SSiamo giunti al finale! Per prima cosa, grazie di non avermi dato fuoco per avervi tormentate con 9 capitoli; soprattutto alle sopravvissute alla lettura... tante sono cadute, ma voi siete un sostegno impagabile! Per non parlare di annaterra, Bloodstream, elyforgotten, fanny_rimes, Fefy_07, Iansom, LeLiNa, margheritanikolaevna, NanaBiancaTVD che hanno impreziosito la storia con i loro commenti. Grazie infinite a chi ha preferito, seguito o ricordato!
La vostra, Setsuna
Pairing: Damon/Klaus Rating:Verde Genere: Introspettivo, Drammatico Avvertimenti: Missing Moment
Titolo: del alma para siempre oscura (dell’anima eternamente oscura)
Damon osservava il soffitto dalla vernice scrostata della cantina come se improvvisamente, al posto di crepe e ragnatele, potessero apparire visoni di cieli aperti o mistici segnali a dare un’indicazione; magari la mappa del nascondiglio di Silas, senza dover proseguire con quella storia del tatuaggio di Jeremy.
La pallina da tennis gialla, rimasta chissà da quale trasferimento di vecchie cianfrusaglie da una stanza all’altra, rimbalzava sulla parete di fronte per tornare esattamente nelle mani del vampiro che l’aveva lanciata; troppo facile per i suoi riflessi ma sempre meglio che impazzire solo con i suoi pensieri senza neanche quel piccolissimo diversivo.
Oppure doveva presumere che Stefan fosse stato così spiritoso da lasciargli un giochino da tirare al cane, pensò lanciando uno sguardo in tralice a Klaus, che assolveva il suo compito di guardiano con una certa convinzione.
Immaginò le conseguenze dell’azione di fare davvero un tiro dicendo ‘riporta, bello!’ ma il cuore preferiva conservarlo nella cassa toracica, già sfidava la sorte nel rivolgergli la parola, sarebbe bastato molto meno per dire addio alla sua eternità di sofferenze.
Ma il gusto di provocare in lui era più forte di qualunque ragionamento.
“Sono passate due ore, Klaus, che ne pensi di darmi gentilmente la fiala di sangue che mi spetta per non trasformarmi in una mummia davanti ai tuoi occhi?”
L’ibrido gli rivolse un sorriso mellifluo, giocherellando col contenitore che doveva consegnargli, era ovvio che non sarebbe stato semplice, ci sarebbe stato un prezzo da pagare.
“Vorrei tanto capire le tue motivazioni, Damon; prima impedisci al giovane Gilbert di uccidere i dodici vampiri che avevo predisposto per quello scopo facendolo al suo posto, poi pretendi che Elena ti ami malgrado tutto, pensi che sia folle o solo testarda? Oppure c’ è un trucchetto, come il Sirebound?”
Il bruno non si scompose minimamente, non doveva inventare bugie, quella risposta la conosceva bene; si girò verso di lui, trapassandolo con gli occhi.
“È solo che lei è capace di perdonare, soprattutto me, mentre tu indubbiamente hai problemi in questo settore, hum? Credo che una certa biondina non passerà mai sopra alcune tue scelte, come uccidere Carol Lockwood”.
“Hai fatto di peggio”. La mano dell’originale si strinse pericolosamente intorno al vetro sottile, a Damon pareva di distinguere ogni scricchiolio pressoché impercettibile immaginando da un secondo all’altro di vedere il prezioso fluido vitale colare a terra e perdersi nella terra assetata del rozzo pavimento, mentre la mancanza di nutrimento avrebbe iniziato a offuscare le sue facoltà mentali e fisiche e proprio non poteva permetterselo, doveva distrarlo a qualunque costo.
“Ti svelerò il mio segreto: a me piace essere il cattivo e comunque qualcuno deve sporcarsi le mani quando c’è un lavoro difficile, il tuo problema è che tu fai del male senza motivo, per il gusto di essere bastardo, per questo non meriterai mai il perdono”.
“Discutibile”. Il biondo lanciò la fiala all’improvviso divertendosi nel vedere il gesto quasi violento del ragazzo che l’afferrò giusto in tempo, affrettandosi a versarla nella gola riarsa; non ce l’aveva fatta ad alzarsi per essere più sicuro della presa e ora la stava capovolgendo per non perdere nemmeno una goccia, l’espressione di un alcolizzato che svuota l’ultimo fondo di bottiglia. A lui bere non serviva da un tempo che neppure ricordava, ma la sensazione di ubriachezza che seguiva la fame placata, quella la ricordava bene.
“Interessante... tuo fratello non chiama e tu non stai proprio cercando disperatamente di scappare. Non credo sia perché temi di andare di nuovo a cercare di eliminare Jeremy Gilbert, ma più per non affrontare Elena, sarà delusa”.
Damon smise di far rimbalzare la pallina bloccandosi con un’espressione agghiacciata che fece esultare l’Originale.
“È da Stefan non farsi vivo, si starà dando il gel nei capelli, per quanto riguarda Elena, sa benissimo che ho un problema di autocontrollo”. Dannazione, doveva essere credibile.
“Ma tuo fratello no. Quando gli ho ordinato di uccidere Elena ha combattuto con tutte le sue forze, è vero amore questo, temo che non finirà bene per te”.
“Che ne sai tu dell’amore?” Io la amo tanto da cambiare tutto questo, pensò senza sporcare quelle parole rivolgendole al suo nemico.
“So che alla fine dell’ arcobaleno vedo solo Stefan ed Elena… sempre che anche lui non mi irriti ulteriormente, vado a controllare che succede e tu – fissò le pupille ipnotiche in quelle di Damon – resterai qui ad aspettarmi”.
Il bruno non fiatò finché sentì che ormai i passi di Klaus erano lontani, poi con un’espressione piena di disprezzo si alzò, seppure con difficoltà, raggiungendo la porta.
“Resterò. Oppure no”.