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Autore: Panino2000    30/04/2013    1 recensioni
Fra la campagna ed il paese c'è Via Biline, una strada apparentemente tranquilla, ma dalla brutta fama. Infatti, la gente che vi abita, dopo il tramonto è solita barricarsi nella propria abitazione, per paura che possa succedere qualcosa di non gradito, come essere assaliti da alcuni spiriti.
Nessuno sa cosa si celi veramente dietro quella spaventosa strada. Tre ragazzini, amici di un insolito abitante di quella via, decidono di scoprire cosa nasconde quel malefico viale e capiranno che qualcosa di veramente terribile sta per accadere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
Uno strano atteggiamento

 

In questo capitolo quasi di tipo
poliziesco comincia a prospettarsi
la parte centrale del racconto, che
ritengo personalmente ricca di suspance.
Buona lettura! :-)                                                                                                                

 
Il giorno dopo, i quattro amici erano di nuovo tutti insieme, pronti per ripercorrere la stessa strada e raggiungere la solita scuola.
Luigi ed Emily erano ancora sensibilmente traumatizzati da ciò che era successo la scorsa sera, Zoe dimostrava ancora qualche segno di spavento, mentre Max era stranamente molto assonnato.
“Come mai sei così stanco?” fu Luigi a rompere il silenzio.
Max rispose:”Ecco … mmm … io … ecco … non ho dormito bene, sì, proprio così, sì!”                        
Ma gli altri tre non erano tanto convinti delle sue parole, forse sospettavano qualcosa.
“Scusa, ma tu in che numero di Via Biline abiti?” riprese sempre Luigi. Max attese di entrare per il grande cancello della scuola e poi ancora qualche secondo, poi si sentì da dietro le loro spalle una voce femminile, calda, sicuramente appartenuta ad una persona adulta:”Max, vuoi salire con i tuoi compagni?!”
I quattro si girarono e subito apparve loro davanti una donna slanciata, di forme graziose, sui trent’anni, dai capelli castani e dagli occhi scuri come la pece, ma brillanti di una luce dolce. Aveva un ampio sorriso stampato in viso, la testa leggermente piegata e un grosso giaccone piumato color verde melma: era la professoressa di Max. Egli si allontanò a passi rapidi, senza fare obiezioni, senza salutare i suoi amici e soprattutto senza rispondere alla domanda postagli.
Il pomeriggio di quello stesso giorno Emily, Luigi e Zoe non smisero di pensare a quanto accaduto quella mattina. Tutto si faceva sempre più misterioso, ma soprattutto c’erano sempre più dubbi su chi fosse Max, che era così sospettoso: non si ricordava il suo cognome, né in che numero civico fosse casa sua e aveva un’aria stranamente persa, come un morto. I tre amici vollero indagare a fondo su queste domande che avevano iniziato a porsi da un po’ di tempo; siccome Max non rispondeva mai ai quesiti da loro posti cominciarono ad andare in via Biline per saperne di più. Di giorno, però, perché di sera avevano troppa paura e scoprirono che gli abitanti del numero 60 della via maledetta aveva molte cose in comune con Max e i suoi genitori.
Quando passeggiavano in quella tetra via in cerca di informazioni, i tre ragazzini avevano delle strane visioni, come delle ombre evanescenti che si muovevano sui muri e sussurravano strane frasi incomprensibili. Dapprima si spaventarono, poi pensarono che fossero delle allucinazioni dovute alla paura per quanto accaduto in quei giorni.
Una sera Emily, che era molto curiosa ed era interessata a scoprire di più sull’accaduto, decise di fare da sola una passeggiata in via Biline, lontano, però, dal lampione dove era avvenuto l’ incontro con l’uomo in nero!                                                                       
Indossava il suo cappotto di panno rosso e i guanti e prese anche un pugnale arrugginito comprato ad un negozietto di antiquariato.
L’aria era fresca e frizzante, erano le cinque e mezzo di pomeriggio ed era appena calato il buio.
La ragazzina passeggiò nella prima parte di via Biline, perché era lì che lei e i suoi amici avevano intravisto delle ombre evanescenti.
Ad un certo punto le sembrò che qualcuno la stesse seguendo, allora si portò una mano vicino alla fodera che conteneva il coltello, si girò, ma non vide nessuno. Proseguì per la sua strada guardando il muro: c’erano delle ombre che si muovevano, come quelle che aveva visto con Zoe e Luigi, solo che erano più visibili. Emily allora non esitò e se la diede a gambe. Corse fino alla casa di Luigi e suonò il campanello.                                                                                                              
Rispose sua madre:”Chi è?”                                                                                                         
“Sono Emily, vorrei parlare con Luigi, è in casa?”                                                              
“Certo, entra pure!”                                                                                                        
I due giovani conversarono e la ragazzina espose la situazione senza tralasciare alcun particolare. Dopo cena erano già tutti e due pronti per partire per la seconda volta insieme.
  
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