Dio Sebastian... sei impazzito per caso? Mi hai fatto prendere un colpo!" una voce maschile spezzò il silenzio della stanza, ma non servì girarsi per capire di chi fosse. Grugnii in risposta, mentre iniziavo a sbarazzarmi della cravatta che stringeva al collo. Intanto il labbro continuava a pulsare dolorosamente e probabilmente se mi fossi guardato allo specchio lo avrei trovato già gonfio. Maledizione.
"Che cosa è successo? Non dovresti essere alle prove dei Warblers a quest'ora?" domandò ancora Daniel confuso. Al diavolo le prove, al diavolo i Warblers. Mi sbarazzai anche della giacca buttandola sul pavimento - e per me che ero un maniaco dell'ordine, era davvero inammissibile - e mi diressi verso il bagno, cercando di ignorare il mio coinquilino, nonostante dovessi passargli praticamente di fianco. E quello bastò per farlo reagire
"Sebastian, aspetta!" allungò prontamente un braccio per afferrarmi il polso e farmi bloccare. Gli occhi finirono inconsapevolmente nei suoi giusto in tempo per vederli allargare dalla sorpresa e luccicare di una strana emozione. Sembrava... preoccupazione. Passò un lungo silenzioso istante prima che potesse dire qualcosa e lo fece con un debolissimo sussurro spaventato
"Dio Santissimo... che cosa hai fatto al labbro?" mi domandò mentre la presa attorno al polso di intensificava appena. Fui tentato di passare la lingua sopra la ferita ma mi trattenni appena in tempo altrimenti mi sarei messo a strillare per il dolore
"Niente!" sbottai secco. Daniel non si meritava quel trattamento perché lui non c'entrava nulla, si stava semplicemente preoccupando per me. Cosa che avrebbe dovuto fare qualcun altro.
"Niente? Sebastian stai sanguinando... tu questo lo chiami niente?" si lamentò alzando leggermente la voce, sempre più sconvolto. Spostai lo sguardo sul pavimento, incapace di sostenere quegli occhi così vivi e preoccupati e contemporaneamente pensare che da qualche parte in quell'istituto in quel momento c'era qualcuno che inveiva ancora contro di me e qualcun altro che era convinto del fatto che me lo fossi meritato. E poi c'era Daniel.. il mio compagno di stanza da poco più di un mese a cui invece qualcosa di me importava davvero.
"Un semplice scambio di opinioni finito male." minimizzai, stringendo le spalle. Lui non parve apprezzare la leggera ironia che utilizzai perché emise un leggero lamento
"Chi è stato?" mi domandò secco
"Che importa sapere..."
"Chi è stato?" ripeté con più fermezza, stringendo ancora il polso. Io, con gli occhi sempre bassi, scossi la testa
"Secondo te?" lo misi alla prova, per vedere quanto fosse perspicace. Con mia grande sorpresa riuscì ancora una volta a stupirmi
"Hunter!" soffiò flebilmente e quella rivelazione parve togliergli un po' di quella sicurezza perché la presa attorno al polso diminuì leggermente. Non servì annuire o dirgli altro e lui interpretò il mio silenzio in maniera affermativa. Sospirò profondamente e mi lasciò libero il polso: solo in quel momento mi resi conto di quanto calde fossero le sue mani e quanto fosse piacevole quella differenza di temperatura sulla pelle. Ma durò soltanto un attimo.
"Aspetta qui.. torno subito." mormorò per poi sparire oltre la porta del bagno. Fu il mio turno di sospirare, mentre mi sedevo sul bordo del suo letto e mi portavo una mano nei capelli. Ancora non potevo credere a quello che fosse successo. Era come se fossi stato spettatore di me stesso, come se avessi visto dall'esterno qualcosa che in realtà non mi apparteneva neanche lontanamente. E in effetti sarebbe stato davvero molto comodo svegliarsi e scoprire che in realtà quello ad essere stato abbandonato in quel modo dal proprio migliore amico, fosse un altro. Non io.
Daniel tornò pochi istanti dopo con un batuffolo di ovatta e una bottiglietta verde che posò sul materasso dopo essersi sistemato accanto a me. Portò una mano sotto il mio mento e mi costrinse ad alzare il viso fino a portarlo alla sua altezza, finché i suoi occhi azzurri non divennero l'unica cosa che riuscii a guardare in quella stanza.
"Ora stai fermo." mi ordinò serio, liberandomi il mento dalla presa per recuperare il batuffolo e aprire la bottiglietta di disinfettante. Anche volendo non avrei mai potuto distogliere lo sguardo dal suo, perché in quel momento i suoi occhi erano così chiari e luminosi da sembrare quasi calamitati. Mi ero già accorto di quanto fossero belli - soprattutto la mattina presto, appena si svegliava - ma forse.. non li avevo mai osservati nel modo giusto. Però in quel momento ero davvero troppo scosso per farlo razionalmente.
Imbevuto il batuffolo con il disinfettante, tornò a stringermi il mento con il pollice e l'indice per tenermi fermo, dopodiché posò con molta delicatezza l'ovatta sul labbro
"Cazzo!" sbottai di conseguenza, sorpreso dal bruciore intenso e tentai di divincolarmi dalla sua stretta, con scarso risultato. Aveva forza quello scricciolo.
"Ti ho detto di stare fermo!" mi ammonì, fulminandomi brevemente
"Ma brucia." mi giustificai in un lamento
"Quanti anni hai, Sebastian?" mi domandò leggermente divertito, mentre continuava a passare il batuffolo sul labbro, quella volta appena più delicatamente. Mi scappò un mezzo sorriso - era da quando avevo lasciato la caffetteria che non sorridevo più - ma me ne pentii all'istante, dato che questo portò soltanto un'altra fitta di dolore. Lo lasciai fare senza più lamentele, concentrandomi esclusivamente sulla leggera pressione che la sua mano esercitava per ripulirmi la ferita e sul suo respiro rilassato che in parte si infrangeva sul mio viso. Mi bastò ascoltare quello per sedare gli ultimi sprazzi di rabbia rimasta. Fu particolarmente preciso nel suo lavoro e nonostante il fastidio, fu anche molto delicato. Nessuno si era mai preoccupato in quel modo per me, neanche mia madre quando da piccolo cadevo e mi sbucciavo le ginocchia sul selciato davanti casa. Perché poi tutta quella premura?
Ovviamente si accorse del mio sguardo praticamente puntato addosso e per un istante tornò a guardarmi negli occhi, distraendosi dal suo lavoro e ci mise esattamente tre secondi per arrossire
"Posso chiederti cosa è successo?" mi domandò distogliendo lo sguardo e ovviamente la mia attenzione. Sospirai profondamente perché immaginavo sarebbe arrivata una domanda del genere
"Conosci Whistle... la canzone di Flo Rida?" gli chiesi a mia volta, sorprendendolo. Mi fissò un'altra volta mentre si accigliava lentamente
"Mmmm sì... perché?"
"Hunter l'ha proposta come esibizione per le Provinciali di Novembre... secondo lui è adatta proprio perché... anti convenzionale!" spiegai buttando gli occhi in aria in un gesto esasperato. Più ripensavo a quel cretino, più mi veniva voglia di scendere di nuovo in sala prove e ucciderlo lentamente. La risata di Daniel però mi distolse da quel proposito
"Stava scherzando, spero." sbottò a metà tra il divertito e l'incredulo. Quella volta ignorai il dolore al labbro perché un sorriso ci stava tutto: finalmente qualcuno che la pensava esattamente come me... e che diavolo! D'altronde non mi sembrava di aver detto nulla di strano, anzi.. semmai il contrario. Per fortuna quel ragazzo sembrava dotato di più raziocinio di quanto non ne avessero tutti gli Usignoli messi assieme.
"E ti ha colpito soltanto perché tu non eri d'accordo con la sua idea?" domandò, accigliandosi ancora
"Non proprio.." borbottai con una smorfia. Si allontanò appena per potermi guardare meglio e per esortarmi a continuare
"Ecco io.. potrei averlo... leggermente offeso." confessai a voce bassissima ma lui sentì perfettamente perché assottigliò lo sguardo quasi non ci credesse fino in fondo o sapesse che in realtà ci fosse dell'altro. E ovviamente indovinò.
"D'accordo... mi sono lasciato un po' andare con le parole.. però... quel coglione si è preso fin troppe libertà da quando è entrato nei Warblers e qualcuno doveva pur dargli una lezione. Peccato che alla fine sia stato lui a darla a me!" e feci una smorfia seccata, stringendo le labbra tra di loro e avvertendo ancora un leggero accenno di dolore e anche un primo intorpidimento. Di sangue per fortuna non sembrava essercene più. Il suo silenzio non mi piacque affatto: continuava a fissarmi e a pensare - potevo perfino sentire gli ingranaggi che si muovevano freneticamente - senza tuttavia esprimersi. Cosa stava facendo? Mi stava giudicando anche lui? Aspettava le parole più adatte - magari quelle più cattive - da dirmi per farmi sentire ancora più coglione? Non bastavano già tutti i miei amici? Non bastava già Blaine?
"Vuoi dirmi anche tu che questa volta me la sono meritata?" domandai infatti, con il tono leggermente seccato e accusatorio. Non lo feci di proposito, ma proprio non mi andava giù che anche lui potesse pensarla in quel modo. D'accordo avevo sbagliato ma.. Santo Dio avevo solo bisogno che qualcuno si schierasse dalla mia parte e che mi desse un po' di comprensione... sarebbe stato chiedere troppo?
"Non sono mai stato un fan della violenza gratuita. Puoi avergli detto le cose peggiori e aver usato il tono più spregevole di questo mondo.. questo non giustifica Hunter: quello che ha fatto è davvero disgustoso. Per me, mettere le mani addosso a qualcuno è un po' come dimostrare di non avere le palle per affrontarlo. Troppo comodo lasciarsi guidare dalla rabbia e reagire così.. d'istinto, tirando pugni a destra e a manca. É decisamente molto più maturo mantenere la calma e rispondere oppure optare per l'indifferenza quando davvero si toccano livelli troppo bassi. Questo è sintomo di superiorità e di forza.. non prendere a pugni qualcuno." disse con tranquillità, senza mai smettere di guardarmi. Le sue parole mi sorpresero molto: non soltanto perché fossero davvero molto mature da dire in quella circostanza.. più che altro perché fu un modo davvero carino per farmi capire più esplicitamente che fosse dalla mia parte. Anche io non ero molto propenso alla violenza e lo dimostrava il fatto che al gesto di Hunter non avessi risposto: preferivo affrontarle diversamente le cose, o almeno ero sempre stato abituato ad agire così. Forse era per quello che mi era davvero difficile credere che nessuno dei miei amici mi avesse dato ragione.. la reputavo una cosa scontata.
"Sei l'unico che lo pensa." mormorai con un sospiro
"Blaine?"
Già... Blaine...
"É stato lui a dire che me lo meritavo!" specificai con una smorfia. Sgranò appena gli occhi, sorpreso quasi quanto me
"La situazione con lui è più grave di quanto credessi." borbottò passandosi una mano dietro la nuca. Strano a dirsi, ma sembrava quasi più sconvolto di me da quella storia
"Ribadisco.. nessuno lo obbliga." mormorai mentre sentivo ancora una volta lo stomaco stringersi per la rabbia. Forse serviva un po' di tempo per farla passare del tutto. Daniel piegò appena la testa di lato, per scrutarmi meglio 
"Ma tu ci stai male.. non puoi negarlo!" esclamò in un soffio. Scrollai le spalle. Sì ci stavo male... forse più di quanto non riuscissi ad ammettere
"Tu come ti sentiresti al mio posto?" domandai allora, leggermente sconsolato. I suoi occhi persero appena un po' di luce e l'espressione si indurì leggermente: fu una reazione alquanto strana, soprattutto da uno che normalmente viveva con il sorriso stampato in faccia. Non credevo che una domanda tanto semplice, quasi retorica, potesse farlo reagire in quel modo. Abbassò lo sguardo sul pavimento e sembrò particolarmente combattuto da qualcosa, quasi volesse parlare, ma allo stesso tempo sapesse che non fosse proprio il caso. Qualcosa lo tormentava? Era qualcosa che avevo detto io? Avevamo già abbastanza confidenza per poterglielo domandare?
Non ci fu bisogno di fare niente perché due secondi dopo si riprese e tornò a sorridere. Nessuna traccia dei cattivi pensieri che lo avevano abbattuto poco prima.. solo il solito, sereno e sorridente Daniel
"Bene... la mia missione di salvataggio può ritenersi conclusa.. dopo ti conviene metterci un po' di crema così non si gonfia troppo." mi disse con tono più leggero, indicando il labbro. Si alzò in piedi e mi sorrise ancora
"Mmm... d'accordo." passai delicatamente un dito sopra il labbro inferiore che trovai leggermente gonfio e dolorante, ma perfettamente asciutto "Ti ringrazio. Sei stato... mmm.."
Sei stato un angelo... sei stato l'unico capace di capirmi.. sei stato davvero sorprendente... sei stato semplicemente fantastico...
"Gentile?" tentò con un sorriso divertito che contagiò anche me
"Sì anche..."
E molto di più...
Solo allora, mentre si allontanava dal letto, diretto verso l'armadio me ne resi conto: per tutto quel tempo in cui eravamo stati seduti vicini avevo tenuto gli occhi fissi nei suoi oppure abbassati sul pavimento e quindi non mi ero minimamente accorto di una cosa.. una cosa che in quel momento mi fece sorridere ed agitare appena lo stomaco, che non aveva però niente a che vedere con la rabbia. Daniel, fatta eccezione per un asciugamano blu che teneva legato in vita, era completamente nudo.
Santa misericordia...
"Perché ti aggiri per la stanza in questo stato?" gli domandai divertito, squadrandolo per bene: aveva la pelle molto chiara ed era magro, non quanto me ma non sembrava avere grasso in esubero. Le spalle erano sufficientemente larghe, la vita era sottile e aveva le gambe lunghe e toniche... per essere un ragazzino di quindici anni.. era messo davvero bene. Daniel guardò prima me, non capendo cosa intendessi dire e poi, accortosi del mio sguardo particolarmente malizioso, si lanciò un'occhiata addosso e quello bastò per farlo arrossire ancora.
Trovo una strana ma piacevole soddisfazione nel farlo arrossire tutte le volte...
"Ero appena uscito dalla doccia quando hai fatto irruzione. Colpa tua.. hai invaso la mia privacy." si giustificò sistemandosi meglio la spugna in vita, quasi avesse paura che potesse cadere giù e far vedere qualcosa.
Ma magari...
A quel punto, mentre mi concedevo un altro sguardo fugace e sorridevo sotto i baffi, mi resi conto che quello fosse il momento adatto per chiarire una cosa importante. Ci avevo pensato giusto quel pomeriggio in caffetteria e almeno un po' di sincerità gliela dovevo, soprattutto dopo che era stato così gentile da medicarmi, soprattutto dopo che lo avevo visto mezzo nudo e mi ero reso conto di quanto il mio corpo apprezzasse.
"Credo sia il caso di confessarti una cosa." mormorai, ancora sorridendo
"Ovvero?"
Se è omofobo sono fottuto...
"Sono gay!" esclamai senza mezzi termini e rimasi in attesa della sua reazione, stranamente preoccupato. Fortunatamente non scappò via - anche perché era ancora nudo - né mi guardò con ribrezzo. Si limitò ad accennare un mezzo sorriso e a mordersi il labbro inferiore
"Ti offendi se ti dico che.. lo sapevo già?" mi domandò allora, con il tono tranquillo. Inarcai un sopracciglio confuso. Chi diavolo glielo aveva detto?
"Ah sì? E come..."
"Un paio di settimane fa.. ti ho visto pomiciare con uno del terzo anno nel corridoio che porta alla palestra. Penso tu debba essere un po' più discreto in futuro." commentò, sempre mantenendo il tono divertito. Ci guardammo per qualche secondo per poi scoppiare a ridere insieme. Cavolo.. mi ero fatto beccare come un dodicenne! La cosa peggiore però era rendersi conto che io, di quel ragazzo con cui mi aveva visto, non ricordavo un accidente. Lui sapeva addirittura che fosse del terzo anno.
Era bravo con la lingua.. questo lo ricordo perfettamente...

"Quindi.. nessun problema?" domandai, una volta ripreso dalle risate. Lui scrollò le spalle e sorrise
"Assolutamente... per quanto mi riguarda ognuno è libero di amare chi gli pare." mormorò e quella fu un'ulteriore conferma che mi fece capire quanto maturo fosse e quanto potessimo andare d'accordo in futuro. In fondo le cose che più spaventavano gli altri di me, lui invece sembrava apprezzarle o comunque non sembrava essere un problema. Se nella mia vita ci fossero state più persone come lui, forse il mio carattere sarebbe stato anche migliore.
Improvvisamente lui si accigliò di nuovo e mi indicò
"Mmm mi hai confessato quella cosa poco fa perché ti crea problemi che giri mezzo nudo per la stanza quando ci sei anche tu?" domandò confuso e anche leggermente imbarazzato. Mi ritrovai a ridacchiare e a pensare che no, non mi dava affatto fastidio, anzi.
"Ma figurati... sentiti libero di fare ciò che meglio credi in mia presenza!" esclamai malizioso, lanciandogli di proposito un'altra profonda occhiata che lo fece nuovamente arrossire. Quello strano pudore che aveva mi divertiva: non era un verginello - dello stampo di Kurt Hummel - nonostante fosse comunque più piccolo, era semplicemente discreto. Lo provava il fatto che, nonostante sapesse perfettamente di essere diventato bordeaux in viso e che io me ne fossi accorto, scoppiò tranquillamente a ridere. Sapeva essere ironico al punto giusto ed era capace di non prendersi troppo sul serio. Qualcun altro al suo posto sarebbe già scappato urlando da quella camera, dopo avermi trovato a guardare in quel modo.
"Credo che andrò a cambiarmi in bagno. Non offenderti ma... sono pieno di pudore.. io!" esclamò allora cacciandomi la lingua e facendomi ridere e, dopo aver recuperato dei vestiti puliti, si diresse verso il bagno, ma circa a metà strada mi accorsi di un'altra cosa, molto interessante: dato che i miei occhi - involontariamente, si capisce - erano scivolati di nuovo lungo il suo corpo, soffermandosi in particolare nella zona dei fianchi - maledetta spugna che non lasciava intravedere nulla - notai qualcosa di strano sul bordo dell'asciugamano. Sopra l'osso destro del bacino scorsi una piccola macchina nera che a prima vista poteva tranquillamente essere scambiata per una voglia ma che capii subito fosse altro. Era un tatuaggio che iniziava lì e spariva oltre l'asciugamano. Che cos'era? Perché proprio in un punto così nascosto? E perché diavolo non me ne ero mai accorto?
Forse perché è la prima volta che lo vedo mezzo nudo...
Mi ripromisi che alla prima occasione avrei indagato anche su quello, perché era una cosa davvero bizzarra soprattutto per la sua età. Quello scricciolo poi non la smetteva di sorprendermi: al primo approccio mi era sembrato un ragazzino insignificante e fastidioso. Conosciuto meglio avevo capito che dietro quell'aspetto ancora un po' infantile, si nascondesse un bel carattere, un buonumore contagioso ma soprattutto tanta maturità. E inoltre avevo anche scoperto quanto fosse facile andarci d'accordo e parlarci, perché riusciva a mettermi a mio agio, davvero con pochissimo
. Poteva tranquillamente diventare il mio nuovo punto di riferimento lì alla Dalton dato che il mio migliore amico si ostinava a trattarmi in quel modo, ma non sarebbe mai stato un ripiego: avrei preferito rimanere solo piuttosto che usare la sua amicizia per non pensare a Blaine. In fondo lo avevo già capito che passare del tempo con lui era piacevole e distensivo, mi ci trovavo bene e perfino l'aver scoperto che fossi omosessuale sembrava non creargli problemi. In quella scuola, oltre a Blaine non ero mai riuscito ad aprirmi con nessuno quindi dovevo considerarla una vera fortuna l'averlo trovato. Per lui risultava difficile credere che qualcuno potesse non volermi nella sua vita.. io a quel punto iniziavo a credere invece che fosse più difficile non volere uno come lui nella mia.
  
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