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Autore: vlad zepesh    20/11/2007    2 recensioni
Ok ritiro tutto quello che ho detto a proposito di questa vacanza-studio!!!! Come hanno potuto mettermi in coppia con Draco Malfoy?????!!!! Addio mondo crudele… Harry mi è piaciuto conoscerti ma ora vi devo lasciare, ormai la mia esistenza è finita… ma si!!! Certo… c’è una scappatoia… il suicidio!!!! Già mi potrei buttare da un ponte oppure sotto una macchina….- disse la Granger con un’espressione scioccata… La serpe avvicinò le labbra all’orecchio di del moro e sussurrò con voce flebile - sarà una vacanza interessante… Harry Potter- il ragazzo dagli occhi di giada rimase sconcertato mentre il moro si allontanava questi i pezzi più interessanti (credo) della mia fiction
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Blaise Zabini, Harry Potter | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ieccome con il nuovo chappy

Ieccome con il nuovo chappy!!!già peccato che io comunque non abbia ancora internet!! Aaaaaaaaahh… ma comunque dovrebbe arrivare di qui a poco… per fortuna! A parte tutto oggi è il 25/05/07 ed io ho iniziato oggi le prove strutturate! Già… ho aperto le danze con italiano e alimentazione… beh dai vi lascio al capitolo che è meglio…

 

VACANZA-STUDIO 10

 

-         Ehm… per caso hai avanzato un po’ di caffè?- chiese la bruna che si era appena svegliata. Era andata in cucina, la sera prima non si era nemmeno struccata.

Il biondo indicò col dito la caffettiera sul fornello.

ok… è incazzato… lo sarei anch’io al suo posto…

-         Dormito bene?- cercò la sua parola gettandosi su frasi banali.

Un cenno con il capo.

Incazzato?? Io dico che è furibondo.

Ancora quella vocina.

-         Io esco! Ci vediamo più tardi-

Impegnata nel capire l’umore dell’altro la grifondoro non si era nemmeno accorta che “l’altro” in questione era già vestito e pronto per uscire.

-         Eh… posso sapere dove vai?-

-         In giro…-

-         L’ubicazione esatta?-

-         E a te che te frega?! Comunque dalla vicina… mi hai invitato per farmi vedere la sua enorme piscina-

La ragazza aprì bocca pensando subito di controbattere.

La richiuse e disse invece:

-         Bene… divertiti e non fare tardi!-

-         Divertiti?! Ok mamma… allora ci vediamo dopo… forse!- detto questo uscì chiudendosi la porta alle spalle.

Idiota.

-         E sta zitta tu!!!!-

 

Il biondo suonò il campanello esitando.

Ad aprire la porta fu una moretta molto carina, aveva gli occhi verdi e le labbra carnose e rosee.

-         Ciaooooo Draco!!!!- gli saltò al collo abbracciandolo. La carineria era decisamente scomparsa.

-         Ciao Sara…. Come stai?-

-         Bene, grazie e tu?-

-         Tutto ok-

Stai mentendo.

Ed ora cos’era quella stupida vocina nella sua testa??

-         Beh? Che fai non entri? Forza!! Togliti subito i vestiti e andiamo a buttarci in piscina!-

-         O- ok.-

Il moro varcò la soglia della villa.

Tutto sembrava essere di porcellana.

Perfettamente pulito, ma pareva che nessuno entrasse in quella casa ormai da anni.

Nulla era fuori posto.

Attraversarono il salone, mentre la padrona di casa blaterava qualcosa a proposito della costruzione della casa e di quanto fosse ricco suo padre per permettersi una piscina.

Uscirono in giardino. Come la casa era impeccabile, nulla era in disordine, l’erba era tagliata a pari altezza e i fiori sembravano essere stati tagliati con una formina.

La mora cominciò con il togliersi la maglietta.

-         Beh? Che hai? Che fai li imbambolato forza svestiti!-

-         Il tuo giardino e splendido!-

-         Già… abbiamo un giardiniere… Ramon… è una tale noia! Parla solo lo spagnolo. –

Il biondo si tolse la maglietta. Rivelò il suo fisico audace mentre la ragazza lo fissava maliziosamente.

I due si tuffarono, si fecero una nuotata e si appartarono a bordo piscina.

-         Allora Draco.. parlami un po’ di te! Cosa fai nella vita?-

-         Beh.. non molto! Studio e ozio…- accennò ad un sorriso

-         Ah… anch’io! Odio la scuola, la trovo così noiosa, piena di piccoli plebei… quei bigotti. E cosa studi?-

-         Mag- psicologia!- si corresse immediatamente.

-         Ah! Io non ci capisco niente di quella roba…non mi interessa di ciò che potrebbe pensare il prossimo! E soprattutto cosa me ne importa dei suoi stupidi problemi?!-

-         Beh sai esiste una cosa chiamata altruismo!-

-         Non è la mia politica, ma dimmi una cosa Draco- si avvicinò al biondino- tu sei… fidanzato?-

Il giovane la fissò con i suoi occhi di ghiaccio. Ma in quel momento il suo sguardo era assente. Non era concentrato su nulla, ma delle immagini si affollavano nella sua mente, dei ricordi, dei desideri, delle passioni. Frammenti della sua vita che riguardavano una sola persona.

Ad un tratto si alzò di scatto, uscì dalla piscina, si vestì e si diresse verso l’uscita, mentre la vicina di casa gli urlava dietro di restare.

Gli chiedeva il motivo di quella sua improvvisa reazione.

Lui aprì la porta, si girò e sussurrò.

-         Mi dispiace Sara… sono già impegnato… ciao…-

Ma perché diavolo l’aveva fatto?!

Beh effettivamente la favignanese non era proprio stracolma di pregi, ma diciamo la verità: era decisamente bella.

Da quando gli interessava se le ragazze ragionavano o meno?

Da quando aveva cominciato a dare peso al loro carattere?

Lui era da sempre Draco Lucius Malfoy, primogenito della sua famiglia, colui che avrebbe portato alto lo stendardo del serpente.

Le donne non erano altro che un passatempo.

Se le scopava, si rivestiva, e usciva di scena.

Non pensava minimamente a ciò che potessero pensare.

Non gli passava nemmeno per la testa che anche loro potessero essere interessanti.

Erano dei giocattoli.

Non poteva essere che sua la colpa.

Di quella ragazza che l’aveva capito.

Di quegli occhi languidi che lo guardavano con dolcezza.

Di quella voce leggermente acuta.

Di quel fisico mozzafiato.

Della sua gentilezza.

Della sua bontà.

Della sua testardaggine.

Già. Il merito di tutto questo era di quella persona.

 

Il biondo affrettò il passo. In cinque minuti arrivò a casa. Il vento ululava tra gli scogli lontani e il sole batteva sul suo viso.

Si arrestò davanti all’uscio.

Temeva ciò che sarebbe potuto accadere.

Temeva la reazione della giovane donna.

Temeva per il suo orgoglio.

Temeva, per i suoi sentimenti.

E, poi… una volta entrato, cosa avrebbe detto?

Si sarebbe dichiarato?

Avrebbe detto che l’amava e che voleva stare per sempre con lei?

Si… l’avrebbe fatto… era una buona idea.

 

********

 

-         Harry io ti amo!- una sagoma scura si distese davanti agli occhi del grifone.

-         Anch’io Sean… anch’io…ma sai meglio di me che questa relazione non funzionerebbe…le parole a volte sono più forti di qualsiasi emozione-rispose il giovane.

-         O forse, semplicemente, sei tu che hai paura…-

-         E di cosa dovrei averne?-

-         Ad esempio di una relazione stabile tra due uomini, oppure di lasciarti andare, di farsi inghiottire completamente da un rapporto, da un sentimento!-

-         Ti sbagli…-

-         No Harry.. sei tu che ti sbagli.-

 

Il moro si svegliò tutto sudato con aria affannata.

Da molto ormai non gli capitava di fare quel sogno.

Da tempo immemore non rivedeva quei caldi occhi neri.

Perché proprio quella notte si era permesso di ricordare qualcosa?

Forse la sua mente voleva comunicargli qualcosa.

-         Sean aveva ragione quando diceva che avevo la testa dura, e che dovevo sbatterla contro un muro per capire ciò che mi stava succedendo- aveva parlato da solo, mentre una lacrima solcava il suo tenero viso.

-         Grazie Sean… adesso ho capito-

Si alzò e si diresse in cucina.

Il sole era già alto, la giornata era calda almeno quanto la precedente.

Dalla finestra si sentivano suonare i clacson delle automobili, e qualche signore che imprecava in un francese indecifrabile.

Del suo compagno nemmeno l’ombra.

Alzò la tapparella della finestra che dava sul fornello. Prese la caffettiera e la preparò all’italiana. Come gli avevano insegnato durante il suo viaggio a Firenze.

Pensava a tutto e a niente.

Una cosa era certa, aveva bisogno di caffeina per riuscire a capire di nuovo qualcosa.

Nell’attesa che il caffè salisse andò in bagno, si sciacquò la faccia e fece i suoi bisogni.

Ok, il primo passo verso la lucidità era fatto.

Aprì la porta, girò l’angolo e chi si ritrovò sui fornelli intento a controllare il caffè?

La risposta esatta è.. … … … Blaise Zaaaabini!

Ora il secondo interrogativo era: usare un tono formale che rasentava la tristezza, o un tono felice e allegro come una pasqua?

-         Credevo di essere io la casalinga frustata in questa casa!- sicuramente la seconda

-         Beh… ogni tanto anche il marito deve imparare qualcosa dalla sua mogliettina-

Sembrava che la tattica stesse funzionando, gli occhi blu gli sorrisero.

-         E’ pronto?-

-         Quasi… due di zucchero vero?-

-         Si grazie… ma… cosa ci fai vestito? Ma soprattutto… che ore sono?-

-         Patato… ben svegliato cucciolo… sono le undici… e guarda qui che ti ho comprato!! Croissant de Marseille!-

-         Patato?-

-         Preferivi cipollotto??-

-         No, patato va benissimo!-

I due ragazzi scherzarono durante tutta la colazione, forse non era successo nulla la sera precedente.

Forse era stato solo un brutto sogno.

Forse si erano presi solo una sbronza e nient’altro.

Già… forse.

Ma purtroppo non si va avanti a forse.

Servono certezze, ma non sempre è facile ottenerle. Bisogna superare la barriera della timidezza, e quella dell’orgoglio.

Si misero il costume nelle loro rispettive stanze. Entrambi con il sorriso sulle labbra.

Noncuranti dei loro “problemi di coppia”, presero i teli mare e si incamminarono.

Il problema era uno: dove andare?

-         Perché non in spiaggia?- domandò la serpe

-         E mi dici poco. Hai presente quante spiagge ci saranno a Marsiglia??-

-         Sai bene di quale spiaggia sto parlando!-

-         Ehm… per caso a mia insaputa ho imparato la telepatia?? Oppure questa notte mi hai tatuato la cartina di Marsiglia con una grossa croce sulla suddetta spiaggia a mia insaputa??- si guardò dietro la schiena.

-         No, parlavo della spiaggia di ieri sera…-

-         Ah… quella spiaggia… ti è piaciuta così tanto??-

Sogno, sbronza? Niente di tutto questo, era la pura realtà.

Per un momento il grifone era riuscito ad appannare tutti i ricordi della sera precedente, che, come il parabrezza di una macchina si spanna a contatto con il getto di aria calda, gli scivolarono nuovamente in testa con la violenza di uno tsunami.

-         Beh dai… non era poi tanto male… quella grotta mi ha impressionato…- sorriso malizioso.

-         Già… anche a me…- sorriso malizioso respinto.

-         Beh se non ti piace possiamo anche cambiare posto.-

-         No, no.. ma che dici, è un bel posto, e poi è qui vicino!-

-         Ok… allora andiamo!-

Bastò un attimo, un battito di ciglia, una mano che ne prende un’altra.

Una lacrima si nascose tra la folla.

Asciugata dal sole.

Ma può il calore asciugare i nostri pianti interiori?

Credo di no.

   

********

Il rosso cominciò a sentire dei rumori.

Risa per lo più. Era natale? Pasqua?

Ma che diceva?? Lo sapeva benissimo che era il suo compleanno.

Un sorriso gli si dipinse sul volto.

-         Tanti auguri a te… tanti auguri a te…-

Le risa si fecero più assordanti.

Faceva freddo, aveva mal di stomaco e la sua bocca aveva un sapore stranissimo.

Piano piano riuscì ad aprire gli occhi. Tutto era bianco, tutto era bianco tranne una macchia di una sostanza non definita sui suoi vestiti, quella era tra il giallastro e il verde, se facevi attenzione potevi vedere addirittura un po’ di marroncino.

Alzò lo sguardo.

Quattro signori sulla sessantina lo guardavano sogghignando.

Che cazzo stava succedendo.

Provò ad alzarsi. Primo tentativo fallito.

-         ma che cazz….- esordì prima di finire col sedere sul suolo gelato

Secondo tentativo: ok.

-         scusate…. Ma dove sono?-

Gi risposero in austroingarico antico tra le risa.

-         già davvero molto divertente… ma dove sono? Cazzo le pizze…-

Si alzò e cominciò a correre pensando “adesso quella mi ammazza”.

 

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAh ma che ritardo ho mai fatto???? Porca petecchia!! Cazzo.. dai però internet mi è arrivato da pochino…. Quindi sono in parte giustificato no? Mi perdonate? Spero che almeno qualcuno la legga crispa!! Va beh dai... vi lascio.. un bacione one

 

  
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