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Autore: troublemakers    01/05/2013    1 recensioni
anne, è una ragazza che a causa di un' episodio orribile con il suo ex harry, si chiuderà in sé stessa.il padre la lasciò per poter vivere in un'altra famiglia, ma scoprirà che non fu così. lei ha una madre però, pittrice e causa dei suoi continui traslochi; stavolta a londra, dove porterà con se il suo migliore amico irlandese, il quale le farà tornare voglia di vivere, e di riinnamorarsi di altre persone. il suo destino, infatti s'incrocerà con un ragazzo della sua stessa università, zayn. il belloccio però ha un passato oscuro ed un carattere apparentemente cattivo; sarà lei infatti a far scattare qualcosa in lui, che gli permetterà di cambiare.
spero vi piacerà splenduoori, adios(?)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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Capitolo uno.

‘so sick?’

Era nella mia testa, potevo sentire tutto. Le mie urla vane, i miei tentativi di scivolare via dalle sue braccia, i miei sforzi che si spegnevano, il mio corpo non rispondeva più; ero immobile. Avevo paura, paura che potesse reagire in modo ancora più violento. I suoi occhi mi legavano al suo sguardo, mentre lui rideva ed emetteva striduli agghiaccianti. Avevo paura di lui, ma mi sentivo impotente, fino a quando non si stancò. Non sentivo più le gambe, o i miei polsi, non sentivo più di appartenermi in quel corpo. E poi la sua voce, roca che sfiorò il mio lobo e che sussurrò con freddezza quelle parole ‘ecco a cosa servi, sei solo una puttana’. Una lacrima rigò il mio volto, era il passato; ma come posso chiamarlo passato se quelle immagini pulsano ed emergono dalla mia mente?

Il suono del cellulare mi tirò fuori da quell’ ammasso d’immagini e di parole amare, in cui annegavo ogni volta che guardavo scendere un temporale dalla mia finestra. Esitai qualche minuto prima di rispondere al cellulare: ‘anne? anne dio rispondimi’ mugolai un ciao ‘anne? devi provare a dimenticare,fallo per me.’ ‘sai che non è facile per me’ ‘vuoi che venga?’ ‘fai come vuoi’ ‘arrivo’ attaccò.

Mentre aspettavo che arrivasse, scesi giù e andai a farmi della cioccolata. Ero sola, mia madre era uscita a fare delle commissioni, credo. Non sapevo che ora fosse, quando sporgendo il mio sguardo verso la credenza del microonde, mi accorsi che erano appena le sei del mattino. Non avevo dormito tutta la notte, ero stata sveglia a fissare le lacrime insistenti del cielo, graffiare dolcemente la mia finestra.

Suonò alla porta e sorprendentemente gli aprii. Trovai il suo volto, pallido dal freddo preoccupato per me, provai rancore per lui, non amo trattarlo così ma ormai è inciso nel mio carattere.

‘sei impazzita cazzo? cosa ti salta in mente eh?’

Buttò il giubbotto e la sciarpa sul mio divano, incominciando a gridare e a gesticolare con le mani.

‘smettila di gridare, mi fa male la testa.’

Dissi con voce ferma e rigida. Si calmò e con tono placato ribattè.

‘non rispondi al cellulare da tre giorni, non ho dormito solo per aspettare un tuo semplice messaggio.’

Mi diressi nuovamente in cucina, afferrando la mia cioccolata e tentando di offrirne un po’ anche a lui ma in vano.

‘scusami.’

Dissi sorseggiando la bevanda. Si sedette sul mio divano, socchiudendo il suo viso tra le sue mani. Piangeva, sapevo che dovevo rassicurarlo o almeno abbracciarlo, ma riuscii a fare ben poco. Posai la cioccolata sul tavolino di fronte il divano e mi sedetti accanto a lui. Potevo sentire il suo respiro affannato e disperato e le sue guance sporgere e arrossirsi a causa delle lacrime che non cessavano di scendere da quei suoi due cristalli. Gli misi una mano sulla sua schiena calda cercando in vano di rassicurargli che tutto andasse per il meglio, anche se sapevo che con me niente sarebbe mai andato per il meglio. Le lacrime cessarono di scendere da quel suo volto, ormai macchiato dal suo sfogo; lasciò cadere una sua mano sulla mia gamba, con l’altra alzò il mio sguardo con due dita sotto il mio mento, lasciandomi annegare in quei suoi due oceani infiniti dipinti d’azzurro.

‘non farlo mai più, sai che senza te io sarei perso, forse sarò l’unico, ma sono fiero di poterlo dire, tu sarai parte di me, sempre.’

Mi lasciai trasportare da un suo abbraccio e sussurrai un debole ‘grazie’.

Ero in camera, niall era andato via, quando mia madre entrò prestando attenzione a non creare rumore, ma la vidi spiarmi dalla porta della mia camera socchiusa. Ero sul letto, così impassibile affermai

‘sono le due, di notte.’

Lei rispose con voce impaurita.

‘si tesoro lo so, è che jack mi ha invitato a cena fuori.’

‘e il resto del giorno?’

Con voce insicura si rassegnò.

‘scusa tesoro, ho avuto molto da fare oggi, vai a dormire, notte anne.’

‘sisi, notte.’

Risposi ancora turbata.

Ripresi l’ipod, rimisi le cuffiette e incominciai a ripensare a oggi. Niall mi aveva salvato e passamo quel giorno stando a casa, a guardare film ed a mangiare, proprio come due migliori amici.

 

  
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