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Autore: Egwene    04/09/2004    1 recensioni
** Prima di leggere questa storia, vorrei dire che si riferisce al periodo in cui i genitori di Harry andavano a scuola, ma non racconta di loro. Ho pensato di scrivere di Remus Lupin perché è il mio personaggio preferito insieme a Sirius Black. Lo spunto mi è venuto leggendo la fanfict di Emily Silvia Doe (bellissima, complimenti! ^___^) Perciò mi scuserete, anche lei naturalmente, se ho preso un personaggio (peraltro poco inportante) dalla sua, perché non sapevo che nome inventare! Ovviamente i personaggi sono inventati tranne i soliti quattro malandrini! Vi ringrazio tutti in anticipo...ho appena aggiornato...mi raccomando!! Buona lettura(o divertimento ?)Baci, Egwene => **
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black, I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era ancora quel maledetto pomeriggio. Proprio quel pomeriggio che tanto aveva agognato il giorno prima e che ora non vedeva l’ora che finisse. Non vedeva l’ora anche che fosse lunedì per rituffarsi nella marea di compiti, nelle lezioni impegnative. Tutto pur di allontanare la mente da un unico pensiero che si faceva largo sempre più prepotentemente: il pensiero di aver rovinato tutto. Un po’ come al solito, allora? Da un po’ di tempo viveva di incomprensioni non solo con gli amici ma anche in se stessa. Aveva addirittura pensato che sarebbe stato meglio lasciare Hogwarts per tornare alla sua cara scuola pubblica babbana dove almeno non aveva problemi di questo genere. Ma ne era davvero sicura? In quel momento sarebbe volentieri andata nella torre di astronomia ad urlare per sfogarsi ma non era possibile, si poteva accedere solo durante le lezioni e non le pareva proprio una buona idea mettersi ad urlare in mezzo ad una di esse. Entrò quasi correndo dentro il portone di quercia, travolgendo alcune studentesse di tassorosso, sbattendo i piedi ad ogni scalino, con lo sguardo furibondo, scuotendo le porte ogni volta che le apriva e le chiudeva, fino ad arrivare al ritratto dive sbraitò la parola d’ordine, che era stata cambiata per il periodo natalizio, “Cristalli argentati!” e sbatté anche il ritratto e finalmente dentro alla sala comune quasi deserta si gettò su una poltrona guardando il fuoco, sbuffando. Le dava molto fastidio il fatto che proprio accanto a lei ci fossero due del primo anno che stavano ridendo allegramente di chissà quale cavolata. “ Non avete altro da fare che ridere come due idiote?!” le ululò contro. Al che le due si spaventarono e uscirono dal buco del ritratto, lanciandole occhiatacce. Sbuffò un’altra volta. Era passato tutto il pomeriggio ormai. E nessuno era venuto a cercarla. Bene. Decise di andare a cambiarsi. Non avrebbe sopportato un momento di più quei vestiti addosso. Un’altra volta travolse studenti inermi al suo passaggio. Proprio mentre stava per aprire la sua porta sentì delle voci inconfondibili provenire da sotto e si sedette ad ascoltare. “ Ero sicuro che sarebbe stata qui!” esclamò sorpreso James. “ Ho chiesto a due del grifondoro qua fuori” sospirò Sirius passandosi una mano tra i capelli, poteva immaginare il movimento “ E effettivamente hanno detto che era qui e che ha detto alle poverine che sono delle idiote” “ Non è che tu fai dei commenti molto peggio…” disse pungente Peter “ In effetti…” confermò James. Sembrava che Remus non ci fosse, o perlomeno non parlava. “ Non mi sembra il momento di parlare di me!” disse Sirius infastidito. Jillian decise di scendere, infondo loro non le avevano fatto niente. “ Mi cercavate?” chiese, stupendoli, spuntando da dietro come un’ombra. Remus non c’era proprio. “ Che intuito!” esclamò James guardandola torvo attraverso gli occhiali. “ Perché te ne sei andata a quel modo?” domandò Sirius. “ Lui dov’è?” disse senza dire chi, anche se avevano capito, perché le faceva male pronunciare solo il nome. “ Non poteva venire, sua madre è malata ed è andato ad assisterla” “ Quante volte è già andato a trovarla? Cos’ha una malattia che va e viene una volta al mese?!” lo sapeva che aveva appena detto una cosa che non si sarebbe mai sognata di dire davanti a loro. Ma si era stufata di tutti questi segreti, lui che andava e veniva. “ NON SONO AFFARI TUOI!E NON PERMETTERTI MAI PIU’ DI DIRE UNA COSA DEL GENERE!!” le urlò Sirius. “ OHHH…SCUSATEMI SE HO OSATO!” le urlò di rimando Jillian. “ Calmiamoci, d’accordo?” provò James “ STAI ZITTO TU!!” sbraitarono in contemporanea in direzione del povero ragazzo. Solo ora si rese conto di quello che stava facendo:stava di nuovo rovinando tutto! Si strinse la testa tra le mani e si sedette ansimando nella poltrona. Si stava anche mettendo a piangere. Ora blaterava solo frasi sconnesse che suonavano tutte come perdonatemi, vi prego… “ Sto rovinando di nuovo tutto! Non vi merito! Lasciatemi andare…” e corse di sopra in lacrime, mentre un James scuoteva la testa vigorosamente, un Peter si rosicchiava nervosamente le unghie un Sirius esclamava “Porc!!” Jillian guardò disperata fuori dalla finestra, dove la maggior parte degli studenti attraversavano il prato per andare a godersi una cena al castello. Quando la folla fu sciamata si accorse di due piccole figure che procedevano nella direzione opposta. Prese un cannocchiale e…no! Non poteva essere davvero! Madama Chips stava accompagnando verso il platano picchiatore una figura che, per quanto tentava di nascondersi si riconosceva lo stesso: era Remus Lupin. Jillian sgranò gli occhi dallo stupore. Cosa?! Ma Sirius gli aveva detto che era dalla madre malata e invece stava andando verso quell’albero? C’era qualcosa di molto sospetto. Bisognava indagare. E ora che le tenebre erano calate e l’unica fonte di luce era la luna piena che brillava nel cielo tempestato di stelle, sembrava proprio il momento appropriato.
  
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