Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: daylighter    01/05/2013    5 recensioni
Una voglia di baciarla di nuovo si appropriò di me, mi trattenni.
"Puoi baciarmi se vuoi" disse tranquillamente.
In quel momento, con quelle sue parole, qualcosa in me scattò.
"Non posso farlo scusa" l’espressione di stupore sul suo viso mi incupì.
Non desideravo altro che avere un contatto con lei, di nuovo.
Ma per la sua sicurezza, più le stavo lontano meglio era.
"Perché?" chiese innocentemente.
Perché, bella domanda.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
17.
« Cosa significa questa storia Glace. » disse mio padre, vedendomi nel castello in compagnia di Silver e due guardie.
Il suo volto era velato da una severità particolare, come se gli dispiacesse.
« Abbiamo trovato questi due nella foresta signore. » disse la prima guardia, avanzando e inchinandosi al Re.
« Principessa Alexandra, che ci faceva nella foresta con mio figlio? » la vidi abbassare lo sguardo, arrossì e non sapeva se rispondere così lo feci io al suo posto.
« Siamo fidanzati papà, da un anno e mezzo. » lui spalancò la bocca, spiazzato da quelle parole.
Sospirò, indicando alle guardie di andare via. Quando lasciarono la sala, ci indicò delle sedie su cui sederci. « Justin, lo sapevi, sapevi che se vi avessero scoperti sarebbe successo questo. » mi disse.
Annuii, prendendo Silver per la mano, che strinse preoccupata.
« Lo so, padre. Ma l’amore non si sceglie, succede per caso. » gli risposi, aspettando un suo richiamo che però non arrivò.
Anzi, si sedette affianco a noi sulla sedia e prese le nostre mani intrecciate tra le sue, non avevo mai visto questo lato di mio padre e mi piaceva molto.
« Tua madre mi aveva parlato di una ragazza, probabilmente da un’altra tribù, ma ero troppo impegnato a cercarti una moglie per darle ascolto. Ma tu figliolo, avresti potuto dirmelo. » mi rispose, con comprensione.
« Avevo paura padre, mi hai sempre detto che le leggi di Homnies vanno rispettate severamente, e che in caso contrario bisognava tenersi pronti per la pena. » gli dissi.
Il suo volto era ancora velato da quello strato di tristezza. Vedere mio padre in quello stato mi provocò un colpo al cuore, poche ore e non lo avrei più rivisto. Lui lo aveva capito.
« Signore, sono arrivati i sovrani dell’aria. » nella sala entrò una sentinella, che aprì i portoni a Claire e George, che non appena videro la figlia si trattennero dal correre ad abbracciarla.
Silver invece era lì, impassibile, la vedevo, avrebbe preferito non doversi più preoccupare di loro, ma ora eravano nei guai. E dove c’è odore di guai, ci sono i genitori.
« Si può sapere perché sei scappata? Sono due anni che non ti vedo. Due anni. » disse la Regina, affiancando mio padre e raggiungendo Silver, spiazzata e innervosita.
Strinsi la stretta della sua mano e si tranquillizzò. « Se sono scappata ci sarà un motivo, non parlo con chi mi tradisce. » rispose lei, fredda e dura come una roccia.
« Non ti permetto di parlare così a tua madre. »
Il Re raggiunse la moglie, e si sedette affianco a mio padre.
Notai che anche lui aveva un velo di tristezza negli occhi, guardava male le nostre mani intrecciate e scuoteva la testa di tanto in tanto.
« Non mi interessa, non sono più figlia vostra. » rispose ancora Silver, ormai all’apice della rabbia. « Mi fidavo di te mamma, ti ho raccontato una parte della mia vita che non conosceva nessuno e tu non hai mantenuto la promessa e sei corsa subito ad avvertire l’intero mondo. Sono sicura che se avessi lasciato perdere non saremmo qui a piangere adesso. »
Mia madre entrò nella sala, con la sua solita eleganza. « Non essere troppo dura con lei tesoro, tua madre ti vuole bene. Lo ha fatto per progetterti. »
Raggiunse mio padre. Ora eravamo al completo, gli occhi di tutti erano puntati di noi e io mi sentivo parecchio in imbarazzo.
« Madre, Padre.» Silver si rivolse a loro, non guardandoli negli occhi. « Entro questa sera sarò morta, fatemi un favore, rassicurate Jonathan e ditegli che sarò sempre con lui. » la vidi contrarre i muscoli del viso, facendo attenzione a non piangere.
« Salutatemi Lexy, e tutto il popolo. Rassicuratelo e ditegli che la loro principessa è morta per amore e non è mai stata più contenta di farlo. » una lacrima le scese e la Regina si dovette girare dall’altro lato per non piangere anche lei.
Era convinta che sarebbe morta lei, ma io non avrei mai permesso che qualcosa del genere capitasse, nemmeno per sogno l’avrei lasciata morire.
Poi, notando il modo in cui Silver abbassava lo sguardo, capii che non voleva sentire contraddizioni e che quel pomeriggio sarebbe morta lei in quell’arena.
« Mamma » dissi poi io, rivolto verso di lei, che guardava Alexandra con le lacrime agli occhi. « Non piangere, quello che sta per succedere non sarà inutile. Vedranno come con le loro leggi danneggiano le persone e soprattutto come impediscono l’amore. Preferisco andare in contro alla morte, piuttosto che lasciare Silver, e se dovrò morire per aver amato, bene allora morirò. » presi un respiro e mi alzai dalla sedia, dirigendomi verso la finesta, per prendere aria.
« Voglio che il popolo sappia che ho sempre voluto essere uno di loro, andare a scuola come un normale ragazzo, avere amici al di fuori del castello. Vorrei che il principe Ryan della tribù della Terra e le principesse della tribù dell’Acqua assistano al duello e siano fieri degli amici che hanno avuto. Fieri del fatto che sono morti per inseguire un amore impossibile. »
 
« Ragazzi, non avete scelta. Questo pomeriggio sarete in quell’arena. » disse mio padre, esitante, dopo il mio discorso e quello di Silver. « Avviseremo sicuramente le altre tribù. Ora andate, passate insieme questi ultimi momenti e godeteveli, perché saranno gli ultimi. »
 
 
Ero lì, al lato di quell’arena circolare, circondato da persone che mi guardavano, da persone che piangevano, dai miei genitori e dai miei fratelli. Notai che tra gli spettatori, c’erano anche Ryan, Lyza e Gram e con un gesto della mano li salutai.
Ryan ricambiò il saluto, uno sguardo spento si era impossessato di lui e sembrava non avesse nient’altro attorno, le gemelle piangevano una sulla spalla dell’altra, consolandosi a vicenda.
Ryan ad un certo punto di alzò e si avvicinò al punto dove stava la sentinella, prese l’oggetto che amplicava la voce e parlò, quasi come se non aspettasse altrò da ore.
« Ora, dentro questa arena, l’intera Homnies è riunita per assistere al duello dei due ragazzi più innamorati in questo regno, destinati a morire, perché appartengono ad una casata reale. Alcuni di voi piangono, altri si trattengono e altri ancora sono indifferenti. Ma guardatevi, siamo uniti sotto lo stesso “tetto” e tra noi non c’è una guerra, siamo uniti dallo stesso dolore, e questo dolore è dovuto alle leggi che tutti noi abbiamo imposto di mettere, perché senza una guerra tra le tribù questa legge sarebbe stata inutile e loro due » disse indicandoci. « non sarebbero morti, non per essersi amati. »
Quando Ryan scese dallo spalto, un silenzio era caduto nell’arena e uno sparo aveva confermato che lo scontro era iniziato.
Non sapevo come muovermi, avevo una spada in mano e un pugnale agganciato alla cintura, camminavo lentamente verso Silver con gli occhi chiusi, la voglia di piangere e correre ad abbracciarla.
Sapevamo come sarebbe andata a finire questa storia, avevamo progettato tutto bene.
Prima della gara, entrambi ingerimmo un potente veleno che faceva effetto solo dopo due ore, la nostra morte sarebbe stata istantanea e non ci saremmo uccisi a vicenda.
La guardai negli occhi e lei capì, mancava davvero poco alla scadenza del tempo a noi dato, le corsi incontro, gettando la spada al mio fianco e l’avvicinai a me. La baciai, sarebbe stato l’ultimo e volevo godermelo a pieno, sentii le forze abbandonarmi, e lei con me, aprii gli occhi per quanto mi era possibile e vidi le sue labbra schiarirsi, entrambi cademmo a terra e l’ultima cosa che sentii prima di chiudere definitavamente gli occhi fu un urlo da parte di mio padre, poi mi spensi, come un fuoco senza ossigeno.
 
 
 
Quando i due ragazzi crollarono a terra, l’arena tacque e alcuni urli di disperazione l’attraversarono, il Re Jeremy non aveva fatto in tempo a fermarli e anche se avesse provato a fermare tutto prima, ormai il veleno circolava nelle loro vene e sarebbero morti lo stesso.
Una guardia si avvicinò ai loro corpi privi di vita, e con una mano, rivolta verso i sovrani segnò per sempre la loro morte.
La regina Pattie e la regina Claire, si unirono in un unico pianto isterico, gettarono le lacrime che avevano tenuto dentro per troppo tempo e si lasciarono andare prive di forza per parlare.
I due Re, scesero nell’arena e con coraggio, sollevarono i corpi dei loro figli, riempendoli di onore per la loro scelta. Li portarono sulla superficie che avevano precedentemente preparato per il corpo di uno dei due che sarebbe morto, lasciarono i loro corpi vicini, e ritornarono ai loro posti senza voltarsi.
Silver e Glace si erano amati per davvero e la loro morte fu ricordata per sempre nel territorio di Homnies, come quella dei: “Due giovani innamorati”.
 


Angolo autrice. 
Non riuscivo a resistere fino a domenica. 
Quindi ecco il CAPITOLO FINALE della storia.
Non ci credo che siamo già alla fine, sembrava ieri quando ho caricato il primo e quasi mi viene da piangere. 
Per quanto riguarda voi, non piangete troppo, anche perchè non sono riuscita a farlo triste come volevo, però mi dispiace, dovevo farli morire. 
Non li ho fatti combattere o altro, ma ho pensato di usare un modo classico e che rispecchia il mio genere. 
Spero che vi piaccia anche se finisce male e che sarete pronte per l'epilogo. 
Sono sicura al 100% che quello vi piacerà. 
Un bacio grandissimo a tutti e ci vediamo presto per l'epilogo. 
- Rebecca.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: daylighter