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Autore: Nicolessa    29/04/2013    2 recensioni
In questa storia si svilupperà finalmente quello che è il vero sentimento tra i personaggi che più adoro in Supernatural: Dean e Jo.
Benchè questo si sviluppi proprio nel periodo "pre-morte-imminente" di Dean (e sto parlando di giorni), la loro complicata relazione riuscirà a mettere in chiaro i loro pensieri, all'inizio confusi e discordanti.
Il capitolo inizia con la presentazione di un nuovo personaggio che spingerà Dean a dire addio alla biondina.
Credo che inizierò a piangere fin da ora.
Ma ehi, infondo sono pur sempre un testardo Winchester e una ribelle Harvelle! Mi faranno sempre piangere!
Quindi godetevi il momento e... fazzoletti alla mano!
Questa fanfiction è la quinta parte della saga (?) che potrete trovare sempre sul mio profilo.
~ Dangerous Hunt
~ Dangerous Feelings
~ Dangerous Secrets
~ Dangerous Couples
• Dangerous Goodbyes
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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  • Capitolo 2 - Promesse e compromessi.







    Per la prima volta sentiva, in cuor suo, di aver fatto la cosa giusta anche se sbagliando. Perché, dopo quella confessione, lasciarla avrebbe fatto ancora più male.
    Non era convinto di aver sistemato le cose, non ancora. Pensava che se adesso fosse andato via senza dire nient'altro, ciò che aveva visto con Rowena sarebbe avvenuto comunque.
    La soluzione a questo irritante problema -sì, perché per lui era un problema scoprire il futuro- era una sola: 

    «Io sì.» Ribatté dopo una breve pausa. 
    Si alzò dallo sgabello, le si avvicinò e la guardò dritto negli occhi castani, gli stessi occhi nei quali si perdeva piacevolmente il più delle volte. 
    «Voglio che tu mi prometta che non farai nulla di stupido.» Disse con determinazione e un duro tono di voce. 
    La ragazza non rispose, semplicemente aggrottò la fronte e lo guardò come disorientata e ferita. Sembrava volesse dirgli qualcosa questa volta, ma non parlò. 
    «Ho bisogno che tu lo faccia, Jo.» Aggiunse poco dopo senza distogliere lo sguardo dal suo. 
    Lei gli diede nuovamente le spalle e si allontanò di qualche passo. 
    «Non ti sembra di volere troppo, Dean?» Fece retorica, voltandosi poi a guardarlo, sorridendo ironica. «Insomma, tu andrai via. Ci lascerai in questo casino e pretendi che io non debba soffrire? Tutti noi ne abbiamo il diritto!» Protestò come se le avesse appena ordinato di non esprimere le proprie emozioni. 
    Dean la osservò accigliato. Per un momento pensò di vedere delle lacrime scendere lungo le sue guance rosee. 
    «Non intendevo questo. Soffrire non significa andare a caccia senza un'assicurazione e sperare di farsi ammazzare, ok?! Perché sono sicuro che è questo che farai! Te ne andrai in giro in cerca di guai, ti conosco.» Rispose a voce alta, arrabbiato. 
    «Ancora con questa storia! Non sono più una bambina, Dean!» Lo zittì per la prima volta da quando il cacciatore aveva messo piede in quel bar. «Sai, è incredibile! Domani morirai e l'unica cosa a cui riesci a pensare è che cosa ne sarà di me e degli altri.» 
    Dean abbassò lo sguardo e sta volta fu lui a darle le spalle, tirando un grande sospiro di esasperazione e frustrazione. 
    «Non hai bisogno di preoccuparti per noi, preoccupati per te stesso. Fa in modo di salvarti la vita. Insomma, deve pur esserci un modo, no?!» 
    Dean si inumidì le labbra e perse i suoi occhi nel vuoto, in un punto impreciso sul pavimento, pensieroso. 
    «Domani attaccheremo Lilith e sfideremo la sorte.» 
    Comunque sarebbe andata, probabilmente sarebbe morto perché Lilith avrebbe trovato un altro modo per "fotterlo".
    Sperava soltanto che Sam sopravvivesse visto che Dean stava cambiando il futuro stando lì nella stessa stanza con Jo. 

    «Allora c'è ancora un ultima possibilità...» mormorò lei con un piccolo ma evidente briciolo di speranza nel tono della voce. 
    «Non illuderti. È molto improbabile che succeda.» 
    Dean si morse il labbro inferiore, poi si voltò verso di lei e tacque guardandola di nuovo negli occhi. 
    «Promettimi che non farai nulla, Jo.» Ripeté dopo qualche minuto di silenzio. 
    Lei schiuse le labbra, lo guardò e poi sospirò.
  • Cosa avrebbe dovuto dirgli? Questa volta aveva il problema opposto: aveva fin troppe cose da spiattellargli in faccia e tutte differenti.
    Avrebbe dovuto fargli capire che, alla fine dei conti, avrebbe fatto come avrebbe voluto oppure avrebbe dovuto dirgli che quel suo "non fare stronzate" sarebbe stata una cosa stranamente fattibile? 
    In realtà la domanda era un'altra: sarebbe stato meglio chiarirgli la sua ferma posizione o lasciare che quella sua sorta di ultimo desiderio la costringesse a promettergli un temperamento per niente "degno di Jo"? Infondo tutti avevano capito che la cacciatrice era tutto fuorché una nullafacente: starsene con le mani in mano era un qualcosa che non avrebbe saputo fare neanche se legata ad una sedia e rinchiusa in una stanza sigillata ermeticamente. 
    Ecco a cosa fu dovuto quel sospiro: stava prendendo tempo per decidere il da farsi. Una decisione che avrebbe determinato il futuro, ecco che impressione le stava dando Dean parlandole di sogni i di ipotetiche cacce pericolose e fuori controllo.
    Anche se, a dirla tutta... 
    «Non caccerei mai per farmi ammazzare, non sono stupida.» Lo smontò in un istante ripensando a quelle accuse che le erano state sollevate con sfrontata sicurezza.
    Non l'avrebbe mai fatto per svariati motivi: per rispetto verso il lavoro di suo padre, per il quieto vivere con la madre e beh, per la sua sopravvivenza, era ovvio.
    Quindi no, non avrebbe cacciato senza essere sicura di avere speranze di tornare viva.
    «Ma credo che cercherei un modo per salvarti. E, non conoscendo altri modi per farlo, caccerei.» Riflettè intenzionalmente a voce alta per giustificare solo in parte quella convinzione che il cacciatore aveva esposto con tono accusatorio. «Ma non puoi chiedermi di non provare a salvarti, Dean.» Disse decisa come se quello fosse un punto che non gli avrebbe mai concesso. «Quindi, visto che siamo ad un punto morto, la questione non si risolverà come speri.» Fece spalluce per palesare quella determinazione di ferro che portava nel sangue.
    Se non voleva salvarsi da solo, ci avrebbe pensato qualcun altro a farlo, o almeno a provarci. E come aveva detto lui appena un minuto prima, non poteva decidere al posto suo cosa fare o meno. L'unica cosa che gli rimaneva da proporle era... un patteggiamento sulle condizioni.
    «Posso solo prometterti che non mi farò uccidere di proposito. Se ti farai bastare questo... allora saremo d'accordo.» Lo aiutò lei andandogli incontro quanto il più le era possibile dal suo carattere e dalla sua testa "schizzata", come ormai avevano imparato ad auto-definirsi.
    «Hai la stoffa dell' avvocato, proprio come Sam.» Commentò lui con un sorrisetto, avendo notato la risolutezza di Jo contro cui non avrebbe potuto far altro che sospirare.
    «E tu hai la stoffa dell'imbecille.» Chiosò lei assumendo, anche se sommessamente, l'espressione da ragazza ribelle.
    Com'erano finiti a scherzare, adesso? Un altro dei loro misteri irrisolvibili.
    Come riuscissero a cambiare la situazione da un momento all'altro era un enigma anche per loro stessi.
    Fatto stava che erano Dean e Jo, solo due semplici amanti sommersi da intricati problemi che non facevano che rendergli la vita impossibile sotto ogni punto di vista.
    Ci avevano fatto il callo.

    «Cosa farai adesso, mh? Hai ancora qualche altro discorso da estrarre dal tuo cilindro magico? O lo hai appuntato da qualche parte? Su dei foglietti di carta che hai nella giacca magari.» Lo prese in giro lei, smorzando l'immagine che le si era creata in testa di un Dean che tornava a parlare della sua morte così imminente.
  • Non poteva ritenersi davvero soddisfatto del risultato, ma nemmeno tanto deluso.
    Almeno aveva la certezza che Jo non avrebbe fatto mosse stupide e che avrebbe continuato a lottare per andare avanti.
    Già, perché tutti si sarebbero impegnati per mantenere in vita almeno l'ultimo desiderio di Dean.
    Probabilmente avrebbe fatto promettere al fratello la stessa cosa, sapendo che aveva le buone intenzioni di salvarlo a tutti i costi, per evitare che lui facesse qualche stronzata come un altro patto demoniaco. 

    «Sono apposto.» Rispose lui con un sorrisetto. «Ero venuto solo...» e si bloccò mordicchiandosi il labbro inferiore. «Beh, lo sai.» 
    Ripeterlo non sarebbe stato d'aiuto, dirle ancora il motivo per cui era lì.
    Le aveva detto ciò che doveva dirle, l'aveva rivista e aveva fatto ciò che doveva fare.
    Adesso poteva anche andarsene. 

    «Non mi sono mai piaciuti gli addii.» Confessò ironicamente, continuando a sostenere quel sorrisetto ironico. «Se potessi farne a meno lo farei volentieri.» 
    «Oh, lo so.» Ribatté Jo, ma senza ricambiare il sorriso del cacciatore. 
    Lei non era stupida.
    Quante volte le aveva promesso di richiamarla dopo i loro brevi incontri? Moltissime, ma non l'aveva mai fatto davvero.
    In realtà era un miracolo se Dean era lì di fronte a lei in quel momento. 

    Lui annuì e tornò serio abbassando il capo e lo sguardo.
    Deglutì e mordicchiò il proprio labbro inferiore, senza dire niente. 

    Quei loro silenzi senza senso... li odiava. Avrebbe preferito l'inferno all'istante invece di un momento imbarazzante come quello, i momenti in cui decideva sul da farsi.
    Salutarla come aveva sempre fatto, con quei suoi modi da cacciatore incallito, oppure abbracciarla alimentando quel silenzio e quindi anche quel momento imbarazzante?

    Si schiarì la voce e poi sospirò. 
    «Bene, sarà meglio andare.» Mormorò tornando a guardarla. «Ciao Jo.» 
    Scelse la prima chance. 
    La guardò per qualche secondo, poi le diede le spalle e si incamminò verso l'uscita con gli occhi chiusi e i denti stretti, come a volersi dire ''Dean, sei un vero idiota." 
    Una volta fuori dal locale, quando la porta alle proprie spalle fu chiusa, si accasciò con la schiena contro il muro e si coprì il viso con le grandi mani ruvide. 
    Erano minuti disperati quelli.
    Se ne sarebbe andato, sarebbe morto e non sarebbe più tornato... cominciò a pensare di aver giocato la carta della freddezza nel momento sbagliato.
  • Rimasta nel locale, sbattè le palpebre più volte ed inarcò le sopracciglia, assumendo di conseguenza una delle espressioni più riconoscibili del suo repertorio: quella confusa.
    "Ciao Jo"? Sul serio??

    Dopo tutte quelle parole, quelle belle parole anzi, che le aveva detto con il cuore praticamente tra le mani... se ne usciva con un "Ciao Jo"?
    «Ora lo ammazzo.» Borbottò tra sé e sé pochi secondi dopo aver visto Dean sparire dietro la porta.
    Non era una vera e propria minaccia di morte, non era la sua irrefrenabile voglia di polemizzare: era un quasi maniacale desiderio di non vederlo andare via -come aveva sempre fatto d'altronde-. Desiderio però che non avrebbe mai scoperto nessuno per via del suo orgoglio che, se sommato a quello di Dean, sarebbe potuto essere motivo di suicidio anche per una persona paziente come per esempio lo era Gandhi. Ecco, Gandhi si sarebbe suicidato al solo scoprire l'orgoglio di quei due.

    Benchè Jo fosse immobile sul suo posto a meditare su tutto e niente, si accorse di quel confortevole silenzio che troneggiava in quella grande stanza e fuori.
    Niente rumore di motore, niente passi trascinati. 

    Era un buon segno, quindi? Forse lo era per lei, ancora indecisa sul da farsi.
    Silenzio che interpretò come una specie di "messaggio divino". 

    Quanto si sentiva cretina.
    Perchè? Perchè lui riusciva a metterla in imbarazzo fin troppo facilmente, perchè la faceva sorridere come un'insulsa mocciosa innamorata e sopratutto perchè, così proseguendo, non faceva altro che alimentare quei sentimenti che ormai non erano più un segreto per nessuno dei due.

    Si diresse verso l'uscita a passo veloce come a non volersi dare il tempo per cambiare idea e aprì la porta di scatto, trovandolo con sorpresa appoggiato al muro con le mani sul volto.
    Come per riflesso Dean si voltò nella sua direzione, spalancando gli occhi manco fosse un ladro colto con le mani nel sacco.
    «Ora capisco perchè detesti così tanto dire "addio".» Disse lei scrutandolo da cima a fondo prima di poter scuotere la testa con un cenno di disapprovazione. «Perchè fai davvero schifo nel dirlo.» Lo provocò lei inclinando la testa ed incrociando le braccia al petto come se fosse stata un'agente che avrebbe voluto portarlo in centrale.
    «Jo-» provò a difendersi lui (o a darle ragione, non lo sapeva esattamente) sentendosi sotto accusa per via della biondina piombatagli improvvisamente accanto.
    Interromperlo mentre tentava di mettere più parole assieme era un divertentissimo gioco da ragazzi per Jo, quasi quasi lo faceva apposta, ben sapendo quanto al Winchester desse fastidio.
    Ma in quell'occasione era abbastanza convinta di non aver causato "l'ira" di nessuno. Non con il metodo che aveva scelto di utilizzare.

    Effettivamente prendergli il viso tra le mani e baciarlo... no, non era male come sistema. Certo, non era esattamente da Jo ma... in quale altra occasione avrebbe potuto farlo? 
    Nessuna, appunto.
    «Questo è un addio.» Sottolineò con forza la prima parola puntando i suoi occhi castani su quelli verdi di Dean, al momento visibilmente presi alla sprovvista.
  • L'ultima volta che l'aveva salutata in quel modo, lui aveva ancora una vita da vivere e un demoniaco Sam l'aveva appena attaccata con l'intento di ucciderla. Dean era rimasto ferito durante lo scontro con il demone incorporato nel suo fratellino e lei l'aveva guarito. Dopo di ché sparì con un "Ti chiamerò, ok? Ciao Jo".
    Allora la vedeva come una specie di sorellina minore e pensava che starle il più lontano possibile sarebbe stata la cosa migliore. Non che la sua opinione fosse cambiata molto, pensava ancora che sarebbe stato meglio mantenere una certa distanza da lei, ma probabilmente questo non avrebbe cambiato molto. 

    Il Dean di quel periodo, sicuramente, se ne sarebbe già andato con tutta la fretta di questo mondo, a bordo della sua amata Impala. Mentre lui, quello attuale - che non era poi cambiato molto - se ne stava accasciato contro la parete e il viso tra le mani a piangersi addosso. 
    Non si aspettava un colpo di scena del genere però, doveva ammetterlo. Balzare così all'improvviso da dietro la porta lo lasciò di stucco. Infatti restò a guardarla leggermente sospettoso e anche un tantino stranito.
    Non disse nulla riguardo alla sua osservazione sugli addii personalizzati del cacciatore, schiuse semplicemente le labbra in una parola poco scandita, simile ad un "ma", e aggrottò la fronte quando si avvicinò a lui prendendogli il viso per baciargli le labbra. 

    Beh, questo era molto più scioccante di tutto il resto, per questo non si mosse, restò immobile. 
    «Già, un addio niente male aggiungerei.» Mormorò stordito, scuotendo appena la testa come per risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti. 
    Poi calò il silenzio ancora una volta.
    Entrambi si guardavano con un'espressione accigliata. Sembrava stessero aspettando qualcosa di specifico, ma nessuno dei due sapeva cosa. 

    «Ma... questo era il tuo addio, giusto?» Fece all'improvviso, assumendo una faccia pensierosa, assottigliando gli occhi. «Ora dovrei darti il mio di addio.» 
    Jo inarcò un sopracciglio e poi alzò le spalle, giustamente non sapendo a cosa si riferisse, o fingendo di non saperlo.
    Dean le si avvicinò, le cinse i fianchi e la baciò di nuovo, chiudendo gli occhi. 

    In realtà lui le aveva già dato il suo addio personale ma, visto che erano ancora l'uno di fronte all'altra, perché non sistemare le cose?




    ------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

    *___________* ♥ ♥ ♥ ♥ ♥

    Non ho altre parole per commentare questo capitolo. Anche se, in teoria, una faccina e un paio di cuori
    non sono delle vere e proprie parole... mmhhh... va bè! xD
    Trovo il loro "salutarsi con un bacio solo all'ultimo momento" davvero snervante... e tenero.
    Non riuscirò mai a capire bene cosa provo per questi due!
    Spero solo di avermi coinvolto nel capitolo e nella storia! Sapete, sentire quella sensazione strana
    che ti contorce lo stomaco per via di una lettura è una delle mie sensazioni preferite ♥
    A presto, Hunters! ;)

  
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