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Autore: Nihon96    30/04/2013    2 recensioni
Intanto, durante una partita di calcio in una normalissima scuola...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo 3

Come promesso, Francisco chiamò Luke quella sera.
«Pronto?» disse Luke, ansimando per la corsa che aveva fatto per rispondere al telefono.
«Ehi.» rispose l’altro in tono allegro.
«Sei riuscito a fare i compiti di matematica? Quegli esercizi sono incomprensibili!»
«Non ti ho mica chiamato per parlare di scuola!» rise Francisco dall’altra parte della cornetta.
«A-ah, no?» rispose l’altro imbarazzato per la domanda fuori luogo.
«Assolutamente. Volevo chiederti se ti andasse di vedere un film a casa mia sabato pomeriggio subito dopo scuola.» disse lo spagnolo, enfatizzando quel a casa mia.
«Certo, non dovrei avere impegni.» rispose ingenuamente Luke, senza neanche pensarci su.
«Ottimo… Ora scusami, ma devo andare.» disse infine Francisco.
«Okay, a domani.»
«Buonanotte.»
Luke attaccò e si distese sul letto a fissare il soffitto, fino a quando Morfeo non lo prese con sé.
Il mattino seguente Francisco non arrivò in orario come suo solito, Luke ne rimase quasi deluso, come se nel suo inconscio volesse passare del tempo con lui prima del suono della campanella.
Rimase ancora più deluso quando lo vide arrivare con Mark.
Erano lì, uno di fianco all’altro, che ridevano e sicuramente facevano apprezzamenti sulle ragazze della scuola.
Non appena se lo ritrovò davanti, Francisco salutò Luke con un amichevole sorriso, per poi continuare il discorso interrotto con Mark.
Nonostante sapesse che mostrare segni d’affetto più intimo a scuola avrebbe portato solo guai, Luke ci rimase davvero male. Così decise di ignorarlo per l’intera giornata scolastica, che Francisco passò con Mark. Pareva essersi dimenticato completamente del suo ragazzo, perché in fondo Luke era questo.
Sembrò essersi ricordato di lui solo mentre tornavano a casa, nel tragitto che dovevano fare insieme.
«Mi hai ignorato completamente oggi, eh?» disse lo spagnolo, rompendo il silenzio.
«Non mi pare che tu abbia fatto diversamente! A volte penso che non te ne importi nulla di me!» sbottò il piccoletto, guardandolo con i suoi occhioni neri.
Francisco rimase spiazzato. Per qualche secondo non si mosse, poi afferrò l’altro per il braccio e lo trascinò in un vicoletto, dove era sicuro che nessun occhio curioso potesse vederli.
Lo spinse verso il muro e lo guardò negli occhi.
«Pensi che davvero non mi importi nulla di te?» sussurrò continuando a fissarlo con i suoi occhi verdi.
Luke si morse le labbra «Non mi pare che tu abbia fatto qualcosa per smentire questo presentimento.»
«È da quando ho cambiato scuola e ti ho conosciuto che tento di approcciare con te, fino a quando non ho fatto ciò che è successo nello spogliatoio non molti giorni fa.» disse serissimo lo spagnolo, che poi si piegò leggermente per baciare Luke, al quale nel frattempo le guance divennero di un colore improponibile. Sapeva che Francisco era sincero, glielo leggeva in faccia, ma aveva la strana impressione che qualcosa di spiacevole stesse per accadere; tuttavia, non gli diede troppo peso.
«N-non ignorarmi più, intesi?» balbettò Luke, guardando verso il basso.
«Intesi» ripeté l’altro, baciandolo sulla guancia.
«Andiamo, è ora di pranzo e ho fame» disse Luke cominciando a camminare verso l’uscita di quel vicoletto buio.
«Sei carino quando sei imbarazzato, lo sai?» gli gridò dietro Francisco ridendo.
«Sta’ zitto e muoviti!» lo riprese Luke arrossendo.
Francisco lo raggiunse e fecero insieme il tragitto per tornare a casa.
Una volta a casa Luke fece ciò che faceva ordinariamente e si coricò senza pensare che era venerdì e che il giorno seguente sarebbe stato sabato, quel sabato, in cui, una volta uscito da scuola, sarebbe dovuto andare a casa dello spagnolo.
Se ne ricordò solo quando aprì gli occhi dopo il sollecitamento della madre.
«Che ore sono?» disse, accompagnando le parole con un sonoro sbadiglio.
«Sono le sette del mattino, è sabato e hai scuola -gli rispose la madre in tono allegro- oggi vai a pranzo dal tuo amico, vero?»
Luke sbarrò gli occhi. Come aveva potuto dimenticarlo? In pochi secondi era nel bagno a prepararsi per la giornata e mostrando molta più cura nel modo di vestire e nei capelli, che se ne stavano sempre come volevano loro.
Si diede un’ultima occhiata allo specchio: non stava poi tanto male.
Prese lo zaino e si precipitò giù per le scale. Come previsto, era in ritardo.
Giunse a scuola in brevissimo tempo. Entrò in classe, si scusò con la professoressa, e prese posto. Non appena si sistemò, si girò in direzione di Francisco, che evidentemente non aspettava altro, dato che era già girato verso di lui. Si limitò a sorridergli e poi cominciò a seguire le chiacchiere inutili della professoressa.
Quelle cinque ore di scuole parvero infinite a Luke, che, solo quando suonò la campanella che segnava la fine della giornata, si rese conto di quanto questa situazione con Francisco lo agitava.
Radunò le sue cose e uscì dalla classe. L’altro era in corridoio davanti alla porta, che lo aspettava.
«Andiamo?» disse sorridendo.
Luke si limitò ad annuire. Sapeva benissimo che se solo avesse aperto bocca anche i muri avrebbero capito quanto fosse agitato ed eccitato all’idea di stare da solo con l’altro.
Così i due si avviarono verso la casa di Francisco.
 

********
Angolo autrice
Francisco: Ma insomma autrice! Quando concluderemo qualcosa?
Luke: Ma che dici?! Ma sei impazzito? Maniaco!
Francisco: Sta’ zitto, non vedi l’ora neanche tu.
Autrice: Carissimo, dicasi suspense. E, caro il mio Luke, ammettilo.
Luke: No! Mai!
Mark: Autriceeeeeee!
Autrice: Tu che vuoi?
Mark: Perché non dico mai niente in nessun capitolo?
Autrice: La tua parte è ancora da definire, aspetta in tuo turno!
Luke: Non mettere le mani addosso a Francisco!
Francisco: Lo sapevo, sono troppo figo!
Autrice: Potete fare chiasso dove volete, ma non nel mio studio. Fuori di qui, devo lavorare al prossimo capitolo oppure i lettori mi uccideranno. Sebastian, sai cosa fare di loro.
Sebastian: Yes, my lady.
Porta che sbatte

Okay, concludo qui.
Spero vi sia piaciuto il capitolo e spero che non siate arrabbiati con me. Non ho avuto tempo di aggiornare e per questo mi sento una schifezza MA prometto che il prossimo capitolo arriverà a breve: è nella mia testa! (?)
Detto questo, vi saluto.
Baci e alla prossima!
Nihon
P.S.: Grazie a tutti coloro che seguono questa storia, vi sarò infinitamente grata! 
  
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