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Autore: ValeA    30/04/2013    2 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Julie Carter ritorna dopo un'assenza di circa 17 anni, a Blackside portando con sé i suoi due figli gemelli Lucas ed Ashleigh di 16 anni.
I ragazzi si troveranno ad affrontare un mondo nuovo e di cui non ne conoscevano l'esistenza, in loro aiuto ci sarà la loro nonna, Tina Carter.
Julie rincontrerà la sua amica di vecchia data Anne Miller, anche lei con una figlia dell' età dei gemelli.
Perché avvengono delle misteriose morti? Perché Matthew Evans é tornato in città? Cosa nasconde Allison Cooper? Chi è veramente Michael Halo? Come è veramente nato tutto?
Chi saranno i buoni della situazione?
Problemi adolescenziali e soprannaturali verranno affrontati in ogni capitolo, verità nascoste e amori.
Come finirà tutto?
Genere: Fantasy, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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04. This is me

Abigail stava tranquillamente dormendo, si voltò dal lato opposto a quello in cui era ma qualcosa gli impedì di girarsi per bene. Aprì gli occhi di scatto e si ritrovò la faccia del fratello che la guardava furbamente. Si lamentò e si trattenne di insultarlo in quante più lingue potesse. «Esci...» gli consigliò, aveva sonno e voleva dormire.
Lui scosse la testa. «Tu ieri hai interrotto il mio sonno, io oggi interrompo il tuo.» sbuffò pesantemente la sorella.
Lo faceva per ripicca e per divertirsi, non gli interessava se frequentasse la scuola o meno. 
«Ho bisogno di dormire, sono stanca...» 
«Pff...» Matt non le credeva, era impossibile che la sorella lo fosse. 
Era sempre stata una tipa iperattiva nella sua vita umana, con l'essere vampira tutto era amplifiato. 
«La scuola non aspetta i comodi tuoi...» non aveva altra scelta se non alzarsi.

 
 
«Spostati...» Lucas spintonò la sorella.
«No, spostati tu!» ricambiò il gesto.
Si trovavano entrambi in bagno e stavano condividendo il lavandino mentre lavavano i denti, purtroppo non erano mai stati molto bravi a condividere le cose.
«Smettetela tutti e due!» entrò Julie con i capelli scompigliati e il chiaro segno del cuscino sulla faccia.
A quella vista i figli non poterono che ridere ma cercavano di trattenersi, sembrava davvero arrabbiata. «Le vostre lamentele si sentono fin da camera mia!»
«Allora falla smettere!» implorò Lucas alla madre, spintonando di nuovo la sorella che per poco non perse l'equilibrio e quasi cadeva rovinosamente per terra. «Schiappa!» Ashleigh non lo sopportava quando la chiamava in quel modo.
Stava inveendo contro di lui ma fu bloccata in tempo dalla madre.
«Tu ferma... e tu ANCHE!» era stufa, alcune volte i suoi figli si comportavano da bambini di più di quanto lo fossero in precedenza.
In quel momento arrivò un messaggio ad Ashleigh, lei lo prese per vedere chi fosse. Era Erick.
Vedendo il suo sorrisetto, il fratello glielo tolse dalle mani. 
«Oh è Erick...» disse in tono smielato per prenderla in giro.
«Chi sarebbe questo Erick?» la madre ovviamente non ne sapeva nulla.
Ashleigh sussurò un «Nessuno.» ma fu interrotta dal fratello che era più informato di Gossip Girl in persona.
«Frequenta la nostra scuola, è il co-capitano della squadra di football e condivide con Ash l'ora di Letteratura e Matematica. Altro?» la sorella lo guardava allibita, non capiva come potesse sapere tutte quelle cose. 
«Che le ha scritto questo Erick?» domandò Julie al figlio, lui aveva letto il messaggio.
Ashleigh strappò dalle mani il cellulare al fratello e gli lanciò uno sguardo truce. Lui però il messaggio l'aveva già letto.
«Buongiorno Bellezza, ci vediamo all'ingresso della scuola? Baci Erick!» mentre rispondeva alla domanda della madre, faceva finta di star recitando il messaggio.
La sorella lo guardò un'ultima volta male. «Stupido.» e se ne uscì dal bagno.
Stava per fare la stessa cosa Lucas ma venne bloccato dalla madre.
«Tienimi aggiornata.» la madre era curiosa, lo era sempre stata.
«Contaci.» si batterono un cinque e poi Lucas uscì dalla stanza per andare a prepararsi.
 
 
 
"Ciao, questa è la segreteria telefonica di Allison Cooper. Se mi stai chiamando per qualcosa di urgente, ti richiamerò forse. Se invece devi solo rompermi le palle, puoi anche staccare prima del Biiip." Karen era la millesima volta che provava a chiamare l'amica ma ancora le era impossibile rintracciarla.
"Senti Ally, sono preoccupata! Ma che fine hai fatto? Dove sei? Appena ascolti questo e gli altri messaggi che ti ho lasciato in segreteria, chiamami. Ti prego." era stanca di ripetere quell'azione, non sapeva se doveva essere preoccupata o no. Allison appena sentì quel messaggio, si buttò verso il telefono e sperò di riuscire a prenderlo in tempo.
«Pronto Kar?!» quest'ultima fu sollevata appena sentì la voce dell'amica.
«Ma dov'eri? Ti ho cercata tutto il giorno. HO CERCATO TE E NICK!» Allison interruppe il fiume di parole dell'amica.
«Ero arrabbiata e sono andata a sbollire un po' in giro, per questo non mi hai trovata a scuola. Nicholas sfortunatemente mi ha seguita e quindi invece di calmarmi mi sono innervosita di più. Ma ha detto che l'ha fatto per te, perchè tu non vorresti che mi succedesse qualcosa.» doveva per forza mentire, non poteva raccontargli ciò che era successo al cellulare. L'avrebbe anche presa per pazza.
«Senti ne parliamo a scuola, devo prepararmi.» concluse poi la chiamata.
Se non si sbrigava, arrivava in ritardo.
 
 
 
«Caitlin tregua.» interruppe David la parlantina della sua ragazza. «Almeno per due minuti.»
Lei non capiva a che si riferisse, chiese infatti spiegazioni. «é da quando sei salita in macchina che non fai altro che parlare su quanto credi che nascondono qualcosa i Carter. Se davvero lo credi, perchè non glielo chiedi?» erano appena arrivati a scuola, David aveva appena parcheggiato.
«Certo, vado da Ash e le chiedo "Cosa nascondi?" come se le avessi appena chiesto di prestarmi una gomma per cancellare.» era scocciata, lei pensava seriamente che nascondessero qualcosa ma David non la stava prendendo sul serio.
«Cosa credi che nascondino?!» cercò di essere più interessato.
«Se lo sapessi, verrei a chiedertelo?» era offesa per come l'aveva zittita prima. Infatti senza aggiungere altro si diresse al suo armadietto e prese dei libri che le servivano, mentre lui la seguiva divertito. «Ci si vede in giro.» lo lasciò lì.
«Per pranzo?» non ottenne nessuna risposta. «Che permalosa!» 
Sapeva che l'arrabbiatura della sua ragazza era momentanea, quindi non insistì oltre.
 
 
 
«Amico, ma dove sei sparito ieri?» Erick prese in contropiede Nicholas.
Quando quest'ultimo si voltò, si poteva notare chiaramente che aveva la faccia stanca. 
«Sono tornato a casa prima.» rispose senza cadere nei dettagli.
«Avevamo le selezioni per i nuovi giocatori, ieri.» Nicholas se ne era completamente dimenticato.
«Come è andata?» domandò curioso, sperava che almeno qualcuno di decente nel giocare ci fosse.
Dallo sguardo che gli lanciò Erick capì che non era del tutto così. «Un disatro.»
Avevano già perso il campionato prima di iniziare. «Ma non perdere le speranze...» cercò di consolarlo.
«Come non potrei?» era da sedici anni che quella scuola non vinceva un campionato, volevano cambiare le cose ma ogni anno tutto gli si ritorceva contro.
«I ragazzi erano in tanti, abbiamo dovuto dividere in due gruppi tutti.» non capiva dove volesse arrivare. «Quindi faremo altre selezioni oggi e...» sperava che almeno quel pomeriggio andasse meglio del giorno prima. 
«E...?» fu curioso di quella congiunzione lasciata in sospeso dall'amico.
«E Stevenson è in pensione e so che verrà come coach un ex giocatore della stagione 1995-1996.» non comprendeva tutto l'entusiasmo dell'amico. «Non capisci?» fu costretto a scuotere la testa.
«L'anno in cui fu vinto l'ultimo campionato in questa scuola.» gli chiarì le idee. 
Ora capiva e riusciva a condividere l'entusiasmo di Erick. 
«In quel periodo ci sono stati cinque dei migliori giocatori che questa scuola abbia mai avuto.» Erick non potè far altro che annuire.
 
 
 
Anne e Julie, come ormai ogni giorno, si trovavano a far colazione insieme al bar dell'ospedale.
«Il caffè fa schifo qui ma è la terza volta che veniamo a prenderlo...» constatò Anne, cercando di non sentir quel saporaccio costretta ad annusare tutte le mattine.
«Siamo troppo pigre anche per scegliere un bar decente.» era vero, la pigrizia non le abbandonava mai.
Si misero a ridere finchè poi Anne non si ricordò di dover avvisare lo sceriffo per informarlo di cosa aveva scoperto.
Appena finì di avvisarlo con un messaggio nella segreteria telefonica, riprese a parlare con l'amica.
«Abbiamo due ore prima che inizi a lavorare, possiamo parlare tranquillamente.»  non finì quel caffè perchè l'aveva disgustata e ordinò una bel croissant caldo, lo stesso fece Julie.
«Non abbiamo avuto molto tempo per parlare di questi sedici anni.» avevano parlato di tutto, eccetto di quello.
«Niente, sono stata a Chicago fino a due settimane fa e ho cresciuto lì i miei figli.» fu di poche parole Julie. «Invece tu?»
«Come hai capito, sono rimasta qui a crescere Caith.» sembrava che non volessero rivelare troppi dettagli, perchè il passato da ricordare non era sempre un bene.
«E non hai avuto nessun uomo?» domandò Anne non sapendo altro che dire, ma sapeva che quell'argomento era molto delicato.
«No, ho preferito concentrarmi sui miei figli.» aveva dedicato in quei sedici anni solo il tempo ad Ashleigh e Lucas, non voleva far  entrare uomini nella sua vita perchè non voleva che i suoi figli si affezionassero a qualcuno che poi se ne sarebbe andato. «Tu?»
«Anche, mia figlia e il lavoro sono le mie priorità.» 
«E il padre di tua figlia?» era un tasto dolente per Anne, come lo era per Julie del resto.
«Mi ha lasciata dopo che l'ha saputo...» Julie pensava che almeno il padre di Caitlin sapeva di avere una figlia, il padre dei suoi figli non sapeva addirittura di averne due.
«E quello di Ashleigh e Lucas?» domandò.
«Non sa della loro esistenza.» e forse era meglio così, non sarebbe stato in grado di fare da padre. Era troppo immaturo e donnaiolo per mantenere quel grosso impegno.
 
 
 
«Perchè parlavi con i nipoti della vecchia?» domandò Matthew alla sorella. Il suo tono non era scorbutico, era molto di più.
Abigail non capì neanche che stesse parlando con lei ma era ovvio che fosse così, in macchina oltre loro due non c'era nessun altro
«Eh?» non capiva a cosa si riferisse. «A cosa ti riferisci?»
Suo fratello aveva il brutto vizio di iniziare una conversazione senza ben definire i soggetti in questione.
«I biondissimi Carter... I gemelli, insomma.» si spazientì, voleva che la sorella capisse subito cosa intendesse, senza che cadesse nei dettagli.
Disse un "Ah loro!" finalmente capendo ciò che volesse sapere il fratello. «Sono simpatici.»
«Non avere troppa fiducia.» gli rispose scettico. «Se sono come i loro antenati, allora è meglio stargli lontano.» la sorella sapeva bene a cosa si riferisse, in tutti quei secoli della sua vita non faceva altro che ripeterlo.
«Secondo me non sanno neanche dell'esistenza dei Vampiri.» erano arrivati in città da troppo poco per sapere ogni cosa che riguardasse quella strana cittadina.
«La vecchia li avrà istruiti per bene.» Abigail non capiva neanche perchè stavano parlando di loro. «Inoltre non mi fido della bionda femmina, ancora di meno del biondo maschio.» 
«Veramente tu non ti fidi di nessuno.» gli rispose a tono con la verità.
In passato aveva riposto troppa fiducia in persone che non la meritavano, lo poteva capire ma era anche troppo esagerato.
«Di te mi fido.» le disse, la sorprese. «Per questo so che farai la scelta giusta.» continuò, baciandole la fronte.
Lei era sconvolta, non sapeva che suo fratello nonostante quello che fosse successo in passato, le riponeva fiducia.
La fece scendere, era arrivata davanti l'edificio scolastico.
Sorrise, era felice. 
 
 
 
«Oggi abbiamo allenamento?» domandò Allison stanca a Karen.
«Sei tu il capo, dovresti saperlo.» alla mora dava fastidio quando la sua amica usava quel tono con lei. «Comunque sì.»
Non le era mai andata molto giù che ricoprisse quel ruolo mentre lei era solo la seconda, in ogni caso era sempre un capo.
«Bene.» le avrebbe detto "quella cosa segreta" subito dopo. «Dopo l'allenamento ti devo parlare.» Karen la guardò preoccupata.
Quando Allison Cooper diceva che ti doveva parlare, non era mai un buon segno.
«Su cosa?» cercò di avere informazioni.
«Più tardi ti dirò tutto.» chiuse lo sportello del suo armadietto dopo aver preso i libri e la lasciò lì.
Karen non capiva come potessero essere amiche, erano una l'opposto dell'altra.
In quello stesso momento arrivò alle sue spalle Nicholas, finalmente lo aveva trovato. Era un po' arrabbiata con lui, non si era fatto sentire per tutta la giornata precedente.
«Io mi preoccupo per te, pensando anche alle cose peggiori e tu... TU ti comporti come se nulla fosse?» Karen non gli diede neanche il tempo di aprir bocca.
«Scusami, non pensavo foss...» 
«Non pensavi che mi preoccupassi? Beh, ti sbagli! Sono anche andata dalla polizia per denunciare la vostra scomparsa e voi dove eravate? Tranquilli da qualche parte! E lo sai qual è il problema? Che voi non vi sopportate nemmeno ma non avete pensato nè ad avvisarmi nè a coinvolgermi in qualunque cosa stavate facendo. E lo sai cosa mi porta a pensare questo? Lo sai?» parlò più veloce che potè, lui la guardava in silenzio sapendo di avere delle colpe.
Lei ad ogni parola parlava sempre più forte, tutte le persone in corridoio stavano assistendo a quella scenata.
«Lo sai cosa ho pensato?» continuò imperterrita. «Cosa penso ancora?» lui scosse la testa, era imbarazzato perchè tutti si stavano facendo gli affari loro.
«Ne possiamo parlare da un'altra parte?» la anticipò prima che potesse parlare. «O magari parlarne con più calma...» propose dopo lo sguardo furibondo della sua ragazza.
«HO PENSATO CHE MI STESSI TRADENDO CON LA MIA MIGLIORE AMICA!» se ne disinteressò totalmente di quello che le aveva detto il suo ragazzo.
In quel momento che la gente la potesse sentire ma non le interessava. 
«E TU AD ALLISON FINO A QUALCHE GIORNO FA DICEVI DI NON SOPPORTARLA.» non riusciva a contenersi. «DICEVI CHE ERA SOLO UNA RAGAZZINA VIZIATA E TROPPO PIENA DI Sè.» la gente più curiosa che mai li stava accerchiando per non perdersi nessun particolare di quella conversazione.
In quella confusione si poteva notare anche Cassie Phillips, la ragazzina più curiosa di tutto il Blackside High School.
«Ne possiamo parlare con più calma?» le ripropose. «Tutti ci stanno guardando!» le fece notare.
«Non c'è nulla di cui dobbiamo parlare. E VOI...» si rivolse a tutti gli studenti lì presenti. «Che avete da guardare? Lo spettacolo è finito!» disse allontanandosi.
Tutti la reputavano una ragazzina dolce e sensibile, nessuno aveva mai visto quel lato del suo carattere.
Nicholas non sapeva se raggiungerla e cercare davvero di chiarire o di lasciar perdere e di farla calmare un po'.
Decise che forse era meglio la seconda opzione, non aveva neanche voglia di sentire altre urla.
 
 
 
«Bellezza!» pronunciò qualcuno alle spalle di Ashleigh facendola sobbalzare.
Stava tranquillamente prendendo dei libri nel suo armadietto.
«é la seconda volta che lo sento da te...» disse voltandosi verso di lui. «Ti aspettavo al cancello.» continuò dopo.
«Sì, scusami... Ero con Nick e poi è successo quel fattaccio e beh sai... ero curioso e mi è passatto di mente e...» non stava capendo il discorso del ragazzo, aveva perso il filo.
«Aspetta.» lo bloccò. «Non mi devi nessuna spiegazione.» non erano fidanzati o qualcosa del genere.
«Non sei arrabbiata?» era la prima ragazza che non si arrabbiava perchè gli aveva dato buca, anche se era pur vero che non si trovavano in un appuntamento.
«Lo sarei solo se mi daresti buca in un appuntamento.» appunto, disse.
Stavano chiaramente flirtando, lui ne era stupito.
Quella ragazza sembrava timida però stava dimostrando il contrario.
«E se ti proponessi questo venerdì sera di uscire, cosa mi diresti?» le domandò, quella ragazza lo intrigava.
«Risponderei che devo controllare nella mia agenda...» disse facendo la spiritosa.
Lui rise, non sapeva spiegarselo ma le piaceva.
No che fosse brutta ma era da tanto che non guardava una ragazza, l'ultima volta fu molto tempo fa.
«Ma accetterei lo stesso, anche se l'avessi tutta occupata.» lo sorprese.
«Allora ti passerò a prendere alle otto.» ancora mancavano tre giorni a venerdì ed entrambi non vedevamo l'ora che arivasse.
 
 
 
«Secondo me dovresti entrare in squadra!» sussurò Allison all'orecchio di Lucas.
Lucas era intento a guardare il foglio delle iscrizioni appeso nella bacheca scolastica. 
«Sì, lo so.» si rivolse a lei tranquillamente. «Oggi ho il provino.» le fece capire che già si era iscritto.
«La fortuna vuole che ci incontriamo!» la guardò sconvolto, che blaterava quella ragazza?
«Ovvero?» 
«Oggi io e le ragazze abbiamo allenamento per le prossime partite di campionato.» si ricordò solo allora che lei faceva parte delle cheerleaders, anzi ne era il capitano. «Ci dobbiamo preparare anche noi per il campionato.»
«Non aprite i provini voi?» non vedeva nessun annuncio sulla bacheca e lui aveva un paio di ragazze in mente da far iscrivere.
«Non pensavo che volessi fare il ragazzo cheerleader.» lo rimbeccò.
«Infatti non è così. Ma c'è un paio di gente che penso sia perfetta per quel ruolo.» con lei doveva cercare sempre di essere gentile, non voleva averla contro.
«Chi sarebbero?» notò un tono curioso in quella domanda.
«Mia sorella e Abigail Evans.» avevano entrambe il fisico perfetto, sua sorella aveva esperienza perchè a Chicago lo era. Su Abigail non lo sapeva ma pensava che ce la potesse fare bene, anche meglio di Allison.
«Le prenderò in considerazione.» disse dandogli una pacca sulla spalla e allontanandosi da lì.
Non era riuscito ancora a capire quella ragazza, era molto più che strana.
 
 
 
«In entrambi i casi, i nostri figli non hanno un padre.» Anne sorseggiò l'ultimo sorso di quel caffè amaro.
«Però almeno il padre di Caitlin lo sa. Il padre dei miei figli no, penso sia peggio.» lo era.
Ad Anne stava frullando per la testa una domanda che voleva porla, si prese di coraggio e... «Come mai non gliel'hai detto?» cambiò idea appena aprì bocca.
«Hanno contribuito molti fattori.» prese anche lei l'ultimo sorso. «Il primo era la sua immaturità.» sarebbe scappato a gambe levate appena l'avrebbe saputo oppure le avrebbe chiesto addirittura di abortire. 
Lei non avrebbe tolto la vita a due innocenti creature solo perchè aveva sbagliato a non prendere e non far prendere le giuste precauzioni.
«Avevano lo stesso difetto.» sorrise Anne, anche in campo amoroso sceglievo un uomo simile a quello dell'altra.
«A quell'età tutti hanno quel "difetto"» mimò due virgolette alla parola difetto.
«Già. Ogni tanto ho paura che possa accadere la stessa cosa a mia figlia e al suo ragazzo, anche se so che lui è responsabile e che non la lascerebbe sola, sono pur sempre ragazzi. Non devono pensare ai figli così presto. Sono troppo giovani ancora.»
«Anche io ho il tuo stesso timore, mi preoccupo più per Lucas. Ashl è più tranquilla, ma Lucas più impulsivo.» raccomdava sempre ai figli di non farla diventare nonna prima che lei compisse cinquanta anni. Dovevano aspettare diciotto lunghissimi anni ancora. «Purtroppo ha preso quella parte di carattere che appartiene a suo padre.» finì il suo discorso Julie.
Però Anne non ne poteva più in quel momento, moriva dalla voglia di sapere chi fosse il padre dei ragazzi e quindi quella volta la fece davvero quella domanda che prima aveva evitato all'ultimo secondo.
«Ma chi è il padre dei ragazzi?» Julie perse più di un battito, ricordare a delle volte faceva male.
Ma non poteva nasconderlo alla sua storica migliore amica, si prese di coraggio prima di pronunciare quelle due semplici parole.
«Michael Halo.» sputò fuori velocemente. «é lui il padre dei miei figli.»
Anne aveva un volto indecifrabile. Se in quel momento si trovassero in un cartone animato, avrebbe la mascella inferiore che toccherebbe il pavimento.
 
 
 
Un ragazzo castano con dei bellissimi occhi verdi entrò nell'erboristeria di Tina. 
«Come posso aiutarla?» domandò cortese, la donna l'aveva riconosciuto ma fece finta di nulla.
«Saltiamo i convennevoli.» rispose il ragazzo. «Hai qualcosa che mi appartiene.» la donna lo guardò stupefatta, non capiva cosa intendesse.
«Scusami?!» lei non voleva niente a che fare con lui e i suoi simili, perchè doveva essersi appropriata di qualcosa che non gli appartenesse?
«Carter, mi sorprende che non sai cosa intendo.» ma lei era sincera, non lo sapeva veramente. «L'ha preso la tua antenata, quella rimbambita di Liz Carter.» lei scattò in avanti, nessuno doveva offendere la sua famiglia.
Neanche se fossero appartenuti ad altri secoli come in quel caso.
«Io non ho nulla.» rispose con fermezza. «Non terrei nulla che appartenga ai vampiri. Soprattutto se questo qualcosa appartiene a te, uno dei primi vampiri.» specificò con disgusto.
Al ragazzo non erano mai stati simpatici i Carter, non capiva come sua sorella potesse rapportarsi con uno di loro.
«Se i tuoi antenati non fossero soltanto degli incapaci, questo problema non si porrebbe.» la riprese risoluto, aveva ragione.
Lui non aveva mai chiesto quella natura, la sua vita gli era stata strappata inconsapevolmente. Ma erano passati molti anni e lui se ne era fatto una ragione.
Tina era spiazzata, non sapeva cosa dire o come reagire. Il ragazzo non aveva del tutto torto.
«Non mi sembra che ti dispiaccia tanto esserlo, Evans.» sorrise, una caratteristica dei Carter era difendersi attaccando.
«Non era questo il punto, voglio il medaglione della mia famiglia.» stavano divagando e Matthew era ritornato di nuovo all'argomento principale.
«Medaglione?» lui annuì. Non aveva voglia di perdere tempo e quella donna lo stava spazientendo.
 
 
 
«Ash!» Caitlin chiamò la bionda ma lei non la sentiva. Era distante qualche metro e sembrava confusa, spaesata. 
La raggiunse e le mise una mano sulla spalla per farla voltare verso la sua direzione.
«Ehi Ash.» come previsto lei si voltò e appena la vide sembrò contenta e sollevata.
«Ti stavo cercando. Stavo cercando di capire dove saresti potuta essere.» la bionda ancora era inesperta, non riusciva a muoversi in quella scuola.
«Mi hai trovata, andiamo in classe?» avevano lezione insieme, lo avevano scoperto il giorno prima quando si erano trovate nella stessa classe.
«Sì.» seguì Caith senza aggiungere altro.
Purtroppo non condividevano una materia che piacesse a tutte e due, entrambe detestavano la storia e forse anche la professoressa.
Mentre camminavano a passo veloce per il corridoio, vennero fermate da una testa mora. Era Allison Cooper.
«Che vuoi, Cooper?» Caitlin e Allison non si stavano molto simpatiche da molto tempo, era impossibile pensare che prima potevano essere quasi considerate amiche.
«Da te nulla, Miller.» la guardò sprezzante. «Ma alla biondina accanto a te devo chiedere qualcosa.» Ashleigh non capiva cosa voleva, non si conoscevano nemmeno e non avevano avuto neanche l'occasione di parlare.
Allison fece finta che Caitlin non ci fosse e si concentrò solamente su Ashleigh, quest'ultima aspetto che parlasse.
«Ashleigh, giusto?» voleva essere sicura di star parlando con la persona giusta. La bionda annuì.
«Tuo fratello mi ha detto che hai asperienza con gruppo cheerleading.» suo fratello non si faceva mai i fatti suoi. «Fammi vedere che sai fare, oggi alle tre e mezza in palestra.» non le diede neanche il tempo di metabolizzare le sue parole che era già sparita dal suo campo visivo. Era l'ennesima volta che se ne andava mentre parlava con qualcuno.
«Non la sopporto.» Caitlin la riportò sul pianeta terra.
Ashleigh era sconvolta e non sapeva che dire ma sicuramente ci sarebbe andata ma prima doveva scambiare due parole con suo fratello.
«Andiamo, siamo in ritardo.» Caith la prese per un braccio e la trascinò con sè per tutto il tragitto che mancava fino alla classe.
 
 
 
Allison era appena entrata nella classe di spagnolo, il professore ancora non era arrivato.
Si guardò ancora attorno per cercare il viso di Lucas, il giorno prima Abigail Evans gli aveva tolto l'onore di sedersi accanto a lui.
Doveva appropiarsi di quel posto prima che lo facesse quella ragazza, amava stuzzicare la gente e soprattutto se erano bei ragazzi.
Quando lo trovò, fu sollevata che fosse solo e ad ultima fila, lei odiava stare nelle prime file.
«Ho fatto quel che dovevo con tua sorella.» si annunciò, lui la guardò cercando di capire. Non ci volle molto.
La ragazza stava per sedersi ma fu bloccata da lui.
«Questo posto è occupato.» lei fece finta di nulla e si sedette.
«Perchè sei così scortese con me?»
«Non mi pare che tu con gli altri sei molto più gentile.» non ebbe il tempo di aggiungere altro che il professore entrò in classe. Non sembrava di buon umore.
«Fa parte del mio carattere.» rispose lei prima di aprire il libro di spagnolo. Lui non le diede retta e aprì anche lui il libro alla stessa pagina della ragazza.
Subito dopo entrò una rossa in classe. «Mi scusi per il ritardo.» il professore la fece accomodare senza aggiungere nulla, la ragazza cercò Lucas ma appena vide che era già occupato il posto accanto a lui, ci rimase male e si sedette in prima fila di fronte al professore.
Lui la guardò scusandosi ma lei non ci fece caso.
«Oh andiamo...» lo scimmiottò Allison avendo guardato la scena attentamente. «Neanche le coppiette ci rimangono male così male.»
Lucas per la seconda volta fece finta di nulla e si concentrò sulla lezione.
 
 
 
«M-Michael Halo? Quel Michael Halo?» domandò incredula Anne, non poteva crederci.
«Sì, proprio quello stronzo.» rispose Julie.
Anne era combattuta se dire quello che stava passando per la sua testa oppure tacere e far finta di nulla. Ma come poteva far finta di niente? 
Decise però che in quel momento non era il caso di sganciare una seconda bomba, avrebbe parlato dopo con più calma.
«I tuoi figli sanno il nome del loro padre? Gli hai parlato di lui qualche volta?» per evitare di dire quello che le passava per la testa, cercò di fare domande in modo tale di ascoltare e sapere qualcosa in più.
«No, quando erano più piccoli mi avevano chiesto qualcosa ma avevo sempre sviato l'argomento con altro per distrarli, si sono anche arresi ad un certo punto.» ormai non le ponevano più certe domande, avevano capito che la madre non ne era fiera di quell'uomo.
«Tu a tua figlia ne hai parlato di suo padre?» Anne si mordicchiò il labbro e si stava torturando le mani.
«Sa solo il nome ma nulla di più.» il nome gliel'aveva rivelato quando era più piccola. «Aveva circa sei anni e si chiedeva perchè tutte le sue compagnette conoscevano suo padre tranne lei, le avevo detto che lui abitava lontano.» prese fiato ricordando quel giorno. «Non voleva dormire, avevo provato di tutto tra favole e canzoncine varie... Le avevo chiesto cosa dovevo farle per farla andare a dormire e lei mi rispose che voleva sapere almeno il nome di suo padre.» Julie l'ascoltò attenta, sperando che l'amica si facesse scappare quel nome ma non fu così. «Così glielo dissi e non chiese altro, si addormentò veramente.» sembrava che c'era un ma in tutto quel discorso.
«Giorni dopo le regalarono un orso a peluche e le aveva messo il nome di suo padre e non riusciva a dormire senza quell'orsacchiotto. 
Ancora oggi dorme con quel peluche, dice che è l'unica cosa che puà ricordarle suo padre perchè io non le parlo mai di lui.» le scese una lacrima a quei ricordi.
Julie si alzò e l'abbracciò istintivamente. «Posso farti una domanda?»
Anne annuì. «Chi è il padre?» lei prima aveva risposto alla domanda dell'amica.
Anne fu salvata dal cercapersone che squillò, la rivolevano a lavoro.
«Ne parliamo un'altra volta, devo andare.» disse allontanandosi di fretta, si ripulì gli occhi dalle lacrime velocemente con le dita.
Lasciò Julie là, controllò l'ora sul suo orologio. Era tardi, anche lei doveva andare a lavoro.
 
 
 
Erick era appena uscito dalla classe dell'ultima lezione che aveva per quel giorno, era sollevato.
Si diresse verso il campo di football, c'erano gli ultimi provini per i ragazzi che dovevano entrare in squadra.
Si diresse verso gli spogliatoi e andò vicino al suo armadietto, lo aprì con lentezza e ne estrasse un borsone. Frugò dentro e fu soddisfatto quando quasi subito tirò fuori la tuta.
«Ehi, amico!» si voltò verso quella voce che lo aveva richiamato e sorrise non appena vide che per una buona volta Nicholas Harris, suo storico amico, era arrivato prima di lui agli allenamenti.
Di solito era sempre in ritardo.
«Qual buon vento?» Nick lo guardò interrogativo. «Come mai così presto?» cercò di essere più chiaro.
«Ho saltato l'ultima lezione, sono qui da un'ora.» Erick capì subito per quale motivo.
Nonostante fosse più grande e un anno più avanti, la lezione di Arte l'aveva con Karen e Allison.
«Le ragazze?» la risposta era più che ovvia.
«Esattamente.» la colpa era di Nicholas.
«Se tu l'anno scorso invece di saltare le lezioni, saresti rimasto in classe... La Morris non ti avrebbe bocciato e non saresti un anno indietro e...»
«Ho capito, ho capito...» interruppe l'amico. «Me la sono cercata.»
Erick voleva essere aggiornato sulle utime novità, alcune volte era peggio di una ragazza.
«Ma davvero ieri hai tradito Karen con Allison?» si era posto quella domanda per tutto il giorno.
«No. Non stava bene  e l'ho solo aiutata, IERI.» fu sollevato nel sentire quelle parole. Poi ci ragionò bene un po', perchè aveva sottolineato la parola "ieri"? Che l'avesse fatto qualche altro giorno?»
«Sì, qualche giorno fa.» rispose alla domanda silenziosa dell'amico. 
Erick sbarrò gli occhi, si trovava accanto un tesoro di ragazza e l'andava a tradire con la migliore amica di quest'ultima?
Neanche quella volta ebbe il tempo di parlare che Nicholas lo anticipò. «Non siamo andati oltre un bacio.» specificò.
Erick lo reputava in ogni caso un tradimento. «Perchè?» non sapeva che altro dire.
«Mi ha provocato finchè non ho ceduto...» si scusò.
«Che significa?» Erick non ci stava capendo nulla.
«Che l'ho baciata ma per pochi secondi, poi l'ho scansata da me.» fece un piccolo riassunto di quello che successe qualche giorno prima.
«E Karen?» 
«Non sa nulla, non ci ha nemmeno visti...» rispose. «Tu non dire nulla.» Erick non piacevano queste cose ma non era giusto che fosse lui a raccontare tutto a Karen, doveva farlo il suo amico.
«Dovresti dirglielo, le bugie non portano nulla di buono.» Erick lo sapeva bene.
 
 
 
«Quale medaglione?» Matthew sbuffò.
«Ogni famiglia che vive in questo paese da secoli ne ha uno.» rispose cauto «Quindi è impossibile che non ne conosci l'esistenza.»
«Non ho detto che non sapevo dei medaglioni, sto solo dicendo che non so dove sia il tuo.» era impossibile restare calmi. «O se esiste, ancora.» non aveva pensato alla possibilità che fosse andato distrutto.
«C'è un modo per sapere dove posso trovarlo?»
«Non dovresti conoscere tutti i trucchetti?» quella donna si stava prendendo gioco di lui.
«Sono lontano da troppo tempo da quel mondo.» quei medaglioni erano importanti, a lui serviva.
«Non ti aiuterò a cercarlo. Non aiuto la creatura disgustosa che sei, ti sei cacciato nei guai? Affari tuoi. Ed ora esci dal mio negozio da solo con le buone o ti farò uscire io.» Tina era arrabbiata ma allo stesso tempo usò un tono pacato.
Lui non ci vide più, stava per avventarsi sulla donna per morderla ma una bionda entrò nel negozio, era la figlia di Tina.
«Qualcosa non va?» disse vedendo l'astio tra i due.
«Se ne stava andando.» sorrise alla figlia.
«Non finisce qui, Carter.» la guardò minaccioso. L'anziana ricambiò lo sguardo del ragazzo mentre Julie era all'oscuro di tutto.
Appena uscì dalla porta d'ingresso, Julie voleva fare mille domande alla madre ma di limitò a chiedere chi fosse.
«Tieni lontano i tuoi figli da lui.» non aggiunse altro perchè e Tina le ordinò di occuparsi di sistemare gli scaffali.
 
 
 
«Hai detto che mi dovevi parlare, eccomi qui.» Karen si presentò alle spalle di Allison, lei l'aveva sentita arrivare ma fece comunque finta di niente finchè non parlasse. Stava sistemando gli ultimi libri e poi si dedicò completamente all'amica.
«Mi devi dire che te la sei fatta con Nicholas? L'AVEVO CAPITO ANCHE DA SOLA!» Allison non ebbe neanche il tempo di parlare perchè la precedette Karen.
«Sai che vi di...» Allison le tappò la bocca con una sua mano.
«Mi è arrivata voce della tua sceneggiata.» la ragazza cercava di scostarsi le mani dell'amica. «Prima che mi aggredisci con le tue parole... FAMMI PARLARE!» vide che non si stava ribellando più e la lasciò andare.
«Non è successo nulla tra me e quel cretino.» chiarì subito. «Mi ha solo aiutata perchè...» era difficile spiegarle quello che era successo, l'avrebbe presa per pazza.
«Perchè?» voleva sapere come continuava quella frase.
«Perchè mi è successa una cosa strana.» la prese per il braccio e si allontanarono da lì. 
Karen non faceva altro che chiedere dove la stesse portando ma nonostante tutto la seguiva.
Entrarono nel bagno delle ragazze, a quell'ora non ci doveva essere nessuno e quindi poteva mostrarle ciò che era.
«Dammi uno schiaffo!» le ordinò.
«No. Perchè?» non ne aveva motivo.
«Aggrediscimi in qualche modo, fammi arrabbiare!» 
«Smettila con questa stupidaggine!» la riprese l'amica, non aveva tempo da perdere.
«Ho detto FAMMI ARRABBIARE.» durante le ultime due parole, gli occhi della ragazza erano diventati rossi. Si stava per trasformare e Karen ebbe paura quando vide.
«A-Alli-son?» domandò balbettando terrorizzata.
La ragazza la guardava, era mezzo lupo e mezza umana e i suoi occhi rossi sembravano che volessero uccidere Karen da un momento all'altro.
«Smet-til-a  n-non  è-è  div-diver-ten-te.» si stava scaraventando contro di lei ma Karen spaventata iniziò a urlare.
«TORNA IN TE! ALLISON TI PREGO...» non faceva altro che agitare la creatura davanti a sè con le urla.
A causa delle urla qualcuno che le aveva sentite si fiondò subito lì dentro, era Lucas.
Quando vide ciò che era successo non credeva ai suoi occhi. Allison trasformata in lupo cambiò direzione andando verso il ragazzo.
Karen era spaventata per sè, per la vita di Lucas e quella della sua amica. Che le era successo?
«Allison...» disse calma, aveva capito che urlare peggiorava solo la situazione. Il lupo si girò minaccioso, la stava distraendo dalla sua prossima preda.
«Ascoltami...» Lucas intanto si era ripreso dallo shock iniziale ma rimase fermo, una mossa sbagliata e avrebbe peggiorato la situazione, più di quanto già non lo fosse.
«Tu non vuoi davvero ammazzarlo. Non vuoi.» Karen cercò di essere convincente anche se dalla sua voce si capiva la paura che provava. 
Allison lupo staccò le sue mani pelose dal petto di Lucas e stava per rivolgersi a Karen.
«Non vuoi uccidere neanche me. Io ti voglio bene, sono tua amica.» si bloccò e sembrò pensarci. «Torna in te, non ti volterò le spalle.»
Lucas era sorpreso dall'apparente calma mostrata da Karen.
«Ti fidi di me?» quella era la domanda che fece riflettere la creatura di fronte a lei.
Le passarono per la testa vari immagini, loro che si abbracciavano, scherzavano, litigavano. Ogni cosa che avevano condiviso in quegli anni di amicizia.
Uscì una piccola, minuscola lacrima dagli occhi della ragazza in piena trasformazione.
Si avvicinò e Karen non potè trattenere la paura, non aveva funzionato. Lucas stava per reagire stordendola in qualche modo ma si bloccò non appena vide che il licantropo stava abbracciando Karen.
Karen iniziò a piangere sollevata tra le braccia di Allison e nel frattempo Allison acquistava sempre più il corpo umano.
«Ho davvero avuto paura.» disse Karen. Lucas era sconvolto, non riusciva a spiccicare parola.
«Non sono riuscita a controllarmi, pensavo di riuscirci... Ieri ci sono riuscita dopo un po'.» se non fosse stato per l'amica, in quel bagno avrebbero trovato due cadaveri.
Lucas si sentiva di troppo, stava per allontanarsi. Non bastava sapere che esistevano streghe e stregoni, ora anche i lupi?
«Tu...» venne fermato dalle parole di Allison, lui si volse verso di lei. «Non hai visto nulla, non sai nulla.» annuì al vuoto, in quel momento era troppo sconvolto anche solo per chiedere cosa fosse successo.
Uscì dal bagno mentre Allison e Karen si scambiarono un altro abbraccio tra le lacrime di quest'ultima sul pericolo scampato.
 
 
 
«Davvero vuoi entrare nella tana del lupo?» disse scherzando Caitlin.
«Non è la mia prima esperienza cheerleading...» la informò Ashleigh. «A Chicago ero una di loro anche se poi mi sono ritirata...»
Caitlin non voleva essere inopportuna ma le chiese il motivo lo stesso.
«Infortunio. Quando poi mi sono ripresa non ho voluto continuare, non sopportavo metà delle ragazze della mia squadra.» spiegò tranquillamente.
«Tu non hai mai provato?»
«Preferisco il teatro.» Ashleigh si sedette sulle tribune e fece lo stesso Caitlin. «Iniziamo la prossima settimana quindi...» Ashleigh la invitò a continuare. «Vedrò i tuoi allenamenti con loro per tutta la settimana.»
«Non è sicuro neanche che entro in squadra.»
«In quel caso, il teatro ha sempre posti per tutti.» le sorrise. «Ma non credo che occorrerà.»
 
 
 
Abigail aveva appena finito le lezioni, stava per ritornarsene a casa.
Era solo al secondo giorno ma già era stanca della scuola, non c'era più abituata. 
Era nei parcheggi che aspettava suo fratello che la venisse a prendere, poteva usare la supervelocità ma voleva vivere la sua vita tra gli umani come loro, senza fare cose strabilianti ai loro occhi. Si chiedeva cosa ci fosse di fantastico nel bere sangue, se fosse stata ancora umana avrebbe vomitato alla sola idea di ingerire quel liquido rossastro. 
In quel momento si accorse di avere fame, doveva aspettare di arrivare a casa prima di pranzare. Non poteva farlo lì davanti a tutti.
Che avrebbe detto? "Non è come pensate, è succo al lampone in una sacca per le trasfusioni dell'ospedale?" 
Non sarebbe stata credibile, neanche la persona più stupida al mondo le avrebbe creduto.
Certo poteva usare il soggiocamento ma quei trucchetti non le piacevano, quelli erano adatti di più per le persone come Matthew.
Persa tra i suoi pensieri la ragazza non si accorse che una ragazza era alle sue spalle, anzi due.
Si voltò per sapere cosa volessero da lei.
Notò che una delle due era umana, sentiva la vena del collo della ragazza pulsare ma l'altra aveva qualcosa di diverso, non era del tutto umana. Si avvicinò un po' di più, sentì una puzza strana.
Ricordava quell'odore: Licantropo, ma non aveva subito la trasformazione completa e questo stava a significare molta più aggressività e gesti impulsivi. Doveva avvisare il fratello, quella ragazza poteva diventare un pericolo.
«Abigail Evans?» domandò Allison. Lo sapeva che era lei, le aveva fregato il posto accanto a Lucas durante l'ora di spagnolo.
La ragazza fece segno di sì, invitandola a parlare.
«Il figo biondo ha proposto te come cheerleader.» capì subito a chi si riferisse con figo biondo ma non capiva perchè avesse fatto il suo nome, non l'aveva mai vista muoversi. «In questo periodo mi sento buona ed ho deciso di dare una possibilità a poche fortunate, sei una di quelle.» Abigail era spiazzata, era intenzionata a rifiutare.
«Fra quindici minuti in palestra, voglio vedere se veramente ti meriti quel posto.» furono interrotte da una macchina sportiva che si avvicinò a loro, dentro c'era un ragazzo. Era Matthew.
Fece scendere il finestrino della macchina e si mostrò alle altre ragazze.
«Oh ti sei fatta delle amiche...» disse annoiato. «Salutale che dobbiamo andare.» 
«Veramente...» stava cercando di spiegare che le conosceva appena, che le avevano solo proposto l'esperienza di entrare in squadra ma fu interrotta di Allison.
«Sei il suo babysitter?» Matthew scrutò bene la ragazza, era carina.
«Anche se fosse, quale sarebbe il tuo problema?» chiese tranquillamente.
«Nessuno, le avevo fatto una proposta...» disse scrollando le spalle, Karen assisteva silenziosamente. «Sta a lei accettare o no.» stava per andarsene, si bloccò cinque passi dopo.
«Hai solo quindici minuti per pensarci, poi ritieniti esclusa definitivamente.» fece un cenno con la mano, lo rivolse anche al ragazzo dentro la vettura. Pensava che fosse davvero carino.
 
 
 
Julie stava rimettendo in ordine alcuni scaffali, ancora non aveva finito.
Sua madre spuntò dalla sua visuale porgendole una tisana. Non amava quegli intrugli ma aveva bisogno di qualcosa di caldo e in quel momento anche quella "cosa" andava bene.
La prese in mano e la madre le fece segno di seguirla. Il negozio aveva un piccolo divanetto all'entrata, si accomodarono lì.
«Come mai stamattina sei arrivata in ritardo?» chiese Tina, aveva voglia di fare conversazione con la figlia.
«Sono andata a trovare Anne.» la madre sorrise prendendo un sorso di quella tisana senza un sapere ben definito.
Non si erano viste per ben sedici anni ed ora stavano recuperando il tempo perduto.
«Mi piace la vostra amicizia.» commentò, le faceva piacere che sua figlia avesse oltre a lei un'altra persona su cui contare.
Erano nella stessa situazione, potevano anche capirsi di più di quanto potesse fare Tina.
«Lo so, ti è sempre stata simpatica.» rispose. «Forse ti stava più simpatica lei che io.» quando era più piccola non faceva altro che lodarla più di quanto facesse con la propria figlia.
Tina le diede una piccola spintarella come per dire "Ma smettila...", anche se non lo mostrava molto, lei voleva bene a sua figlia.
Voleva bene entrambi i suoi figli e tutti i suoi nipoti.
«Le ho rivelato chi è il padre dei miei figli.» confessò dopo un po' di silenzio. Tina la guardò allibita.
«Che ti ha detto?» domandò curiosa di sapere cosa fosse successo.
«Ha avuto una reazione strana, per cambiare argomento le ho chiesto chi fosse il padre di sua figlia...»
«E...?» neanche Tina sapeva chi fosse.
«Ed è dovuta tornare a lavoro.» pensava di meritarsi di sapere chi fosse, lei gliel'aveva detto.
La madre scrollò le spalle non sapendo che altro fare. Si creò di nuovo silenzio tra loro.
«Mamma...» mise fine a quel silenzio di nuovo Julie.
«Sì?» disse sorseggiando ancora quel liquido marroncino-giallastro.
«Perchè non mi hai mai detto che Anne era incinta o che ha avuto una figlia?» era da un paio di giorni che si poneva quella domanda.
«Pensavo che lo sapessi già, voi vi siete sempre dette tutto.» era sincera non stava mentendo.
«Non ti sei mai chiesta perchè non ho mai parlato di questa cosa?»
«Sì, ma pensavo che l'hai fatto solo perchè volevi chiudere tutti i contatti con questa cittadina e quindi volevi evitare di parlare di chiunque ne facesse parte.» non poteva farne un torto alla madre, era davvero così.
 
 
 
Dei ragazzi stavano giocando a football, tra tutti c'era anche Lucas.
Nicholas fischiò per far capire che era finito il tempo a loro disposizione per dimostrare ciò che sapevano fare e fece segno ai ragazzi di avvicinarsi a lui. Tutti accorsero velocemente.
«Siete in quindici, quindi sapete che non tutti entrerete in squadra.» iniziò a dire Nicholas, l'avevano già capito anche da soli i ragazzi.
Lucas era affaticato ma cercava di non darlo a vedere.
«I posti sono solo sette, due sono stati scelti ieri...» fece un attimo di pausa. «Quindi solo cinque di voi entreranno.»
Tra tutti quei ragazzi c'erano chi era ansioso, chi troppo sicuro di sè e chi come Lucas non mostrava nessuna emozione.
«I ragazzi sono: Wilson, Monroe, Hutcher, Russo e...» quei quattro eletti esultarono, l'ultimo nome non riusciva a leggerlo.
Gli altri che aspettavano erano presi dall'ansia. «Erick che hai scritto?» l'amico prese il foglio e lesse.
«Carter.» Lucas sorrise, ce l'aveva fatta.
 
 
 
Abigail stava per salire in macchina, non aveva davvero intenzione di andare a fare quell'audizione.
Matthew spense il motore dell'automobile e scese, la sorella non capiì che stava facendo. «Che fai?»
«No, la domanda è: Che fai tu ancora lì?» rispose con fare ovvio. «Quindici minuti passano in fretta.» le fece segno di sbrigarsi.
«Io non ho intenzione di entrare tra le cheerleaders!» la guardò sconvolto.
«Si vede che sei una ragazza di un'altra epoca...» la rimbeccò, teoricamente le stava dando dell'antica. «Qualunque ragazza della tua età ama muoversi a ritmo pon-pon.»
Lei invece pensava che suo fratello l'avrebbe appoggiata, che forse era meglio evitare di mettersi troppo in mostra.
«Ma pensavo...» fu interrotta dal fratello.
«Il tuo problema è che pensi troppo e agisci poco.» si avvicinò a lei in due secondi circa, lei stava per replicare. «Dimostrami che sto  sbagliando.» la sfidò. 
Sapeva che le piacevano le sfide e che avrebbe accettato. Così fu.
Prese il fratello per un braccio e si diressero dentro la paletra.
 
 
 
Ashleigh e Caitlin si trovavano tra le tribune della palestra ad aspettare che arivassero tutti ma soprattutto Allison, la ragazza che avrebbe deciso se ritenerla in grado della sua squadra oppure no.
Alle due ragazze si avvicinò di corsa David, era affannato e stanco.
«Ragazze!» fu felice non appena ritrovò la sua ragazza, ormai a Caitlin era passata la piccola arrabbiatura perchè non era nulla di grave e sapeva che anche lei aveva le sue colpe.
«Ciao David.» lo salutò la bionda con un cenno alla mano, la mora gli sorrise soltanto.
«Ehm Ash...» chiese la sua attenzione. «Potresti lasciarci un attimo soli?» domandò, la bionda annuì allontanandosi.
Pensava che fosse meglio lasciargli più privacy possibile. «Vado a riscaldamento» fra un po' avrebbe dovuto iniziare.
Appena si allontanò abbastanza, lui iniziò a parlare. «Ce l'hai ancora con me?» lei gli sorrise, scuotendo la testa.
«Bene, perchè sto per darti una notizia bomba!» non prometteva nulla di buono e la mora era curiosa di sapere cosa avesse così importante da dirgli, il motivo del suo affanno per andare da lei a raccontarglielo.
«Durante l'ora di Biologia dovevo consegnare una ricerca e quando l'ho presa...» non capiva cosa ci fosse di interessante in un compito di biologia da consegnare. «Ho scoperto di averla scambiata con dei fascicoli di mio padre.» forse l'argomento per Caitlin stava diventando più interessante ma voleva capire dove volesse andare a parare.
«A parte la mia prima F, la mia curiosità non finiva e così li ho letti. Si tratta delle morti misteriose.» ora aveva la massima attenzione della sua ragazza, pendeva dalle sue labbra.
«Pensano che sia convolto qualcosa di soprannaturale, è ridicolo!» come non credeva la sua ragazza quella mattina, non credeva nemmeno a quello che poteva essere scritto su dei fascicoli. 
Lei ci credeva, sapeva che era un'ipotesi da prendere in considerazione. Molto probabilmente lui non ci credeva perchè non sapeva dell'esistenza della magia, non sapeva nulla della sua ragazza e di quello che realmente poteva fare.
Però Caitlin non sapeva che oltre alle streghe, c'erano altra creature. Pensava fossero solo leggende ma le era sorto un dubbio.
«Io ci credo.» rispose ferma. «Posso vederli?» scosse la testa.
«Già mio padre mi ha chiamato e mi ha detto di porterglieli subito a casa e di non leggerli e non farli leggere a nessuno per nessun motivo al mondo.» le posò un bacio sulle labbra. «Devo scappare.» Caitlin non ebbè il tempo di rispondere che lui come era entrato era anche sparito. 
 
 
 
«Julie ti devo parlare!» Anne era entrata nel negozio, aveva preso un permesso dal lavoro per andare nel negozio della madre dell'amica. «é molto importante.» vide che stava prendendo qualcosa di indecifrabile da una tazza con sua madre accanto che beveva la stessa cosa.
«Ho interrotto un momento madre-figlia?» chiese mortificata.
«Oh no, no cara.» Tina si alzò dal divano. «Siediti pure qui.» le cedette il posto, tolse dalle mani della figlia la tazza, Julie non capiva che cosa stesse facendo.
«Io vado nel retro, butto queste schifezze.» non piacevano nemmeno a lei. «L'avevo capito che non ti piaceva!» aveva sgamato la figlia,
quest'ultima sorrise sollevata di non dover bere quella bevanda disgustata.
Le sembrava brutto dire a sua madre che le faceva schifo.
«Dimmi pure...» chiese Julie mentre Tina si stava allontanando.
Anne prese posto e iniziò a parlare. «C'è una cosa che devi sapere.» era seria, l'argomento era più delicato di quanto pensasse.
«Cosa?» Julie non sapeva cosa doveva aspettarsi. 
Anne si stava torturando le mani. «Ho realizzato una cosa quando mi hai rivelato chi fosse il padre dei tuoi figli.» la bionda era confusa, cosa aveva realizzato l'amica così tanto importante da lasciare il lavoro prima?
«Penso sia giusto che tu sappia quanto può essere stato stronzo Michael Halo in passato.» 
 
 
 
«Ashleigh Carter.» la bionda venne richiamata da una ragazza con il completo da cheerleader, era Karen.
Si avvicinò, era arrivato il momento di dimostrare cosa era in grado di fare.
«In bocca al lupo!» le augurò Karen. Le stava simpatica, a differenza della sua amica sembrava più gentile con la gente.
«Dimostrati che ti meriti questo posto.» le comunicò Allison prima di farla iniziare, lei annuì.
In quel momento entrarono in palestra Erick, Nicholas e Lucas. 
Il fratello le sorrise per incoraggiarla, Erick le fece segno come per dirle "Ce la puoi fare". 
Nicholas si sorprese quando vide le due ragazze riappacificate, pensava che avessero litigato ma lui non sapeva cosa era successo qualche attimo prima nel bagno delle ragazze.
Partì la musica e lei iniziò a muoversi, non erano mosse straordinarie ma se la cavava bene.
Quella coreografia era la sua preferita, la prima che aveva ballato con le ragazze pon-pon.
In palestra arrivarono anche Matthew e Abigail, quest'ultima era un po' preoccupata mentre il fratello era estasiato da tutte quelle ragazze con il mini completino.
La musica finì e Ashleigh si fermò.
«Per me è assolutamente sì.» disse Karen, le altre ragazze non poterono che concordare. 
«Anche per me.» Allison sembrava diffidente ma in realtà pensava che fosse davvero brava.
Ashleigh esultò, Caitlin le andò in contro. C'era riuscita.
Abigail era contenta per quella ragazze che conosceva appena e Lucas era fiero della sorella. Matthew guardava la scena diffidente ma pensava che la ragazza fosse carina mentre Erick le si avvicinò e si congratulò con lei.
«Abigail Evans.» Karen chiamò anche il nome della rossa. Lucas le augurò un "in bocca al lupo" e lo stesso fece Karen come aveva fatto prima con la bionda.
Quella volta Allison non parlò, era intenzionata ad escluderla perchè non le piaceva che ci provava con Lucas, aveva messo prima lei gli occhi su di lui.
Abigail si mosse per tutto il tempo con grazia e questa situazione ad Allison non piaceva, voleva trovare un pretesto per escluderla.
«Splendida!» esclamò eccitata Karen, come successe anche prima, le ragazze della squadra ne erano entusiaste.
Tutti aspettavano una conferma di Allison ma da quest'ultima non arrivava nulla, neanche un cenno.
«Che ne pensi, Ally?» le domandò Karen.
«Non mi convince.» tutti la guardarono scioccati, Matt non faceva altro che fulminarla con lo sguardo.
In lei aveva riconosciuto la ragazza della sera precedente, quella che l'aveva attaccato.
«Hai paura che possa essere più brava di te?» la sorprese il fratello della ragazza.
Lucas era divertito da quella risposta e lo stesso fu per Erick, Nicholas cercava di nascondere qualunque cosa gli passasse per la testa ma non ci riusciva bene perchè sembrava pensarla come i due ragazzi.
Karen era sorpresa, nessuno aveva mai osato sbattere la verità in faccia ad Allison durante una provinazione. Lo sapevano tutti che c'erano ragazze più brave di lei ma deteneva lei il comando perchè era più temuta da tutti e nessuno osava mettersela contro.
Ashleigh notò solo in quel momento il ragazzo che aveva visto qualche giorno prima, non gli ispirava molta simpatia.
 
 
 
Tina aveva lasciato la figlia ed Anne Miller parlare da sole e lei se n'era andata sul retro a sistemare un po' di scatoloni, con il passare degli anni era diventata più disordinata e forse era arrivato il momento di dare una ripulita a quello stanzino.
Aprì il primo scatolone alla sua destra per vedere cosa conteneva.
Uscì una bambola, apparteneva a sua figlia quando era più piccola. 
La teneva lì per tutte le volte che la portava con sè al negozio, le serviva per non farla lamentare tutto il giorno.
Dopo uscì due macchinine, quelle erano di suo figlio e le teneva lì per lo stesso motivo della figlia.
Quella scatola conteneva oggetti vari: due piccoli vasetti vuoti, un libro, un paio di occhiali vecchi, delle foto ed infine trovò un oggetto che pensava di non possedere.
Il medaglione della famiglia Evans.
Pensava che con gli anni fosse andato distrutto ed invece eccolo lì, tra le sue mani.
Lo aprì, nel lato destro c'era il ritratto di una ragazza ed in quello sinistro di un ragazzo che somigliava molto a Matthew, forse era lui.
Tolse il ritratto del ragazzo e trovò una scritta all'interno del medaglione. Aveva capito perchè il ragazzo lo cercava.
Risistemò tutto e fece finta di nulla, aveva riposato tutto dentro lo scatolone tranne il medaglione nascosto dentro la tasca dei suoi pantaloni.
 
 
 
«No, ti sbagli.» Allison fronteggiò Matthew. «Non ho paura di nessuno, tantomeno di lei.» l'ultimo pezzo della frase lo disse quasi con disgusto.
«Allora perchè non darle un'opportunità?» c'era molta gente in quella palestra ma sembrava che ci fossero solo loro in quel momento.
Nessuno dei due era disposto a cedere.
«Perchè siamo già tante in squadra, non c'è posto per lei.» stava mentendo ovviamente, erano solo una dozzina. Non erano troppe.
«Allora escluditi dalla squadra e fai spazio a qualcun altro.» la ragazza se avesse potuto, gli avrebbe sputato in faccia.
Lo odiava e nemmeno lo conosceva.
«Mi dispiace deluderti ma dovresti sapere che non andrà così.» non le dispiaceva completamente.
Erick nel frattempo si era avvicinato ad Ashleigh e le aveva offerto un passaggio, lei aveva accettato però Caitlin si era autoinvitata e quindi non c'era quel piccolo momento da soli.
Ashleigh prese la sua roba e comunicò al fratello che se ne stava andando, lui le disse che non c'era nessun problema e la lasciò fare.
Matthew guardò la ragazza incuriosito e lei non smetteva di guaradare lui.
«Anche quella biondina riesce a fare meglio di te, secondo me.» Allison si stava per innervosire e sia Nicholas che Karen se ne accorsero e l'allontanarono.
Abigail aveva guardato tutta la scena senza dir nulla e Lucas le si era avvicinato.
Matthew avendo notato di essere di troppo informò la sorella che l'aspettava fuori.
«Non ho molto tempo da perdere... Qualunque cosa vi dovete dire, fate in fretta!» e se ne andò da lì.
Abigail era imbarazzata e Lucas non era da meno.
Si guardavano ma non avevano nulla da dirsi o almeno nulla che fosse realmente importante.
«Beh... Io vado...» disse lei, conosceva il fratello e la sua pazienza aveva un limite.
«Sì, ok...» rispose impacciato, per lui era la prima volta che si comportava così come una ragazza. 
Neanche se fosse stata la prima! «Ciao.» e le lasciò un bacio sulla guancia.
 
 
 
«Che intendi dire?» domandò Julie non capendo ciò a cui si riferiva Anne.
«Sia tu che io...» non sapeva come continuare quel discorso. «Conosciamo bene Michael... Era uno bravo studente, bravo nello sport e bravo con le ragazze, così bravo che riusciva a cambiarne una a settimana.» Julie non potè non concordare, ricordava bene che tipo era.
« Ma c'è una cosa che non sai.» Julie era confusa.
«Non sarà mica morto?» domandò preoccupata.
«No, no.» negò. «Penso sia vivo e vegeto a spassarsela con qualche ragazza da qualche parte.» era tipico di lui.
«E allora cosa...?» Julie non stava capendo nulla, Anne non sapeva che parole usare.
Non era così facile come sembrava, la questione era molto più complicata.
 
 
 
«Grazie per il passaggio!» ringraziò Ashleigh a Erick, lo stesso fece Caitlin e lui le salutò e se ne andò subito dopo.
«Entriamo dal retro...» comunicò la bionda all'amica.
Si diressero verso il retro del negozio e appena misero piede in quella stanza trovarono Tina che sistemava qualcosa.
«Ciao nonna!» salutò Ashleigh. 
«Salve signora Carter...» fu il saluto imbarazzato di Caitlin.
«Oh ciao ragazze, e Lucas?» domandò non vedendo il nipote.
«Ci raggiunge direttamente a casa...» la nonna annuì. «La mamma...?» poi chiese la bionda, pensava che la nonna si fosse occupata del negozio e sua madre degli scatoloni da ripulire.
«In negozio e c'è anche tua madre, Caitlin.» fu sollevata, non doveva andarsene a piedi.
«Ok, andiamo.» stavano per dirigersi da loro ma si bloccarono non appena sentirono le loro voci.
*E allora cosa...?*
*è difficile da spiegare...*
*Ma cosa?*
*Ci ha prese in giro, è riuscito a portarsi a letto entrambe.*
*Sei stata a letto con lui?*
*Caitlin è sua figlia.* Caitlin e Ashleigh erano sconvolte da quello che avevano appena sentito.
Anche Tina aveva appena sentito tutto, non poteva credere alle sue orecchie.
*Stai dicendo che Ashleigh, Lucas e Caitlin sono fratelli? Che hanno lo stesso padre?* la conversazione non era ancora finita.
*Sì, sto dicendo che Michael non è solo il padre dei tuoi figli, quello stronzo è anche il padre della mia Caith.*
Ashleigh e Caitlin non sapevano che dire, lei voleva sorprendere sua mamma annunciandole di essere entrata in squadra con le cheerleaders e invece ora aveva scoperto che suo padre, l'uomo che non aveva mai conosciuto, era anche il padre della ragazza accanto a lei che fino a pochi giorni prima per lei era una sconosciuta.
«Ditemi che stavate scherzando...» furono le uniche parole che uscirono dalla bocca di Caitlin, Anne e Julie si accorsero solo in quel momento della presenza delle loro figlie.
Tina si era avvicinata. «é davvero così?» era una domanda stupida ma non sapeva che altro dire.




 

Note dell'autrice:

Sono in ritardissimo, lo so. Ma purtroppo ho pochissimo tempo perchè la fine della scuola e vicina e devo studiare per le ultime interrogazioni. 
Non sapendo quando aggiornerò, il prossimo capitolo è pronto a metà e non ho tempo per completarlo, tra la gita di una settimana e il ritorno che dovrò studiare molto più perchè siamo agli sgoccioli dell'anno scolastico non so nemmeno quando trovo il tempo per respirare ahahah :)
Quindi questa storia è momentaneamente sospesa, sicuramente la riprenderò in estate che avrò del tempo :D

I vestiti: 
http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=71033507 
(Caitlin, Ashleigh, Abigail)
http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=71035454 (Julie, Anne, Tina)
http://www.polyvore.com/mysterious_blackside/set?id=71308784 (Karen, Allison)


Ps. Quello era il segreto che veniva rivelato :D
 
Un bacione!
ValeA <3
  
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