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Autore: ohmymaljk    30/04/2013    5 recensioni
Mi scivolò via una foto, dietro c’era scritto ‘Ash e Zayn per sempre’.
Zayn? Mi ricordavo di quel nome.. Sì. Girai la foto e tutto mi tornò alla mente.
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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una sopresa inaspettata.



Ashley’s pov.

Come tutte le mattine la mia sveglia suonò puntuale. E come al solito, scattai fuori dal letto pronta per una nuova giornata.
Mentre frugavo nei vestiti nell’armadio mi arrivò un messaggio.
“Ciao piccolina, mi manchi. Mi manca averti qui con me e vorrei tanto poterti riabbracciare.” era da parte di mia mamma.
Mi soffermai a pensare a tutti i momenti passati con lei, quando ancora ero piccola e ai mesi passati, quando mi portò a Parigi.
Le avevo chiesto quando mi ci avrebbe riportata, amavo quella città.
“Non ti ci riporterò io, verrai qui con il ragazzo che ti ama, con l’amore della tua vita.” disse.
In quel momento sentì bussare alla porta e caddi dalle nuvole.

Zayn’s pov.

Avevo incontrato l’amica di Ashley e mi aveva cortesemente detto in che camera stava. Mi ero svegliato più pimpante del solito –stranamente- ed ero di buon umore.
Stavo traversando i giardinetti per arrivare al padiglione di lei, quando beccai un’aiuola di fiori. Non c’era nessuno, così mi calai e ne strappai un paio.
Corsi verso la sua camera e bussai.
Mi venne ad aprire dopo un po’ e notai che era in pigiama. Le sorrisi dolcemente.
“Buongiorno..” disse sorridendo imbarazzata.
“Buongiorno principessa!” dissi porgendole i fiori.
“Principessa?” domandò sorridendo mentre prendeva i fiori.
“Uhm, no..cioè ti piacciono?” chiesi cercando di cambiare discorso. Lei accennò una risata.
Non sapevo per quale stupido motivo l’avevo chiamata principessa, ma c’era qualcosa in lei che mi attraeva, e non era solo la bellezza.
“Ti va di fare colazione insieme? “
“Uhm certo, finisco di vestirmi e sono subito da te!” disse lei sorridente.
Mi poggiai al muro e vidi che rimase sulla soglia della porta.
“Se vuoi, puoi entrare” disse ridacchiando.
Sorrisi ed entrai, mi guardai un po’ intorno.
“Vado a finire di vestirmi, tu aspettami qui.” Disse correndo verso il bagno.
Feci come disse e restai lì nella stanza. Cominciai a girarmi in torno e a guardare un po’ in giro.
Si vedeva chiaramente che ancora non aveva sistemato tutto, ma c’erano comunque delle foto appese al muro senza cornice, con del semplice scoatch e dei libri di Nicholas Sparks sul comodino.
“Sono pronta!” disse saltando fuori dal bagno.
Le sorrisi.
“Allora possiamo andare a fare colazione, qui qualcuno reclama cibo.” Risi indicandomi lo stomaco.
“Andiamo dai” rise anche lei e mi prese sottobraccio.

Ashley’s pov.
Zayn se n’era spuntato in camera mia di prima mattina con dei fiori. Continuavo a sorridere per tutto il tempo per quel suo gesto.
Sembrava uno di quei ragazzi che se ne sbattono delle ragazze, ma a me non dava proprio quest’impressione, o forse dovevo ancora conoscerlo meglio, ed era appunto quello che stavo cercando di fare.
“Oggi si finisce alle dodici?” domandò lui mentre sorseggiavo il mio caffè di Starbucks.
Sì, all’università c’era lo Starbucks e io amavo questa cosa.
Assaggiai il primo quando andai in America, tre anni prima e me n’ero innamorata. Quando tornai in Inghilterra cominciai a cercarne uno disperatamente, e quando vidi quell’insegna mi si illuminò il volto.
Ok, è solo un bar, ma a me piace e non solo perché viene dall’America.
“Uhm sì, finiamo alle dodici. Quattro ore di matematica” dissi annuendo.
“Quattro?!” esclamò lui disperato.
Stavo per rispondere ma il mio telefono squillò. Era Max.
“Ciao amore” disse quando risposi.
“Ehi, non dovresti dormire tu?” domandai.
“Uhm a dire il vero sto passeggiando in un lungo sentiero pieno di aiuole, il sole splende e davanti ho un cartello con su scritto “Welcome in the London University”.
“T-tu.. stai scherzando?!” domandai balzando dalla sedia incredula.
“E vedo una ragazza.. simile alla mia, è al bar.. con un tipo che non mi piace” disse lui acido.
Mi girai e lo vidi. Spalancai la bocca per lo stupore e sorrisi, poi gli corsi incontro e gli saltai addosso abbracciandolo e stringendolo forte.
“Mi sei mancata..” sussurrò stringendomi anche lui.

Zayn’s pov.
Stavamo parlando beatamente, quando le squillò il telefono e rispose, in ben che non si dica era tra le braccia di quel tipo mezzo pelato. Avrei voluto spaccargli la faccia, ma sapevo benissimo che non potevo. Chi era? Il fidanzato? Probabile. Che nervi.
Pagai tutto e mi alzai, poi mi diressi verso l’aula senza nemmeno avvertire Ashley.
Perché non me lo aveva detto? Avrei risparmiato tutta questa fatica.
Diedi un calcio ad una lattina che c’era lungo il cortile e sbuffai nervoso.

Ashley’s pov.
“Ti presento Zayn, vieni amore..” sorrisi e lo presi per mano, ma quando mi girai non c’era più.
“Quel tipo che c’era poco fa con te? Non mi piace.” Disse lui secco.
“Ma no, è simpatico!” ribattei io.
“Non voglio che ci stai, si vede dalla faccia che è un cretino” rispose lui arrabbiato.
Non mi azzardai a rispondere e cercai di cambiare discorso. Litigare con lui era l’ultima cosa che volevo.
“Facciamo un giro? Ti faccio vedere un po’ Londra” sorrisi stringendogli la mano.
Lui annuì e uscimmo dall’università.
“Ho noleggiato una macchina piccola, tutta nostra per oggi.” Disse sorridendo mentre mi portava davanti a una favolosa Mercedes bianca.
“Quand’è che parti?” domandai triste.
“Non pensiamoci adesso okay? L’importante è che sono qui adesso.” Rispose sorridendo, poi mi stampò un leggero bacio sulle labbra.
Sospirai e salimmo in macchina, girammo per molto tempo e finalmente riuscì a capire all’incirca come muovermi in quella grande città.
Sapevo memorizzare bene, e soprattutto le strade. Adesso avrei potuto uscire e non stare chiusa sempre lì dentro.

Zayn’s pov.
Quelle stupidissime e fottutissime quattro ore di matematica non passavano mai, mancavo due ore, quarantatre minuti e ventotto secondi.
-Dalla disperazione mi ero messo anche a contare i secondi, sì.-
Ero all’ultimo banco, praticamente coricato con il viso tra le braccia. Sbuffavo di continuo ripensando alla mattina, ad Ashley e a quel tipo.
Non la conoscevo nemmeno si può dire, eppure ero geloso. Che mi stava prendendo? Era strano, non era concretamente possibile.
Nessuna ragazza mi aveva mai fatto provare una cosa simile, eppure lei ci stava riuscendo.
Non riuscivo a stare più in quell'aula per altre due ore. Così mi alzai e uscì.
Andai verso il luogo più sperduto possibile che ci potesse essere lì: nel retro, le altalene.
Non ci andava mai nessuno ed era abbastanza tranquillo come posto. Solo qualche fiorellino, un paio di alberi che facevano ombra e quelle due altalene messe lì.
Mi misi sopra una di esse e cominciai piano a dondolarmi e a ripensare a tutto quello che era successo da quando ero arrivato.




10 anni prima.

“Prima ti spingo io e poi tu spingi me ok?” le domandai guardandola.
“Si certo, ma prima tocca a me!” disse saltando sull’altalena.
Come al mio solito cominciai a farla andare altissimo, la sentì gridare.
Fermai di botto quell’aggeggio e la guardai mentre scendeva terrorizzata.
“Hai paura delle altezze?” domandai andandole vicino.
“Sì.” Rispose timidamente.
“Io ho paura dell’acqua.” Ridacchiai facendo spallucce.
“Ma, ma l’acqua è bella!” borbottò lei.
“Ho avuto una brutta esperienza… non la penso allo stesso modo!” risposi sedendomi sull’erba, seguito a ruota da lei.
“Hai un sogno nel cassetto?” le domandai privo di qualsiasi argomento su cui parlare.
La vidi scuotere la testa.
“Andiamo, tutti c’è l’hanno. Io ad esempio, voglio avere una bella moto tutta mia da grande!” sorrisi e cominciai ad imitare una moto facendo strani versi con la bocca.
“Io non lo so. Devo pensarci.” Mi rispose.
“Se lo dici tu.”
“Ti va questo Sabato di venire da me a giocare?” mi domandò lei mentre guardava di fronte a se.
“N-non posso.” Risposi freddo, sapendo che quel Sabato io non sarei stato più lì con lei, ma nella mia città natale, a Bradford.
Non avevo nemmeno avuto il coraggio di dirglielo, ci eravamo così tanto affezionati l’una a l’altra.. non avrei mai voluto lasciarla. Ma come potevo andare contro ai miei genitori? Avevo solo dieci anni, mica diciotto.
Le presi la mano e la strinsi, sapendo che probabilmente era l’unica opportunità che avevo per farlo nella mia vita, il destino solo sa se l’avrei mai rivista.


Ashley’s pov.
“Ei amore, ho voglia di gelato!” dissi ridacchiando.
“Mmmh, okay vado a prendere due qui al bar, anche io ne voglio uno” rispose Max sorridendomi e mettendosi la giacca.
“Mi aspetti qui?” aggiunse.
“Sì, non mi va di scendere e poi sento freddo ..” dissi prendendo il libro di Sparks.
Erano solo le 21:00 ma si congelava, o forse ero io troppo freddolosa.
Senza aggiungere nulla uscì e andò via. Restai da sola e mi resi conto di aver lasciato in tredici Zayn.
“Oddio, oddio no!” dissi scattando giù dal letto per prendere il telefono.
Cercai di chiamarlo varie volte, ma il telefono mi risultava spento. Speravo solo non fosse arrabbiato con me.

Zayn’s pov.
Avevo anche spento il cellulare, non mi andava di parlare con nessuno. Ashley mi aveva fatto arrabbiare e non poco.
Decisi di alzare il mio bel culo e andare da lei a parlare.
“Stanza.. 34 mi pare che ha detto Megan, uhm si 34” dissi tra me e me mentre mi mettevo le scarpe.
Presi le chiavi della stanza, uscì e chiusi a chiave, poi cominciai a correre, volevo arrivare prima possibile da lei.
Mentre correvo una ragazza spuntò da un corridoio e li finì addosso.
Capelli biondi gonfi, occhi azzurrissimi, non molto alta e un piercing accanto al labbro.
“Ma sei scemo dico io?!” mi urlò contro.
“Scusami, vado di fretta.. non l’ho fatto apposta” dissi guardandola.
“Sparisci dalla mia vista!” disse spingendomi via.
“Che caratterino..” dissi sussurrando.
“Non permetterti.” Disse lei mentre camminava.
Sbuffai e ricominciai la mia famelica corsa. Chi si credeva quella tipa? Nessuno trattava così Malik.
Quando arrivai nel corridoio dove c’era la camera di Ashley avevo il fiatone. Altro che palestra, quella ragazza mi faceva fare i salti mortali e continuo a ripetere, non mi spiegavo perché.
“Stanza trentaquattro.. la trentaquat.. ah eccola!” sorrisi e mi avvicinai.
Stavo per bussare ma cominciai a sentire dei rumori un po’ strani. Ashley con quel tipo. A letto. Bene.
“Con me ha chiuso.” Borbottai tra me e me andandomene via con i pungi stretti per il nervoso.

Ashley’s pov.
Max ancora non tornava e io mi sentivo solissima, così lo chiamai.
“Amore mio dove sei finito?!” domandai preoccupata.
“Ho perso il numero della stanza..” disse ridendo.
“Trentacinque.” Dissi scandendo bene le parole.
“Arrivo piccola.” Chiuse la chiamata e andai verso la porta.



-Spazietto autrice- 
*si nasconde in un angolino* 
Scusatemi se aggiorno adesso bellezze ma tra scuola, stage di lavoro e cazz'in culo vari sono stata occupatissima.. uff. 
Anyway, spero vi piaccia questo capitolo...la fine troppo LOOOOL 
Grazie come sempre per le recensioni, jfdhcnsdij, e grazie a quelli che continuano a mettere la storia tra le preferite/seguite/ricordate. 

Siete dei pasticcini(?) dolciosi e che dire? RECENSITE se RECENSITE vi RECENSITE va RECENSITE potete RECENSIRE recensire. c: nah, non vi sto mandando messaggi subliminali OuO loool 
Mi dileguo, ciau. 
xxDesi. 

   
 
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