Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Sar_    01/05/2013    8 recensioni
C'è una ragazza, alla Beacon Hills High School, che non è mai stata notata. Ma lei c'era. C'era sempre. In disparte, vivendo la sua vita, ma c'era. E se qualcuno si accorgesse di lei? Se quel ragazzo si voltasse e la guardasse, per la prima volta, dopo tutte le sue preghiere? Se qualcuno nell'ombra approfittasse di tutto questo per trarlo a suo vantaggio? E se ci fosse qualcosa, ancora più a fondo nell'oscurità, in un regno di terrore e buio, che stesse tornando in superficie? Sta per scoppiare una guerra, e a ognuno dei tre schieramenti servono soldati.
......
Questa storia mi è venuta così, di getto, mentre spulciavo tra le fan fiction su teen wolf. Diciamo che è una mia versione della serie e delle origini dei lupetti. Può essere anche presa come una 'Bibbia' del soprannaturale.
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Emma's Chronicles'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Chapter twentyone: Unbroken.

 

 



Canzone consigliata:
Hold on / Adam Lambert




Parcheggiammo sul sentiero, al riparo a una ventina di metri dall'inizio dello spiazzo erboso.

 

«Dobbiamo sbrigarci. Gli altri cacciatori stanno per tornare.» cominciò lo stregone.

 

Chiuse gli occhi, concentrandosi.

 

«Sento il loro calore. Ce ne sono... pochi. Possiamo farcela. Uno a ogni entrata, uno gira per i corridoi... no, due. Due sono... no, uno è davanti a una stanza. Uno è dentro.»

 

Stiles.

 

«È lui. Come lo portiamo fuori?»

 

«Facciamo fuori...» vide la mia espressione scandalizzata, e si corresse «va bene. Tramortiamo quello all'entrata più vicina, andiamo nel corridoio, mettiamo KO anche l'altro e ce la filiamo con il tuo Romeo.»

 

La riuscita dell'impresa era improbabile. Impossibile.
Ma da come l'aveva descritta lui, sembrava facile.

Uscimmo dall'abitacolo e c'incamminammo a passo felpato (io almeno tentai) verso la fine degli alberi.

Lui mi diede un piccolo sacchettino di tela in mano.

 

«Rende semi-trasparenti. Dura dieci minuti. Tienilo a contatto con la pelle, non mollarlo mai.»

 

«Semi? In che senso semi chiesi allarmata, ma lui era già partito in quarta verso l'edificio.

 

«Scusi?» esclamò.

 

Io gli corsi dietro.
Ero perfettamente visibile, almeno ai miei occhi.

L'uomo all'entrata posteriore cercò con lo sguardo fino a trovare Irima.
Lo trapassò con un'occhiata.

Lo stregone, però, continuava ad avanzare.
Arrivò davanti a lui, conversando normalmente.

 

«Mi sa indicare la strada per la città? Mi sono perso.»

 

Il cacciatore fece per aprire bocca, ma sbiancò. Boccheggiò, si portò le mani alla gola e cadde a terra.
Non l'aveva neanche sfiorato.

 

«Emma? Lascia un secondo il sacchettino.»

 

Lo misi in tasca, inorridita.

 

«Come... cosa gli hai fatto?»

 

Lui si strofinò le mani, soddisfatto.

 

«Gli ho tolto la capacità di respirare.»

 

Mi guardò in faccia di nuovo.

 

«Non è morto! È solo svenuto!»

 

Fischiettando, scavalcò il corpo inerme del cacciatore ed aprì la porta.

Riafferrai il sacchettino e lo seguii, sussurrando una scusa all'uomo, anche se ero consapevole del fatto che non mi potesse sentire.
Nonostante quello che avevano fatto a me e ai miei amici, mi sentivo comunque in colpa.
Dopotutto, loro erano solo pedine dei "capi famiglia".

L'aria all'interno aveva un odore di chiuso e oppressione.
Probabilmente era soltanto una mia impressione, un'associazione frutto della mia mente.

Ci addentrammo nel corridoio, a passo felpato.
Dei passi ritmici risuonavano alla nostra sinistra.
L'uomo che girava per i corridoi era appena passato.

Contammo tre secondi, sulle dita, per avere una distanza di sicurezza.

 

A destra. La stanza è di là.”

 

Annuii.
La capacità di comunicare con il pensiero poteva risultare molto utile.

Cercavo quasi di non respirare, per non fare nemmeno il minimo rumore.
Ci fermammo dietro un angolo.

Sbirciai dall'altra parte: una cacciatrice era appostata davanti a una porta.

Dentro, un tump ritmico m'inquietò non poco.

 

«Devo fare pipì!» sentii esclamare dall'interno.

 

Il mio cuore cominciò a galoppare.
Ero tentata di slanciarmi in quella direzione, ma fortunatamente Irima mi trattenne.
Volevo tirarlo fuori di lì, volevo rivedere i suoi occhi nocciola e quel viso dolce, ma capace di farmi impazzire.

Poi, i passi diventarono più vicini.
Rivolsi un'occhiata terrorizzata a Irima: avevamo contato male?

Eravamo in trappola: dietro un cacciatore, davanti una cacciatrice.
Che fare?

 

Lei è più gracile. Via lei, prendiamo il ragazzo, usciamo e ce la filiamo.”

 

Deglutii. Era rischioso.
Ma che scelta avevamo? Avevo deciso io di fare quella mossa azzardata.

Abbiamo fatto trenta... facciamo trentuno.”

Vidi la donna sbiancare. Si portò una mano alla gola, piegò il busto in avanti.
Scattai in corsa verso di lei, la spinsi e la lanciai per terra.

Lei stramazzò sul pavimento. Non seppi trattenermi: la spinsi di lato con un piede. La soddisfazione di aver prevalso (anche se con un grande aiuto) su uno di quei parassiti era grandissima.

Volevo prenderla a calci. Sentivo la furia che cresceva. Da dove veniva? C'era sempre stata? Come mai avevo cambiato opinione su di loro così velocemente?

Un tonfo. L'altro uomo era a terra.
Irima era sfatto, visibilmente stanco, e goccioline di sudore gli inumidivano la fronte. Non aveva più energie. Avevamo poco tempo.

Spalancai la porta.

Stiles era seduto a terra, contro la parete, e faceva rimbalzare contro la parete una pallina da tennis.

La reincarnazione di dottor House.

Lo vidi alzare lo sguardo verso di me e sbattere gli occhi, incredulo.

 

«Emma?»

 

Si alzò goffamente, lasciando cadere la pallina.
Aveva un livido scuro su una guancia, le labbra aride, i vestiti sciupati.
Era rimasto un giorno là dentro, ma sul suo corpo i segni erano quelli di una settimana di reclusione.

Io gli corsi incontro e l'abbracciai.
Non ci pensai: lo strinsi forte, più che potevo, affondando il viso nella sua camicia stropicciata.

Lui restò rigido per qualche secondo, poi mi restituì l'abbraccio, imbarazzato.
Sarebbe stato il paradiso in Terra, la gratificazione totale, se solo la situazione fosse stata diversa.

Mi sciolsi, lo presi per mano e lo strattonai verso la porta, senza una parola.
Fuori, lo stregone era appoggiato al muro, ansimando lievemente.
I due a terra tossicchiavano, mentre si rialzavano.

Irima ci vide, raccolse le forze e ci seguì indietro, verso la porta.

Ci precipitammo fuori.

Mi pietrificai per l'orrore, con una gamba sollevata a mezz'aria.
I cacciatori stavano tornando. Una trentina di uomini e donne ci venivano incontro, e appena ci videro sentii risate, esclamazioni di sorpresa, fischi.

Dopo che la volpe era uscita a caccia e la lepre gli era scappata, tornando indietro se l' era ritrovata nella tana.

Tastai le tasche dei pantaloni, e lo trovai.
Quel maledetto sacchettino!
Gli aprii la mano e lo appoggiai tra le sue dita.
Niente, non scompariva. I dieci minuti erano già passati.
Quel sacchettino era completamente inutile, ormai.

Irima mi poggiò una mano sulla spalla.

 

Posso provare un'ultima cosa.”

 

Muovi il culo.”

 

Strinsi forte la mano di Stiles.

Era finita, sì. Mi avevano presa.
Almeno Stiles sarebbe tornato a casa.
E io? Cosa avrebbero fatto?
Mi avrebbero sparato in testa, per essere sicuri che non mi trasformassi in un abominio?
Ci avevo provato, a far uscire tutti illesi.
Ma evidentemente non era destino che io avessi una bella vita.
O una vita, semplicemente.

Un oggetto volò in aria, uno scoppio fortissimo, e una nebbia verdognola si diffuse nell'aria.
Era quello il piano di Irima?
Una nebbia da fuga in stile ninja?

Mi voltai, ma lui non c'era più.

Stiles mi strattonò, e cominciai a correre.
Sentii l'impatto contro i cacciatori, che non ci videro arrivare.
Correvo più veloce che potevo.

Stiles cadde a terra, strattonato, lanciando un'imprecazione.
La sua mano scivolò via dalla mia.
Mi voltai. Gerard era dietro di me.

 

Oh Cristo. Avrà ottant'anni, questo. Quante cose riesce a fare?

 

Qualcosa scintillò nella sua mano. Stiles si rialzò e lo buttò a terra. Ma aveva già ficcato quella cosa scintillante nel mio collo.

Una siringa.
Sentii l'ago punzecchiare la pelle, e non capii.
Non capii fino a quando non arrivò il dolore.

Bruciante, soffocante, terribile.
Insopportabile.

Lo vidi voltarsi ed andarsene. Tutti lo seguirono.
Cosa faceva? Perché tutti ci lasciavano lì?

Stiles mi strappò via la siringa dal collo e tentò di farmi camminare verso gli alberi, ma non ce la facevo.
Crollai in ginocchio, con il respiro affannoso, gli occhi sbarrati.

Il dolore era ovunque.
Lo sentivo spandersi da quel punto del collo, attraverso le vene, dappertutto.

 

«Là... la macchina.» ansimai.

 

Poi, i sensi si annebbiarono.
Tutto arrivò attutito.
Non stavo morendo, non stavo svenendo, stavo subendo il peggior dolore che avessi mai provato.

Nessun rumore, nessun odore, nessun colore.
Solo la leggera, vaga, lontana pressione delle braccia di Stiles sul mio corpo, mentre mi sollevava.

Io vagavo nell'oblio della sofferenza cieca.



Just hold on!

Buon 1 maggio a tutti! Allora, ho aggiornato in anticipo perché... avevo voglia. Lol. Allora, siete scandalizzate? Sì, lo so. Mi merito tutti gli insulti che volete c': Coomunque, voglio dirvi una cosa:
Image and video hosting by TinyPic

KSHDFKJSHDFJKDSDKJS. Lo amo troppo. Ah, shoutout a Dylan (?): guardate la 2x23 di New Girl, c'è dentro anche lui! E il titolo è 'virgins' quindi... ci sarà da ridere HAHAHA Niente, mi dileguo ragazze! ... dovevo dire una cosa, ma ora mi sono dimenticata. Mmh.
Tanto amore,
Sara <3

 

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Sar_